My Houzz: Il Coraggio di Lasciare la Città per la Campagna
La scelta di una giovane coppia che ha lasciato Genova per uno stile di vita più autentico e naturale, senza rimpianti (e con nuovi amici)
In un mondo che si muove troppo velocemente e che non segue quasi mai i ritmi naturali dell’uomo, siamo in molti ad avere nel cassetto il sogno di scappare dalla città e di ricostruirci una vita altrove. Per la maggioranza di noi quel sogno resta chiuso lì: ci vuole molto coraggio, tenacia e spirito di avventura per lasciare la propria routine cittadina, per quanto grigia, triste e stressante possa essere a volte, ed osare. Ma c’è chi ci crede, lo pianifica e lo fa. E spesso con un certo successo!
Martina e Maurizio ne sono un esempio: sono giovani, trent’anni lei, trentacinque lui, innamorati della vita e della natura, entusiasti e volitivi. Questa è la loro storia e la storia di una scelta audace e felice.
Martina e Maurizio ne sono un esempio: sono giovani, trent’anni lei, trentacinque lui, innamorati della vita e della natura, entusiasti e volitivi. Questa è la loro storia e la storia di una scelta audace e felice.
Tutto iniziò qualche anno fa. Maurizio, dopo aver lavorato per alcuni anni come educatore, aveva trovato un impiego in un’azienda agricola che produce ortaggi e piccoli frutti e dove si allevano pecore. Amava la natura e il lavoro in campagna e sognava di avere una fattoria sua. Martina aveva studiato comunicazione e design a Genova e lavorava in uno studio grafico. Si sono conosciuti, innamorati, e solo allora hanno scoperto di avere un sogno in comune: andare a vivere in campagna, occupandosi di agricoltura naturale.
Cominciarono a cercare, senza successo, una fattoria da acquistare nelle colline sopra a Genova. Nel 2012 un amico genovese di passaggio per la val Borbera alla ricerca di prodotti biologici locali, si imbattè in un gruppo di ruderi in vendita, situati su una splendida vallata nel comune di Albera Ligure.
Cominciarono a cercare, senza successo, una fattoria da acquistare nelle colline sopra a Genova. Nel 2012 un amico genovese di passaggio per la val Borbera alla ricerca di prodotti biologici locali, si imbattè in un gruppo di ruderi in vendita, situati su una splendida vallata nel comune di Albera Ligure.
Da lassù la vista spazia a 360 gradi sulle colline circostanti, prati a perdita d’occhio e qualche antica vigna in abbandono. Un luogo dalle grandi potenzialità, perfetto per Martina e Maurizio, che lo vanno a vedere in una giornata grigia e piovosa e, nonostante questo, se ne innamorano.
Acquistare la casa e il terreno non fu facile perché la proprietà era frazionata ed fu necessario mettere d’accordo molti venditori. Ma i due ragazzi non si scoraggiarono, iniziarono a trascorrere molto tempo alla valle, facendo amicizia con le persone del luogo… fino a che riuscirono nell’impresa di mettere d’accordo e radunare tutti i proprietari e venditori davanti a un notaio e procedere con la stipula. Finalmente la fattoria era acquistata!
Acquistare la casa e il terreno non fu facile perché la proprietà era frazionata ed fu necessario mettere d’accordo molti venditori. Ma i due ragazzi non si scoraggiarono, iniziarono a trascorrere molto tempo alla valle, facendo amicizia con le persone del luogo… fino a che riuscirono nell’impresa di mettere d’accordo e radunare tutti i proprietari e venditori davanti a un notaio e procedere con la stipula. Finalmente la fattoria era acquistata!
La val Borbera non è un luogo per tutti: la rigidità del clima non facilita l’agricoltura e la valle è abbastanza isolata. Martina e Maurizio hanno iniziato con con la ristrutturazione della costruzione principale (l’ex fienile) su due piani, i cui muri perimetrali erano sani ma che necessitavano di tutto: dal tetto, agli allacciamenti ad acqua ed elettricità, agli scarichi. Crearono anche l’ultimo tratto di strada che dalla provinciale arrivava alla proprietà.
Con l’aiuto di una piccola impresa locale hanno ristrutturato seguendo i principi della bioedilizia: hanno creato un cappotto termico in calce, argilla e paglia sui muri, senza toccarne la struttura originale e hanno ricostruito il tetto ex novo, utilizzando come materiale isolante il sughero pressato in mattonelle spesse 20 cm, lasciando una camera d’aria di 10 cm tra il sughero e le tegole.
Con l’aiuto di una piccola impresa locale hanno ristrutturato seguendo i principi della bioedilizia: hanno creato un cappotto termico in calce, argilla e paglia sui muri, senza toccarne la struttura originale e hanno ricostruito il tetto ex novo, utilizzando come materiale isolante il sughero pressato in mattonelle spesse 20 cm, lasciando una camera d’aria di 10 cm tra il sughero e le tegole.
I due hanno posato gli infissi esterni e creato un portico d’ingresso, con una pergola sotto la quale mangiare o rilassarsi nelle giornate estive.
All’interno gli spazi sono stati divisi in cucina e zona giorno al pianterreno, camera e bagno al piano superiore. I due ambienti sono collegati con una scala in legno (che hanno montato personalmente). Hanno eretto (sempre personalmente) il muro che separa il bagno dalla camera da letto. Il letto viene sistemato sul soppalco sopra al bagno.
È nata la Cascina Barbàn!
All’interno gli spazi sono stati divisi in cucina e zona giorno al pianterreno, camera e bagno al piano superiore. I due ambienti sono collegati con una scala in legno (che hanno montato personalmente). Hanno eretto (sempre personalmente) il muro che separa il bagno dalla camera da letto. Il letto viene sistemato sul soppalco sopra al bagno.
È nata la Cascina Barbàn!
Lo spazio nel complesso è piccolo ma ben organizzato, funzionale e ricco di personalità. Tutti i mobili e i materiali sono di recupero o di seconda mano, come il parquet in rovere, per esempio, che è stato acquistato dopo essere stato dismesso da una casa del paese. La zona giorno è un unico locale che funge da cucina e da sala da pranzo.
Il bel lavandino in marmo e il resto dell’arredamento sono stati acquistati in un negozio di mobili usati di Genova.
La stufa a legna in ghisa, proveniente da un mercatino del Nord Europa, riscalda tutta la casa grazie al tubo che, invece che passare all’esterno dell’edificio, sale al piano superiore dall’interno. È composto da un tubo e da un controtubo interno, in modo da trasportare il calore senza surriscaldarsi.
La stufa a legna in ghisa, proveniente da un mercatino del Nord Europa, riscalda tutta la casa grazie al tubo che, invece che passare all’esterno dell’edificio, sale al piano superiore dall’interno. È composto da un tubo e da un controtubo interno, in modo da trasportare il calore senza surriscaldarsi.
Nella zona notte il letto è posto sul soppalco creato sopra il bagno. Accanto al letto, un vecchio baule di legno funge da mobile contenitore. Anche questa parte della casa è arredata in modo semplice e minimale: un palo e alcune mensole di legno costituiscono l’armadio, mentre una serie di cassette della frutta in legno impilate l’una sopra all’altra danno vita a una libreria.
La nicchia di una vecchia finestra è diventata invece uno spazio portaoggetti e porta-ricordi.
Il bagno è semplice e ricco di souvenir, fotografie e cartoline. Il lavandino è posto su un ripiano di legno, un paio di specchi antichi danno profondità e luce all’ambiente e una scala a pioli in legno è utilizzata come portasciugamani.
Sul soppalco sono stati sistemati i mici appena nati di Maria e Carlo, i due gatti di casa.
Il portico esterno, angolo del cuore di Martina e Maurizio, è arredato con tavoli e panche dove pranzare con la bella stagione.
Ospita inoltre un bel letto di legno con morbidi cuscini dove umani e animali riposano all’ombra in estate.
Accanto alla cascina si trovano due ruderi oggi in fase di ristrutturazione. Il loro utilizzo è legato a un sogno che la coppia sta tenacemente cercando di realizzare: il recupero dei vigneti storici della val Borbera.
Il territorio di Albera Ligure e Figino nel secolo scorso era ricco di vigne che i contadini coltivavano per uso personale, mischiando anche fino a trenta varietà di viti diverse, in omaggio al principio della biodiversità delle culture. Principio che oggi, in un mondo in cui tutto è prodotto in un’ottica di profitto industriale, non esiste quasi più.
Con l’abbandono massiccio delle campagne la maggior parte di questi vigneti storici è andata perduta. Ma non tutti, per fortuna. Il progetto di Maurizio e Martina prevede il recupero delle vecchie viti (e con esse dei principi e delle tradizioni agricole del passato) e l’impianto di nuove. Da tre anni stanno rimettendo in sesto, pulendo e potando le vigne storiche. Le hanno mappate grazie alla collaborazione con il CNR di Torino, scoprendo che sono di moltissime varietà. Tra queste, una in particolare, chiamata Sgurbà, non è registrata e sembra essere una delle varietà di vite più coltivate in Argentina. In autunno inizieranno a impiantarne di nuove e in un prossimo (ma vicino) futuro partirà la vinificazione. Nei due annessi adiacenti alla casa sorgeranno quindi una barricaia e una cantina, oltre a un luogo di incontro aperto alle degustazioni.
Il territorio di Albera Ligure e Figino nel secolo scorso era ricco di vigne che i contadini coltivavano per uso personale, mischiando anche fino a trenta varietà di viti diverse, in omaggio al principio della biodiversità delle culture. Principio che oggi, in un mondo in cui tutto è prodotto in un’ottica di profitto industriale, non esiste quasi più.
Con l’abbandono massiccio delle campagne la maggior parte di questi vigneti storici è andata perduta. Ma non tutti, per fortuna. Il progetto di Maurizio e Martina prevede il recupero delle vecchie viti (e con esse dei principi e delle tradizioni agricole del passato) e l’impianto di nuove. Da tre anni stanno rimettendo in sesto, pulendo e potando le vigne storiche. Le hanno mappate grazie alla collaborazione con il CNR di Torino, scoprendo che sono di moltissime varietà. Tra queste, una in particolare, chiamata Sgurbà, non è registrata e sembra essere una delle varietà di vite più coltivate in Argentina. In autunno inizieranno a impiantarne di nuove e in un prossimo (ma vicino) futuro partirà la vinificazione. Nei due annessi adiacenti alla casa sorgeranno quindi una barricaia e una cantina, oltre a un luogo di incontro aperto alle degustazioni.
Alla Cascina Barbàn l’agricoltura è naturale e di territorio: i prodotti dell’orto, coltivati nel rispetto della biodiversità, sono pomodori, zucchine, peperoni, melanzane, piselli e fagioli, tra cui la fagiolana bianca di Figino, un fagiolo bianco tipico della valle. Questi ortaggi vengono venduti direttamente in cascina o in alcuni GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) di Genova.
E poi c’è il grano, anch’esso coltivato secondo i principi dell’agricoltura naturale: da semi antichi, non geneticamente modificati, Martina e Maurizio producono miscele di farine che possono contenere anche tre o quattro tipologie di grano diverse e che hanno il vantaggio di essere più gustose, più sane e quasi del tutto prive di glutine.
E poi c’è il grano, anch’esso coltivato secondo i principi dell’agricoltura naturale: da semi antichi, non geneticamente modificati, Martina e Maurizio producono miscele di farine che possono contenere anche tre o quattro tipologie di grano diverse e che hanno il vantaggio di essere più gustose, più sane e quasi del tutto prive di glutine.
Il lavoro nei campi è svolto prevalentemente con l’aiuto dell’asinella Nina, bella e robusta, e di un aratro a trazione animale acquistato da una ditta francese.
Martina e Maurizio non soffrono la solitudine nonostante vivano a parecchi chilometri dalla città e dagli amici storici. Alla Cascina Barbàn gli amici passano spesso, soprattutto con la bella stagione. Inoltre, ormai da quattro anni, la cascina a fine giugno ospita un evento che coinvolge tutta la valle, il Festival Boscadrà, organizzato con la collaborazione di un’associazione locale, Borberock. Il festival intende promuovere, tramite l’organizzazione di workshop e seminari, uno stile di vita più sostenibile e in armonia con la natura.
Nelle due giornate di festa che occupano un weekend si parla di alimentazione naturale, di agricoltura sinergica, di erboristeria. La sera è dedicata alla musica, con concerti rock e pop di gruppi locali.
Quando chiedo a Martina e Maurizio, mentre pranziamo insieme sotto la pergola in una magnifica domenica di sole, se rimpiangono la loro vita precedente o se, potendo tornare indietro, farebbero qualcosa in modo diverso, mi rispondono di no, senza esitazioni.
Nei loro occhi si legge quella felicità autentica e contagiosa di chi ha preso in mano le redini della propria vita e ha imboccato la strada che da sempre desiderava percorrere. Non è da tutti esserne in grado.
Chapeau, ragazzi!
Guarda tutte le foto della Cascina Barbàn
Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare alla rubrica, inviaci alcune foto insieme a una breve descrizione dell’abitazione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di visitare la tua casa, ti contatteremo al più presto.
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Mini Tour fra gli Orti della Nostra Community
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Chi ci abita: Martina Panarese e Maurizio Carucci (il cantante del gruppo Ex-Otago), con due asine, Nina e Pioggia, due gatti, Carlo e Maria (e relativi cuccioli), due cani, Renato e Castagna, più un certo numero di galline
Dove: Cascina Barbàn ad Albera Ligure, in alta val Borbera, nella provincia di Alessandria
Anno di costruzione: secolo scorso
Anno di ristrutturazione: 2013
Superficie: 50 m² su due piani, cucina/pranzo/living al piano terra, camera da letto e bagno al piano superiore e nel soppalco, porticato, terreno circostante e alcuni annessi in fase di recupero
La cascina in cui sono andati a vivere nel 2013, lasciandosi Genova alle spalle, si trova in alta val Borbera, in provincia di Alessandria, un luogo in cui si incontrano Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna, fuori dalle solite rotte turistiche, magico e affascinante: quando lo scopri sai che ci ritornerai insieme a qualcuno che ami!