Le Case di Houzz
Da Laboratorio a Casa Creativa: Benvenuti da Luigi Sutera!
A Milano, lo spazio che Luigi Sutera ha ideato per vivere nel luogo in cui coltiva la sua creatività
Luigi Sutera non cercava un’abitazione in cui ricavare uno spazio per lavorare, ma un luogo da inventare, che corrispondesse alla sua idea di creatività, per poterlo vivere direttamente in ogni momento. La ricerca di uno spazio unico lo ha portato a questo laboratorio che ha trasformato conservandone la personalità e facendolo diventare la sua Falegnameria12.
Dire in breve chi sia Luigi Sutera non è semplice. Per lavoro è image consultant. È un mago del trucco, attività che svolge per il gruppo Diego Dalla Palma da più di trent’anni.
Musicista, creativo ed eccellente fotografo, Luigi era in cerca di un laboratorio in cui poter coltivare i suoi talenti in piena armonia con gli spazi in cui vivere. Tre anni fa si è messo alla ricerca di ciò che voleva e lo ha trovato a Milano nella zona ormai a tutti nota come Nolo (north of Loreto), una delle più vive della città dal punto di vista sociale e culturale.
Lo ha aiutato nella ricerca un amico, Michele Petrizzo, che poi ha presentato a Luigi lo studio Boa Architettura dell’architetto Matteo Sergi, che ha seguito tutti i lavori. Mentre le scelte da fare (cromie, mood) sono state tutte del padrone di casa, il lavoro dell’architetto è stato fondamentale per la parte relativa agli aspetti burocratici e tecnici del progetto. Dal momento della scelta degli spazi alla fine dei lavori sono trascorsi tre anni.
Musicista, creativo ed eccellente fotografo, Luigi era in cerca di un laboratorio in cui poter coltivare i suoi talenti in piena armonia con gli spazi in cui vivere. Tre anni fa si è messo alla ricerca di ciò che voleva e lo ha trovato a Milano nella zona ormai a tutti nota come Nolo (north of Loreto), una delle più vive della città dal punto di vista sociale e culturale.
Lo ha aiutato nella ricerca un amico, Michele Petrizzo, che poi ha presentato a Luigi lo studio Boa Architettura dell’architetto Matteo Sergi, che ha seguito tutti i lavori. Mentre le scelte da fare (cromie, mood) sono state tutte del padrone di casa, il lavoro dell’architetto è stato fondamentale per la parte relativa agli aspetti burocratici e tecnici del progetto. Dal momento della scelta degli spazi alla fine dei lavori sono trascorsi tre anni.
Poltrone: Frog; divano: Madison di Poltrona Frau; pavimento: originale in graniglia degli anni Sessanta
«Volevo un laboratorio in cui poter ricavare gli spazi per vivere, non il contrario», spiega Luigi. «Alla fine ho trovato questo seminterrato che era una falegnameria. L’ho comprata immediatamente con l’idea di trasformarla proprio così. Quasi tutti gli elementi di arredamento sono recuperati dalla mia vecchia casa e in qualche caso dalla strada. Una delle prime cose a cui ho pensato è che, essendo una falegnameria, in questo posto non potesse esserci umidità. È ancora un luogo perfetto per la temperatura sia col freddo che col caldo, perché l’edificio è evidentemente costruito a regola d’arte».
Nolo è una delle zone più caratteristiche di Milano. Molti ex laboratori vengono rilevati da chi, come Luigi, abbia in mente un progetto di recupero che possa conciliare il desiderio di spazi nuovi con la possibilità di poterci lavorare.
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«Volevo un laboratorio in cui poter ricavare gli spazi per vivere, non il contrario», spiega Luigi. «Alla fine ho trovato questo seminterrato che era una falegnameria. L’ho comprata immediatamente con l’idea di trasformarla proprio così. Quasi tutti gli elementi di arredamento sono recuperati dalla mia vecchia casa e in qualche caso dalla strada. Una delle prime cose a cui ho pensato è che, essendo una falegnameria, in questo posto non potesse esserci umidità. È ancora un luogo perfetto per la temperatura sia col freddo che col caldo, perché l’edificio è evidentemente costruito a regola d’arte».
Nolo è una delle zone più caratteristiche di Milano. Molti ex laboratori vengono rilevati da chi, come Luigi, abbia in mente un progetto di recupero che possa conciliare il desiderio di spazi nuovi con la possibilità di poterci lavorare.
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«Pur avendo dovuto fare lavori di adattamento dell’ambiente, che era laboratorio C3 e ora è trasformato a tutti gli effetti in abitazione, ho voluto conservare i segni del lavoro che si è svolto qui dentro per decenni. Qui trovi lime, seghe, trapani. Sono diventati oggetti di arredo, sono perfettamente funzionanti. Volevo assolutamente che la personalità di questo posto rimanesse viva in questi elementi. Non si cancella ma si trasforma. Quando sono arrivato, qui c’erano tutti i macchinari ancora funzionanti, molti dei quali sono stati portati via per potere avere gli spazi da ristrutturare come volevo».
Uno degli elementi di mistero di quando entri in una casa nuova è il grado di serenità trasmesso da quella casa. In questi spazi ci si sente immersi nel sogno reale di chi li abita, ma anche in un posto sicuro, fatto di concretezza, oggetti e bellezza. Gli specchi sono ovunque, oggetti di lavoro (Luigi coltiva da tempo un bellissimo progetto fotografico basato sull’utilizzo dello specchio) e di riflesso, strumenti ideali per amplificare la luce e allargare gli spazi di un ambiente.
Lavorare e vivere di creatività nello stesso spazio è anche questo: trasferire ad ogni gesto, ogni oggetto, il senso di una presenza che non è mai per caso. Le cose arredano perché servono.
In foto, il tavolino di fianco al divano è realizzato dal figlio del falegname di fiducia. È costruito con una lastra di resina a collegare due assi in legno, collocati sulle gambe di un vecchio tavolino recuperato.
Lavorare e vivere di creatività nello stesso spazio è anche questo: trasferire ad ogni gesto, ogni oggetto, il senso di una presenza che non è mai per caso. Le cose arredano perché servono.
In foto, il tavolino di fianco al divano è realizzato dal figlio del falegname di fiducia. È costruito con una lastra di resina a collegare due assi in legno, collocati sulle gambe di un vecchio tavolino recuperato.
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12 è il numero del padrone di casa. «Chiamare questo posto Falegnameria12 è stata una scelta naturale, è la mia casa e ha questa storia, che è ormai un pezzo della mia, in cui ho fatto molte cose». La casa di Luigi si arricchisce della presenza di un pianoforte che sottolinea tutta la personalità del living. Luigi è anche un musicista e mi racconta della sua partecipazione a Sanremo nel 1984.
«Il mio lavoro è il trucco – ed è perciò che è nato anche Trucco12 – ma sono venuto dalla mia Sicilia a Milano per fare musica, come autore e interprete. Poi la creatività e il lavoro mi hanno portato in altre direzioni, ma io nasco da lì. Negli ultimi anni ho capito che mi serviva uno spazio come questo, in cui poter fare tutto. Essere tutto, nello stesso luogo e sempre».
Luigi apre le porte alla zona in cui si trovano cucina, camera e bagno del suo appartamento.
«Il mio lavoro è il trucco – ed è perciò che è nato anche Trucco12 – ma sono venuto dalla mia Sicilia a Milano per fare musica, come autore e interprete. Poi la creatività e il lavoro mi hanno portato in altre direzioni, ma io nasco da lì. Negli ultimi anni ho capito che mi serviva uno spazio come questo, in cui poter fare tutto. Essere tutto, nello stesso luogo e sempre».
Luigi apre le porte alla zona in cui si trovano cucina, camera e bagno del suo appartamento.
«Dal soggiorno, in cui c’è uno degli ingressi, si entra nella cucina. Ho interamente recuperato la cucina, degli anni Ottanta. Era di mia suocera ed era destinata al macero. Le sedie sono di Calligaris, erano arrugginite. Le ho sistemate con i prodotti che si utilizzano per la cromatura delle macchine.
Tutta questa parte dell’abitazione è stata sopraelevata di 70 centimetri, per avere finestre ad una altezza regolare rispetto alla superficie calpestabile, che deve essere di 130 centimetri in cucina e camera da letto. I pensili sono stati ridimensionati e abbassati. Le tubature sono invisibili grazie al lavoro di incasso con cartongesso, che ha consentito anche di scegliere un’illuminazione diffusa. I muri perimetrali all’interno devono essere tutti in lana di vetro e cartongesso. I tubi erano in posizione diagonale davanti alla finestra e sono stati spostati. Ho trovato la carta da parati su Amazon, non è prodotta da un brand noto».
Tutta questa parte dell’abitazione è stata sopraelevata di 70 centimetri, per avere finestre ad una altezza regolare rispetto alla superficie calpestabile, che deve essere di 130 centimetri in cucina e camera da letto. I pensili sono stati ridimensionati e abbassati. Le tubature sono invisibili grazie al lavoro di incasso con cartongesso, che ha consentito anche di scegliere un’illuminazione diffusa. I muri perimetrali all’interno devono essere tutti in lana di vetro e cartongesso. I tubi erano in posizione diagonale davanti alla finestra e sono stati spostati. Ho trovato la carta da parati su Amazon, non è prodotta da un brand noto».
Uscendo dalla cucina si entra in un corridoio che porta alla zona notte. Come tutti gli ambienti di questa casa, anche i corridoi sono popolati da oggetti scelti non per caso. Luigi non fa nulla a caso. Di fianco ai coralli, una vecchia plafoniera illuminata comprata molti anni fa da Coin. Mai usata prima, ha trovato ora la sua giusta collocazione.
L’ultimo ambiente su questo lato della casa è una camera in cui il letto è protagonista assoluto. La testata è elemento in legno da falegname, il comodino a destra è una cassettiera Unifor. il copriletto è originale Somma.
In uscita dalla stanza il corridoio porta al bagno.
In uscita dalla stanza il corridoio porta al bagno.
In questa casa si trovano richiami costanti al corallo (che non manca nemmeno in un tatuaggio di Luigi. La sua famiglia giunse a Sciacca alla ricerca di corallo). Anche in questo bagno, realizzato includendo sia uno spazio doccia che una vasca, impreziosita dal candelabro Driade Tenochtitlan.
La nicchia ricavata per la doccia è interamente rivestita in resina e ha una seduta che consente l’uso della doccia anche come in una sauna.
I dettagli sono importanti in ogni angolo di questa casa e mostrano con quale cura sia stata cercata, pensata e poi realizzata la soluzione migliore per l’uso che Luigi vuole fare dei suo spazi. Esattamente come un artigiano modella un’opera ideata per lungo tempo a sua immagine e somiglianza.
Cerca ispirazione fra le foto di case e interni! Puoi scegliere colore, dimensione, luogo e budget dei progetti che vuoi scoprire.
I dettagli sono importanti in ogni angolo di questa casa e mostrano con quale cura sia stata cercata, pensata e poi realizzata la soluzione migliore per l’uso che Luigi vuole fare dei suo spazi. Esattamente come un artigiano modella un’opera ideata per lungo tempo a sua immagine e somiglianza.
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Tornati in cucina, la si supera per portarsi al living su cui si apre l’ultima parte di casa, quella dedicata al lavoro e agli ospiti.
Le porte che Luigi ha voluto ricollocare per il passaggio da un ambiente all’altro sono state trovate in falegnameria e non appartenevano a questi ambienti. La loro collocazione fa in realtà pensare che siano sempre state qui.
Le porte che Luigi ha voluto ricollocare per il passaggio da un ambiente all’altro sono state trovate in falegnameria e non appartenevano a questi ambienti. La loro collocazione fa in realtà pensare che siano sempre state qui.
«Per realizzare questa camera ho recuperato due letti che ho trovato in falegnameria, abbandonati. Erano di una contessa e ora sono i letti per gli ospiti. Sono probabilmente degli anni Venti del Novecento. Qui posso ospitare amici e parenti. O chi viene qui per lavoro e così ha la possibilità di fermarsi di notte».
Ed ecco lo studio, vero luogo creativo di casa. «Ho realizzato una modalità di lavoro unica, possibile grazie solo al fatto di aver realizzato questo studio con specchi e attrezzatura fotografica. Qui si concentra tutta l’attività di Trucco12, dal lavoro di trucco vero e proprio al ritratto finale del modello. Il mio lavoro è insegnare a truccarsi. Ma questo diventa per me anche lo spazio per vivere momenti con gli amici, come quando ci troviamo per la proiezione di un film. Lo specchio a destra stava per essere buttato, era nello studio di Diego Dalla Palma. Ho chiesto che lo lasciassero a me ed eccolo qui».
Cercando lo spazio che voleva, trasformandolo come voleva, Luigi Sutera è riuscito a realizzare un luogo che mostra un equilibrio sorprendente tra personalizzazione e rigore, eclettismo e funzionalità.
In questa casa fatta di pezzi di storia personale, lavoro e tecnica per rendere abitabile un vecchio laboratorio, la serenità degli ambienti si percepisce in tutto, ed è lo specchio di ciò che è la personalità di chi l’ha voluta così.
Luigi è il trucco, le foto, lo specchio e altro, come ama dire di sé.
In questa casa fatta di pezzi di storia personale, lavoro e tecnica per rendere abitabile un vecchio laboratorio, la serenità degli ambienti si percepisce in tutto, ed è lo specchio di ciò che è la personalità di chi l’ha voluta così.
Luigi è il trucco, le foto, lo specchio e altro, come ama dire di sé.
La porta di casa (uno dei quattro ingressi) è il tocco finale alla valorizzazione dei dettagli e alla scelta dei materiali. Luigi mi saluta raccontandomi l’ultimo particolare: «Durante i lavori mi hanno chiesto se volessi togliere l’insegna della falegnameria. No, anzi. L’ho fatta lasciare apposta, si deve sapere dove si entra e da dove si esce. E sai che materiale ho scelto per la porta? Le lastre di metallo che di solito si usano per piombare porte e finestre e impedire a qualcuno di usare il passaggio».
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Chi ci abita: Luigi Sutera
Dove: Milano, quartiere NoLo
Superficie: 150 m² suddivisi in living, cucina e camera, a cui si aggiungono un’altra camera, una cucina e uno spazio studio/laboratorio.
Architetto: Matteo Sergi di Boa Architettura
Durata dei lavori: tre anni