Pro Dilemma: A Che Punto del Percorso Far Partire l'Onorario?
Quattro Pro spiegano come combattere malintesi e disagi a proposito di parcelle e di quando farle partire
Le prime tappe del percorso fra committente e progettista sono talvolta delicate, perché non sempre si è allineati sui confini fra cosa è lecito chiedere senza prevedere un pagamento e cosa, invece, richiede impegno da parte del professionista, pur nelle fasi iniziali di un processo creativo e, quindi, un relativo compenso.
Attraverso un dialogo con quattro Pro, abbiamo cercato di capire come evitare malintesi e disagi e, trasversale, è stata la risposta che vede nella chiarezza e nella comunicazione diretta la soluzione più efficace per cominciare un percorso con il piede giusto.
I consigli professionali di:
Federico Antonini, interior &product design di Viemme 61, provincia di Brescia
Marco Ferrari, interior designer, Monza
Tommaso Giunchi, architetto, Milano
Andrea Sanguineti, interior designer, Milano
Attraverso un dialogo con quattro Pro, abbiamo cercato di capire come evitare malintesi e disagi e, trasversale, è stata la risposta che vede nella chiarezza e nella comunicazione diretta la soluzione più efficace per cominciare un percorso con il piede giusto.
I consigli professionali di:
Federico Antonini, interior &product design di Viemme 61, provincia di Brescia
Marco Ferrari, interior designer, Monza
Tommaso Giunchi, architetto, Milano
Andrea Sanguineti, interior designer, Milano
Gli ostacoli maggiori: titubanza e mancanza di fiducia
I progettisti coinvolti in questo dialogo sono concordi: i disagi maggiori si creano quando il committente non è sicuro di voler intraprendere l’intervento e di come gestirlo. La titubanza, che spesso ha alle spalle una mancanza di fiducia verso il progettista, crea confusione e spesso genera malintesi.
Ne parla Andrea Sanguineti: «Premetto che con il 70% dei miei clienti non ho problemi nel gestire la relazione lavorativa, quelli più critici sono gli indecisi. In una relazione sana tra cliente e architetto, il cliente presenta le sue necessità – distributive, di stile, di budget – e io fornisco una o più soluzioni.
I progettisti coinvolti in questo dialogo sono concordi: i disagi maggiori si creano quando il committente non è sicuro di voler intraprendere l’intervento e di come gestirlo. La titubanza, che spesso ha alle spalle una mancanza di fiducia verso il progettista, crea confusione e spesso genera malintesi.
Ne parla Andrea Sanguineti: «Premetto che con il 70% dei miei clienti non ho problemi nel gestire la relazione lavorativa, quelli più critici sono gli indecisi. In una relazione sana tra cliente e architetto, il cliente presenta le sue necessità – distributive, di stile, di budget – e io fornisco una o più soluzioni.
Il mio metodo di lavoro è di presentare il progetto in 3D attraverso documenti chiari che simulano il risultato finale. Il problema è quando il cliente è indeciso, e si aspetta che l’architetto possa risolvere questa sua attitudine. L’indecisione e la mancanza di fiducia sono i due elementi che rendono più complesso il rapporto tra cliente e architetto. Mi capita in alcuni casi a causa di questo problema di non portare a termine il lavoro, io organizzo la mia consulenza a step e trovo corretto che il cliente possa seguirmi su alcune parti della sua ristrutturazione e affidarsi ad altri professionisti o risolvere da solo altre parti, ma è importante la chiarezza».
Lo stesso problema – la titubanza e le sue conseguenze – si può presentare anche superate le prime fasi di progetto e, allo stesso modo, è responsabile di un maggior impiego di tempo da parte del progettista per svolgere il lavoro (e quindi di malintesi sul compenso). Racconta la sua esperienza Marco Ferrari: «ll punto principale sono il numero di varianti che vengono applicate al progetto, non di meno le voci di assistenza al cantiere ed i compiti che l’impresa deve svolgere in sincronia con il direttore lavori».
Un preventivo facile da compilare e veloce da presentare o la possibilità di mostrare l’effetto 3D del progetto sono tutti strumenti che rendono il lavoro di un professionista più snello e aumentano la trasparenza e la fiducia del cliente. Ci sono tanti strumenti digitali per professionisti del settore. Houzz Pro è uno di questi, pensato e disegnato per i professionisti di Houzz. Visita il sito houzz.it/pro per scoprire prezzi e servizi.
Un preventivo facile da compilare e veloce da presentare o la possibilità di mostrare l’effetto 3D del progetto sono tutti strumenti che rendono il lavoro di un professionista più snello e aumentano la trasparenza e la fiducia del cliente. Ci sono tanti strumenti digitali per professionisti del settore. Houzz Pro è uno di questi, pensato e disegnato per i professionisti di Houzz. Visita il sito houzz.it/pro per scoprire prezzi e servizi.
I metodi risolutivi
Ciascun progettista ha sviluppato un proprio metodo di lavoro per ovviare a queste difficoltà e si basa su un mix fra empatia e rigore, fra comprensione verso il committente e un protocollo preciso da seguire e comunicare, per cercare di evitare malintesi.
Marco Ferrari si basa sulla definizione di un preventivo preciso, dopo un primo incontro: «Personalmente preferisco evidenziare che tutto ha un valore. Generalmente, un incontro conoscitivo ed un colloquio per capire meglio le aspettative che un committente ha sulla sua nuova casa lo propongo a titolo gratuito e senza impegno, è un attività che mi permetterà di essere preciso con il preventivo per il lavoro richiesto. Successivamente i confini sono stabiliti dal preventivo: quello che è scritto è compreso, quello che non è scritto o specificato è escluso. Solitamente nella proposta elenco in modo molto dettagliato le attività previste, le varianti e le tempistiche.
In questo modo si evita in partenza qualsiasi malinteso e si agevola la comprensione del cliente».
Ciascun progettista ha sviluppato un proprio metodo di lavoro per ovviare a queste difficoltà e si basa su un mix fra empatia e rigore, fra comprensione verso il committente e un protocollo preciso da seguire e comunicare, per cercare di evitare malintesi.
Marco Ferrari si basa sulla definizione di un preventivo preciso, dopo un primo incontro: «Personalmente preferisco evidenziare che tutto ha un valore. Generalmente, un incontro conoscitivo ed un colloquio per capire meglio le aspettative che un committente ha sulla sua nuova casa lo propongo a titolo gratuito e senza impegno, è un attività che mi permetterà di essere preciso con il preventivo per il lavoro richiesto. Successivamente i confini sono stabiliti dal preventivo: quello che è scritto è compreso, quello che non è scritto o specificato è escluso. Solitamente nella proposta elenco in modo molto dettagliato le attività previste, le varianti e le tempistiche.
In questo modo si evita in partenza qualsiasi malinteso e si agevola la comprensione del cliente».
Viemme 61 sceglie la chiarezza fin dalla prima telefonata, in cui comunica ai clienti che è prevista una parcella in proporzione all’impegno richiesto. «Ci sono diverse varianti: se un cliente chiede il costo di una carta da parati ci mettiamo poco a comunicarlo e rientra tra le consulenze gratuite. Tutto ciò che riguarda un progetto, invece, trattandosi di una richiesta più articolata, dovrebbe essere pagato», specifica Federico Antonini.
Tommaso Giunchi racconta qual è il percorso che segue solitamente: «È prassi che i clienti si aspettino un primo incontro senza impegno, che potrebbe coincidere anche con il primo sopralluogo all’appartamento da ristrutturare.
Personalmente preferisco prima del primo incontro raccogliere tutte le informazioni necessarie per redigere una bozza di parcella. Se questa è in linea con le aspettative del potenziale cliente allora si procede con incontro o sopralluogo».
Questo, sempre secondo Tommaso Giunchi, è un elenco delle prime tappe del percorso di progetto che si conclude con il momento in cui si firma il contratto:
1. Ricevimento di informazioni utili a capire il tipo di progetto che il cliente vuole e l’entità; per questo come prima cosa, appena ricevo una richiesta (via mail/houzz/telefono) è di chiedere le seguenti informazioni:
planimetria dello stato originario, foto se ci sono, collocazione precisa, elenco degli interventi che si vorrebbe fare, budget approssimativo previsto per i suddetti interventi.
2. Veloce analisi delle informazioni e redazione dell’offerta di parcella.
3. A questo punto i potenziali clienti si dividono in chi non risponde neanche alla mail e chi invece risponde positivamente e si procede con incontro e sopralluogo.
4. Dopo il primo incontro, se l’offerta viene definitivamente accettata si procede con l’invio del contratto, firma, acconto e si inizia a progettare.
Personalmente preferisco prima del primo incontro raccogliere tutte le informazioni necessarie per redigere una bozza di parcella. Se questa è in linea con le aspettative del potenziale cliente allora si procede con incontro o sopralluogo».
Questo, sempre secondo Tommaso Giunchi, è un elenco delle prime tappe del percorso di progetto che si conclude con il momento in cui si firma il contratto:
1. Ricevimento di informazioni utili a capire il tipo di progetto che il cliente vuole e l’entità; per questo come prima cosa, appena ricevo una richiesta (via mail/houzz/telefono) è di chiedere le seguenti informazioni:
planimetria dello stato originario, foto se ci sono, collocazione precisa, elenco degli interventi che si vorrebbe fare, budget approssimativo previsto per i suddetti interventi.
2. Veloce analisi delle informazioni e redazione dell’offerta di parcella.
3. A questo punto i potenziali clienti si dividono in chi non risponde neanche alla mail e chi invece risponde positivamente e si procede con incontro e sopralluogo.
4. Dopo il primo incontro, se l’offerta viene definitivamente accettata si procede con l’invio del contratto, firma, acconto e si inizia a progettare.
A volte si incontrano delle difficoltà anche a far ‘digerire’ ai committenti i propri protocolli e solitamente la risolutezza è l’unica soluzione. «Sono molto fermo sulla metodologia di queste prime fasi; se qualcuno non capisce o insiste nel cambiare questo processo, spiego che fortunatamente ricevo molte richieste, non tutte interessanti, e perderei troppo tempo in incontri preliminari o sopralluoghi per lavori che quasi sicuramente non andrebbero a buon fine», racconta Tommaso Giunchi.
In termini di tempo da risparmiare, uno strumento utile per i progettisti è Houzz Pro, una suite di strumenti software sviluppata per aiutare i professionisti nella gestione delle loro attività. Ottimizzare il tempo a disposizione permetterà anche di modulare diversamente quello per i primi incontri.
In termini di tempo da risparmiare, uno strumento utile per i progettisti è Houzz Pro, una suite di strumenti software sviluppata per aiutare i professionisti nella gestione delle loro attività. Ottimizzare il tempo a disposizione permetterà anche di modulare diversamente quello per i primi incontri.
Fermezza sul metodo anche da parte di Andrea Sanguineti: «Io non interagisco con il cliente prima di avere un incarico. So di perdere molti lavori con questo approccio, ma essendo un professionista molto serio e preparato non accetto di fornire consulenza senza un incarico. È una questione di serietà, io mi impegno per aiutare il cliente fornendogli tutta la mia esperienza e il cliente si impegna a valorizzare il mio lavoro. Per capire se sono il consulente giusto il cliente ha a disposizione il sito di Houzz, il mio sito web, i lavori che ho fatto».
Tocca a te! Qual è la tua esperienza in questo ambito? Raccontacelo nei Commenti!
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È frequente, secondo l’esperienza dei progettisti, che nelle prime fasi del percorso progettuale si creino dei malintesi, che talvolta pregiudicano l’intero rapporto, sul momento in cui l’impegno dell’architetto o dell’interior designer diventa tale da richiedere un compenso.
«Crediamo che l’approccio che generalmente ha il cliente, almeno dalla nostra esperienza, sia spesso vago e le informazioni richieste vengano quasi considerate un consulto gratuito. Si crea spesso questo particolare disguido. I committenti sembrano aspettarsi gratuiti la maggior parte delle richieste ma nel nostro lavoro tutto riguarda ore di lavoro.
La chiamata, lo scambio informazioni sappiamo benissimo far parte del dialogo iniziale caldo per cercare di piacere ai clienti.
Per noi sono ore di lavoro anche mandare semplici idee e moodboard. Il cliente questo non lo comprende per la maggior parte delle volte», racconta Federico Antonini.