Chiamare un Interior Designer e Cosa Sapere
Consigli per partire con il piede giusto quando entra in casa un interior designer. Cosa aspettarsi e come prepararsi
Tempo di rinnovare lo stile di casa e chiamare un interior designer: ma per partire con metodo ed evitare passi falsi, meglio avere ben chiaro cosa serve – fra documenti e planimetrie –, come tenere sotto controllo tempi e costi e come affrontare eventuali ostacoli dell’ultimo minuto, per arrivare alla chiusura del cantiere soddisfatti e sereni.
Abbiamo chiesto lumi direttamente ai Pro.
Consigli professionali di:
Elena Tomlenova, di Archventil, Milano
Laura Rozza, cofondatrice di www.arredalatuacasa.com, Milano
Marco Ferrari, titolare di Ferrari Design 3.6.0., Milano
Valentina Cattoni e Maurizio Davoli, architetti e soci di CDA Studio, Milano
Cerchi un interior designer? Cerca nella pagina dei pro, leggi le recensioni, guarda le foto dei progetti che i professionisti hanno caricato sul loro profilo e trova il tuo esperto!
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Elena Tomlenova, di Archventil, Milano
Laura Rozza, cofondatrice di www.arredalatuacasa.com, Milano
Marco Ferrari, titolare di Ferrari Design 3.6.0., Milano
Valentina Cattoni e Maurizio Davoli, architetti e soci di CDA Studio, Milano
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Di altro avviso Laura Rozza e Marco Ferrari, che comunque non vedono particolari difficoltà: «Come primo step basta una planimetria della casa, foto degli ambienti e del contesto circostante, terrazzo o giardino», conferma Marco Ferrari.
Laura Rozza aggiunge un altro contributo da parte del committente: «Se possibile sarebbe bene avere anche qualche idea da parte dei proprietari; anche se quest’ultima non è necessaria, qualora ci fosse sarebbe bene conoscerla, per poi seguirla».
Laura Rozza aggiunge un altro contributo da parte del committente: «Se possibile sarebbe bene avere anche qualche idea da parte dei proprietari; anche se quest’ultima non è necessaria, qualora ci fosse sarebbe bene conoscerla, per poi seguirla».

Hai bisogno di un professionista per il tuo progetto "design degli interni"?
Troviamo i professionisti più adatti a te
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Quali permessi servono
Raccolti documenti ed eventuali idee, ci si addentra sempre più nel concreto, aprendo il capitolo relativo ai permessi richiesti per inaugurare il cantiere.
È difficile riuscire a stilare un elenco di permessi che possa essere applicato a ogni progetto, perché in funzione della mole dell’intervento sarà necessario prevedere burocrazie di volta in volta diverse.
Raccolti documenti ed eventuali idee, ci si addentra sempre più nel concreto, aprendo il capitolo relativo ai permessi richiesti per inaugurare il cantiere.
È difficile riuscire a stilare un elenco di permessi che possa essere applicato a ogni progetto, perché in funzione della mole dell’intervento sarà necessario prevedere burocrazie di volta in volta diverse.

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Marco Ferrari cerca di semplificare e riassumere: «Per opere poco invasive non sono necessari documenti; se invece i lavori prevedono cantieristica, normalmente è necessaria una pratica da presentare all’ufficio comunale».
Chiarimenti ulteriori anche da Elena Tomlenova: «Per quanto riguarda i permessi dipende molto dal tipo di lavoro da fare. Quando si decide di procedere con un progetto di decorazione e allestimento, che riguardi quindi finiture, texture, palette cromatiche e selezione di arredo, non servono permessi. Quando invece si pensa di portare a termine un progetto che prevede interventi strutturali o planimetrici, allora studiamo insieme il grado di intervento per definire la tipologia di documentazione necessaria».
Guida Houzz: I Permessi Che Servono per le Piccole Opere Interne
Chiarimenti ulteriori anche da Elena Tomlenova: «Per quanto riguarda i permessi dipende molto dal tipo di lavoro da fare. Quando si decide di procedere con un progetto di decorazione e allestimento, che riguardi quindi finiture, texture, palette cromatiche e selezione di arredo, non servono permessi. Quando invece si pensa di portare a termine un progetto che prevede interventi strutturali o planimetrici, allora studiamo insieme il grado di intervento per definire la tipologia di documentazione necessaria».
Guida Houzz: I Permessi Che Servono per le Piccole Opere Interne
Quali tempi prevedere per avere un preventivo
Tappa fondamentale per chiarirsi le idee, ma anche per tutelarsi quando si temono incrementi di costi e di tempi, il preventivo deve essere il più dettagliato possibile ed essere redatto con la massima cura. Quanto tempo serve per averlo ed è gratuito o prevede un compenso?
A chiarire le idee ai potenziali committenti ci pensano i Pro.
Laura Razza racconta come «Le tempistiche spesso sorprendono i committenti. Fare un preventivo (ovviamente accurato) è un lavoro lungo e richiede risposte da fornitori che spesso non arrivano in tempi celeri. Io credo che un’ottima media possa essere 10 giorni lavorativi per un progetto (sia esso di una cucina o di più ambienti). Si superano i dieci giorni quando bisogna spostare muri e seguire interventi più invasivi».
Tappa fondamentale per chiarirsi le idee, ma anche per tutelarsi quando si temono incrementi di costi e di tempi, il preventivo deve essere il più dettagliato possibile ed essere redatto con la massima cura. Quanto tempo serve per averlo ed è gratuito o prevede un compenso?
A chiarire le idee ai potenziali committenti ci pensano i Pro.
Laura Razza racconta come «Le tempistiche spesso sorprendono i committenti. Fare un preventivo (ovviamente accurato) è un lavoro lungo e richiede risposte da fornitori che spesso non arrivano in tempi celeri. Io credo che un’ottima media possa essere 10 giorni lavorativi per un progetto (sia esso di una cucina o di più ambienti). Si superano i dieci giorni quando bisogna spostare muri e seguire interventi più invasivi».
Approccio leggermente diverso e più segmentato da parte di Archventil: «Preventivo: noi lo sviluppiamo in 24 ore. Se si tratta di progetti complessi, chiavi in mano, su misura, con direzione lavori e project management inclusi, allora 2-3 giorni lavorativi».
Per quanto riguarda il compenso per i preventivi, non è quasi mai previsto in fase iniziale. Solo quando viene ulteriormente sviluppato e quando si tratta di un progetto complesso, può essere quotato.
Per quanto riguarda il compenso per i preventivi, non è quasi mai previsto in fase iniziale. Solo quando viene ulteriormente sviluppato e quando si tratta di un progetto complesso, può essere quotato.
Quali tempi prevedere per la conclusione del progetto
Chiaramente anche in questo caso è difficile stabilire uno standard, perché tutto dipende dal tipo di progetto. Elena Tomlenova racconta la sua esperienza: «Il progetto può durare da 5 giorni lavorativi a 5 mesi. Offriamo diverse tipologie di servizio che corrispondono a tempi e costi precisi, il più articolato riguarda il “chiavi in mano” che è ogni volta diverso. Ci sono progetti piccoli di 65 mq che magari durano 6 mesi, e quelli grandi di 450 mq che durano 3 mesi. E viceversa ovviamente. C’è un committente che vuole avere 150 rendering (come ci è capitato di fare in un caso specifico) prima di partire con il cantiere, e un altro invece che non vuole che collage e disegni tecnici. Di solito il progetto di un appartamento di 50-70 mq dura 3,5 mesi mentre quello di una casa 450-500 mq 4-5 mesi».
Chiaramente anche in questo caso è difficile stabilire uno standard, perché tutto dipende dal tipo di progetto. Elena Tomlenova racconta la sua esperienza: «Il progetto può durare da 5 giorni lavorativi a 5 mesi. Offriamo diverse tipologie di servizio che corrispondono a tempi e costi precisi, il più articolato riguarda il “chiavi in mano” che è ogni volta diverso. Ci sono progetti piccoli di 65 mq che magari durano 6 mesi, e quelli grandi di 450 mq che durano 3 mesi. E viceversa ovviamente. C’è un committente che vuole avere 150 rendering (come ci è capitato di fare in un caso specifico) prima di partire con il cantiere, e un altro invece che non vuole che collage e disegni tecnici. Di solito il progetto di un appartamento di 50-70 mq dura 3,5 mesi mentre quello di una casa 450-500 mq 4-5 mesi».
Quanto possono collaborare committente e Pro
«I lavori migliori si ottengono con un gioco di squadra fra designer e committente. Spetta a noi il compito di proporre soluzioni che possano interpretare al meglio i gusti e le aspettative dei clienti, che spesso cambiano le loro posizioni per adottare le nostre proposte. In fondo, ci chiamano per questo», spiega Marco Ferrari.
Nella scelta di materiali e finiture, per fare un esempio concreto, il committente dichiarerà le proprie preferenze e spesso verrà accompagnato dagli interior designer a fiere e rivenditori, per far sì che la scelta sia il più possibile condivisa.
«I lavori migliori si ottengono con un gioco di squadra fra designer e committente. Spetta a noi il compito di proporre soluzioni che possano interpretare al meglio i gusti e le aspettative dei clienti, che spesso cambiano le loro posizioni per adottare le nostre proposte. In fondo, ci chiamano per questo», spiega Marco Ferrari.
Nella scelta di materiali e finiture, per fare un esempio concreto, il committente dichiarerà le proprie preferenze e spesso verrà accompagnato dagli interior designer a fiere e rivenditori, per far sì che la scelta sia il più possibile condivisa.
Chi si occupa del cantiere
Anche in questo caso la risposta non è univoca; come spiegano Valentina Cattoni e Maurizio Davoli, «Lo studio si occupa direttamente del cantiere se viene incaricato anche della Direzione Lavori e del Coordinamento della Sicurezza».
La tendenza, oggi, è di incaricare un’unica figura per seguire tutte le tappe del processo, in modo da avere un unico referente e contenere lo stress che ogni cantiere prevede. «Se il progetto è “chiavi in mano”, ci occupiamo anche della direzione lavori, organizzazione cantiere e di tutto quello che possiamo fare per proteggere il cliente dagli impegni e dalle problematiche del cantiere», conferma Elena Tomlenova.
Va nella stessa direzione l’esperienza di Laura Rozza: «Ci occupiamo noi del cantiere; bisogna comunque portare pazienza e accettare che alcuni lavori implicano la presenza di diverse maestranze che devono lavorare in armonia fra loro. Ovviamente il tutto non è senza stress: polvere e rumore sono parte integrante di questa fase».
Cosa Ti Serve per Iniziare i Lavori di Ristrutturazione
Anche in questo caso la risposta non è univoca; come spiegano Valentina Cattoni e Maurizio Davoli, «Lo studio si occupa direttamente del cantiere se viene incaricato anche della Direzione Lavori e del Coordinamento della Sicurezza».
La tendenza, oggi, è di incaricare un’unica figura per seguire tutte le tappe del processo, in modo da avere un unico referente e contenere lo stress che ogni cantiere prevede. «Se il progetto è “chiavi in mano”, ci occupiamo anche della direzione lavori, organizzazione cantiere e di tutto quello che possiamo fare per proteggere il cliente dagli impegni e dalle problematiche del cantiere», conferma Elena Tomlenova.
Va nella stessa direzione l’esperienza di Laura Rozza: «Ci occupiamo noi del cantiere; bisogna comunque portare pazienza e accettare che alcuni lavori implicano la presenza di diverse maestranze che devono lavorare in armonia fra loro. Ovviamente il tutto non è senza stress: polvere e rumore sono parte integrante di questa fase».
Cosa Ti Serve per Iniziare i Lavori di Ristrutturazione
Come far rispettare tempi e costi
Capitolo insidioso, quello degli eventuali incidenti di percorso: come prevenire un incremento inaspettato nei tempi e nei costi?
Per quanto riguarda i costi, i Pro sono concordi nel dare al preventivo un ruolo fondamentale, come accennato in precedenza. Più dettagliato e completo sarà, più si riduce il margine di rischio per un aumento dei costi. «Per evitare aumenti inaspettati, è bene rivolgersi a uno studio che elabori capitolati veritieri e disegni esecutivi; la lievitazione dei prezzi è dovuta a preventivi incompleti o alla superficialità, nonché al dover recuperare il fermo cantiere dovuto alla intempestività delle decisioni», raccontano Valentina Cattoni e Maurizio Davoli.
Capitolo insidioso, quello degli eventuali incidenti di percorso: come prevenire un incremento inaspettato nei tempi e nei costi?
Per quanto riguarda i costi, i Pro sono concordi nel dare al preventivo un ruolo fondamentale, come accennato in precedenza. Più dettagliato e completo sarà, più si riduce il margine di rischio per un aumento dei costi. «Per evitare aumenti inaspettati, è bene rivolgersi a uno studio che elabori capitolati veritieri e disegni esecutivi; la lievitazione dei prezzi è dovuta a preventivi incompleti o alla superficialità, nonché al dover recuperare il fermo cantiere dovuto alla intempestività delle decisioni», raccontano Valentina Cattoni e Maurizio Davoli.
Anche per quanto riguarda il rispetto dei tempi è fondamentale mettere tutto nero su bianco. Per Elena Tomlenova si tratta di redarre un «Cronoprogramma, una timeline e predisporre scadenze con una certa periodicità, anticipando dove si può per poi avere la possibilità di recuperare dove capitano gli imprevisti».
Metodo ancora più scientifico per Marco Ferrari, che pianifica il più possibile i propri interventi organizzando un GANTT (un diagramma che comprende tutte le attività e i loro tempi di realizzazione).
Questa storia è stata pubblicata il 20 febbraio 2020 e poi aggiornata
Devi intraprendere anche tu un progetto di interior design? Raccontaci nei Commenti la tua esperienza.
Altro
Quanto Costa e Come si Sceglie un Interior Designer
Metodo ancora più scientifico per Marco Ferrari, che pianifica il più possibile i propri interventi organizzando un GANTT (un diagramma che comprende tutte le attività e i loro tempi di realizzazione).
Questa storia è stata pubblicata il 20 febbraio 2020 e poi aggiornata
Devi intraprendere anche tu un progetto di interior design? Raccontaci nei Commenti la tua esperienza.
Altro
Quanto Costa e Come si Sceglie un Interior Designer
Il primo passo, chiamare un interior designer, è stato fatto e, ora che è arrivato il momento di dare inizio al progetto, meglio cominciare con ordine e prepararsi i documenti. Ma quali? I Pro interpellati hanno due attitudini diverse, la prima molto empatica, la seconda più concreta.
Elena Tomlenova è assertiva: «Niente documenti, la prima cosa che io personalmente ritengo importante è il contatto personale. I metri quadri possono variare. Come anche la planimetria: non rimane che solo una condizione iniziale, lo stato di fatto. Il resto dipende tantissimo da quello che vuole il cliente, da come vede questa collaborazione. Durante la prima telefonata chiediamo informazioni generali, vediamo in che format possiamo essere utili. E, solo dopo aver stabilito un feeling reciproco, chiediamo come prima cosa l’area totale dell’immobile, la planimetria catastale o quella che si ha a disposizione e le foto».