Houzz per i Pro
I Pro di Milano Raccontano Cosa Cercano i Milanesi in una Casa
Un'analisi sul mercato ristrutturazioni e sulle esigenze dell'abitare a Milano, ipotizzando i possibili scenari futuri
Abbiamo provato a delineare un quadro della città di Milano attraverso gli occhi professionali degli architetti e degli esperti del settore.
I professionisti intervistati:
Chiara Costa + Claudia Ponti Architetti
Elsa Tessera, architetta di cajani | tessera architetti & associati
Giuseppe Perone, Ceo e responsabile commerciale di Perone Building Group
Tomaso Piantini, architetto di arcHITects
Ci siamo chiesti quali siano le peculiarità più rilevanti, ma anche le difficoltà e le sfide per coloro che intendono acquistare o ristrutturare casa a Milano. Considerando il particolare momento storico che stiamo attraversando, abbiamo poi immaginato come la diffusione della pandemia Covid-19 potrebbe cambiare il comparto immobiliare e impattare le richieste abitative dei milanesi.
I professionisti intervistati:
Chiara Costa + Claudia Ponti Architetti
Elsa Tessera, architetta di cajani | tessera architetti & associati
Giuseppe Perone, Ceo e responsabile commerciale di Perone Building Group
Tomaso Piantini, architetto di arcHITects
Ci siamo chiesti quali siano le peculiarità più rilevanti, ma anche le difficoltà e le sfide per coloro che intendono acquistare o ristrutturare casa a Milano. Considerando il particolare momento storico che stiamo attraversando, abbiamo poi immaginato come la diffusione della pandemia Covid-19 potrebbe cambiare il comparto immobiliare e impattare le richieste abitative dei milanesi.
In foto: ‘Apartment EL’ di Michele Discardi Fotografo
«Milano è una città in continua evoluzione, con una costante attenzione alla riqualificazione di diverse aree metropolitane. Le zone emergenti in questo momento sono Nolo, Porta Vittoria, Lorenteggio, Scalo di Porta Romana e Scalo Farini», spiega Giuseppe Perone.
«Il nostro lavoro spesso parte anche dalla valutazione delle opportunità immobiliari con il cliente e cambiare anche solo di una via può voler dire molto in termini di valore, servizi disponibili», aggiunge Tomaso Piantini.
«Milano è una città in continua evoluzione, con una costante attenzione alla riqualificazione di diverse aree metropolitane. Le zone emergenti in questo momento sono Nolo, Porta Vittoria, Lorenteggio, Scalo di Porta Romana e Scalo Farini», spiega Giuseppe Perone.
«Il nostro lavoro spesso parte anche dalla valutazione delle opportunità immobiliari con il cliente e cambiare anche solo di una via può voler dire molto in termini di valore, servizi disponibili», aggiunge Tomaso Piantini.

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In foto: ‘Casa Isola’ progetto di Marta Novarini
Il fascino della case di ringhiera
«La Milano del 2020 ha riscoperto la bellezza dei suoi cortili e l’utilizzo dei tipici ballatoi delle case di ringhiera», dice Tomaso Piantini. «Cortili e ballatoi sono tratti tipici della vecchia Milano e sono stati un po’ maltrattati nel tempo, ma oggi sono valorizzati molto positivamente come spazi condominiali di qualità».
Dello stesso avviso anche Chiara Costa e Claudia Ponti: «Sicuramente stanno proliferando nuove edificazioni su tutto il territorio, anche se gli immobili storici (d’epoca o di ringhiera) continuano a essere molto richiesti e riadattati soprattutto sui tagli medio-piccoli».
Un perfetto esempio è il bilocale di 40 metri quadri nel quartiere Isola (foto sopra) che risulta particolarmente luminoso e gode del vantaggio di essere l’ultimo del ballatoio servente. Grazie a questa caratteristica i padroni di casa possono godere liberamente dello spazio antistante l’appartamento, che hanno arredato con piante e sedie a sdraio per prendere il sole.
Il fascino della case di ringhiera
«La Milano del 2020 ha riscoperto la bellezza dei suoi cortili e l’utilizzo dei tipici ballatoi delle case di ringhiera», dice Tomaso Piantini. «Cortili e ballatoi sono tratti tipici della vecchia Milano e sono stati un po’ maltrattati nel tempo, ma oggi sono valorizzati molto positivamente come spazi condominiali di qualità».
Dello stesso avviso anche Chiara Costa e Claudia Ponti: «Sicuramente stanno proliferando nuove edificazioni su tutto il territorio, anche se gli immobili storici (d’epoca o di ringhiera) continuano a essere molto richiesti e riadattati soprattutto sui tagli medio-piccoli».
Un perfetto esempio è il bilocale di 40 metri quadri nel quartiere Isola (foto sopra) che risulta particolarmente luminoso e gode del vantaggio di essere l’ultimo del ballatoio servente. Grazie a questa caratteristica i padroni di casa possono godere liberamente dello spazio antistante l’appartamento, che hanno arredato con piante e sedie a sdraio per prendere il sole.
In foto: ‘Casa FB26’, progetto di Alvise Terzi
Il non plus ultra: uno sfogo outdoor
«Senz’altro gli effetti della pandemia saranno maggiormente tangibili nel lungo periodo, tuttavia si può già immaginare quale sarà lo scenario futuro», spiega Elsa Tessera. «Mentre in passato le persone consideravano la città il proprio punto di sfogo, in futuro nascerà l’esigenza di avere un angolo di svago già all’interno della stessa abitazione, come un giardino, una terrazza o semplicemente una bella vista».
Il non plus ultra: uno sfogo outdoor
«Senz’altro gli effetti della pandemia saranno maggiormente tangibili nel lungo periodo, tuttavia si può già immaginare quale sarà lo scenario futuro», spiega Elsa Tessera. «Mentre in passato le persone consideravano la città il proprio punto di sfogo, in futuro nascerà l’esigenza di avere un angolo di svago già all’interno della stessa abitazione, come un giardino, una terrazza o semplicemente una bella vista».
In foto: ‘Chinatown attic’, progetto di MAC Milano Architettura Contemporanea
Pongono l’accento sugli spazi esterni anche Chiara Costa e Claudia Ponti: «Con la diffusione della pandemia Covid19 la casa ha sicuramente richiesto un potenziamento degli spazi esterni, curando il verde anche nei semplici balconi».
L’esigenza di uno spazio all’aria aperta può portare a propendere verso abitazioni appena fuori dal perimetro cittadino, come ci spiega Giuseppe Perone: «Anche in funzione della crisi sanitaria che stiamo vivendo, gli acquirenti si stanno orientando su appartamenti con metrature più importanti, con sfoghi esterni quali terrazzi e giardini. Vi è, inoltre, un trend nella ricerca di abitazioni anche fuori Milano che possono offrire queste condizioni».
Pongono l’accento sugli spazi esterni anche Chiara Costa e Claudia Ponti: «Con la diffusione della pandemia Covid19 la casa ha sicuramente richiesto un potenziamento degli spazi esterni, curando il verde anche nei semplici balconi».
L’esigenza di uno spazio all’aria aperta può portare a propendere verso abitazioni appena fuori dal perimetro cittadino, come ci spiega Giuseppe Perone: «Anche in funzione della crisi sanitaria che stiamo vivendo, gli acquirenti si stanno orientando su appartamenti con metrature più importanti, con sfoghi esterni quali terrazzi e giardini. Vi è, inoltre, un trend nella ricerca di abitazioni anche fuori Milano che possono offrire queste condizioni».
In foto: ‘Yellow submarine’, progetto di arcHITects
Investire in appartamenti da affittare
L’investimento nel mattone è stato trainato dal boom degli affitti brevi e, nonostante i contraccolpi sul settore turistico determinati dall’emergenza sanitaria, questo investimento si conferma una scelta conveniente e redditizia. Ma bisogna considerare che in questo momento l’offerta di affitto potrebbe trovare maggiore stabilità e sicurezza optando per una formula più duratura.
Infatti, se per i flussi turistici il presente è instabile e incerto, non si arresterà la domanda di monolocali e bilocali per studenti e giovani lavoratori. A questa si somma la necessità di chi, a causa della crisi economica, si trova a doversi trasferire in appartamenti con metrature più contenute e contratti meno dispendiosi.
«Oggi i privati sono in attesa, mentre l’idea di investire nel mattone rimane anche per chi vuole diversificare da un business che magari ha risentito dell’anno 2020. Quindi, al momento, gran parte dei lavori si concentrano su piccolissime metrature con destinazione ricettiva», racconta Tomaso Piantini. È esemplificativo l’appartamento di 35 metri quadri che vediamo nella foto sopra e che «riassume bene un lavoro di interior design fatto su un piccolo appartamento destinato a un affitto a medio termine».
Investire in appartamenti da affittare
L’investimento nel mattone è stato trainato dal boom degli affitti brevi e, nonostante i contraccolpi sul settore turistico determinati dall’emergenza sanitaria, questo investimento si conferma una scelta conveniente e redditizia. Ma bisogna considerare che in questo momento l’offerta di affitto potrebbe trovare maggiore stabilità e sicurezza optando per una formula più duratura.
Infatti, se per i flussi turistici il presente è instabile e incerto, non si arresterà la domanda di monolocali e bilocali per studenti e giovani lavoratori. A questa si somma la necessità di chi, a causa della crisi economica, si trova a doversi trasferire in appartamenti con metrature più contenute e contratti meno dispendiosi.
«Oggi i privati sono in attesa, mentre l’idea di investire nel mattone rimane anche per chi vuole diversificare da un business che magari ha risentito dell’anno 2020. Quindi, al momento, gran parte dei lavori si concentrano su piccolissime metrature con destinazione ricettiva», racconta Tomaso Piantini. È esemplificativo l’appartamento di 35 metri quadri che vediamo nella foto sopra e che «riassume bene un lavoro di interior design fatto su un piccolo appartamento destinato a un affitto a medio termine».
In foto: ‘Casa Guastalla’, progetto di Perone Building Group
Cambio di destinazione d’uso: da ufficio ad abitazione
L’architetta Elsa Tessera racconta: «Dalla stretta collaborazione con l’agenzia immobiliare che affianca il mio studio, ho potuto notare la tendenza frequente a ristrutturare spazi molto estesi, una volta destinati a uffici in palazzi spesso signorili, e frazionarli in singole unità residenziali».
È la storia dell’appartamento in foto. Un tempo ufficio di ampia metratura in pieno centro a Milano, trasformato in abitazione dall’impresa edile di Giuseppe Perone. «La ristrutturazione ha coinvolto l’intero immobile, dalle demolizioni alla suddivisione dei nuovi spazi, al rifacimento di tutti gli impianti, serramenti e finiture. In questo caso, avendo la possibilità del doppio accesso il cliente ha adibito una porzione della casa ad ufficio con ingresso indipendente».
Cambio di destinazione d’uso: da ufficio ad abitazione
L’architetta Elsa Tessera racconta: «Dalla stretta collaborazione con l’agenzia immobiliare che affianca il mio studio, ho potuto notare la tendenza frequente a ristrutturare spazi molto estesi, una volta destinati a uffici in palazzi spesso signorili, e frazionarli in singole unità residenziali».
È la storia dell’appartamento in foto. Un tempo ufficio di ampia metratura in pieno centro a Milano, trasformato in abitazione dall’impresa edile di Giuseppe Perone. «La ristrutturazione ha coinvolto l’intero immobile, dalle demolizioni alla suddivisione dei nuovi spazi, al rifacimento di tutti gli impianti, serramenti e finiture. In questo caso, avendo la possibilità del doppio accesso il cliente ha adibito una porzione della casa ad ufficio con ingresso indipendente».
In foto: ‘Appartamento Duplex’, progetto di cajani | tessera architetti & associati
Imprescindibile la postazione per lo smartworking
Sicuramente la diffusione del lavoro telematico sta cambiando le esigenze abitative, molte case necessitano di un adattamento per offrirci uno spazio per lo smartworking. E se, come abbiamo visto nel progetto precedente, non è possibile separare completamente una zona della casa da adibire a uso ufficio, si possono creare degli ambienti fluidi dove vita e lavoro in un certo senso convivono.
È rappresentativa ad esempio la soluzione progettata nell’appartamento che vediamo in foto dove «una quinta in salotto maschera la visibilità di una zona studio efficace per lo smartworking», spiega Elsa Tessera.
Altra tendenza che sta prendendo piede è quella di prevedere una zona coworking direttamente all’interno dei nuovi condomini. E così dirimpettai e condomini dalle professioni più disparate si ritrovano a condividere lo stesso ufficio senza varcare il portone del palazzo. Una soluzione che trasforma la tradizionale concezione di condominio e si avvicina ai modelli abitativi del cohousing.
Imprescindibile la postazione per lo smartworking
Sicuramente la diffusione del lavoro telematico sta cambiando le esigenze abitative, molte case necessitano di un adattamento per offrirci uno spazio per lo smartworking. E se, come abbiamo visto nel progetto precedente, non è possibile separare completamente una zona della casa da adibire a uso ufficio, si possono creare degli ambienti fluidi dove vita e lavoro in un certo senso convivono.
È rappresentativa ad esempio la soluzione progettata nell’appartamento che vediamo in foto dove «una quinta in salotto maschera la visibilità di una zona studio efficace per lo smartworking», spiega Elsa Tessera.
Altra tendenza che sta prendendo piede è quella di prevedere una zona coworking direttamente all’interno dei nuovi condomini. E così dirimpettai e condomini dalle professioni più disparate si ritrovano a condividere lo stesso ufficio senza varcare il portone del palazzo. Una soluzione che trasforma la tradizionale concezione di condominio e si avvicina ai modelli abitativi del cohousing.
In foto: ‘Appartamento newyorkese a Milano’, progetto di Chiara Costa + Claudia Ponti Architetti
Nuova consapevolezze e comfort abitativo
«Lo stare a casa forzatamente anche in orario lavorativo ha permesso a molte persone di valutare meglio “cos’è una casa che funziona bene”», dice Tomaso Piantini. Sicuramente trascorrere lunghe giornate in casa a causa delle restrizioni sanitarie ha portato le persone a vedere i propri spazi domestici sotto un una luce diversa, più critica, e acquisire maggiore consapevolezza delle priorità e dei difetti. «Le richieste saranno sempre più improntate ad un maggior comfort abitativo supportato anche dagli incentivi fiscali in essere», aggiunge Giuseppe Perone.
«Milano è una città cosmopolita, dove la gente è di passaggio, il costo delle case è elevato», spiega Elsa Tessera. «La sfida a cui la città ci invita è quella di saper sfruttare al meglio gli spazi che si hanno a disposizione: il vero valore della casa non è dato dai metri quadri effettivi, bensì da quelli realmente sfruttati».
Ottimizzazione e comfort sono due parole chiave anche per Chiara Costa e Claudia Ponti: «Le richieste più popolari riguardano principalmente l’esigenza di ricavare spazi sempre più luminosi e con pochi sprechi attraverso l’eliminazione di disimpegni e corridoi e la creazione di un unico ambiente soggiorno cucina per una maggiore ottimizzazione degli spazi».
Nuova consapevolezze e comfort abitativo
«Lo stare a casa forzatamente anche in orario lavorativo ha permesso a molte persone di valutare meglio “cos’è una casa che funziona bene”», dice Tomaso Piantini. Sicuramente trascorrere lunghe giornate in casa a causa delle restrizioni sanitarie ha portato le persone a vedere i propri spazi domestici sotto un una luce diversa, più critica, e acquisire maggiore consapevolezza delle priorità e dei difetti. «Le richieste saranno sempre più improntate ad un maggior comfort abitativo supportato anche dagli incentivi fiscali in essere», aggiunge Giuseppe Perone.
«Milano è una città cosmopolita, dove la gente è di passaggio, il costo delle case è elevato», spiega Elsa Tessera. «La sfida a cui la città ci invita è quella di saper sfruttare al meglio gli spazi che si hanno a disposizione: il vero valore della casa non è dato dai metri quadri effettivi, bensì da quelli realmente sfruttati».
Ottimizzazione e comfort sono due parole chiave anche per Chiara Costa e Claudia Ponti: «Le richieste più popolari riguardano principalmente l’esigenza di ricavare spazi sempre più luminosi e con pochi sprechi attraverso l’eliminazione di disimpegni e corridoi e la creazione di un unico ambiente soggiorno cucina per una maggiore ottimizzazione degli spazi».
In foto: ‘PB House’, progetto di Grigio70
Tomaso Piantini aggiunge: «Credo che chi non deciderà di spostarsi fuori Milano, per avere più spazio interno ed esterno, inizierà a chiedere angoli dedicati all’ufficio e al proprio hobby oltre a una maggiore attenzione per la sala da pranzo. La sala da pranzo è decisamente un ritorno, mangiare a casa tre volte al giorno sta portando a rivalutare la sua importanza».
Tomaso Piantini aggiunge: «Credo che chi non deciderà di spostarsi fuori Milano, per avere più spazio interno ed esterno, inizierà a chiedere angoli dedicati all’ufficio e al proprio hobby oltre a una maggiore attenzione per la sala da pranzo. La sala da pranzo è decisamente un ritorno, mangiare a casa tre volte al giorno sta portando a rivalutare la sua importanza».
In foto: ‘Velvet’, progetto di Flussocreativo Design Studio
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Raccontaci: quali sono le tendenze e le esigenze abitative che contraddistinguono Milano? E quali saranno le nuove priorità dell’abitare?
Altro
Scopri la sezione del Magazine con i nostri approfondimenti e le case di Milano
In che Modo il Coronavirus Cambierà le Nostre Case?
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Fermento e gentrificazione
Negli ultimi anni Milano ha registrato un vero e proprio boom con un rapido innalzamento dei prezzi, sia per quando riguarda le compravendite che gli affitti. Ne parla Elsa Tessera: «Il mercato immobiliare di Milano è un continuo susseguirsi di domanda e offerta, per cui gli appartamenti vengono venduti o affittati in brevissimo tempo».
Questo fermento, sviluppatosi con particolare vivacità dall’Expo in poi, ha necessariamente subito una brusca frenata causata dall’emergenza sanitaria. Il primo semestre 2020 è stato particolarmente anomalo. L’effetto, secondo un recente report di Scenari Immobiliari, è che le compravendite stimate per il 2020 registreranno un calo del 15%, per poi ripartire nel 2021 con un +14%.