Ristrutturare
Houzz per i Pro
Architetti e Professionisti Passano al Digitale: I Consigli
Norme, strategie e consigli dei Pro: più preparati e pronti alla versione digitale della professione
In questo anno complicato, la creatività e resilienza dei professionisti e dei proprietari di casa è messa a dura prova, in Italia e nel resto del mondo. Eppure il desiderio di ristrutturare casa e adattarla a nuove evidenti e stringenti esigenze è quanto mai forte. Come portare avanti i lavori? Abbiamo parlato con professionisti del settore (anche grazie a questa discussione tra Pro) che spiegano come portare avanti i lavori ugualmente, grazie soprattuto ad una buona organizzazione e ad un uso intelligente della tecnologia. Ecco le loro esperienze e i consigli “provati per voi” per ristrutturare anche in tempi di restrizioni e lockdown.
Lavorare a distanza si può
Sono molti gli strumenti oggi a disposizione per i professionisti che devono lavorare in sicurezza e a distanza. Houzz Pro, ad esempio, è un software per comunicare più facilmente con i clienti e tenere traccia di tutte le conversazioni. Non solo permette al cliente di seguire il calendario e capire perfettamente a che punto dei lavori si trova, ma inviare e scambiare file e progetti e idee è molto semplice e parlarne attraverso una video chat un valore aggiunto. Poter fare questo tutto su una singola piattaforma permette di avere sotto controllo comunicazioni e avanzamento dei lavori.
Trova un professionista su Houzz
Sono molti gli strumenti oggi a disposizione per i professionisti che devono lavorare in sicurezza e a distanza. Houzz Pro, ad esempio, è un software per comunicare più facilmente con i clienti e tenere traccia di tutte le conversazioni. Non solo permette al cliente di seguire il calendario e capire perfettamente a che punto dei lavori si trova, ma inviare e scambiare file e progetti e idee è molto semplice e parlarne attraverso una video chat un valore aggiunto. Poter fare questo tutto su una singola piattaforma permette di avere sotto controllo comunicazioni e avanzamento dei lavori.
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Le norme oggi
L’architetta Sara Pizzo ci aveva raccontato qualche mese fa la riapertura dei cantieri in questa storia e i consigli per lavorare in sicurezza.
«A livello normativo, per i cantieri, resta in vigore il Protocollo approvato con il DPCM del 11 marzo 2020 con l’aggiunta di quanto contenuto nell’allegato 13 del DPCM del 3 novembre 2020 che sostanzialmente ribadisce i contenuti del protocollo iniziale, sottolineando, tra le altre cose, la necessità di:
- attuare il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività di supporto al cantiere che possono essere svolte dal proprio domicilio o in modalità a distanza;
- sospendere le lavorazioni che possono essere svolte attraverso una riorganizzazione delle fasi eseguite in tempi successivi senza compromettere le opere realizzate;
- sono limitati al massimo gli spostamenti all’interno e all’esterno del cantiere, contingentando l’accesso agli spazi comuni anche attraverso la riorganizzazione delle lavorazioni e degli orari del cantiere.
A livello normativo, per gli studi professionali, sono in vigore i protocolli previsti dall’allegato 12 – luoghi di lavoro – e allegato 19 – misure igienico-sanitarie del DPCM del 3 novembre 2020 che richiamo il DPCM del 3 marzo 2020.
L’architetta Sara Pizzo ci aveva raccontato qualche mese fa la riapertura dei cantieri in questa storia e i consigli per lavorare in sicurezza.
«A livello normativo, per i cantieri, resta in vigore il Protocollo approvato con il DPCM del 11 marzo 2020 con l’aggiunta di quanto contenuto nell’allegato 13 del DPCM del 3 novembre 2020 che sostanzialmente ribadisce i contenuti del protocollo iniziale, sottolineando, tra le altre cose, la necessità di:
- attuare il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività di supporto al cantiere che possono essere svolte dal proprio domicilio o in modalità a distanza;
- sospendere le lavorazioni che possono essere svolte attraverso una riorganizzazione delle fasi eseguite in tempi successivi senza compromettere le opere realizzate;
- sono limitati al massimo gli spostamenti all’interno e all’esterno del cantiere, contingentando l’accesso agli spazi comuni anche attraverso la riorganizzazione delle lavorazioni e degli orari del cantiere.
A livello normativo, per gli studi professionali, sono in vigore i protocolli previsti dall’allegato 12 – luoghi di lavoro – e allegato 19 – misure igienico-sanitarie del DPCM del 3 novembre 2020 che richiamo il DPCM del 3 marzo 2020.
In questa seconda fase di lockdown sono aperti (per il momento) sia gli studi professionali che i cantieri, mentre alcune attività correlate alla filiera edilizia hanno subito restrizioni, come il commercio al dettaglio di mobili (gli showroom possono vendere solo a distanza) e sono necessarie particolari accortezze anti-contagio sui luoghi di lavoro.
In sintesi si riesce a lavorare ma con un aggravio nei costi e nei tempi, per cui il primo consiglio per continuare a lavorare è pianificare bene le attività», conclude Sara Pizzo.
Quali i punti necessari?
1. Pianificare
«Mai come adesso in cantiere è necessario organizzare un cronoprogramma efficace, in grado di garantire il distanziamento sociale e l’eventuale accesso sfalsato dei lavoratori alle singole aree di lavoro. Anche in ufficio, dove si possono ancora ricevere clienti, è obbligatorio utilizzare strumenti di protezione individuale e garantire il distanziamento sociale», spiega Pizzo.
In sintesi si riesce a lavorare ma con un aggravio nei costi e nei tempi, per cui il primo consiglio per continuare a lavorare è pianificare bene le attività», conclude Sara Pizzo.
Quali i punti necessari?
1. Pianificare
«Mai come adesso in cantiere è necessario organizzare un cronoprogramma efficace, in grado di garantire il distanziamento sociale e l’eventuale accesso sfalsato dei lavoratori alle singole aree di lavoro. Anche in ufficio, dove si possono ancora ricevere clienti, è obbligatorio utilizzare strumenti di protezione individuale e garantire il distanziamento sociale», spiega Pizzo.
2. Uffici igienizzati
«Ho organizzato la mia azienda e il lavoro di tutti i collaboratori per garantire l’avanzamento dei cantieri in corso», racconta Alessandro Ortenzi, di Palazzo Morelli. «Ci siamo imposti rigorosi protocolli di contrasto e prevenzione dei contagi da Covid nel migliore interesse dei clienti ai quali abbiamo promesso di completare i lavori per Natale. Allo stesso tempo, autunno e inverno sono tradizionalmente le stagioni ideali per programmare interventi di ristrutturazione di interni da realizzare nella bella stagione. Ormai siamo diventati esperti nell’utilizzo degli strumenti tecnologici che ci consentono di svolgere il nostro lavoro e di far sentire il cliente al centro pur mantenendo le riunioni in presenza al minimo», continua Alessandro Ortenzi.
3. Smart working e video consulenze
«Tuttavia, per continuare a lavorare in sicurezza durante il lockdown, il metodo più efficace è il distanziamento sociale e il consiglio è quello di adattarsi alle modalità di smart working almeno per la progettazione e le riunioni tra colleghi», dice Sara Pizzo. «L’ultimo consiglio è quello di cogliere l’occasione per innovare la propria metodologia di comunicazione ed acquisizione dei clienti, puntando sull’online perché l’emergenza Covid-19 ha accelerato un passaggio, quello dal passaparola tra conoscenti al passaparola sui social e sulle piattaforme dedicate (come Houzz)».
«Ho organizzato la mia azienda e il lavoro di tutti i collaboratori per garantire l’avanzamento dei cantieri in corso», racconta Alessandro Ortenzi, di Palazzo Morelli. «Ci siamo imposti rigorosi protocolli di contrasto e prevenzione dei contagi da Covid nel migliore interesse dei clienti ai quali abbiamo promesso di completare i lavori per Natale. Allo stesso tempo, autunno e inverno sono tradizionalmente le stagioni ideali per programmare interventi di ristrutturazione di interni da realizzare nella bella stagione. Ormai siamo diventati esperti nell’utilizzo degli strumenti tecnologici che ci consentono di svolgere il nostro lavoro e di far sentire il cliente al centro pur mantenendo le riunioni in presenza al minimo», continua Alessandro Ortenzi.
3. Smart working e video consulenze
«Tuttavia, per continuare a lavorare in sicurezza durante il lockdown, il metodo più efficace è il distanziamento sociale e il consiglio è quello di adattarsi alle modalità di smart working almeno per la progettazione e le riunioni tra colleghi», dice Sara Pizzo. «L’ultimo consiglio è quello di cogliere l’occasione per innovare la propria metodologia di comunicazione ed acquisizione dei clienti, puntando sull’online perché l’emergenza Covid-19 ha accelerato un passaggio, quello dal passaparola tra conoscenti al passaparola sui social e sulle piattaforme dedicate (come Houzz)».
Come hanno fatto?
Il racconto degli architetti
1. “Ho realizzato una casa durante il lockdown rispettando le tempistiche!”
«Pur con delle limitazioni, se si è ben organizzati si riesce ad assistere bene il cliente», spiega l’architetta Pierangela Crosti. «A fine febbraio sono stata contattata da un nuovo cliente per la ristrutturazione della loro casa con la necessità e garanzia di entrare entro i primi di agosto. Una bella sfida nell’incertezza del periodo! Sono riuscita a realizzare lo loro casa dei sogni rispettando le tempistiche. Non potendo fare il rilievo metrico dell’appartamento perché nel mentre ci avevano messo tutti in lockdown, mi sono fatta mandare dai clienti la planimetria, che ho ridisegnato e le foto che l’agenzia immobiliare aveva fatto così da avere un’idea di come erano gli ambienti. Con una videochiamata mi sono fatta raccontare le esigenze, le aspettative, lo stile desiderato e nelle settimane successive ho elaborato una serie di progetti grafici di nuova distribuzione degli spazi e realizzato una moodboard per definire lo stile della casa.
Una volta definito il progetto esecutivo abbiamo iniziato a pensare ai materiali. Ho fatto una selezione di prodotti scaricando immagini e schede tecniche da internet, che ho sottoposto al cliente sempre attraverso una videochiamata. Avendo tempo a disposizione, cosa che non succede nella normalità di un architetto perché trascorre molte ore in cantiere, ho realizzato anche delle simulazioni tridimensionali degli ambienti con i materiali scelti.
Una volta definito il tutto ho stilato un capitolato, fatto preventivare i lavori e scelto e fissato l’impresa.
Per quanto riguarda la presentazione della pratica edilizia, è stata depositata telematicamente attraverso il portale del Comune di Milano senza nessun problema.
A metà maggio, senza più restrizioni, abbiamo visto dal vivo i materiali scelti, li abbiamo confermati, iniziato i lavori e siamo riusciti a finire nei tempi previsti perché tutte le tavole esecutive erano pronte ed avevamo coordinato attentamente le lavorazioni».
Il racconto degli architetti
1. “Ho realizzato una casa durante il lockdown rispettando le tempistiche!”
«Pur con delle limitazioni, se si è ben organizzati si riesce ad assistere bene il cliente», spiega l’architetta Pierangela Crosti. «A fine febbraio sono stata contattata da un nuovo cliente per la ristrutturazione della loro casa con la necessità e garanzia di entrare entro i primi di agosto. Una bella sfida nell’incertezza del periodo! Sono riuscita a realizzare lo loro casa dei sogni rispettando le tempistiche. Non potendo fare il rilievo metrico dell’appartamento perché nel mentre ci avevano messo tutti in lockdown, mi sono fatta mandare dai clienti la planimetria, che ho ridisegnato e le foto che l’agenzia immobiliare aveva fatto così da avere un’idea di come erano gli ambienti. Con una videochiamata mi sono fatta raccontare le esigenze, le aspettative, lo stile desiderato e nelle settimane successive ho elaborato una serie di progetti grafici di nuova distribuzione degli spazi e realizzato una moodboard per definire lo stile della casa.
Una volta definito il progetto esecutivo abbiamo iniziato a pensare ai materiali. Ho fatto una selezione di prodotti scaricando immagini e schede tecniche da internet, che ho sottoposto al cliente sempre attraverso una videochiamata. Avendo tempo a disposizione, cosa che non succede nella normalità di un architetto perché trascorre molte ore in cantiere, ho realizzato anche delle simulazioni tridimensionali degli ambienti con i materiali scelti.
Una volta definito il tutto ho stilato un capitolato, fatto preventivare i lavori e scelto e fissato l’impresa.
Per quanto riguarda la presentazione della pratica edilizia, è stata depositata telematicamente attraverso il portale del Comune di Milano senza nessun problema.
A metà maggio, senza più restrizioni, abbiamo visto dal vivo i materiali scelti, li abbiamo confermati, iniziato i lavori e siamo riusciti a finire nei tempi previsti perché tutte le tavole esecutive erano pronte ed avevamo coordinato attentamente le lavorazioni».
2. “Lavorare da remoto si può, ma in cantiere la presenza è insostituibile”
«Durante il primo lockdown sono stato contattato tramite Houzz da un nuovo cliente», spiega Lorenzo Rossi Architetto. «Abbiamo subito impostato il lavoro da remoto, facendo le prime riunioni in videoconferenza e creando un Ideabook condiviso per poter avere dei riferimenti visivi comuni. Tranne per il rilievo dell’appartamento esistente, che necessariamente ho dovuto eseguire sul posto, la fase di progettazione e impostazione del lavoro è avvenuta totalmente sul web e anche in questa modalità sono riuscito a interagire in maniera proficua.
Diverso il discorso dell’impostazione del cantiere, dove la necessità di una presenza sul posto è non sostituibile con il lavoro a distanza».
«Durante il primo lockdown sono stato contattato tramite Houzz da un nuovo cliente», spiega Lorenzo Rossi Architetto. «Abbiamo subito impostato il lavoro da remoto, facendo le prime riunioni in videoconferenza e creando un Ideabook condiviso per poter avere dei riferimenti visivi comuni. Tranne per il rilievo dell’appartamento esistente, che necessariamente ho dovuto eseguire sul posto, la fase di progettazione e impostazione del lavoro è avvenuta totalmente sul web e anche in questa modalità sono riuscito a interagire in maniera proficua.
Diverso il discorso dell’impostazione del cantiere, dove la necessità di una presenza sul posto è non sostituibile con il lavoro a distanza».
3. “Ho preso confidenza con le video chiamate”
Matteo Magnabosco: «Già durante il primo lockdown ho avuto modo di conoscere alcuni nuovi clienti attraverso videochiamate, inizialmente può sembrare strano ma dopo qualche minuto non è difficile instaurare un buon rapporto con la giusta predisposizione d’animo. In questo periodo ho ripreso con questa modalità e con la condivisione dello schermo riesco a portare avanti i progetti con i clienti, soprattutto nelle fase iniziali del lavoro.
Per garantire una direzione lavori di qualità effettuo regolarmente i sopralluoghi in cantiere, con tutti i dovuti dispositivi di sicurezza e le accortezze del caso, perché è l’unico modo per assicurare un corretto proseguimento dei lavori».
Matteo Magnabosco: «Già durante il primo lockdown ho avuto modo di conoscere alcuni nuovi clienti attraverso videochiamate, inizialmente può sembrare strano ma dopo qualche minuto non è difficile instaurare un buon rapporto con la giusta predisposizione d’animo. In questo periodo ho ripreso con questa modalità e con la condivisione dello schermo riesco a portare avanti i progetti con i clienti, soprattutto nelle fase iniziali del lavoro.
Per garantire una direzione lavori di qualità effettuo regolarmente i sopralluoghi in cantiere, con tutti i dovuti dispositivi di sicurezza e le accortezze del caso, perché è l’unico modo per assicurare un corretto proseguimento dei lavori».
4. “Ho imparato a diventare digitale”
«Grazie al lockdown (se vogliamo trovare degli aspetti positivi della situazione…)», dice l’architetta Caterina Martini, «ho scoperto che anche il rapporto virtuale con il cliente può funzionare in maniera ottimale. Alcuni clienti mi hanno contattata durante il lockdown e con altri ho dovuto proseguire rapporti già essitenti. Contrariamente a quanto avrei potuto pensare, il rapporto via video ha funzionato perfettamente: sia a livello “empatico” per l’acquisizione di nuovi clienti, sia a livello tecnico per la discussione di progetti e strategie. Il grosso problema di questo periodo è la difficoltà di accedere a showroom di materiali e arredi».
Tu sei riuscito a sviluppare il tuo progetto di ristrutturazione nonostante il lockdown? Raccontaci nei Commenti come.
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«Grazie al lockdown (se vogliamo trovare degli aspetti positivi della situazione…)», dice l’architetta Caterina Martini, «ho scoperto che anche il rapporto virtuale con il cliente può funzionare in maniera ottimale. Alcuni clienti mi hanno contattata durante il lockdown e con altri ho dovuto proseguire rapporti già essitenti. Contrariamente a quanto avrei potuto pensare, il rapporto via video ha funzionato perfettamente: sia a livello “empatico” per l’acquisizione di nuovi clienti, sia a livello tecnico per la discussione di progetti e strategie. Il grosso problema di questo periodo è la difficoltà di accedere a showroom di materiali e arredi».
Tu sei riuscito a sviluppare il tuo progetto di ristrutturazione nonostante il lockdown? Raccontaci nei Commenti come.
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Per il momento i cantieri sono aperti, salvo nuove manovre più restrittive. Con la richiesta di accorgimenti legati all’igiene. Gli showroom sono chiusi e possono vendere sono on line o a distanza. Da febbraio i professionisti si sono preparati e organizzati per affrontare i nuovi metodi di lavori richiesti dalla situazione pandemica.
«Il lavoro dell’architetto nel periodo di lockdown non si ferma perché grazie al computer e agli strumenti tecnologici a disposizione (Zoom, Go to meeting, Skype ecc.) è possibile interfacciarsi con il cliente e definire tutto il progetto», spiega l’architetta Pierangela Crosti. «Le attuali parziali limitazioni ti permettono di gestire ugualmente un progetto perché hai la possibilità di scegliere i sanitari e le piastrelle in negozio, di seguire l’andamento dei cantieri, il tutto magari va un po’ più a rilento perché ci sono le disposizioni sanitarie da rispettare».
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