Le 5 Grandi Paure Prima di Chiamare un Pro e Come Superarle
La ricerca Houzz&Home svela i timori più frequenti quando si ristruttura: i consigli di 3 Pro per superarli

Antonia Solari
26 novembre 2019
Houzz Italia Contributor, sono architetto e giornalista professionista, con oltre dieci anni di esperienza nel settore del design e della progettazione. Sono particolarmente ferrata sulle tematiche green.
Houzz Italia Contributor, sono architetto e giornalista professionista, con oltre... Altro
Dall’ultima ricerca Houzz&Home dedicata alla ristrutturazione in ambito residenziale e sviluppata attraverso un sondaggio effettuato in Italia fra 8,309 proprietari di casa che hanno seguito un progetto di ristrutturazione nel 2018, emerge come una fra le difficoltà più frequenti e temute sia il riuscire rimanere nel budget prefissato in fase di progetto. A questo primo timore (che accomuna il 43% degli intervistati) ne seguono altri, come il riuscire a rispettare le tempistiche, trovare i professionisti più adatti, riuscire a risolvere i problemi che emergono durante il percorso e trovare materiali e prodotti.
Abbiamo chiesto aiuto a tre professionisti che seguono tutti i giorni progetti di ristrutturazione per capire come superare questi timori e arrivare alla chiusura del cantiere il più sereni possibile.
A seguire, i consigli di:
Eliana Bezze, amministratrice di Bezze Guerrino e Figli, provincia di Monza e Brianza
Mattia Grosso, titolare di MG Costruzioni edili e servizi, Alessandria
Gianni Matiddi, titolare di L’Opera Ristrutturazioni, Roma
Abbiamo chiesto aiuto a tre professionisti che seguono tutti i giorni progetti di ristrutturazione per capire come superare questi timori e arrivare alla chiusura del cantiere il più sereni possibile.
A seguire, i consigli di:
Eliana Bezze, amministratrice di Bezze Guerrino e Figli, provincia di Monza e Brianza
Mattia Grosso, titolare di MG Costruzioni edili e servizi, Alessandria
Gianni Matiddi, titolare di L’Opera Ristrutturazioni, Roma
Per cominciare, ecco i numeri, che comprendono anche un confronto fra le fasce d’età degli intervistati.
Rimanere nel budget prefissato è la preoccupazione più frequente fra i proprietari di casa, a cui segue, per il 32% degli intervistati, il timore di riuscire a rispettare le tempistiche; per il 29% essere in grado di riconoscere il professionista più adatto alle proprie necessità e, in coda anche se sempre con percentuali di rilievo, far fronte ai problemi inaspettati e trovare prodotti e materiali adeguati alle proprie scelte progettuali.
Scarica lo studio completo
Rimanere nel budget prefissato è la preoccupazione più frequente fra i proprietari di casa, a cui segue, per il 32% degli intervistati, il timore di riuscire a rispettare le tempistiche; per il 29% essere in grado di riconoscere il professionista più adatto alle proprie necessità e, in coda anche se sempre con percentuali di rilievo, far fronte ai problemi inaspettati e trovare prodotti e materiali adeguati alle proprie scelte progettuali.
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Come rimanere nel budget
Cominciando dal timore più frequente e assillante per tutti i committenti, cioè di non sforare rispetto alla cifra stanziata per portare a termine il progetto di ristrutturazione, i Pro interpellati rispondono all’unisono: è fondamentale avere capitolati, computi e preventivi dettagliati.
Lo sottolinea Mattia Grosso: «Per mantenere il budget le cose più importanti sono il computo metrico e il capitolato, che devono essere il più dettagliati possibile, quindi è sempre giusto affidarsi a tecnici competenti. Altro punto fermo è il contatto con la ditta edile che deve essere redatto senza lasciare troppo margine all’interpretazione. L’impresa edile va ricercata in base alle esperienze maturate e dimostrabili, se possibile anche tramite i commenti di precedenti committenti».
Cominciando dal timore più frequente e assillante per tutti i committenti, cioè di non sforare rispetto alla cifra stanziata per portare a termine il progetto di ristrutturazione, i Pro interpellati rispondono all’unisono: è fondamentale avere capitolati, computi e preventivi dettagliati.
Lo sottolinea Mattia Grosso: «Per mantenere il budget le cose più importanti sono il computo metrico e il capitolato, che devono essere il più dettagliati possibile, quindi è sempre giusto affidarsi a tecnici competenti. Altro punto fermo è il contatto con la ditta edile che deve essere redatto senza lasciare troppo margine all’interpretazione. L’impresa edile va ricercata in base alle esperienze maturate e dimostrabili, se possibile anche tramite i commenti di precedenti committenti».
Gianni Matiddi ha un altro suggerimento, legato alle scelte iniziali relative all’organizzazione dell’intero percorso: «Un consiglio che mi sento di dare per poter avere una tutela dei costi e del risultato finale è quella di scegliere strutture che siano in grado di seguire il più possibile l’intero processo produttivo, dal primo incontro alla parte legata all’arredamento. I vantaggi sono molteplici: quello fondamentale è avere un professionista che già dal primo incontro ti accompagnerà nel progetto, nella ristrutturazione, nella scelta dei materiali e negli arredi finali cosi da avere sempre sotto controllo il budget totale di tutti i capitoli di spesa e sicuramente gestendo dall’interno sia i lavori che le forniture sia dei materiali che degli arredi si è in grado di stabilire una tempistica esatta della durata dei lavori».
Come rispettare i tempi stabiliti
Quest’ultima osservazione, quindi, mette in relazione i due timori più frequenti – rispettare costi e tempi stabiliti – che risultano spesso interconnessi. Se la soluzione più semplice per avere maggiori garanzie, ma probabilmente più onerosa, è affidarsi a una figura che coordini l’intero progetto (e ne abbia la responsabilità), come un general contractor, nel caso in cui l’intervento veda la collaborazione fra più figure professionali è necessario seguire da vicino ogni piccolo passo e dettaglio.
Ne parla Elena Bezze, che conferma: «Per riuscire a rispettare i tempi stabiliti, bisogna, ad esempio, fare accertamenti sui materiali da posare o sugli accessori: controllare che siano disponibili a magazzino o definire direttamente con i fornitori i tempi di consegna. Nel caso le consegne non combaciassero con la chiusura prevista per l’opera, bisogna adoperarsi per trovare altri materiali in pronta consegna».
Quest’ultima osservazione, quindi, mette in relazione i due timori più frequenti – rispettare costi e tempi stabiliti – che risultano spesso interconnessi. Se la soluzione più semplice per avere maggiori garanzie, ma probabilmente più onerosa, è affidarsi a una figura che coordini l’intero progetto (e ne abbia la responsabilità), come un general contractor, nel caso in cui l’intervento veda la collaborazione fra più figure professionali è necessario seguire da vicino ogni piccolo passo e dettaglio.
Ne parla Elena Bezze, che conferma: «Per riuscire a rispettare i tempi stabiliti, bisogna, ad esempio, fare accertamenti sui materiali da posare o sugli accessori: controllare che siano disponibili a magazzino o definire direttamente con i fornitori i tempi di consegna. Nel caso le consegne non combaciassero con la chiusura prevista per l’opera, bisogna adoperarsi per trovare altri materiali in pronta consegna».
Come trovare il Pro più adatto
Anche in questo caso la risposta dei Pro interpellati arriva all’unisono: per trovare i progettisti più adatti alle proprie esigenze è fondamentale studiarne i lavori passati e cercare di raccogliere testimonianze dai committenti che hanno già lavorato con quella specifica figura.
«È importantissimo il know how del professionista, un book fotografico dei lavori eseguiti, le testimonianze dei committenti che si sono affidati a lui in precedenza, il vedere e poter verificare in loco i precedenti lavori eseguiti così da verificarne anche l’affidabilità», precisa Mattia Grosso.
Anche in questo caso la risposta dei Pro interpellati arriva all’unisono: per trovare i progettisti più adatti alle proprie esigenze è fondamentale studiarne i lavori passati e cercare di raccogliere testimonianze dai committenti che hanno già lavorato con quella specifica figura.
«È importantissimo il know how del professionista, un book fotografico dei lavori eseguiti, le testimonianze dei committenti che si sono affidati a lui in precedenza, il vedere e poter verificare in loco i precedenti lavori eseguiti così da verificarne anche l’affidabilità», precisa Mattia Grosso.
In linea, il parere di Gianni Matiddi: «È fondamentale scegliere un professionista di spessore, che abbia una struttura un percorso noto attraverso le foto dei suoi lavori, i suoi progetti e le recensioni dei clienti, che abbia professionalità e capacità realizzativa, per poi capire se è in linea con i propri gusti».
Secondo Eliana Bezze, quando si cerca un professionista «È bene che sia una persona che vive il cantiere a 360 gradi, che abbia accesso agli atti in Comune, che sia preciso su rilievo, misure e piante quotate».
Clicca qui e accedi a Project Match, il servizio gratuito di Houzz che ti mette in contatto con un esperto della ristrutturazione della tua zona
Secondo Eliana Bezze, quando si cerca un professionista «È bene che sia una persona che vive il cantiere a 360 gradi, che abbia accesso agli atti in Comune, che sia preciso su rilievo, misure e piante quotate».
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Come risolvere i problemi inaspettati
Il 28% degli intervistati teme di potersi trovare in difficoltà quando – come capita spesso sopratutto in edifici storici – ci si trovano di fronte ostacoli non previsti o prevedibili. Considerata, però, l’ampia tipologia di problematiche possibili, è difficile avere una risposta univoca da parte dei Pro. Molto dipende, infatti, dal tipo di problema che si riscontra.
Ne dà conferma Mattia Grosso: «Dipende moltissimo dalla tipologia dei problemi. Se sono inaspettati e non preventivabili poiché non manifesti al momento del preventivo, la figura del direttore lavori è decisamente importante per tutelare sia il committente che il Pro; qualora questa figura non sia presente e il rapporto sia diretto fra committente e Pro, il Pro deve motivare (ancora magari avvalendosi di un tecnico) le lavorazioni extra contratto imprescindibili per la buona riuscita dei lavori e sopratutto preventivarli prima di eseguirli, facendo una riunione di cantiere così da poter mostrare in loco i lavori. Il buon senso e la buona fede aiuteranno entrambe le parti».
Il 28% degli intervistati teme di potersi trovare in difficoltà quando – come capita spesso sopratutto in edifici storici – ci si trovano di fronte ostacoli non previsti o prevedibili. Considerata, però, l’ampia tipologia di problematiche possibili, è difficile avere una risposta univoca da parte dei Pro. Molto dipende, infatti, dal tipo di problema che si riscontra.
Ne dà conferma Mattia Grosso: «Dipende moltissimo dalla tipologia dei problemi. Se sono inaspettati e non preventivabili poiché non manifesti al momento del preventivo, la figura del direttore lavori è decisamente importante per tutelare sia il committente che il Pro; qualora questa figura non sia presente e il rapporto sia diretto fra committente e Pro, il Pro deve motivare (ancora magari avvalendosi di un tecnico) le lavorazioni extra contratto imprescindibili per la buona riuscita dei lavori e sopratutto preventivarli prima di eseguirli, facendo una riunione di cantiere così da poter mostrare in loco i lavori. Il buon senso e la buona fede aiuteranno entrambe le parti».
Come selezionare prodotti e materiali adeguati
L’ultimo timore dei committenti, in termini di percentuali, riguarda la capacità di trovare i materiali adatti alla propria idea di ristrutturazione.
Entra in campo, in questo caso, l’empatia fra progettista e cliente: «Quando il cliente ci dà l’appalto, cerco sempre di individuare la personalità e i gusti di chi ho di fronte; non impongo i miei gusti ma mantengo un fil rouge nelle finiture di ogni ambiente. È importante che il committente non deleghi troppo e cerchi di far prevalere le proprie preferenze», racconta Eliana Bezze.
Collaborare in modo stretto e continuativo è il consiglio di Mattia Grosso: «Per quanto mi riguarda, la scelta dei materiali avviene sempre in presenza del Pro insieme alla committenza, poiché il titolare di impresa deve accompagnare e consigliare al meglio i committenti un questo “cammino”. Lasciarli soli in questa fase potrebbe esser controproducente per entrambe le parti: i committenti lasciati soli potrebbero scegliere materiali inadatti per le soluzioni decise e non competenti per confrontare qualità e prezzo. Per il Pro, una volta che i committenti hanno acquistato possono verificarsi imprevisti per la posa. Il mio consiglio è sempre di scegliere insieme per evitare intoppi».
L’ultimo timore dei committenti, in termini di percentuali, riguarda la capacità di trovare i materiali adatti alla propria idea di ristrutturazione.
Entra in campo, in questo caso, l’empatia fra progettista e cliente: «Quando il cliente ci dà l’appalto, cerco sempre di individuare la personalità e i gusti di chi ho di fronte; non impongo i miei gusti ma mantengo un fil rouge nelle finiture di ogni ambiente. È importante che il committente non deleghi troppo e cerchi di far prevalere le proprie preferenze», racconta Eliana Bezze.
Collaborare in modo stretto e continuativo è il consiglio di Mattia Grosso: «Per quanto mi riguarda, la scelta dei materiali avviene sempre in presenza del Pro insieme alla committenza, poiché il titolare di impresa deve accompagnare e consigliare al meglio i committenti un questo “cammino”. Lasciarli soli in questa fase potrebbe esser controproducente per entrambe le parti: i committenti lasciati soli potrebbero scegliere materiali inadatti per le soluzioni decise e non competenti per confrontare qualità e prezzo. Per il Pro, una volta che i committenti hanno acquistato possono verificarsi imprevisti per la posa. Il mio consiglio è sempre di scegliere insieme per evitare intoppi».
Vuoi raccontarci la tua esperienza? Quali sono stati i tuoi timori in fase di ristrutturazione e come li avete risolti? Scrivici nei Commenti.
Guida Budget: Contenere i Costi di Ristrutturazione
Guida ai Costi di Ristrutturazione per Metro Quadro. Le Variabili
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@Silvia Zanetti mi fa piacere che tu abbia sollevato questa questione perchè mi sono resa conto che alcuni colleghi tendono a categorizzare, talvolta assumendo anche un atteggiamento aggressivo nel perpetrare le proprie idee.
L'architetto, secondo me, non dovrebbe tenere un atteggiamento giudicante piuttosto progettare cercando sempre di immedesimarsi nella persona che ha di fronte, nei suoi gusti e nelle sue aspettative, e poi tradurre il tutto in un progetto funzionale.
Il mio consiglio è di cercare un architetto come lo vorresti tu, qua su Houzz per esempio ;)
Silvia Zanetti, ha perfettamente ragione
...Essere giudicati. Per il proprio budget, i propri gusti,----> dal
mio punto di vista è la conseguenza del privileggiare il catalogo,
la foto, lo stile, l'apparire, l'essere riconosciuti e apprezzati
solo per la capacità di acquisto. Cio è diventato per ciascuno un alibi,
progettista o committente, un alibi per nascondere l'incapacita di
ragionare, e di mescolare , di scioglire sempre nel nostro discernere
un po di dubbio cpme scive Sciascia in una storia semplice. Non
sappiamo comunicare, attribuire priorità alle nostre scelte e cosi siamo solo alla
ricerca di un -salvatore-
ps, un salvatore possibilmente che resti anonimo, un salvatore per di-letto...così ci da l'illusione infantile che siamo noi soli gli artefici del mondo...