Cantieri Ri-Aperti: Come Lavorare in Sicurezza Secondo i Pro
I Pro di Houzz spiegano come convivono cantieri riaperti e rischio COVID-19
Dal 4 maggio 2020 riaprono tutti i cantieri privati e le aziende del settore manifatturiero ed industriale legate all’edilizia, ma come convivere con il rischio Coronavirus? L’emergenza, infatti, non è finita e il cantiere, luogo dove si è abituati a lavorare gomito a gomito, si rivoluziona sia per professionisti e maestranze che per i proprietari di casa.
Grazie ai Pro di Houzz cerchiamo di capire come convivono cantieri aperti e rischio infezioni di COVID-19 e cosa comporta la Fase 2 per chi ha in corso una ristrutturazione o deve iniziarla.
I consigli professionali di:
Claudia Castelli, architetto libero professionista, Milano
Paolo Didonè, architetto e socio di Didonè Comacchio Architectes, Vicenza
Caterina Martini, architetto libero professionista, Milano
Grazie ai Pro di Houzz cerchiamo di capire come convivono cantieri aperti e rischio infezioni di COVID-19 e cosa comporta la Fase 2 per chi ha in corso una ristrutturazione o deve iniziarla.
I consigli professionali di:
Claudia Castelli, architetto libero professionista, Milano
Paolo Didonè, architetto e socio di Didonè Comacchio Architectes, Vicenza
Caterina Martini, architetto libero professionista, Milano
La settimana prima della riapertura dei cantieri, architetti ed imprese hanno vissuto giorni frenetici. Hanno studiato le nuove direttive in fatto di Covid-19 e cantiere, hanno coordinato i tempi dell’accesso delle maestranze in cantiere, hanno dovuto organizzare le necessarie misure di sicurezza e allo stesso tempo quantificare gli extra costi per la sicurezza interrogandosi su chi dovrà sostenerli.
Ma, in concreto, quali sono le principali misure da adottare, per contrastare il rischio Covid-19 in cantiere?
- Misurare la temperatura corporea a tutti i lavoratori primi di entrare in cantiere.
- Adottare adeguati dispositivi per la protezione individuale (DPI) come copri-scarpa, guanti e mascherine, meglio del tipo con visiere facciali trasparenti. Si tratta di misure obbligatorie per tutti coloro che entrano in cantiere, inclusi architetto e proprietario di casa.
- Igienizzare, giornalmente, con prodotti specifici, tutti gli utensili e le attrezzature che sono entrate a contatto con i lavoratori. Non è chiaro se includere o meno, tra le attrezzature da igienizzare giornalmente, anche eventuali mezzi di lavoro come muletti e ruspe.
- Igienizzare, con prodotti specifici, tutte le parti condominiali dove transitano gli addetti al cantiere, ad ogni passaggio o utilizzo (ascensore, corrimano delle scale, maniglie del portone comune).
- Sanificare periodicamente il cantiere avvalendosi di ditte specializzate è sicuramente consigliato, ma al momento non è chiaro se sia obbligatorio.
- Distanziamento sociale tra lavoratori.
- Servizi igienici dedicati al cantiere.
Adesso, con il rischio Covid-19, questo non sarà possibile e l’alternativa ideale è l’installazione del cosiddetto wc chimico.
Come fare se non è installabile il wc chimico?
Nelle ristrutturazioni di appartamenti in città, tuttavia, l’uso del wc chimico non è quasi mai possibile perché il condominio può non possedere un cortile oppure opporsi, mentre la collocazione del wc sul marciapiede pubblico, quando c’è lo spazio, per tutta la durata dei lavori comporta un enorme esborso verso il Comune per la tassa di occupazione del suolo. D’altra parte è impensabile alloggiare il wc chimico dentro un appartamento in ristrutturazione, magari al quinto piano.
In questi casi i professionisti stanno studiando la possibilità, con il consenso dell’ASL locale che è deputata ai controlli sulla sicurezza, di lasciare attivo, sino all’ultimo, uno dei wc dell’appartamento in ristrutturazione.
Nelle ristrutturazioni di appartamenti in città, tuttavia, l’uso del wc chimico non è quasi mai possibile perché il condominio può non possedere un cortile oppure opporsi, mentre la collocazione del wc sul marciapiede pubblico, quando c’è lo spazio, per tutta la durata dei lavori comporta un enorme esborso verso il Comune per la tassa di occupazione del suolo. D’altra parte è impensabile alloggiare il wc chimico dentro un appartamento in ristrutturazione, magari al quinto piano.
In questi casi i professionisti stanno studiando la possibilità, con il consenso dell’ASL locale che è deputata ai controlli sulla sicurezza, di lasciare attivo, sino all’ultimo, uno dei wc dell’appartamento in ristrutturazione.
Quanto costa il rischio Covid-19?
Claudia Castelli stima che «Gli extra costi per gli oneri delle sicurezza legati alla protezione dei lavoratori (DPI, misurazione temperatura e simili) in circa 107 euro a lavoratore al mese, mentre circa 60 al mese per cantiere standard, sono da mettere in conto per gli gli oneri delle sicurezza legati all’igienizzazione (utensili, attrezzature, aree condominiali)». Eventualmente sono da aggiungere anche i costi periodici di sanificazione del cantiere.
C’è inoltre da considerare che i tempi di ultimazione dei lavori si allungheranno, dovendo rispettare l’alternanza delle maestranze in cantiere; questi costi sono difficili al momento da ipotizzare.
Il rischio Covid-19 comporta anche costi, non quantificabili ma significativi, in termini di disagio. Caterina Martini ci fa notare che «Demolire 100 metri quadrati di massetto in un appartamento, quando i vicini sono in casa a causa della chiusura delle scuole e dalle nuove modalità di lavoro agile, causerà certamente maggiore disagio di prima».
Claudia Castelli stima che «Gli extra costi per gli oneri delle sicurezza legati alla protezione dei lavoratori (DPI, misurazione temperatura e simili) in circa 107 euro a lavoratore al mese, mentre circa 60 al mese per cantiere standard, sono da mettere in conto per gli gli oneri delle sicurezza legati all’igienizzazione (utensili, attrezzature, aree condominiali)». Eventualmente sono da aggiungere anche i costi periodici di sanificazione del cantiere.
C’è inoltre da considerare che i tempi di ultimazione dei lavori si allungheranno, dovendo rispettare l’alternanza delle maestranze in cantiere; questi costi sono difficili al momento da ipotizzare.
Il rischio Covid-19 comporta anche costi, non quantificabili ma significativi, in termini di disagio. Caterina Martini ci fa notare che «Demolire 100 metri quadrati di massetto in un appartamento, quando i vicini sono in casa a causa della chiusura delle scuole e dalle nuove modalità di lavoro agile, causerà certamente maggiore disagio di prima».
E se i proprietari sono in casa durante il cantiere?
Paolo Didonè pone l’accento sulle difficoltà per i cantieri da ultimare in compresenza dei proprietari e afferma che «Dopo l’annuncio del lockdown e prima del blocco, si è lavorato instancabilmente per chiudere i lavori principali e presentare la fine lavori in Comune in modo che le famiglie potessero rientrare in casa. Tuttavia in molte di queste ristrutturazioni restano da ultimare i lavori di rifinitura, che dovranno essere organizzati considerando la compresenza dei proprietari (che spesso hanno timore per la riapertura del cantiere)».
Paolo Didonè pone l’accento sulle difficoltà per i cantieri da ultimare in compresenza dei proprietari e afferma che «Dopo l’annuncio del lockdown e prima del blocco, si è lavorato instancabilmente per chiudere i lavori principali e presentare la fine lavori in Comune in modo che le famiglie potessero rientrare in casa. Tuttavia in molte di queste ristrutturazioni restano da ultimare i lavori di rifinitura, che dovranno essere organizzati considerando la compresenza dei proprietari (che spesso hanno timore per la riapertura del cantiere)».
Chi paga il rischio Covid-19?
Gli extra costi per il rischio Covid-19, in presenza di contratto già firmato, dovrebbero ricadere sull’impresa edile, tuttavia, data l’eccezionalità della situazione, molti Pro confidano in un generale buon senso dei committenti e stanno lavorando per una ripartizione tra ditta e committenti.
L’allungamento dei tempi derivante da rischio Covid-19 non può invece tradursi in penali per ritardo da imputare all’impresa perché l’emergenza è un fattore per la quale la sospensione del cantiere opera legittimamente.
Certamente, da ora in poi, tutti preventivi terranno conto degli oneri della sicurezza derivanti da rischio Covid-19.
Gli extra costi per il rischio Covid-19, in presenza di contratto già firmato, dovrebbero ricadere sull’impresa edile, tuttavia, data l’eccezionalità della situazione, molti Pro confidano in un generale buon senso dei committenti e stanno lavorando per una ripartizione tra ditta e committenti.
L’allungamento dei tempi derivante da rischio Covid-19 non può invece tradursi in penali per ritardo da imputare all’impresa perché l’emergenza è un fattore per la quale la sospensione del cantiere opera legittimamente.
Certamente, da ora in poi, tutti preventivi terranno conto degli oneri della sicurezza derivanti da rischio Covid-19.
Riapertura positiva o no?
In questo quadro in continuo divenire, cerchiamo di capire come è vista la riapertura dei cantieri.
Secondo Paolo Didonè «La riapertura è assolutamente positiva e anzi poteva essere fatta prima, perché il settore dell’edilizia mostrava segni di crescente nervosismo, specialmente tra le imprese e le attività manifatturiere».
All’opposto la pensa Claudia Castelli: «Si poteva aspettare, almeno a Milano, perché c’è la paura che i milanesi vogliano ripartire subito con la loro vita frenetica ante emergenza e si dimentichino del rischio Covid-19, ancora concreto, e di cosa comporta per le tempistiche del cantiere».
Caterina Martini desidera essere ottimista e ci dice che «La riapertura è molto positiva e dal 18 maggio, quando riapriranno anche gli showroom, si potrà ripartire appieno pur prestando la massima attenzione all’applicazione delle linee guida e delle direttive, anche se non sempre sono chiarissime».
E tu come stai vivendo la riapertura dei cantieri in tempo di rischio Covid-19? Raccontaci nei Commenti la tua esperienza!
Altro
Come i Professionisti Stanno Affrontando l’Emergenza CoronavirusIn che Modo il Coronavirus Cambierà le Nostre Case?
In questo quadro in continuo divenire, cerchiamo di capire come è vista la riapertura dei cantieri.
Secondo Paolo Didonè «La riapertura è assolutamente positiva e anzi poteva essere fatta prima, perché il settore dell’edilizia mostrava segni di crescente nervosismo, specialmente tra le imprese e le attività manifatturiere».
All’opposto la pensa Claudia Castelli: «Si poteva aspettare, almeno a Milano, perché c’è la paura che i milanesi vogliano ripartire subito con la loro vita frenetica ante emergenza e si dimentichino del rischio Covid-19, ancora concreto, e di cosa comporta per le tempistiche del cantiere».
Caterina Martini desidera essere ottimista e ci dice che «La riapertura è molto positiva e dal 18 maggio, quando riapriranno anche gli showroom, si potrà ripartire appieno pur prestando la massima attenzione all’applicazione delle linee guida e delle direttive, anche se non sempre sono chiarissime».
E tu come stai vivendo la riapertura dei cantieri in tempo di rischio Covid-19? Raccontaci nei Commenti la tua esperienza!
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