Houzz a Tokyo: Com’È Vivere in Una Capsula di 9Mq?
Un’opera dell’architettura utopica del XX secolo è ancora attuale nella sua idea di abitazione minuscola ma funzionale
Le forme particolari della Nakagin Capsule Tower catturano l’attenzione di chiunque passi tra le vie di Ginza, il famoso quartiere della moda di Tokyo. Ancora oggi, a 46 anni dalla sua costruzione, questo iconico edificio – opera tarda dell’architetto giapponese Kisho Kurokawa – attira l’interesse di molti potenziali affittuari, disposti a mettersi in lista d’attesa per accaparrarsi una delle sue unità, tutte da ristrutturare. Attratto dal fascino dell’immobile, il designer trentenne Shintaro Tanaka vi si è trasferito l’anno scorso, dando vita a un’abitazione minimalista ma funzionale, nella quale gli ideali utopistici degli anni Settanta si sposano perfettamente ai più moderni principi del vivere in spazi dalle dimensioni ridotte all’essenziale.
Shintaro Tanaka, di mestiere graphic artist, lavora nel quartiere Ginza, dove si erige la Nakagin Capsule Tower. Nella primavera del 2017, il giovane si è trasferito in una delle “capsule” della torre per abitare più vicino all’ufficio.
«La vista, l’atmosfera, le dimensioni ridotte delle capsule, l’aspetto così particolare… tutto mi piaceva di questo edificio. Sapevo della sua esistenza, ma quando ho scoperto che avrei potuto effettivamente venire ad abitarci, mi sono innamorato ancora di più dell’idea della capsula», spiega Shintaro.
«La vista, l’atmosfera, le dimensioni ridotte delle capsule, l’aspetto così particolare… tutto mi piaceva di questo edificio. Sapevo della sua esistenza, ma quando ho scoperto che avrei potuto effettivamente venire ad abitarci, mi sono innamorato ancora di più dell’idea della capsula», spiega Shintaro.
La capsula era già stata ristrutturata in precedenza, ma, quando si deve vivere in una stanza di 9 metri quadrati vecchia di cinquant’anni, la necessità di trovare soluzioni intelligenti è sempre all’ordine del giorno. Shintaro ha accolto volentieri la sfida, valorizzando al massimo una serie di arredi multifunzionali e le potenzialità offerte dalla stampa 3D.
Al soffitto troviamo una lampadina Led-speaker, che funge da fonte di luce e da diffusore audio e può essere collegata a tutte le prese di corrente.
Al soffitto troviamo una lampadina Led-speaker, che funge da fonte di luce e da diffusore audio e può essere collegata a tutte le prese di corrente.
Nell’appartamento c’è soltanto un ingresso. Shintaro ha rinunciato al frigorifero, e, quando ha bisogno di generi deteriorabili, se li procura direttamente nel negozio al piano terra del palazzo. In questo modo, il frigo Sanyo accanto alla porta può essere utilizzato come contenitore.
La fedele bicicletta verde, che è pieghevole e occupa poco spazio, è la compagna ideale per il ragazzo quando parte in spedizione alla ricerca delle parti necessarie per i suoi progetti di bricolage e di stampa 3D.
Case Stampate in 3D: La Strada Verso il Futuro o Solo un Vicolo Cieco?
La fedele bicicletta verde, che è pieghevole e occupa poco spazio, è la compagna ideale per il ragazzo quando parte in spedizione alla ricerca delle parti necessarie per i suoi progetti di bricolage e di stampa 3D.
Case Stampate in 3D: La Strada Verso il Futuro o Solo un Vicolo Cieco?
Shintaro dice di non subire il fascino delle case grandi. «Vanno bene se ci devono vivere tante persone, ma io vivo da solo. A me piace avere tutto a portata di mano in una specie di fortino segreto, un po’ come si fa da bambini».
L’appartamento è dotato di uno unit bath, fattispecie molto comune in Giappone che consiste in un modulo prefabbricato contenente wc, lavabo, doccia e vasca, sigillato per evitare infiltrazioni d’acqua e dotato di uno scarico in mezzo al pavimento. In ogni caso, dato che questa capsula non ha acqua calda, Shintaro utilizza regolarmente le strutture messe a disposizione nel palazzo per la condivisione delle docce.
L’appartamento è dotato di uno unit bath, fattispecie molto comune in Giappone che consiste in un modulo prefabbricato contenente wc, lavabo, doccia e vasca, sigillato per evitare infiltrazioni d’acqua e dotato di uno scarico in mezzo al pavimento. In ogni caso, dato che questa capsula non ha acqua calda, Shintaro utilizza regolarmente le strutture messe a disposizione nel palazzo per la condivisione delle docce.
Per quanto riguarda gli arredi, questi consistono di una scrivania con annessa asta portavestiti e di un letto, entrambi di Muji. Completa la stanza una sedia pieghevole di Pacific Furniture Service.
L’edificio è formato da 140 capsule, delle quali è abitata soltanto una piccola parte. Questa unità in particolare nel passato era adibita a ufficio. In seguito, il proprietario ha deciso di risistemarla e darla in affitto.
Il pavimento, che nella foto potrebbe sembrare rivestito con legno, è in vinile. Le piastrelle di Sangetsu sono ad alta impermeabilità e resistenza.
Il pavimento, che nella foto potrebbe sembrare rivestito con legno, è in vinile. Le piastrelle di Sangetsu sono ad alta impermeabilità e resistenza.
L’angolo ritratto nella foto è quello dove Shintaro lavora. La mensola per i libri e i contenitori sono integrati nella scrivania. Nonostante si possa pensare che questi elementi esistessero separatamente, in realtà hanno parti che sono state create con un processo di stampa 3D realizzato con l’apparecchio appoggiato sulla scrivania. Un esempio? Il modulo del cestino della spazzatura sulla sinistra.
Shintaro ha comprato questa radio Tivoli per via della sua forma, che, come dice lui, ricorda quella di una capsula.
La mensola l’ha realizzata lui stesso con materiale acquistato dal ferramenta. Così come l’asta porta-vestiti, l’elemento non poggia su alcun supporto, ma è attaccato a piccoli magneti in grado di sostenere fino a 20 kg.
La mensola l’ha realizzata lui stesso con materiale acquistato dal ferramenta. Così come l’asta porta-vestiti, l’elemento non poggia su alcun supporto, ma è attaccato a piccoli magneti in grado di sostenere fino a 20 kg.
Shintaro ha un numero di vestiti molto limitato. I piccoli attaccapanni di Muji sono un modello da viaggiatore.
Questo modello in scala stampato in 3D, creato dal ragazzo stesso, riproduce la distribuzione degli spazi di un’altra capsula. Shintaro spiega che, seppure l’unità dove lui vive sia leggermente diversa, l’intenzione era di rappresentare una capsula simile alla sua. Il giovane creativo sta realizzando anche un video dedicato alla Nakagin Capsule Tower.
L’oblò, che è l’unica finestra presente nella capsula, affaccia panoramicamente sulla grande arteria stradale sottostante e sul parco Hamarikyū, allontanando qualsiasi dubbio sul fatto che ci troviamo nel pieno centro di Tokyo. Di sera, le luci dello stradone illuminano tutta la zona, “catapultandoci in un mondo alla Blade Runner”, dice il nostro ospite.
Nel 2006, la Nakagin Capsule Tower è stata inserita dall’associazione DoCoMoMo Giappone nel catalogo degli edifici dell’ “Arte moderna giapponese”. L’inclusione in questa lista rappresenta un riconoscimento dell’importanza dell’edificio, anche se non ne garantisce alcuna forma di tutela dal punto di vista giuridico: la torre, insomma, continua ancora oggi ad attrarre l’attenzione a livello sia nazionale che internazionale.
Tuttavia, la costruzione versa in cattive condizioni. L’idea alla base del progetto di Kisho Kurokawa era un edificio che sarebbe stato continuativamente sottoposto a manutenzione: le capsule hanno una vita di 25 anni, e, nella mente del loro ideatore, nel tempo avrebbero dovuto essere sostituite. L’intera struttura, infatti, è stata costruita in modo che le singole unità abitative potessero essere rimpiazzate senza conseguenze per le altre.
A causa dei costi proibitivi, però, questo non è mai accaduto, e la costruzione è afflitta da enormi problemi con l’impianto idraulico e la ventilazione, per non dire di perdite e presenza di amianto. Per questi motivi, da più parti si spinge per la demolizione del palazzo, il cui futuro è attualmente incerto.
Tuttavia, la costruzione versa in cattive condizioni. L’idea alla base del progetto di Kisho Kurokawa era un edificio che sarebbe stato continuativamente sottoposto a manutenzione: le capsule hanno una vita di 25 anni, e, nella mente del loro ideatore, nel tempo avrebbero dovuto essere sostituite. L’intera struttura, infatti, è stata costruita in modo che le singole unità abitative potessero essere rimpiazzate senza conseguenze per le altre.
A causa dei costi proibitivi, però, questo non è mai accaduto, e la costruzione è afflitta da enormi problemi con l’impianto idraulico e la ventilazione, per non dire di perdite e presenza di amianto. Per questi motivi, da più parti si spinge per la demolizione del palazzo, il cui futuro è attualmente incerto.
Un gruppo di proprietari che, nell’attesa della sostituzione delle capsule, desidera preservarne il valore storico, ha fondato il Nakagin Capsule Tower Preservation & Restoration Project. Organizzando visite guidate e promuovendo formule di affitto mensile, il comitato sta cercando di rivalutare l’attrattività dell’edificio ed è impegnato a fare opera di sensibilizzazione sul suo significato storico e architettonico. L’obiettivo è salvaguardare quest’opera iconica e arrivare, un giorno, a ristrutturarla.
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Dove: Quartiere di Ginza, Tokyo,
Chi ci abita: Shintaro Tanaka
Superficie di ogni unità abitativa: Circa 8,9 m²
Supervisione del progetto: Kisho Kurokawa Architect & Associates
Lavori edili: Taisei Corporation
Data di costruzione dell’edificio: 1972