A New York, una Parete Contenitiva Risolve un Monolocale di 21mq
Le innovative soluzioni salvaspazio ideate per un minuscolo appartamento dove si può mangiare, dormire e lavorare
Il progettista Michael Chen è noto a New York proprio per le soluzioni intelligenti che ha ideato per sfruttare al meglio lo spazio in appartamenti di dimensioni ridotte. Di fronte a questo monolocale di 21 metri quadrati situato nel West Village (nel cuore di Manhattan), l’architetto, però, stava quasi per arrendersi. Uno spazio così minuscolo e malridotto, lasciato a sé da almeno cent’anni, rappresentava una sfida particolarmente ardua, racconta il progettista: «All’inizio ero un po’ nervoso. Non ero così sicuro di quello che avrei potuto fare qui. Il pavimento era storto, il soffitto cedeva, e l’ambiente era così piccolo!».
Nonostante tutto, Chen ha voluto ristrutturare da cima a fondo l’appartamento utilizzando un’intercapedine dove ha potuto alloggiare diversi elementi modulari: un tavolo scorrevole, un contenitore estraibile e un computer (oltre a un letto a ribalta), in modo da dare alla proprietaria la possibilità di vivere a tutto tondo questo ambiente e ricevere anche gli ospiti, oltre a cucinare e lavorare.
Nonostante tutto, Chen ha voluto ristrutturare da cima a fondo l’appartamento utilizzando un’intercapedine dove ha potuto alloggiare diversi elementi modulari: un tavolo scorrevole, un contenitore estraibile e un computer (oltre a un letto a ribalta), in modo da dare alla proprietaria la possibilità di vivere a tutto tondo questo ambiente e ricevere anche gli ospiti, oltre a cucinare e lavorare.
Un cassetto estraibile dotato di presa elettrica cela lo schermo di un computer. In basso, scorre un tavolo lungo 180 centimetri che si presta a svolgere più funzioni.
Chen era molto contento all’idea di riuscire a far stare un tavolo in un appartamento come questo. «In un ambiente di 21 metri quadrati, l’ultima cosa che ti aspetteresti di trovare è un tavolo per quattro o cinque persone», commenta il progettista. «Si tratta di un complemento fondamentale, che ti permette di ricevere e avere a disposizione uno spazio dove mangiare e lavorare. Parliamo di un elemento di grande valore in una casa, tanto che ricavare lo spazio per il più grande tavolo possibile era diventata per noi una specie di ossessione».
Quando è aperto, il tavolino viene usato anche come piano di lavoro supplementare dove preparare da mangiare, ampliando lo spazio dedicato alla cucina.
Le sedie trasparenti (un classico del design italiano fine Anni Sessanta) offrono spazio a sedere in più in caso di bisogno, e possono essere ripiegate e messe via quando non utilizzate.
Sedie Plia di Castelli, design di Giancarlo Piretti, 1968
Quando è aperto, il tavolino viene usato anche come piano di lavoro supplementare dove preparare da mangiare, ampliando lo spazio dedicato alla cucina.
Le sedie trasparenti (un classico del design italiano fine Anni Sessanta) offrono spazio a sedere in più in caso di bisogno, e possono essere ripiegate e messe via quando non utilizzate.
Sedie Plia di Castelli, design di Giancarlo Piretti, 1968
Questo modulo funge da dispensa aggiuntiva per la cucina.
Sulle mensole in alto, spazio per libri e altri oggetti personali.
Questa sezione ospita un armadio, che va ad aggiungersi al contenitore situato a destra del letto e alla cassettiera vicino all’ingresso.
L’armadio è il principale contenitore per vestiti della casa.
Il letto ribaltabile su misura, con meccanismi Hafele, è laccato di rosa e ha una testiera rivestita in mohair blu. L’anta si apre e scorre all’interno della parete soltanto parzialmente, fungendo in questo modo da paravento e garantendo un po’ di intimità.
L’armadiatura al di sopra della testiera offre ulteriori contenitori, mentre in una nicchia illuminata con lampade a Led trovano spazio la sveglia e alcuni libri. «Quando il letto è abbassato, si ha la sensazione di essere in una camera di hotel molto piacevole», dice Chen. «Ogni singolo dettaglio è stato progettato con la massima cura».
Trovare lo spazio per una piccola cucina era fra le priorità.
Il mobile nero laccato, il paraspruzzi in Corian dello stesso colore, il piano di lavoro e il lavello delimitano chiaramente lo spazio adibito a cucina, senza che prevarichi l’ambiente: «tutte le superfici, le nicchie e gli apparecchi sono a scomparsa, con il risultato che la cucina non ha il sopravvento sul resto», spiega Chen.
Un cassetto da frigo è l’unico spazio attrezzato per conservare gli alimenti al freddo. Si tratta di un modello particolare, che può essere utilizzato a temperatura di frigorifero, come freezer, o per la conservazione del vino (ma non si può ricorrere a tutte e tre le funzioni contemporaneamente). In casa non c’è una lavapiatti: «lo spazio è troppo piccolo!», commenta Chen.
A ridosso di questo spazio centrale troviamo la parete del bagno: dall’altra parte c’è la nicchia del lavandino della toilette. «Cucina e bagno formano questo cubo nero», spiega il progettista.
Piano di cottura a induzione: Wolf; frigorifero: Fisher & Paykel
Un cassetto da frigo è l’unico spazio attrezzato per conservare gli alimenti al freddo. Si tratta di un modello particolare, che può essere utilizzato a temperatura di frigorifero, come freezer, o per la conservazione del vino (ma non si può ricorrere a tutte e tre le funzioni contemporaneamente). In casa non c’è una lavapiatti: «lo spazio è troppo piccolo!», commenta Chen.
A ridosso di questo spazio centrale troviamo la parete del bagno: dall’altra parte c’è la nicchia del lavandino della toilette. «Cucina e bagno formano questo cubo nero», spiega il progettista.
Piano di cottura a induzione: Wolf; frigorifero: Fisher & Paykel
PRIMA: L’appartamento aveva subito numerose infiltrazioni d’acqua, aveva il soffitto storto, un pavimento irregolare e tubature molto vecchie. «Questo non è mai stato un edificio di pregio», racconta Chen. «E in più si porta sulle spalle 175 anni di vita. Oltretutto, naturalmente, è di dimensioni minuscole. Rappresentava davvero una sfida. Era chiaro che non ci sarebbe stato niente che valeva la pena mantenere».
L’architetto spiega che per una ristrutturazione completa, in una città come New York, il budget investito non è stato eccessivo. I costi, tuttavia, non hanno rappresentato per lui un grosso pensiero. «Possiamo anche dedicare un sacco di denaro a un problema e giungere a una soluzione», sostiene, «ma la vera questione sta nel vedere se la soluzione trovata è quella più desiderabile per il cliente, se merita veramente lo sforzo. All’inizio non ero sicuro di poter arrivare a un risultato per cui valesse la pena spendere tutti quei soldi. Dopo un po’ di tempo, però, è stato chiaro che ce l’avremmo fatta».
L’architetto spiega che per una ristrutturazione completa, in una città come New York, il budget investito non è stato eccessivo. I costi, tuttavia, non hanno rappresentato per lui un grosso pensiero. «Possiamo anche dedicare un sacco di denaro a un problema e giungere a una soluzione», sostiene, «ma la vera questione sta nel vedere se la soluzione trovata è quella più desiderabile per il cliente, se merita veramente lo sforzo. All’inizio non ero sicuro di poter arrivare a un risultato per cui valesse la pena spendere tutti quei soldi. Dopo un po’ di tempo, però, è stato chiaro che ce l’avremmo fatta».
DOPO: Chen ha abbattuto la parete interna per creare un unico spazio aperto. Le pareti esterne, poi, sono state isolate e impermeabilizzate.
Un vistoso divano in lana rosa e alcuni tavolini che possono essere utilizzati anche come sedute sono gli unici complementi d’arredo lasciati sempre a vista: la maggior parte degli elementi di cui la padrona di casa ha bisogno è ben nascosta nella parete multifunzione. Il televisore poggia su un braccio orientabile.
Un vistoso divano in lana rosa e alcuni tavolini che possono essere utilizzati anche come sedute sono gli unici complementi d’arredo lasciati sempre a vista: la maggior parte degli elementi di cui la padrona di casa ha bisogno è ben nascosta nella parete multifunzione. Il televisore poggia su un braccio orientabile.
Il progettista ha riconfigurato il bagno, riducendone lievemente le dimensioni per ingrandire la cucina. Qui la padrona di casa desiderava una classica palette di neri e bianchi. «Volevamo dare una sensazione di ampiezza, anche se si tratta di uno spazio esiguo», dice Chen.
Il pavimento, nella cabina doccia, è in Corian nero, mentre nel resto della stanza è rivestito con piastrelle nere esagonali in marmo a mosaico. Le pareti sono ricoperte a tutta altezza di piastrelle in marmo bianco.
Chen non aveva molta scelta: la nicchia arriva soltanto a metà altezza della parete, perché l’altra metà è occupata dal vano di una scala che scende sul lato opposto. «Abbiamo cercato di ricavare spazio ovunque abbiamo potuto», spiega il progettista.
La nuova finestra, con il suo vetro satinato e il telaio in alluminio, fa entrare la luce nella stanza pur proteggendone la privacy.
Il pavimento, nella cabina doccia, è in Corian nero, mentre nel resto della stanza è rivestito con piastrelle nere esagonali in marmo a mosaico. Le pareti sono ricoperte a tutta altezza di piastrelle in marmo bianco.
Chen non aveva molta scelta: la nicchia arriva soltanto a metà altezza della parete, perché l’altra metà è occupata dal vano di una scala che scende sul lato opposto. «Abbiamo cercato di ricavare spazio ovunque abbiamo potuto», spiega il progettista.
La nuova finestra, con il suo vetro satinato e il telaio in alluminio, fa entrare la luce nella stanza pur proteggendone la privacy.
Il mobile del bagno in Corian nero è stato realizzato su misura e comprende anche il lavandino e il ripiano. Chen spiega che ha scelto il Corian per garantire impermeabilità a tutta la superficie.
Questo angolo ha un’altezza di soli 150 centimetri a causa della presenza di una canna fumaria che serve gli appartamenti sottostanti e per questo non è stato possibile aprirlo verso l’ambiente principale.
Un comò con sei cassetti incorporato nella nicchia trova posto sotto il soffitto inclinato della vecchia intercapedine. Un’anta in fondo nasconde un altro spazio adibito a contenitore. Sulla destra c’è un modulo per appendere abiti con un tubo che può essere allungato in funzione della necessità.
La padrona di casa deve piegarsi per aprire la cassettiera, ma il progettista non voleva ingombrare troppo l’ingresso: «mi piace l’idea che entrando nell’appartamento e scendendo le scale si possa avere spazio vuoto davanti», spiega Chen. «Dà un senso di maggiore ampiezza».
Un comò con sei cassetti incorporato nella nicchia trova posto sotto il soffitto inclinato della vecchia intercapedine. Un’anta in fondo nasconde un altro spazio adibito a contenitore. Sulla destra c’è un modulo per appendere abiti con un tubo che può essere allungato in funzione della necessità.
La padrona di casa deve piegarsi per aprire la cassettiera, ma il progettista non voleva ingombrare troppo l’ingresso: «mi piace l’idea che entrando nell’appartamento e scendendo le scale si possa avere spazio vuoto davanti», spiega Chen. «Dà un senso di maggiore ampiezza».
Queste sono le planimetrie del monolocale e si può vedere come i diversi elementi possono essere estratti e risistemati all’interno degli spazi un tempo adibiti a mansarda e a sgabuzzino.
Nella nostra rubrica Le Case di Houzz proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz. Se vuoi mostrarci il tuo lavoro, carica le foto sul tuo profilo Houzz e invia il link insieme a una breve descrizione del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
Altro
Cucina, Letto, Armadio: un’Ingegnosa Soluzione Per un Monolocale
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Colpo d’occhio
Chi ci abita: Un’insegnante
Dove: New York
Superficie: Il monolocale ha una superficie complessiva di 20,9 m²
Progettista: Michael Chen
Questo appartamento è di proprietà di un’insegnante e appartiene alla sua famiglia dalla fine degli anni Sessanta. Prima di rivolgersi a Chen per ristrutturarlo, la proprietaria ci ha vissuto per un paio di anni. Il monolocale occupa l’ultimo piano di un palazzo costruito attorno al 1850 e in precedenza era adibito a studio.
La planimetria prevedeva due stanze e un piccolo bagno. Non c’era una vera e propria cucina, ma soltanto un piccolo frigorifero. La cosa in sé, però, in quel momento non sembrava grave, considerando l’ottima posizione dell’appartamento, nel cuore del West Village, e l’infinità di ristoranti e di locali a un tiro di schioppo. Tuttavia la padrona di casa si è resa conto che vivere stabilmente qui avrebbe comportato la necessità di poter usufruire di una vera e propria cucina.
Chen ha svuotato completamente lo spazio ed è ripartito da zero. Una parete nella zona living (la vediamo in questa foto) contiene una serie di elementi modulari. La parte di destra è in frassino sbiancato, mentre quella di sinistra è laccata di bianco. Da questo lato diversi moduli scorrevoli sono stati sistemati in quello che originariamente era uno sgabuzzino.
Il progettista non voleva lasciare in vista nessun elemento metallico e ha preferito ricorrere a maniglie integrate nell’anta: «se questi contenitori devono essere aperti quotidianamente, il loro uso deve essere semplice», spiega.