My Houzz: Nessuno Ha una Cabina Armadio Come Maria Rosaria
Una casa particolare dove la capacità di sfruttare gli spazi ha reso possibile la creazione di nuove soluzioni
Cristina Cusani
23 giugno 2019
Houzz Contributor; Fotografa professionista specializzata in fotografia di interni;
Houzz Contributor; Fotografa professionista specializzata in fotografia di interni;... Altro
In un palazzo Vanvitelliano al centro di Napoli abita Maria Rosaria che, dopo 23 anni, ha deciso di tornare a vivere nella sua città natale per fare la nonna a tempo pieno. I soffitti alti, con le bellissime travi a vista, hanno permesso di creare un soppalco che lascia la casa aperta; nell’arredamento, oltre agli oggetti raccolti durante i suoi viaggi, compaiono anche le opere dei suoi molti amici artisti e i vasi di ceramica fatti da lei.
Foto di Cristina Cusani
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Maria Rosaria
Dove: Napoli
Superficie: 90 m²
Anno di costruzione del palazzo: 1600 circa
Anno di ristrutturazione dell’appartamento: 2016
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Maria Rosaria
Dove: Napoli
Superficie: 90 m²
Anno di costruzione del palazzo: 1600 circa
Anno di ristrutturazione dell’appartamento: 2016
Maria Rosaria ha un passato da decoratrice di interni, così quando tre anni fa si è trasferita nella casa dove viveva suo figlio, l’ha arredata a modo suo.
«Ho preso possesso di questa casa circa tre anni fa, dopo molti anni vissuti a Roma, cosa che mi ha creato non poche difficoltà per riadattarmi alla routine napoletana dopo tanto tempo!».
In passato aveva aiutato il figlio nella ristrutturazione di questo appartamento, progettando alcuni spazi per lui – come i cassetti nei gradini della cabina armadio che lui usava per conservare il vino – e che adesso ha riadattato per le sue esigenze.
«Ho preso possesso di questa casa circa tre anni fa, dopo molti anni vissuti a Roma, cosa che mi ha creato non poche difficoltà per riadattarmi alla routine napoletana dopo tanto tempo!».
In passato aveva aiutato il figlio nella ristrutturazione di questo appartamento, progettando alcuni spazi per lui – come i cassetti nei gradini della cabina armadio che lui usava per conservare il vino – e che adesso ha riadattato per le sue esigenze.
Lampada: Skurup di Ikea; portavivande: trovato in un mercatino di Londra
«La casa era in buone condizioni, aveva solo bisogno di adattarsi al mio modo di vivere differente da quello per cui era stata creata, piccole modifiche che con pazienza sono personalmente stata in grado di effettuare. ll problema principale era quello di posizionare tutti i mobili, i quadri, i libri e gli accessori già in mio possesso e a cui non volevo rinunciare».
«La casa era in buone condizioni, aveva solo bisogno di adattarsi al mio modo di vivere differente da quello per cui era stata creata, piccole modifiche che con pazienza sono personalmente stata in grado di effettuare. ll problema principale era quello di posizionare tutti i mobili, i quadri, i libri e gli accessori già in mio possesso e a cui non volevo rinunciare».
Entrando in casa si percepisce subito l’andamento particolare degli ambienti; l’ingresso è già di per sé un salotto, con una libreria riadattata dalla casa precedente grazie ad una soluzione creativa: «Le mensole a Roma erano incastrate in una struttura di muratura e, non avendola qui a Napoli, ho utilizzato una delle mensole per fare dei supporti che sorreggano le altre».
Da qui si aprono due possibili percorsi, si può proseguire dritto arrivando al salotto vero e proprio oppure si può girare a destra ed arrivare in cucina.
Da qui si aprono due possibili percorsi, si può proseguire dritto arrivando al salotto vero e proprio oppure si può girare a destra ed arrivare in cucina.
Cucina: Venus di Ciesse; carrello: Grundtal di ikea
«La cucina, oltre ad aver avuto bisogno di rinnovare tutti gli impianti che risalivano alla prima ristrutturazione fatta negli anni Novanta, aveva una struttura completamente diversa dalla mia romana. Fortunatamente è bastato rifare il piano da lavoro modificandolo da lineare ad uno ad L e integrare tutti gli elettrodomestici e gli elementi come i pensili, la cappa e le luci. Il nuovo piano da lavoro in formica, oltre a permettermi di aggiungere anche un ulteriore piccolo carrellino vicino ai fuochi, essendo più grande è diventato anche un banco colazione molto carino e funzionale».
«La cucina, oltre ad aver avuto bisogno di rinnovare tutti gli impianti che risalivano alla prima ristrutturazione fatta negli anni Novanta, aveva una struttura completamente diversa dalla mia romana. Fortunatamente è bastato rifare il piano da lavoro modificandolo da lineare ad uno ad L e integrare tutti gli elettrodomestici e gli elementi come i pensili, la cappa e le luci. Il nuovo piano da lavoro in formica, oltre a permettermi di aggiungere anche un ulteriore piccolo carrellino vicino ai fuochi, essendo più grande è diventato anche un banco colazione molto carino e funzionale».
Lavabo: Connect Cube di Ideal Standard
Alle spalle della cucina c’è un’anticamera con un ripostiglio molto comodo e, di fronte, un bagno con doccia che viene usato dagli ospiti.
Alle spalle della cucina c’è un’anticamera con un ripostiglio molto comodo e, di fronte, un bagno con doccia che viene usato dagli ospiti.
Lampada da terra: Lola di Luceplan
La casa è di circa 90 metri quadrati ma sembra più grande perché ha alti soffitti; è inoltre distribuita su due livelli. La cucina affaccia sulla sala da pranzo: «Il tavolo da pranzo lo comprai da un vecchio falegname, di cui non ricordo il nome, che stava a Vicolo del Cinque a Roma. Era tutto di abete ma io ho ridipinto le gambe di nero».
Da qui si può salire al piano di sopra o accedere al salotto.
La casa è di circa 90 metri quadrati ma sembra più grande perché ha alti soffitti; è inoltre distribuita su due livelli. La cucina affaccia sulla sala da pranzo: «Il tavolo da pranzo lo comprai da un vecchio falegname, di cui non ricordo il nome, che stava a Vicolo del Cinque a Roma. Era tutto di abete ma io ho ridipinto le gambe di nero».
Da qui si può salire al piano di sopra o accedere al salotto.
La scala in muratura ha una forma curva con le pedate in legno e il corrimano dipinto con una pittura lavabile, in modo da rendere molto semplice la pulizia.
«ll divano nero l’ho acquistato ad un mercatino e poi ho rifatto completamente i cuscini della seduta in piume e usando un tessuto di un particolare colore fucsia; per quanto riguarda i cuscini, sono quasi tutti rivestiti con vecchi sari presi a Bali». Anche il tappeto in cucina è fatto con una stoffa indonesiana; il fratello di Maria Rosaria, infatti, disegna vestiti con stoffe balinesi, ha una casa a Bali dove si trasferisce qualche mese all’anno e lei va spesso a trovarlo.
«ll divano nero l’ho acquistato ad un mercatino e poi ho rifatto completamente i cuscini della seduta in piume e usando un tessuto di un particolare colore fucsia; per quanto riguarda i cuscini, sono quasi tutti rivestiti con vecchi sari presi a Bali». Anche il tappeto in cucina è fatto con una stoffa indonesiana; il fratello di Maria Rosaria, infatti, disegna vestiti con stoffe balinesi, ha una casa a Bali dove si trasferisce qualche mese all’anno e lei va spesso a trovarlo.
Salendo al piano di sopra si accede sulla sinistra alla camera da letto e sulla destra allo studio. «Nel reparto notte al piano superiore c’è un pavimento di cocco, ma non è stata una scelta saggia; è piacevole alla vista ma purtroppo molto delicato e difficile da pulire, certamente da non scegliere per una famiglia con bambini».
A Maria Rosaria piace molto trovare spazi nuovi, come successo con la mensola-libreria sopra la porta della camera da letto o i cassetti creati nei gradini dell’armadio.
A Maria Rosaria piace molto trovare spazi nuovi, come successo con la mensola-libreria sopra la porta della camera da letto o i cassetti creati nei gradini dell’armadio.
La cabina armadio ha avuto bisogno di una soluzione creativa visto che lo spazio era irregolare e difficile da arredare. In camera da letto, infatti, vi era un rialzo di circa 80 centimetri dovuto alla sottostante scala del palazzo. Maria Rosaria ha deciso di sfruttare la rientranza creando una serie di gradini contenitori che mascherano il problema e diventano parte dell’armadiatura a vista.
«Il risultato è stato un elemento fondamentale dal punto di vista dell’utilità, per una casa completamente aperta dove ogni spazio doveva essere sfruttato e il disordine occultato».
«Il risultato è stato un elemento fondamentale dal punto di vista dell’utilità, per una casa completamente aperta dove ogni spazio doveva essere sfruttato e il disordine occultato».
Alla destra delle scale invece si arriva allo studio, caratterizzato dai contrafforti, ovvero le travi a vista in noce. Essendo delle travi strutturali del Seicento, sono state imbracate con ganci metallici per renderle più resistenti.
Il tavolino degli anni Sessanta e il mobile dell’Ottocento posizionati nello studio provengono dalla casa dei genitori di Maria Rosaria.
Il tavolino degli anni Sessanta e il mobile dell’Ottocento posizionati nello studio provengono dalla casa dei genitori di Maria Rosaria.
Dallo studio si accede al bagno che serve la camera da letto. Sulle porte di entrambi i bagni ci sono dei cartelli in doppia lingua inglese-giapponese che risalgono a quando la casa era abitata dal figlio di Maria Rosaria, che li aveva portati dal Giappone.
Con lo studio che affaccia sul salotto termina la parte sopraelevata, circondata da un piccolo corridoio/balaustra dove sono esposti tutti i quadri degli amici artisti di Maria Rosaria.
Lo stile di questa casa è molto vario, quasi senza pezzi di design firmati tranne qualche piccolo oggetto: «Molti dei mobili li ho trovati negli anni in diversi mercatini o da rigattieri, alcuni come il tavolino o la sedia in salotto li comprai negli anni ‘60 da una da una signora, mi pare si chiamasse Silvana, che importava arredamento svedese e lo rivendeva».
Maria Rosaria arreda le case degli altri accoppiando colori e stili diversi con la stessa libertà che ha nell’arredare le sue: «Ho sempre il medesimo approccio sia per le mie case che per quelle degli altri, l’ispirazione non so dove la prendo, forse è nel mio DNA» dice scherzando.
Lo stile di questa casa è molto vario, quasi senza pezzi di design firmati tranne qualche piccolo oggetto: «Molti dei mobili li ho trovati negli anni in diversi mercatini o da rigattieri, alcuni come il tavolino o la sedia in salotto li comprai negli anni ‘60 da una da una signora, mi pare si chiamasse Silvana, che importava arredamento svedese e lo rivendeva».
Maria Rosaria arreda le case degli altri accoppiando colori e stili diversi con la stessa libertà che ha nell’arredare le sue: «Ho sempre il medesimo approccio sia per le mie case che per quelle degli altri, l’ispirazione non so dove la prendo, forse è nel mio DNA» dice scherzando.
Scendendo al piano di sotto si arriva al salotto dove c’è anche la televisione. «Molti degli oggetti che ho in casa sono ricordi di viaggi e alcune ceramiche le ho fatte io quando lavoravo seguendo la tecnica del Raku». Da qui si prosegue verso il salotto/ingresso che riporta al punto di partenza; la casa è aperta, non ha porte eccetto quelle dei bagni e quella di ingresso.
Anche se la casa è molto luminosa, a Maria Rosaria manca uno spazio esterno: «Per fortuna io ho una casa a Gaeta con il giardino, dove mi rifugio i mesi estivi e nei weekend di tutto l’anno; anche quando vivevo a Roma passavo molto tempo lì, non avrei potuto vivere senza l’aria, le piante e il mare».
Anche se la casa è molto luminosa, a Maria Rosaria manca uno spazio esterno: «Per fortuna io ho una casa a Gaeta con il giardino, dove mi rifugio i mesi estivi e nei weekend di tutto l’anno; anche quando vivevo a Roma passavo molto tempo lì, non avrei potuto vivere senza l’aria, le piante e il mare».
Anche la poltrona in salotto è di origine svedese e risale agli anni Sessanta; Maria Rosaria l’ha foderata con una stoffa arancione di tessuto Harris. «Amo questa casa come ho amato ed amerò tutte le case della mia vita, perché ogni volta per me è una nuova sfida; la casa è fondamentale, forse un giorno scriverò un libro sulla storia delle mie case da quando sono nata, ho fatto il conto e sono state tante».
Guarda tutte le foto di questa casa
Tocca a te! Anche tu hai accumulato tanti arredi e oggetti provenienti dal passato nella tua attuale casa? O cambi l’arredamento ogni volta che cambi casa? Descrivi la tua esperienza qui sotto nei Commenti.
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Tocca a te! Anche tu hai accumulato tanti arredi e oggetti provenienti dal passato nella tua attuale casa? O cambi l’arredamento ogni volta che cambi casa? Descrivi la tua esperienza qui sotto nei Commenti.
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questa casa mi piace molto: ha personalità e calore. l'unica domanda è: come fanno le persone ad usare il wc in uno spazio così ristretto.. c'è da rimanervi incastrati.. :-(
Un vero gioiello di casa che mi piacerebbe fosse la mia... mi piacerebbe
poterne conservare le immagini per riguardarmela ogni tanto... oltre a essere bella e originale, mette allegria!
Lucchi 🎈
Per me è una casa bellissima.