Guarda Come è Diventato un Monolocale Flessibile a Milano
La proprietaria desiderava dare nuova vita al monolocale. L'obiettivo? Uno spazio bello, multifunzione e da condividere
La committente di questa ristrutturazione è una donna in carriera, spesso in giro per il mondo. Il monolocale aveva un layout poco funzionale, che non valorizzava le ampie finestre sul verde e aveva uno stile datato e approssimativo. Non si tratta dell’abitazione principale della proprietaria la cui richiesta, dunque, era di creare un ambiente ibrido che potesse fungere da sala riunioni, pied-à- terre a sua disposizione, casa per brevi locazioni. Funzioni di natura diversa, non facili da tenere insieme in armonia, ma gli architetti ci sono riusciti sfruttando arredi su misura che scandiscono gli spazi senza chiuderli. Si tratta di Manuela Fernàndez Langenegger e Tommaso Giunchi, due professionisti che hanno lo studio nello stesso spazio e condividono alcuni progetti, tra cui questo.
Per capire davvero il risultato di questa ristrutturazione è utile confrontare la pianta del “prima” – in questa immagine – con quella del “dopo”, nell’immagine successiva. Il primo aspetto da considerare è la gestione delle due ampie finestre, che prima della ristrutturazione erano alquanto sacrificate. Solo una era pienamente godibile, mentre l’altra era parzialmente oscurata e divisa in due parti.
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Ma proprio le due grandi finestre, che affacciano sul verde di un parco, erano il punto di forza di questo spazio, ecco perché gli architetti le hanno valorizzate e restituite interamente alla zona giorno. Per fare ciò hanno eliminato l’ambiente cucina – sostituito da un mobile cucina a scomparsa – e arretrato la posizione del bagno, creando un volume in prossimità dell’ingresso. Proprio questo volume ha dato vita a un disimpegno, da cui si accede all’open space.
Ecco un’immagine di come si presentava la zona giorno, che godeva di una sola delle due finestre e di uno spazio ridotto, limitato dalla presenza della cucina indipendente, sulla sinistra, oggi sostituita da una parete-cucina nell’open space.
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Pedana e scaffalature su disegno degli architetti realizzati da Falegnameria di Igor Leccese; sedia: Superleggera di Giò Ponti per Cassina, rittappezzata
Ed ecco la stessa zona adesso: qui vediamo il risultato, sorprendente, ottenuto dall’utilizzo di arredi su misura. In primo piano la zona living: su una pedana con cassetti poggia il divano letto nella tonalità viola scelta dalla commitente che aveva le idee molto chiare in tema di colori: niente neutri, ma toni decisi. La pedana prosegue verso destra, nella zona notte: non si tratta di una stanza a sé ma grazie alle due scaffalature in impiallacciato di rovere naturale che delimitano l’area del letto si è riusciti comunque a renderla accogliente e riservata separandola dalla zona giorno.
Ed ecco la stessa zona adesso: qui vediamo il risultato, sorprendente, ottenuto dall’utilizzo di arredi su misura. In primo piano la zona living: su una pedana con cassetti poggia il divano letto nella tonalità viola scelta dalla commitente che aveva le idee molto chiare in tema di colori: niente neutri, ma toni decisi. La pedana prosegue verso destra, nella zona notte: non si tratta di una stanza a sé ma grazie alle due scaffalature in impiallacciato di rovere naturale che delimitano l’area del letto si è riusciti comunque a renderla accogliente e riservata separandola dalla zona giorno.
Il letto è contenuto in un una sorta di “scatola”, i cui lati sono delimitati dalla parete, dalle due librerie e da un armadio a muro.
La scaffalatura funge anche da comodino dal lato del letto, con presa elettrica. La committente voleva un letto vero e proprio, non un divano letto da aprire e non un letto a scomparsa da far scendere dal muro. E questa soluzione ha soddisfatto la sua richiesta.
Dall’altro lato del letto, matrimoniale, c’è un’altra presa elettrica e un ampio armadio incassato su misura. Il risultato complessivo è molto intimo e accogliente, discreto.
Ecco come si presentava la zona notte prima, quando non c’erano intimità né comfort, non c’era un armadio chiuso e il disordine era a vista.
Spostiamoci adesso nella zona cucina/pranzo, risolta da un elemento di arredo cucina – qui in primo piano – che si chiude. Il sistema è stato scelto proprio pensando all’eventuale uso dello spazio per lavoro e riunioni, in cui non sembrava opportuno far vedere la cucina. A sinistra, vediamo l’armadiatura su misura in cui è contenuta anche una lavatrice.
Mobile cucina: Miniki
Ed ecco l’arredo aperto, con il piano cottura e il lavandino.
Ed ecco l’arredo aperto, con il piano cottura e il lavandino.
La zona pranzo coincide con la seconda finestra, che prima era sacrificata e parzialmente oscurata. Oltre il tavolo, c’è una panca, visibile nell’immagine successiva, che funge da seduta per il pranzo.
Seduta: Eames Plastic Armchair di Charles & Ray Eames per Vitra
Il viola, scelto per i cuscini della panca, richiama il divano: questo angolo, così luminoso, che prima faceva parte del bagno e della cucina è stato restituito alla zona giorno, rendendola più ampia e accogliente. Il pavimento è in parte originario e in parte nuovo: l’abbattimento di cucina e bagno con i relativi rivestimenti ha reso necessario integrarlo. Si è deciso di conservare il parquet presente già nella casa e integrarlo con un parquet dello stesso formato ed essenza, con un risultato finale assolutamente omogeneo.
Il viola, scelto per i cuscini della panca, richiama il divano: questo angolo, così luminoso, che prima faceva parte del bagno e della cucina è stato restituito alla zona giorno, rendendola più ampia e accogliente. Il pavimento è in parte originario e in parte nuovo: l’abbattimento di cucina e bagno con i relativi rivestimenti ha reso necessario integrarlo. Si è deciso di conservare il parquet presente già nella casa e integrarlo con un parquet dello stesso formato ed essenza, con un risultato finale assolutamente omogeneo.
Rivestimento doccia: Biscuit di 41zero42; box doccia: Megius; rubinetteria: Tricoloreverde di Cristina
Concludiamo nel bagno: a sinistra del lavabo c’è una nicchia stretta e alta, sul fondo un cristallo, in comune con la zona giorno da cui filtra la luce naturale. Per il rivestimento della doccia è stato scelto il color salvia delle piastrelle posate in verticale con fuga in un tono più scuro. Impianto elettrico e idrico sono stati rifatti.
Questa storia è stata pubblicata il 28 agosto 2020 e poi aggiornata
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Concludiamo nel bagno: a sinistra del lavabo c’è una nicchia stretta e alta, sul fondo un cristallo, in comune con la zona giorno da cui filtra la luce naturale. Per il rivestimento della doccia è stato scelto il color salvia delle piastrelle posate in verticale con fuga in un tono più scuro. Impianto elettrico e idrico sono stati rifatti.
Questa storia è stata pubblicata il 28 agosto 2020 e poi aggiornata
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Colpo d’occhio
Dove: Milano
Anno di ristrutturazione: 2019, la durata dei lavori è stata di circa cinque mesi
Architetto: Manuela Fernández Langenegger e Tommaso Giunchi
Superficie: 40 m² con un ambiente unico e un bagno
Costo: 35.000 euro + 20.000 euro per gli arredi