Prima e Dopo: I Meravigliosi Contrasti di 130 mq a Torino
Un appartamento d'epoca si aggiorna e cambia stile grazie ai giochi di contrasto e a ingegnose soluzioni d'arredo
Siamo a Torino, in una vivace zona residenziale a sud ovest rispetto al centro e abitata soprattutto da giovani coppie trentenni. Qui, infatti, negli ultimi anni sono nati diversi locali e ristoranti che hanno animato il quartiere. Ed è proprio una giovane coppia ad aver acquistato l’appartamento al primo piano di una palazzina d’epoca del 1870.
La casa ha una metratura di 130 m² ed è frutto del frazionamento di un appartamento più grande (260 m²). I lavori di ristrutturazione sono stati eseguiti dall’architetto Jacopo Rossetti di Officina 8 A che ha rispettato gli elementi originali delle case d’epoca in stile classico, riuscendo a farli dialogare con successo con soluzioni più attuali. Il risultato è un appartamento minimale ed elegante, caratterizzato dai contrasti: antico e moderno, bianco e grigio, legno e ferro.
La casa ha una metratura di 130 m² ed è frutto del frazionamento di un appartamento più grande (260 m²). I lavori di ristrutturazione sono stati eseguiti dall’architetto Jacopo Rossetti di Officina 8 A che ha rispettato gli elementi originali delle case d’epoca in stile classico, riuscendo a farli dialogare con successo con soluzioni più attuali. Il risultato è un appartamento minimale ed elegante, caratterizzato dai contrasti: antico e moderno, bianco e grigio, legno e ferro.
L’ambiente living misura 44 m² e ospita la cucina e il salotto. La zona divano è caratterizzata da quattro porte finestre, ciascuna definita e valorizzata da un’importante cornice: «Le ho pulite e riverniciate - spiega l’architetto e puntualizza - ho scelto di mantenere le cornici così come tutti gli elementi strutturali originali». Il parquet a lisca di pesce, infatti, è del 1870, è stato levigato e riverniciato.
L’affresco, altro particolare originario, è stato restaurato delle studentesse dell’Accademia delle Belle Arti di Torino: «Ho chiesto di ripassare i disegni, ma di mantenere un tratto leggero perché potessero mostrare i segni del tempo».
«Per illuminare l’ambiente ho optato per apparecchi bianchi dal design semplice perché dovevano passare inosservati, per quanto fosse possibile. Così posizionati, permettono al fascio di luce di salire verso l’alto e di valorizzare ancora di più il soffitto».
Divano: Ikea; applique: Casa della Lampadina, Collezione Area38
L’affresco, altro particolare originario, è stato restaurato delle studentesse dell’Accademia delle Belle Arti di Torino: «Ho chiesto di ripassare i disegni, ma di mantenere un tratto leggero perché potessero mostrare i segni del tempo».
«Per illuminare l’ambiente ho optato per apparecchi bianchi dal design semplice perché dovevano passare inosservati, per quanto fosse possibile. Così posizionati, permettono al fascio di luce di salire verso l’alto e di valorizzare ancora di più il soffitto».
Divano: Ikea; applique: Casa della Lampadina, Collezione Area38
Quest’immagine mostra un particolare: il termosifone nero sulla parete di destra. «L’ho scelto nero per richiamare il ferro, un materiale economico che ho voluto utilizzare in contrasto con il legno».
Sulla sinistra della foto c’è una porta che conduce a uno sgabuzzino: «C’era già ed era già così, l’ho solo riverniciata. Non portava però al ripostiglio, ma era un passaggio per arrivare alle camere da letto». Vicino alla porta s’intravede una panca bianca, scopriremo nella prossima foto cos’è.
Radiatore: modello CV25 di Tubes
Sulla sinistra della foto c’è una porta che conduce a uno sgabuzzino: «C’era già ed era già così, l’ho solo riverniciata. Non portava però al ripostiglio, ma era un passaggio per arrivare alle camere da letto». Vicino alla porta s’intravede una panca bianca, scopriremo nella prossima foto cos’è.
Radiatore: modello CV25 di Tubes
«Non volevo una parete attrezzata di fronte al divano, ma una soluzione che non attirasse l’attenzione. Così ho fatto realizzare dal falegname una semplice panca bianca».
Il camino c’era già: «Ho fatto creare una cornice in gesso e ferro che lo valorizzasse e che richiamasse quella delle porte-finestre. E per ricordare il tempo passato ho scelto di lasciare l’intonaco grezzo».
Il camino c’era già: «Ho fatto creare una cornice in gesso e ferro che lo valorizzasse e che richiamasse quella delle porte-finestre. E per ricordare il tempo passato ho scelto di lasciare l’intonaco grezzo».
PRIMA. Nella foto vediamo com’era prima il camino prima dell’intervento. A fianco, la porta che conduceva alle camere da letto. Oggi a lato del camino è stato ricavato il ripostiglio.
Perpendicolare rispetto al divano, ecco la cucina con, di fronte, il tavolo da pranzo. Quest’ultimo è stato disegnato dall’architetto, mentre il falegname l’ha realizzato e ha saldato la plancia in legno di noce con le gambe in ferro.
Rossetti ha disegnato anche la cucina: «Cercavo una soluzione che ricordasse un mobile soggiorno; dal momento che l’ambiente è unico, non volevo gli elettrodomestici a vista». E prosegue: «Ho posizionato sopra il piano una mensola per richiamare l’idea di libreria, non volevo che sembrasse una cucina; proprio per questo ho studiato un progetto che mi permettesse di nascondere tutto: lo scolapiatti è in un carrello estraibile sulla destra del mobile, a sinistra del piano cottura invece c’è un pannello che ruota a 180° e nasconde un forno con apertura touch. La cappa invece è integrata nel piano a induzione: aspira verso il basso e porta tutto alla canna fumaria che rimane dietro il piano»
Il mobile è in legno di noce, essenza scelta per richiamare il pavimento, mentre il piano è in granito nero. Infine, per staccare il mobile cucina dal pavimento, «ho scelto uno zoccolino scuro, in rovere».
Cappa: NikolaTesla di Elica
Rossetti ha disegnato anche la cucina: «Cercavo una soluzione che ricordasse un mobile soggiorno; dal momento che l’ambiente è unico, non volevo gli elettrodomestici a vista». E prosegue: «Ho posizionato sopra il piano una mensola per richiamare l’idea di libreria, non volevo che sembrasse una cucina; proprio per questo ho studiato un progetto che mi permettesse di nascondere tutto: lo scolapiatti è in un carrello estraibile sulla destra del mobile, a sinistra del piano cottura invece c’è un pannello che ruota a 180° e nasconde un forno con apertura touch. La cappa invece è integrata nel piano a induzione: aspira verso il basso e porta tutto alla canna fumaria che rimane dietro il piano»
Il mobile è in legno di noce, essenza scelta per richiamare il pavimento, mentre il piano è in granito nero. Infine, per staccare il mobile cucina dal pavimento, «ho scelto uno zoccolino scuro, in rovere».
Cappa: NikolaTesla di Elica
La cornice che circonda la finestra della cucina è nuova: «Ho fatto realizzare lo stampo di una delle quattro cornici della zona divano e l’ho ricreata in gesso e ferro perché volevo uniformare l’ambiente dal momento che si tratta di un’unica stanza».
La cornice sul soffitto della cucina è stata ricreata per riprende quella della zona soggiorno. Per avere una luce indiretta, è stata posizionata una Led strip.
La cornice sul soffitto della cucina è stata ricreata per riprende quella della zona soggiorno. Per avere una luce indiretta, è stata posizionata una Led strip.
Questa foto permette di vedere meglio la cappa in mezzo ai fuochi.
I listelli di legno con cui è stato realizzato il pavimento della cucina sono originari del 1870 e sono stati recuperati dall’appartamento adiacente, inizialmente parte della stessa unità.
Qui puoi vedere il secondo appartamento frutto dalla frammentazione, Progetto Reveletion
I listelli di legno con cui è stato realizzato il pavimento della cucina sono originari del 1870 e sono stati recuperati dall’appartamento adiacente, inizialmente parte della stessa unità.
Qui puoi vedere il secondo appartamento frutto dalla frammentazione, Progetto Reveletion
Questa foto è stata scattata dalla finestra della cucina. Il volume bianco nasconde le colonne frigo e dispensa. L’arco, che c’era già, porta invece alla zona notte con le camere e i bagni.
Questa foto è stata invece scattata dal disimpegno dell’ingresso. Sulla sinistra vediamo le porte che conducono verso le stanze, sulla destra le porte che accompagnano ai bagni, separati da soluzioni specchiate. «L’ingresso originario, tipico delle case nobili di quell’epoca, era di dimensioni generose e misurava 20 m². Io ho scelto di ridurlo e di dividerlo a metà: una parte è stata riservata all’entrata, mentre nell’altra ho ricavato i servizi – spiega l’architetto – e ho applicato gli specchi sulle pareti a lato dei bagni per dare una sensazione di maggiore grandezza».
PRIMA. Vista dall’ingresso.
PRIMA. L’ingresso fotografato dalla sala da pranzo.
La libreria a parete sullo sfondo arreda il disimpegno dell’ingresso che, rispetto all’immagine, rimane sulla sinistra, dietro l’angolo.
Questa foto mostra i bagni fotografati dalla camera da letto principale.
La struttura in ferro che vediamo in alto è il letto: «Ho scelto di soppalcarlo perché chi entra in casa deve attraversare il corridoio per arrivare all’ambiente giorno e, quindi, passa davanti alle stanze: non volevo che vedesse i letti – puntualizza l’architetto – e penso che le porte delle stanze debbano rimanere aperte perché il corridoio è cieco mentre così sembra più ampio e luminoso».
La struttura in ferro che vediamo in alto è il letto: «Ho scelto di soppalcarlo perché chi entra in casa deve attraversare il corridoio per arrivare all’ambiente giorno e, quindi, passa davanti alle stanze: non volevo che vedesse i letti – puntualizza l’architetto – e penso che le porte delle stanze debbano rimanere aperte perché il corridoio è cieco mentre così sembra più ampio e luminoso».
PRIMA. L’ambiente che ora è occupato dalle stanze.
PRIMA. Un’altra immagine della stessa camera.
La camera da letto misura 17,3 m² . La pavimentazione e l’affresco sono originari; la struttura del soppalco è in legno d’abete e in ferro.
L’altra camera, che non vediamo, è stata progettata come la principale, ha dimensioni però diverse: misura 12,8 m².
L’altra camera, che non vediamo, è stata progettata come la principale, ha dimensioni però diverse: misura 12,8 m².
Il parquet del bagno è stato acquistato in un negozio che recupera e rivende anche vecchie pavimentazioni. I listelli sono stati levigati in modo che la finitura fosse il più simile possibile a quella delle altre stanze.
Il soffitto di questo ambiente ha un’altezza di 2,40 m. «Ho potuto ricavare una botola chiusa con cerniere metalliche da sfruttare come ripostiglio. Ho poi usato pannelli in legno per chiudere questa soluzione. Ho scelto l’abete perché è più economico del rovere o del noce».
La doccia è stata pensata come una nicchia, per questo qui l’altezza s’abbassa.
Piatto doccia: Fiora
Il soffitto di questo ambiente ha un’altezza di 2,40 m. «Ho potuto ricavare una botola chiusa con cerniere metalliche da sfruttare come ripostiglio. Ho poi usato pannelli in legno per chiudere questa soluzione. Ho scelto l’abete perché è più economico del rovere o del noce».
La doccia è stata pensata come una nicchia, per questo qui l’altezza s’abbassa.
Piatto doccia: Fiora
Il piano sul quale appoggia il lavabo richiama il top della cucina: è sempre in granito nero. Le pareti della doccia, come il paraschizzi dietro il lavabo, sono state rivestite con piastrelle di mosaico 2x2 cm.
Questa stanza, come le altre, alterna il bianco, illuminante, al grigio che porta eleganza.
Rivestimento doccia e paraschizzi: Mosaico Ceramico di Appiani; lavabo: Ceramica Flaminia
Questa stanza, come le altre, alterna il bianco, illuminante, al grigio che porta eleganza.
Rivestimento doccia e paraschizzi: Mosaico Ceramico di Appiani; lavabo: Ceramica Flaminia
«Nel bagno più piccolo, dove prima c’era l’ingresso, ho ricreato parte del mobile cucina. All’interno ho potuto nascondere la lavasciuga – spiega l’architetto – mentre alle spalle del lavello c’è la finestra che dà sull’ingresso e ai lati ho posizionato gli specchi».
Le pareti, che in tutto l’appartamento sono di colore grigio, qui sono di una tonalità leggermente più scura: «Questa stanza è un ambiente più piccolo, quindi più intimo, e perciò i colori più scuri mi sono sembrati più indicati».
Il soffitto di questa stanza è stato controsoffittato con abete e ferro. «Sulla sinistra è più basso poiché dà verso il corridoio e volevo che fosse meno ingombrante possibile, sulla destra ho invece sfruttato tutta l’altezza per renderlo più confortevole».
Lavabo: Ceramica Flaminia
Tocca a te! Ti piace questa casa?
Nella nostra rubrica Le Case di Houzz proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz. Se vuoi mostrarci il tuo lavoro, carica le foto sul tuo profilo Houzz e invia il link insieme a una breve descrizione del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
Le pareti, che in tutto l’appartamento sono di colore grigio, qui sono di una tonalità leggermente più scura: «Questa stanza è un ambiente più piccolo, quindi più intimo, e perciò i colori più scuri mi sono sembrati più indicati».
Il soffitto di questa stanza è stato controsoffittato con abete e ferro. «Sulla sinistra è più basso poiché dà verso il corridoio e volevo che fosse meno ingombrante possibile, sulla destra ho invece sfruttato tutta l’altezza per renderlo più confortevole».
Lavabo: Ceramica Flaminia
Tocca a te! Ti piace questa casa?
Nella nostra rubrica Le Case di Houzz proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz. Se vuoi mostrarci il tuo lavoro, carica le foto sul tuo profilo Houzz e invia il link insieme a una breve descrizione del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
Chi ci abita: Una coppia
Dove: Torino, quartiere residenziale
Anno di costruzione: 1870
Anno di ristrutturazione: 2016
Architetto: Jacopo Rossetti di Officina 8 A
Superficie: 130 m²
Costo della ristrutturazione: 750 euro al m², esclusi gli arredi
Il particolare interessante: l’ambiente giorno è unico; la committenza non voleva una cucina classica. Vedremo nelle prossime foto la soluzione adottata: ingegnosa, disegnata direttamente da Rossetti e realizzata da un falegname, ha tutti gli elettrodomestici e le colonne contenitive così ben mimetizzate da sembrare un mobile da soggiorno. Anche le camere sono interessanti; vedremo in dettaglio nelle foto successive l’idea realizzata dall’architetto: i letti sono stati soppalcati così che, passando davanti alla porta d’entrata, non si vedessero. Il fine era progettare un appartamento elegante e minimale.