Restauro Conservativo? 2 Progetti dei Pro Rispondono Così
Una masseria in campagna e uno storico palazzo veneto tornano a vivere tra recupero di elementi locali e scelte moderne
Due professionisti di Houzz presentano altrettanti progetti di restauro conservativo. L’architetto Riccardo Rinaldi racconta come ha ristrutturato e ampliato un’antica masseria terremotata negli anni ‘80, recuperando e pulendo i ciottoli di terra e acqua che decoravano le pareti. Per creare una continuità di stile con il passato, i capitelli mancanti sono stati sostituiti con mattoni presi da un’altra cascina della zona.
L’architetto Angelo Cipriano, invece, ha seguito la trasformazione di un vecchio palazzo nobile a Padova e l’ha ristrutturando prendendo a modelli i palazzi veneziani, affiancando a dettagli d’epoca, vedi le mattonelle che creano degli inserti sul pavimento, progetti più moderni, per esempio la cucina di sua creazione.
Scopri di più su questi lavori.
L’architetto Angelo Cipriano, invece, ha seguito la trasformazione di un vecchio palazzo nobile a Padova e l’ha ristrutturando prendendo a modelli i palazzi veneziani, affiancando a dettagli d’epoca, vedi le mattonelle che creano degli inserti sul pavimento, progetti più moderni, per esempio la cucina di sua creazione.
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Qui c’era una parete intonacata: «Nella parte superiore abbiamo recuperato i ciottoli originari e, poi, abbiamo ristrutturato il camino che inizialmente non aveva questa linea rettangolare, ma presentava diversi elementi scoscesi caratteristici degli anni ‘80. Abbiamo pulito e rifugato gli interstizi, l’intonaco era rovinato. L’abbiamo ripristinato e abbiamo fruttato la nicchia per integrare una nuova ala dove posizionare la cucina che prima era insieme al soggiorno».
Gli arredi sono stati ereditati dalla committenza e portati qui.
Gli arredi sono stati ereditati dalla committenza e portati qui.
«Nella nuova ala ho scelto di realizzare un tetto in legno che riprendesse i materiali delle altre zone della masseria. Qui è stato montato il lampadario che era prima nella camera padronale per creare un contrasto forte grazie al colore pastello».
Clicca qui e accedi a Project Match, il servizio gratuito di Houzz che ti mette in contatto con un esperto della ristrutturazione edilizia della tua zona
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Alla scala si accedeva prima dall’esterno, mentre ora si accede dall’interno. Siamo di fronte alla cucina. Questa soluzione ha permesso di collegare la zona notte e la zona giorno. «La masseria ha tutte murature portanti, la struttura è stata terremotata, pertanto non era possibile aprire ulteriori varchi. Abbiamo nuovamente pulito la parete, recuperato il profilo dei ciottoli e, dove mancavano i capitelli, siamo riusciti a integrarli con mattoni di recupero presi da una vecchia cascina della zona».
Questa foto mostra il corridoio prima murato, ora aperto in fondo per poter accedere alla nuova ala. La pavimentazione aveva problemi di spessore, le quote erano diverse, per cui non è stato possibile posizionare una pietra antica, ma è stata scelta una versione in gres porcellanato.
Un particolare della camera da letto. I mobili della stanza e in generale della masseria sono stati carteggiati, trattati con l’antitarlo e ripassati con resina opaca all’acqua.
Uno dei pochi arredi realizzati: la lampada a muro. Si tratta di un setaccio riutilizzato proprio per ricreare un gioco di penombra.
Uno dei pochi arredi realizzati: la lampada a muro. Si tratta di un setaccio riutilizzato proprio per ricreare un gioco di penombra.
Il portone della nuova ala riprende lo stile della masseria. «Si tratta di un portone in legno e ferro dove abbiamo scelto di applicare delle cerniere che permettono alle ante di scorrere e di impacchettarsi una volta aperto. Una scelta necessaria per permettere al portoncino di non arretrare rispetto all’architrave in fase d’apertura».
Colpo d’occhio
Chi ci abita: una coppia, marito e moglie
Dove: in centro a Padova
Anno dei lavori: 2006 a 2014
Architetto: Angelo Cipriano
Superficie: il salone centrale misura 200 m² (sono circa 3,7 m di larghezza per 16 di lunghezza). L’unità al piano primo misura quasi 190 m². La cucina ne misura 26, le camere 21 e 19, i bagni vanno sono dai 4 ai 7 m² .
Costo dei lavori: 12.500 (costo delle spese tecniche di tutti i professionisti intervenuti) a cui aggiungerne 1.500 euro per i permessi comunali,
150.000 euro (il costo complessivo del progetto).
Siamo a Padova, in un palazzo storico che negli anni è stato più volte ristrutturato in funzione delle diverse esigenze della famiglia. L’appartamento che vediamo nelle foto è stato ristudiato dall’architetto nel 2013, quando il figlio della proprietaria si è sposato e ha traslocato dalla soffitta al piano nobile del palazzo, il primo piano.
«Abbiamo scelto di aprire il soggiorno e di realizzare un unico ambiente che richiamasse l’idea dei saloni presenti nei nobili palazzi veneziani la cui pianta era divisa in tre ale. Abbiamo ricreato la stessa struttura: un’ala centrale, una che affaccia sulla strada e una sul cortile».
La foto mostra il portone d’entrata. I mobili bianchi sono stati realizzati su disegno dell’architetto e dividono la zona giorno dalla zona notte. La parte centrale dell’armadio, infatti, ha la funzione di guardaroba; mentre i pannelli laterali si aprono e portano alla camera da letto (li vedremo aperti nelle prossime foto).
Nell’ala centrale il tetto è stato ribassato, sono stati posizionate delle putrelle a sostegno della struttura. Per valorizzare questo punto dell’abitazione, è stato scelto un faretto profondo con luce dorata che inquadra il dettaglio del pavimento: è stato ricreato un tappeto con le mattonelle originali degli anni ‘20.
I mobili sono stati ereditati.
Chi ci abita: una coppia, marito e moglie
Dove: in centro a Padova
Anno dei lavori: 2006 a 2014
Architetto: Angelo Cipriano
Superficie: il salone centrale misura 200 m² (sono circa 3,7 m di larghezza per 16 di lunghezza). L’unità al piano primo misura quasi 190 m². La cucina ne misura 26, le camere 21 e 19, i bagni vanno sono dai 4 ai 7 m² .
Costo dei lavori: 12.500 (costo delle spese tecniche di tutti i professionisti intervenuti) a cui aggiungerne 1.500 euro per i permessi comunali,
150.000 euro (il costo complessivo del progetto).
Siamo a Padova, in un palazzo storico che negli anni è stato più volte ristrutturato in funzione delle diverse esigenze della famiglia. L’appartamento che vediamo nelle foto è stato ristudiato dall’architetto nel 2013, quando il figlio della proprietaria si è sposato e ha traslocato dalla soffitta al piano nobile del palazzo, il primo piano.
«Abbiamo scelto di aprire il soggiorno e di realizzare un unico ambiente che richiamasse l’idea dei saloni presenti nei nobili palazzi veneziani la cui pianta era divisa in tre ale. Abbiamo ricreato la stessa struttura: un’ala centrale, una che affaccia sulla strada e una sul cortile».
La foto mostra il portone d’entrata. I mobili bianchi sono stati realizzati su disegno dell’architetto e dividono la zona giorno dalla zona notte. La parte centrale dell’armadio, infatti, ha la funzione di guardaroba; mentre i pannelli laterali si aprono e portano alla camera da letto (li vedremo aperti nelle prossime foto).
Nell’ala centrale il tetto è stato ribassato, sono stati posizionate delle putrelle a sostegno della struttura. Per valorizzare questo punto dell’abitazione, è stato scelto un faretto profondo con luce dorata che inquadra il dettaglio del pavimento: è stato ricreato un tappeto con le mattonelle originali degli anni ‘20.
I mobili sono stati ereditati.
«Siamo riusciti a recuperare gli stucchi a soffitto degli anni ‘20-’30. Li abbiamo ripuliti, abbiamo passato un prodotto per sbiancarli, ma abbiamo scelto di lasciare una patina chiara che richiamasse l’epoca storica».
La facciata era caratterizzata da trifore con capitelli realizzate con la pietra di Nanto: «Nanto è una città vicino a Vicenza. Qui nasce questo materiale tenero che, col tempo, rischia di deteriorarsi. Per recuperarle, abbiamo chiesto la collaborazione di una ditta specializzata che ha ripulito finestre e facciate e ha ripristinato la pietra dove non c’era più, utilizzando sempre la medesima polvere».
In origine le lunette superiori delle finestre erano chiuse. Negli anni ‘40 qui erano state fissate delle tapparelle: «Ho scelto di sostituire le tapparelle con degli infissi in legno aprendo le lunette e, così, ho portato più luce naturale nel grande ambiente».
Il soggiorno è a sinistra dell’entrata.
La facciata era caratterizzata da trifore con capitelli realizzate con la pietra di Nanto: «Nanto è una città vicino a Vicenza. Qui nasce questo materiale tenero che, col tempo, rischia di deteriorarsi. Per recuperarle, abbiamo chiesto la collaborazione di una ditta specializzata che ha ripulito finestre e facciate e ha ripristinato la pietra dove non c’era più, utilizzando sempre la medesima polvere».
In origine le lunette superiori delle finestre erano chiuse. Negli anni ‘40 qui erano state fissate delle tapparelle: «Ho scelto di sostituire le tapparelle con degli infissi in legno aprendo le lunette e, così, ho portato più luce naturale nel grande ambiente».
Il soggiorno è a sinistra dell’entrata.
Per la pavimentazione è stato incollato un parquet anni ‘70, posizionato a lisca di pesce, sopra le mattonelle originali. Il quadro alla parete, del ‘600, apparteneva alla famiglia, è stato restaurato.
L’immagine mostra la sala da pranzo, a sinistra dell’ingresso.
L’immagine mostra la sala da pranzo, a sinistra dell’ingresso.
La cucina è stata disegnata dall’architetto. «Le ante sono laccate bianche, il piano è in corian bianco, mentre per le gole ho scelto una lamiera che richiamasse l’effetto ruggine per creare contrasto. Per il paraschizzi invece ho optato per uno smalto che riprendesse il colore scuro».
«La committenza non voleva che rimanessero a vista le travi del ‘700, che erano rovinate, per cui ho scelto di realizzare un controsoffitto. I soffitti sono alti 3 metri (in alcuni punti dell’abitazione arrivano a 3,40 m), questo lavoro ha permesso di illuminare più da vicino, quindi meglio, il piano della cucina. Inoltre, è stato necessario inserire nel controsoffitto dell’isolante naturale, per isolare la stanza dai rumori del piano superiore».
I faretti sono stati realizzati dal proprietario, appassionato di arte pop (nella parte superiore sono fissati con un vecchio CD),
«La committenza non voleva che rimanessero a vista le travi del ‘700, che erano rovinate, per cui ho scelto di realizzare un controsoffitto. I soffitti sono alti 3 metri (in alcuni punti dell’abitazione arrivano a 3,40 m), questo lavoro ha permesso di illuminare più da vicino, quindi meglio, il piano della cucina. Inoltre, è stato necessario inserire nel controsoffitto dell’isolante naturale, per isolare la stanza dai rumori del piano superiore».
I faretti sono stati realizzati dal proprietario, appassionato di arte pop (nella parte superiore sono fissati con un vecchio CD),
Nell’immagine uno dei tre bagni dell’appartamento. In ciascuna di queste tre stanze sono state recuperate le mattonelle originali e posate a pavimento.
Le nicchie presenti nei muri sono stati sfruttate per ricavare un piccolo armadio contenitore
Le nicchie presenti nei muri sono stati sfruttate per ricavare un piccolo armadio contenitore
La foto mostra il mobile all’entrata. Sono state aperte le ante laterali che portano alla zona notte (le abbiamo viste chiuse nella prima immagine)
Nell’immagine è possibile vedere una vecchia porta: è stata ristrutturata e dipinta con effetto decoupage.
Nell’immagine è possibile vedere una vecchia porta: è stata ristrutturata e dipinta con effetto decoupage.
La camera da letto è stata realizzata su due livelli. I gradini portano alla cabina armadio e tutti si aprono come fossero dei cassetti, sotto l’ultima pedata c’è invece una botola utilizzata sempre per riporre vestiti.
Tocca a te! Quale progetto preferisci? Hai domande per i pro? Scrivile nei Commenti qui Sotto!
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Chi ci abita: una famiglia di Altamura
Dove: Agro di Irsina (provincia di Matera)
Anno dei lavori: dal 2015 al 2018
Architetto: CO.GE.I di Riccardo Rinaldi
Superficie: il piano terra misura 150 m² così come il piano superiore, mentre la nuova ala ha una superficie di 200 m²
Costo dei lavori: 300mila euro
Siamo in Basilicata in una vecchia masseria, Masseria Verrascina, che ha subìto il terremoto degli anni ‘80. L’architetto è intervenuto sulla struttura e l’ha ampliata. «Questo luogo è sempre stato un centro agricolo abitato dalla proprietà, una famiglia di Altamura, che nei tre mesi estivi si trasferiva qui».
La foto mostra la sala da pranzo. «Abbiamo ripulito la parete principale, abbiamo potuto recuperare i ciottoli di fiume e terra che da sempre la caratterizzavano e abbiamo ripulito le fughe. Abbiamo svolto un importante lavoro di pulizia. I buchi che vediamo sostenevano le balle di fieno. Al centro, per dare stabilità alla parete, è stato necessario chiudere l’apertura».
I soffitti sono generosi, hanno un’altezza di quasi 5 metri.