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Ristrutturare
5 Bagni Italiani con Una Doccia Passante (Che Funzionano Bene!)
La doccia passante è una buona idea? Sì, confermano i committenti che, dopo averla sperimentata, sono soddisfatti
La doccia passante è una soluzione progettuale che tende a lasciare perplessi. Spesso appare come un compromesso, eppure può essere molto vantaggiosa in termini di ottimizzazione dello spazio. Ecco perché ci siamo confrontati con alcuni architetti che hanno scelto questa soluzione nei loro progetti, per capirne le motivazioni ma anche scoprire gli eventuali feedback dei committenti.
2. La doccia passante per accedere alla lavanderia
Dove: Milano
Anno di ristrutturazione: 2017
Architetto: Tommaso Giunchi
In questo progetto, invece, la doccia passante collega il bagno padronale con un bagno/lavanderia per sfruttare al massimo la luce naturale che proviene da quest’ultimo. Rendendolo, all’occorrenza, più completo e utile.
«Grazie al sistema di ante dei box doccia, i due ambienti possono comunque essere completamente isolati e separati acusticamente» spiega l’architetto Tommaso Giunchi, autore del progetto. E aggiunge: «Ho usato la doccia passante anche in altri progetti, serve come elemento di collegamento tra un bagno finestrato e uno cieco, per portare luce e aria al secondo, lasciando invece chiusa la visibilità. Quindi lo definirei un filtro che permette il passaggio di luce e aria ma separa visivamente i due ambienti. Altro motivo per ricorrere a questa soluzione è dare al cliente una bella doccia grande piuttosto di due piccole».
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Dove: Milano
Anno di ristrutturazione: 2017
Architetto: Tommaso Giunchi
In questo progetto, invece, la doccia passante collega il bagno padronale con un bagno/lavanderia per sfruttare al massimo la luce naturale che proviene da quest’ultimo. Rendendolo, all’occorrenza, più completo e utile.
«Grazie al sistema di ante dei box doccia, i due ambienti possono comunque essere completamente isolati e separati acusticamente» spiega l’architetto Tommaso Giunchi, autore del progetto. E aggiunge: «Ho usato la doccia passante anche in altri progetti, serve come elemento di collegamento tra un bagno finestrato e uno cieco, per portare luce e aria al secondo, lasciando invece chiusa la visibilità. Quindi lo definirei un filtro che permette il passaggio di luce e aria ma separa visivamente i due ambienti. Altro motivo per ricorrere a questa soluzione è dare al cliente una bella doccia grande piuttosto di due piccole».
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3. Una doccia condivisa per avere due bagni completi
Dove: Como
Anno di ristrutturazione: 2019
Architetto: Chantal Forzatti
La committente di questa ristrutturazione abita con la figlia e ha chiesto all’architetta Chantal Forzatti di creare due bagni completi. «Ma lo spazio non era sufficiente a ricavare due bagni con doccia, ecco perché abbiamo optato per la doccia condivisa», racconta l’architetta. Forzatti spiega anche che all’inizio la committente non era molto convinta di questa proposta ma dopo aver visto i disegni ha accettato. La doccia presenta un doppio accesso, ciascuno relativo a un bagno, e porte in cristallo opaco. Le pareti del box doccia non sono a tutta altezza, per massimizzare la circolazione della luce naturale a favore del bagno più interno che non ha finestra. Questa soluzione comporta una minore privacy ma per madre e figlia non ha rappresentato un problema e a distanza di qualche anno, il riscontro dato all’architetta sull’utilizzo della doccia passante è più che positivo. Dal punto di vista dello stile, infine, è stata fatta una scelta di continuità e sono stati utilizzati stessi colori e rivestimenti per entrambi i bagni.
Dove: Como
Anno di ristrutturazione: 2019
Architetto: Chantal Forzatti
La committente di questa ristrutturazione abita con la figlia e ha chiesto all’architetta Chantal Forzatti di creare due bagni completi. «Ma lo spazio non era sufficiente a ricavare due bagni con doccia, ecco perché abbiamo optato per la doccia condivisa», racconta l’architetta. Forzatti spiega anche che all’inizio la committente non era molto convinta di questa proposta ma dopo aver visto i disegni ha accettato. La doccia presenta un doppio accesso, ciascuno relativo a un bagno, e porte in cristallo opaco. Le pareti del box doccia non sono a tutta altezza, per massimizzare la circolazione della luce naturale a favore del bagno più interno che non ha finestra. Questa soluzione comporta una minore privacy ma per madre e figlia non ha rappresentato un problema e a distanza di qualche anno, il riscontro dato all’architetta sull’utilizzo della doccia passante è più che positivo. Dal punto di vista dello stile, infine, è stata fatta una scelta di continuità e sono stati utilizzati stessi colori e rivestimenti per entrambi i bagni.
4. La doccia passante che nasconde i sanitari alla vista
Dove: Napoli
Anno di ristrutturazione: 2016
Architetto: Ada Catapano
Siamo nel bagno padronale con accesso dalla camera da letto, di un appartamento napoletano. L’architetta Ada Catapano, che abita la casa, spiega: «Ho optato per la doccia passante a causa della dimensione molto ridotta del bagno: 140x200 cm. Dovevo scegliere se avere sul fondo del bagno un piano lavabo da 140 cm oppure una doccia della stessa misura: la doccia passante mi ha consentito di avere entrambi». Il bagno non ha la porta e la vetrata della doccia ha anche la funzione di mascherare la vista del water dall’ingresso in modo più efficace e leggero rispetto a un lavabo. Il vantaggio è quindi avere la comodità di una doccia e di un piano lavabo entrambi ampi, anche in un bagno così piccolo. «L’unica piccola scomodità – prosegue – può essere data dal fatto che appena usata la doccia, per utilizzare il bagno, si deve attraversare il piatto doccia bagnato. Per questo motivo ho optato per un piatto doccia dogato in teak con zigrinatura antiscivolo: non si creano pozze di acqua perché questa scorre via velocemente nella vasca incassata e non c’è il rischio di scivolare. Io la trovo una soluzione magnifica!».
Dove: Napoli
Anno di ristrutturazione: 2016
Architetto: Ada Catapano
Siamo nel bagno padronale con accesso dalla camera da letto, di un appartamento napoletano. L’architetta Ada Catapano, che abita la casa, spiega: «Ho optato per la doccia passante a causa della dimensione molto ridotta del bagno: 140x200 cm. Dovevo scegliere se avere sul fondo del bagno un piano lavabo da 140 cm oppure una doccia della stessa misura: la doccia passante mi ha consentito di avere entrambi». Il bagno non ha la porta e la vetrata della doccia ha anche la funzione di mascherare la vista del water dall’ingresso in modo più efficace e leggero rispetto a un lavabo. Il vantaggio è quindi avere la comodità di una doccia e di un piano lavabo entrambi ampi, anche in un bagno così piccolo. «L’unica piccola scomodità – prosegue – può essere data dal fatto che appena usata la doccia, per utilizzare il bagno, si deve attraversare il piatto doccia bagnato. Per questo motivo ho optato per un piatto doccia dogato in teak con zigrinatura antiscivolo: non si creano pozze di acqua perché questa scorre via velocemente nella vasca incassata e non c’è il rischio di scivolare. Io la trovo una soluzione magnifica!».

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5. La zona doccia passante e con pavimento in teak
Dove: Milano
Anno di ristrutturazione: 2019
Progettista: architetta Paola Traversa e ingegnere Eugenio Gargioni di Eugadesign Studio
In questo bagno, invece, l’architetta ha inserito una doccia passante per evitare di avere la finestra all’interno della doccia, in fondo alla stanza. Paola Traversa, autrice del progetto insieme all’ingegnere Eugenio Gargioni racconta: «Si voleva anche creare un ambiente rilassante con colori e materiali naturali e con un mobile lavabo comodo, quindi per la doccia è stato realizzato su disegno un carabottino in legno teak removibile. In questo modo dopo aver fatto la doccia o per pulire il piatto sottostante si può sollevare in parte. Il feedback dopo qualche anno di uso è sempre positivo, anche perché essendo un bagno largo la parte di passaggio si bagna pochissimo».
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Dove: Milano
Anno di ristrutturazione: 2019
Progettista: architetta Paola Traversa e ingegnere Eugenio Gargioni di Eugadesign Studio
In questo bagno, invece, l’architetta ha inserito una doccia passante per evitare di avere la finestra all’interno della doccia, in fondo alla stanza. Paola Traversa, autrice del progetto insieme all’ingegnere Eugenio Gargioni racconta: «Si voleva anche creare un ambiente rilassante con colori e materiali naturali e con un mobile lavabo comodo, quindi per la doccia è stato realizzato su disegno un carabottino in legno teak removibile. In questo modo dopo aver fatto la doccia o per pulire il piatto sottostante si può sollevare in parte. Il feedback dopo qualche anno di uso è sempre positivo, anche perché essendo un bagno largo la parte di passaggio si bagna pochissimo».
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Dove: Torino
Anno di ristrutturazione: 2017
Architetto: Unduo Laboratorio di Architettura (Angela Tomasello, Paolo Delponte, Andrea Zanero)
Quando lo spazio a disposizione non consente di avere due bagni completi la doccia passante è una valida soluzione. Ed è quello che è successo in questo progetto, in cui la doccia è condivisa da bagno padronale e bagno ospiti. Nell’immagine vediamo, a sinistra, il lavabo del bagno in camera e a destra la doccia passante che ha due porte di cristallo satinato per garantire la privacy ai due bagni. In fondo a destra, si trova il lavabo del bagno ospiti, di fronte al quale – non visibile – si trova il wc. «Questa soluzione ha permesso di avere due bagni completi e di fare in modo che entrambi godessero di luce naturale – filtrata dal cristallo del box doccia», spiegano gli architetti. Tra i due bagni è stato anche creato un legame cromatico: stessi colori ma usati per elementi diversi.
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