Quando È Meglio Demolire
Cosa fare di un vecchio edificio? Abbiamo chiesto a tre professionisti su Houzz come conservare bellezza e memoria
Conservare e restaurare oppure demolire e ricostruire? È questo il dilemma di fronte al quale ci troviamo quando affrontiamo la ristrutturazione di un edificio d’epoca, o di parte di esso. Abbiamo chiesto a tre professionisti di Houzz di guidarci per capire meglio quando sia opportuno optare per la seconda soluzione, più drastica, ma talvolta inevitabile. E abbiamo scoperto che il nuovo, talvolta, può essere ancora più interessante del vecchio.
Consigli professionali di:
Consigli professionali di:
- Giorgio Balestra, architetto (prov. di Ancona)
- Sara Pizzo, architetto (prov. di Cuneo)
- Luca Petrone, architetto del Gruppo Building (Torino)
Sara Pizzo parla di porzioni, perché non è detto che tutto l’edificio si trovi nelle stesse condizioni. Spesso, infatti, le diverse parti dell’edificio si trovano in condizioni disomogenee. Sarà opportuno, dunque, interpellare un ingegnere strutturista che attraverso appositi strumenti e calcoli faccia una valutazione tecnica «Al fine di garantire un intervento a regola d’arte anche in tema di sicurezza e stabilità», specifica l’architetto Luca Petrone.
In caso di demolizione parziale, facciamo convivere il vecchio con il nuovo
Se dobbiamo demolire solo una parte della struttura e ricostruirla, l’obiettivo sarà individuare il modo giusto per integrare il nuovo nel vecchio.
L’opinione di Luca Petrone: «Uno stile dichiaratamente contemporaneo accostato all’originale trasmette una sincerità e una trasparenza che preferisco al cosiddetto “falso storico”».
Se dobbiamo demolire solo una parte della struttura e ricostruirla, l’obiettivo sarà individuare il modo giusto per integrare il nuovo nel vecchio.
L’opinione di Luca Petrone: «Uno stile dichiaratamente contemporaneo accostato all’originale trasmette una sincerità e una trasparenza che preferisco al cosiddetto “falso storico”».
La ricostruzione non deve essere una brutta copia dell’originale
Ciò che Petrone definisce “falso storico”, ossia un’imitazione del passato, deve essere evitato anche in caso di demolizione e ricostruzione totale. Il rischio è di creare una copia che non sarà comunque all’altezza dell’originale. Per non sbagliare, Sara Pizzo non ha dubbi: «Meglio optare per uno stile diverso e contemporaneo, senza superfetazioni, purché semplice ed elegante».
Ciò che Petrone definisce “falso storico”, ossia un’imitazione del passato, deve essere evitato anche in caso di demolizione e ricostruzione totale. Il rischio è di creare una copia che non sarà comunque all’altezza dell’originale. Per non sbagliare, Sara Pizzo non ha dubbi: «Meglio optare per uno stile diverso e contemporaneo, senza superfetazioni, purché semplice ed elegante».
Demolire non significa tradire, ricostruire non significa sminuire
Costretti a demolire, tendiamo a pensare che il nuovo sarà meno interessante del vecchio, ma non è detto che sia così, soprattutto se, in fase progettuale, ci concediamo il tempo necessario per studiare il luogo, il contesto, la sua storia e le sue caratteristiche morfologiche. «La storia e il legame con il luogo – spiega l’architetto Giorgio Balestra – possono tornare attraverso una genesi planimetrica che parta da ciò che lo circonda o da tipologie tradizionali sviluppate e adattate alle esigenze contemporanee».
Costretti a demolire, tendiamo a pensare che il nuovo sarà meno interessante del vecchio, ma non è detto che sia così, soprattutto se, in fase progettuale, ci concediamo il tempo necessario per studiare il luogo, il contesto, la sua storia e le sue caratteristiche morfologiche. «La storia e il legame con il luogo – spiega l’architetto Giorgio Balestra – possono tornare attraverso una genesi planimetrica che parta da ciò che lo circonda o da tipologie tradizionali sviluppate e adattate alle esigenze contemporanee».
Materiali e tecniche per conservare la memoria del luogo
Dalla planimetria, dunque, che può rievocare quella originaria o integrarsi meglio di essa nel contesto, passiamo ad aspetti più specifici, come spiega Balestra: «Si rispetta il passato attraverso la riproposizione delle tecniche costruttive originarie o attraverso il recupero e riutilizzo dei materiali; persino segni del tempo come porzioni di intonaco degradato o residui di colori esistenti possono essere testimonianze del passato da conservare».
Dalla planimetria, dunque, che può rievocare quella originaria o integrarsi meglio di essa nel contesto, passiamo ad aspetti più specifici, come spiega Balestra: «Si rispetta il passato attraverso la riproposizione delle tecniche costruttive originarie o attraverso il recupero e riutilizzo dei materiali; persino segni del tempo come porzioni di intonaco degradato o residui di colori esistenti possono essere testimonianze del passato da conservare».
La patina dovuta al tempo di cui parla Balestra è ciò che probabilmente rende affascinante ogni edificio d’epoca insieme, naturalmente, agli elementi architettonici di pregio che possono esserci. La buona notizia è che non siamo costretti a rinunciarvi, se siamo disposti a fare un lavoro di recupero dei materiali edilizi originali – quali pietre, fregi e porte – e a impiegarli nell’edificazione del nuovo. Ancora meglio se utilizziamo mano d’opera specializzata in grado di riproporre tecniche di costruzione storiche e tipiche del luogo.
Il presente conta quanto il passato
Se è vero, insomma, che vale sempre la pena di conservare ciò che ha valore architettonico, artistico e storico, è anche vero che talvolta non è possibile, soprattutto se il prezzo da pagare riguarda la sicurezza di un edificio e delle persone che vi abitano oltre alle sue prestazioni energetiche. Ecco perché la soluzione a cui tendere, come spiega Petrone, è «L’equilibrio tra la valorizzazione del vecchio, testimone assoluto del nostro passato, e la presentazione del nuovo, altrettanto importante testimone della nostra storia».
Ti è capitato di dover demolire e ricostruire? Quali difficoltà hai incontrato e come le hai risolte? Raccontacelo nei commenti.
Sei invece ha delle domande specifiche che riguardano casa tua, scrivi nella sezione Consigli e chiedi un parere alla Community di Houzz!
Se è vero, insomma, che vale sempre la pena di conservare ciò che ha valore architettonico, artistico e storico, è anche vero che talvolta non è possibile, soprattutto se il prezzo da pagare riguarda la sicurezza di un edificio e delle persone che vi abitano oltre alle sue prestazioni energetiche. Ecco perché la soluzione a cui tendere, come spiega Petrone, è «L’equilibrio tra la valorizzazione del vecchio, testimone assoluto del nostro passato, e la presentazione del nuovo, altrettanto importante testimone della nostra storia».
Ti è capitato di dover demolire e ricostruire? Quali difficoltà hai incontrato e come le hai risolte? Raccontacelo nei commenti.
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La stabilità dell’edificio è il criterio insindacabile a cui fare riferimento per decidere se una struttura può essere conservata oppure se, a causa della sua scarsa sicurezza, debba essere necessariamente abbattuta. Come spiega l’architetto Sara Pizzo: «Se ci sono parti crollate o irrimediabilmente compromesse dal punto di vista strutturale non è possibile effettuare un restauro conservativo su quelle porzioni».