Quanto Costa Lavorare con un Architetto?
Cosa (e quanto) aspettarsi dalla parcella di un architetto, spiegato direttamente dai progettisti,
Antonia Solari
19 ottobre 2022
Houzz Italia Contributor, sono architetto e giornalista professionista
Avere dei parametri di riferimento su quanto costa un architetto è un buon punto di partenza, quando si decide di contattare un progettista. Attraverso la testimonianza di chi lavora direttamente sul campo, vediamo quali sono le consuetudini e quali i parametri da rispettare per capire quanto spenderai una volta assunto un professionista.
I consigli professionali di:
Marco Ferrari, titolare di Ferrari Design 3.6.0., Milano
Susanna Tamborini, architetta di ESSEstudioarch, provincia di Varese
I consigli professionali di:
Marco Ferrari, titolare di Ferrari Design 3.6.0., Milano
Susanna Tamborini, architetta di ESSEstudioarch, provincia di Varese
1. La percentuale
Un primo, fondamentale, parametro da considerare è la percentuale, cioè quale fetta, rispetto al costo totale del progetto, è solitamente destinata all’architetto. «La percentuale giusta sarebbe il 10%. Le ristrutturazioni, per chiamarle tali, dovrebbero interessare tutta casa o l’appartamento, quindi la spesa si dovrebbe stabilire su un range medio di 50/70mila euro», racconta Susanna Tamborini.
Marco Ferrari sviluppa ulteriormente l’argomento, concordando sul 10% per lavori fino a 70mila euro, percentuale che poi subisce una decrescita proporzionale all’aumento del costo dell’intervento: «8% per lavori fino a 120mila euro e 6% per somme che superano i 120mila euro».
Un primo, fondamentale, parametro da considerare è la percentuale, cioè quale fetta, rispetto al costo totale del progetto, è solitamente destinata all’architetto. «La percentuale giusta sarebbe il 10%. Le ristrutturazioni, per chiamarle tali, dovrebbero interessare tutta casa o l’appartamento, quindi la spesa si dovrebbe stabilire su un range medio di 50/70mila euro», racconta Susanna Tamborini.
Marco Ferrari sviluppa ulteriormente l’argomento, concordando sul 10% per lavori fino a 70mila euro, percentuale che poi subisce una decrescita proporzionale all’aumento del costo dell’intervento: «8% per lavori fino a 120mila euro e 6% per somme che superano i 120mila euro».
2. I tariffari
Il tema dei tariffari è un po’ intricato, come spiega bene l’architetto Michele Abbate in questa discussione: “La storia relativa ai minimi tariffari è abbastanza lunga e complessa. Cerco di spiegarla in poche parole. Tempo fa esistevano i minimi tariffari al di sotto dei quali non si poteva andare mentre sopra sì; poi sono stati tolti in nome della concorrenza, dicendo che ciascun architetto poteva calcolare il suo compenso come riteneva più opportuno e ovviamente al ribasso. Poi è successo che ci sono stati svariati contenziosi in merito al mancato pagamento delle parcelle. Così, la giurisprudenza ha stabilito che ciascun architetto deve fare obbligatoriamente un preventivo e un contratto, utilizzando dei sofware specifici e che fanno obbligatoriamente riferimento ai tariffari da lei citati. Rimane però in essere l’argomento della concorrenza che viene esplicitata sotto forma di sconto (in percentuale) sia sul preventivo e sia sul contratto. Tale percentuale di sconto (in teoria e per la giurispudenza) la decide il professionista e sempre in teoria (poi ci sarebbero delle implicazioni di natura fiscale per il professionista), potrebbe anche essere pari al 100% e quindi tutto gratis”.
Il tema dei tariffari è un po’ intricato, come spiega bene l’architetto Michele Abbate in questa discussione: “La storia relativa ai minimi tariffari è abbastanza lunga e complessa. Cerco di spiegarla in poche parole. Tempo fa esistevano i minimi tariffari al di sotto dei quali non si poteva andare mentre sopra sì; poi sono stati tolti in nome della concorrenza, dicendo che ciascun architetto poteva calcolare il suo compenso come riteneva più opportuno e ovviamente al ribasso. Poi è successo che ci sono stati svariati contenziosi in merito al mancato pagamento delle parcelle. Così, la giurisprudenza ha stabilito che ciascun architetto deve fare obbligatoriamente un preventivo e un contratto, utilizzando dei sofware specifici e che fanno obbligatoriamente riferimento ai tariffari da lei citati. Rimane però in essere l’argomento della concorrenza che viene esplicitata sotto forma di sconto (in percentuale) sia sul preventivo e sia sul contratto. Tale percentuale di sconto (in teoria e per la giurispudenza) la decide il professionista e sempre in teoria (poi ci sarebbero delle implicazioni di natura fiscale per il professionista), potrebbe anche essere pari al 100% e quindi tutto gratis”.
Susanna Tamborini infatti esclude direttamente l’esistenza di un tariffario: «Il tariffario purtroppo non esiste, ed ecco perché a volte ci si scontra con colleghi che fanno preventivi sottostimati pur di prendere la commessa. A parere mio non si dovrebbe mai stare al di sotto di certe cifre, ma ahimè non è sempre così».
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3. I parametri che influenzano la tariffa
La complessità del progetto, la sua dimensione, il livello di finitura richiesto dal committente sono i primi parametri che determinano l’andamento della tariffa, strettamente concatenata al tempo che l’architetto ha dedicato al progetto.
Ne dà conferma Susanna Tamborini. «Essenzialmente il parametro è la mole di tempo che si deve dedicare al progetto, non è da sottovalutare soprattutto nell’ultimo periodo storico anche il comportamento del committente, la fiducia che ripone nel professionista. Il cliente, grazie al web, può esplorare da sé idee e tecniche costruttive. Questa manovra, però, il più delle volte non ha l’esito positivo che dovrebbe avere, in quanto l’architetto si scontra con la realtà del lavoro appaltato, il web invece esamina in modo “generico” il problema, mettendo spesso in cattiva luce il professionista, che deve affrontare le problematiche tecniche con chi tecnico non è…quindi la mole di tempo da dedicare aumenta esponenzialmente. Direi che nella parcella ci deve essere una piccola percentuale da dedicare a questo: alla comprensione delle tecniche costruttive da parte del committente».
La complessità del progetto, la sua dimensione, il livello di finitura richiesto dal committente sono i primi parametri che determinano l’andamento della tariffa, strettamente concatenata al tempo che l’architetto ha dedicato al progetto.
Ne dà conferma Susanna Tamborini. «Essenzialmente il parametro è la mole di tempo che si deve dedicare al progetto, non è da sottovalutare soprattutto nell’ultimo periodo storico anche il comportamento del committente, la fiducia che ripone nel professionista. Il cliente, grazie al web, può esplorare da sé idee e tecniche costruttive. Questa manovra, però, il più delle volte non ha l’esito positivo che dovrebbe avere, in quanto l’architetto si scontra con la realtà del lavoro appaltato, il web invece esamina in modo “generico” il problema, mettendo spesso in cattiva luce il professionista, che deve affrontare le problematiche tecniche con chi tecnico non è…quindi la mole di tempo da dedicare aumenta esponenzialmente. Direi che nella parcella ci deve essere una piccola percentuale da dedicare a questo: alla comprensione delle tecniche costruttive da parte del committente».
4. Esempi concreti
Considerando come riferimento il progetto per un appartamento di circa 100/120 metri quadrati e cercando di stimare un range di costi superando il concetto di percentuale e cercando di ‘spacchettare’ la somma, è bene prevedere quanto segue:
- circa 4mila euro per la fase di progetto;
- circa 3mila euro per la fase di realizzazione, cifra che dipende dalla fase cantieristica e dalla sua complessità.
Considerando come riferimento il progetto per un appartamento di circa 100/120 metri quadrati e cercando di stimare un range di costi superando il concetto di percentuale e cercando di ‘spacchettare’ la somma, è bene prevedere quanto segue:
- circa 4mila euro per la fase di progetto;
- circa 3mila euro per la fase di realizzazione, cifra che dipende dalla fase cantieristica e dalla sua complessità.
5. I costi accessori
Il committente, fra costi da sostenere, deve considerare la percentuale della cassa di previdenza a cui il professionista è iscritto se ha partita IVA; si tratta dell’Inarcassa e per gli architetti è pari al 4%. Per quanto riguarda l’IVA, dipende dal professionista, specificano da ESSEstudioarch: «Se ha aderito al sistema forfettario, l’IVA non viene applicata, se questo non è avvenuto l’IVA viene applicata ed è pari al 22%».
Marco Ferrari cita fra le spese da considerare anche quelle relative alle pratiche edilizie, ai permessi per il cantiere e alla sicurezza, non relative però alla parcella del progettista.
Il committente, fra costi da sostenere, deve considerare la percentuale della cassa di previdenza a cui il professionista è iscritto se ha partita IVA; si tratta dell’Inarcassa e per gli architetti è pari al 4%. Per quanto riguarda l’IVA, dipende dal professionista, specificano da ESSEstudioarch: «Se ha aderito al sistema forfettario, l’IVA non viene applicata, se questo non è avvenuto l’IVA viene applicata ed è pari al 22%».
Marco Ferrari cita fra le spese da considerare anche quelle relative alle pratiche edilizie, ai permessi per il cantiere e alla sicurezza, non relative però alla parcella del progettista.
6. Si può risparmiare?
Il rischio è dietro l’angolo perché, come spesso capita con le varie professionalità, ad ampi sconti corrisponde una diminuzione nella qualità del percorso: «Per risparmiare un 5/10% si rischia di affidare le proprie opere a un esecutore che tende a standardizzare e che può poi trovarsi in difficoltà, creando danni e allungamento dei tempi», mette in guardia Marco Ferrari.
Vuoi raccontarci la tua esperienza? Scrivici nei Commenti!
Il rischio è dietro l’angolo perché, come spesso capita con le varie professionalità, ad ampi sconti corrisponde una diminuzione nella qualità del percorso: «Per risparmiare un 5/10% si rischia di affidare le proprie opere a un esecutore che tende a standardizzare e che può poi trovarsi in difficoltà, creando danni e allungamento dei tempi», mette in guardia Marco Ferrari.
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Non mi piace che architetti prendano percentuale su materiali di alta categoria ad esempio, perché un architetto dovrebbe prendersi 10% su placche di acciaio costose? Cosa cambia rispetto a placche di plastica? Meglio invece accordarsi su una cifra tonda all' inizio, lasciando la libertà al committente di scegliere materiali e accessori anche in rete senza dover preoccuparsi che il tecnico ci mangi sopra
Trovo che la parcella ipotizzata per noi architetti, per una casa di 100/120 mq, di 7.000 € è bassissima.
Considerato che per quanto mi riguarda, oltre al progetto, la mia direzione dei lavori è pressoché quotidiana, disegno gli arredi, fatti realizzare su misura, e ogni particolare costruttivo, accompagno e assisto tecnicamente il cliente per la scelta di tutti i materiali... tutto questo per tutta la durata del cantiere che ,per l'esempio preso in esame, è di circa 4 mesi. Questo vuol dire che il compenso, a netto delle tasse è poco più di 1000 € al mese !
Mi chiedo quale architetto possa lavorare a queste cifre e soprattutto chi possa quantificare il nostro lavoro in questo modo !!!
Cordiali saluti