Architettura e design
Come Diventare un Collezionista di Design
Design da collezione ed editoriale, conoscerli per amore del bello e della qualità ma non solo
Il design è un grande ombrello sotto al quale si raccolgono molti tipi diversi di prodotto d’arredo: industriale, artigianale, riedizioni, edizioni limitate e pezzi unici, solo per citarne alcuni. E quando ci approcciamo a un nuovo progetto, o abbiamo l’esigenza di completare l’arredo di un ambiente, spesso partiamo dalla prima tipologia, sfogliando immagini su riviste oppure online e andando in giro per negozi alla ricerca di idee e di riferimenti sui costi. Per avere punti di riferimento su cui ragionare. Punti di riferimento più difficili da individuare quando ci si sposta nel campo del design da collezione e del design editoriale, che sono poco conosciuti e spesso spaventano per il costo. Domitilla Dardi, ideatrice e curatrice insieme a Emilia Petrucelli di Edit Napoli, prima fiera dedicata al design editoriale spiega: «È importante poter capire perché, rispetto a una produzione “di massa”, questo tipo di design ha un costo maggiore. Non basta dire “è di qualità” bisogna capire cosa significa. E quando si ha la possibilità di parlare con gli “editori” di questi prodotti loro ci spiegano esattamente dove sono andati a prendere i materiali utilizzati, quante persone ci hanno lavorato. L’obiettivo è essere consapevoli di ciò che si sta comprando, comprare meno ma comprare meglio. È l’unica possibilità di piccola rivoluzione che abbiamo».
Tutte le immagini sono di Serena Eller Vainicher
Tutte le immagini sono di Serena Eller Vainicher
Sedia Rodo di Paolo Marasi
…e può essere design contemporaneo oppure d’epoca
Può essere da collezione il nuovo così come l’antico. Nel primo caso rientrano le edizioni numerate e limitate, nel secondo si tratta di arredi prodotti nel passato con determinate caratteristiche che non saranno riprese in seguito.
Proprio come nel campo dell’arte, le gallerie sono i luoghi deputati al commercio di queste opere, accanto a grandi eventi di riferimento, in primis Design Miami, la principale fiera di settore che ha luogo a fine novembre e ha anche un’edizione a Basilea, a giugno. Così come Collectible, fiera specializzata nel design del ventunesimo secolo, che si tiene a marzo a Bruxelles.
…e può essere design contemporaneo oppure d’epoca
Può essere da collezione il nuovo così come l’antico. Nel primo caso rientrano le edizioni numerate e limitate, nel secondo si tratta di arredi prodotti nel passato con determinate caratteristiche che non saranno riprese in seguito.
Proprio come nel campo dell’arte, le gallerie sono i luoghi deputati al commercio di queste opere, accanto a grandi eventi di riferimento, in primis Design Miami, la principale fiera di settore che ha luogo a fine novembre e ha anche un’edizione a Basilea, a giugno. Così come Collectible, fiera specializzata nel design del ventunesimo secolo, che si tiene a marzo a Bruxelles.
Creazioni di Project 213A
Il design editoriale è una categoria in ascesa…
Negli ultimi anni è emersa e si è delineata una nuova categoria, definita “design editoriale”. La prima fiera dedicata a questo settore si chiama Edit Napoli ed è ideata e curata da Domitilla Dardi ed Emilia Petruccelli. La sua quarta edizione si è tenuta lo scorso ottobre – nelle immagini vediamo alcuni dei progetti presentati – ed è stata l’occasione per chiedere a Domitilla Dardi come si identifica il design editoriale.
Il design editoriale è una categoria in ascesa…
Negli ultimi anni è emersa e si è delineata una nuova categoria, definita “design editoriale”. La prima fiera dedicata a questo settore si chiama Edit Napoli ed è ideata e curata da Domitilla Dardi ed Emilia Petruccelli. La sua quarta edizione si è tenuta lo scorso ottobre – nelle immagini vediamo alcuni dei progetti presentati – ed è stata l’occasione per chiedere a Domitilla Dardi come si identifica il design editoriale.
Lavoro sul legno di Sordile
…e si trova a metà strada tra collezionismo e produzione di massa
«Il mondo editoriale si trova in mezzo tra collezionismo e produzione industriale – spiega – e nel passato veniva un po’ schiacciato da queste due realtà. Il mondo del collezionismo di sicuro ha molta attenzione alla qualità, però non ha la replicabilità, mentre il mondo industriale è esattamente l’opposto. Il mondo editoriale si trova nel mezzo: ricerca una qualità alta intesa soprattutto come attenzione ai materiali, e la produzione di filiera corta e trasparente, ma prevede la replicabilità del prodotto».
…e si trova a metà strada tra collezionismo e produzione di massa
«Il mondo editoriale si trova in mezzo tra collezionismo e produzione industriale – spiega – e nel passato veniva un po’ schiacciato da queste due realtà. Il mondo del collezionismo di sicuro ha molta attenzione alla qualità, però non ha la replicabilità, mentre il mondo industriale è esattamente l’opposto. Il mondo editoriale si trova nel mezzo: ricerca una qualità alta intesa soprattutto come attenzione ai materiali, e la produzione di filiera corta e trasparente, ma prevede la replicabilità del prodotto».
Poltrone di Nareg Krikorian
Il design editoriale è come il “biologico del design”
Per capire meglio, Donatella Dardi propone un confronto parallelo con il cibo biologico: «Sul cibo si è capito cosa vuol dire avere un prodotto di qualità. Il biologico fino a venti anni fa era un prodotto di nicchia per pochi adepti, adesso è distribuito in maniera più ampia e si trova quasi dappertutto. Perché abbiamo capito che ciò che introduciamo nel nostro corpo ci fa bene e quindi è stato attivato un meccanismo di consapevolezza per cui siamo disposti a spendere di più per un prodotto che sappiamo che ci fa bene. Nel mondo del design è la stessa cosa, se ci pensiamo. Siamo a contatto con i nostri oggetti, respiriamo i loro materiali, viviamo moltissima parte della nostra giornata a contatto con essi, e quindi sono parte del nostro paesaggio e del nostro vivere».
Che sia da collezione in senso stretto oppure editoriale, il buon design “nutre” la casa nel modo giusto, quindi. Non solo perché ha più “sapore” ma anche perché è prodotto con un approccio responsabile.
Il design editoriale è come il “biologico del design”
Per capire meglio, Donatella Dardi propone un confronto parallelo con il cibo biologico: «Sul cibo si è capito cosa vuol dire avere un prodotto di qualità. Il biologico fino a venti anni fa era un prodotto di nicchia per pochi adepti, adesso è distribuito in maniera più ampia e si trova quasi dappertutto. Perché abbiamo capito che ciò che introduciamo nel nostro corpo ci fa bene e quindi è stato attivato un meccanismo di consapevolezza per cui siamo disposti a spendere di più per un prodotto che sappiamo che ci fa bene. Nel mondo del design è la stessa cosa, se ci pensiamo. Siamo a contatto con i nostri oggetti, respiriamo i loro materiali, viviamo moltissima parte della nostra giornata a contatto con essi, e quindi sono parte del nostro paesaggio e del nostro vivere».
Che sia da collezione in senso stretto oppure editoriale, il buon design “nutre” la casa nel modo giusto, quindi. Non solo perché ha più “sapore” ma anche perché è prodotto con un approccio responsabile.
Collezione Mediterranea di Medaarch prodotti in bioplastica con stampante 3D
Cosa c’entra tutto questo con la sostenibilità?
La tracciabilità del processo produttivo di cui parla Domitilla Dardi è una garanzia di qualità per chi acquista. E in questo è anche una risorsa in favore di una maggiore sostenibilità. Un altro punto di incontro tra design editoriale e sostenibilità è la possibilità di fare sperimentazione e ricerca nell’ambito di materiali e processi più rispettosi dell’ambiente. Un approccio che richiede un lavoro congiunto di aziende e creativi.
La sostenibilità risiede sia nel processo che nel prodotto, che deve essere progettato per essere durevole sia dal punto di vista materiale che dal punto di vista estetico.
Cosa c’entra tutto questo con la sostenibilità?
La tracciabilità del processo produttivo di cui parla Domitilla Dardi è una garanzia di qualità per chi acquista. E in questo è anche una risorsa in favore di una maggiore sostenibilità. Un altro punto di incontro tra design editoriale e sostenibilità è la possibilità di fare sperimentazione e ricerca nell’ambito di materiali e processi più rispettosi dell’ambiente. Un approccio che richiede un lavoro congiunto di aziende e creativi.
La sostenibilità risiede sia nel processo che nel prodotto, che deve essere progettato per essere durevole sia dal punto di vista materiale che dal punto di vista estetico.
Contenitori di Sofie Leenen
Longevità estetica e ricerca
A questo proposito, la designer Hella Jongerius, in un recente intervento promosso nell’ambito della settimana del design danese dal World Hope Forum – organizzazione attiva nel contrasto al cambiamento climatico – ha portato all’attenzione la questione della “longevità estetica” sottolineando l’importanza di progettare arredi e accessori la cui bellezza non svanisca nel tempo. Un tema molto più cruciale di quanto si pensi, dal momento che spesso si sostituisce ciò che si ha in casa non perché non funziona più ma perché non è più in linea con le tendenze del momento.
Longevità estetica e ricerca
A questo proposito, la designer Hella Jongerius, in un recente intervento promosso nell’ambito della settimana del design danese dal World Hope Forum – organizzazione attiva nel contrasto al cambiamento climatico – ha portato all’attenzione la questione della “longevità estetica” sottolineando l’importanza di progettare arredi e accessori la cui bellezza non svanisca nel tempo. Un tema molto più cruciale di quanto si pensi, dal momento che spesso si sostituisce ciò che si ha in casa non perché non funziona più ma perché non è più in linea con le tendenze del momento.
Accessori di CContinua + Mamt
Come cominciare una collezione? I pezzi “d’accento”
Bellezza, qualità e sostenibilità sono tre elementi che rendono il design da collezione e il design editoriale molto appetibili. Ma se ci si avvicina per la prima volta a questo mondo è facile sentirsi disorientati. Ecco come Domitilla Dardi suggerisce di cominciare: «Il piccolo complemento d’arredo può fare davvero la differenza e può essere l’inizio di una collezione. Se pensiamo a ciò che indossiamo, spesso è un mix di qualcosa che proviene dalla produzione di massa, qualcosa che magari abbiamo trovato in un mercatino e poi un pezzo più d’accento, magari più identitario, più nostro. Nello sceglierli facciamo un’operazione identitaria e penso che nella casa sia la stessa cosa. Tendiamo ad avere un mix di diverse sollecitazioni e a volte il piccolo complemento può diventare la nota d’accento in un arredo altrimenti un po’ piatto».
Come cominciare una collezione? I pezzi “d’accento”
Bellezza, qualità e sostenibilità sono tre elementi che rendono il design da collezione e il design editoriale molto appetibili. Ma se ci si avvicina per la prima volta a questo mondo è facile sentirsi disorientati. Ecco come Domitilla Dardi suggerisce di cominciare: «Il piccolo complemento d’arredo può fare davvero la differenza e può essere l’inizio di una collezione. Se pensiamo a ciò che indossiamo, spesso è un mix di qualcosa che proviene dalla produzione di massa, qualcosa che magari abbiamo trovato in un mercatino e poi un pezzo più d’accento, magari più identitario, più nostro. Nello sceglierli facciamo un’operazione identitaria e penso che nella casa sia la stessa cosa. Tendiamo ad avere un mix di diverse sollecitazioni e a volte il piccolo complemento può diventare la nota d’accento in un arredo altrimenti un po’ piatto».
Tavolo e panca di Intervallo
I consigli per riconoscere talenti e progetti interessanti
Amelie du Passage è la fondatrice di Petite Friture, una delle aziende che meglio rispecchiano l’approccio editoriale. Non a caso è stata invitata a partecipare alla giuria del premio collegato alla fiera Edit Napoli.
Una parte importante del suo lavoro consiste nell’intercettare nuovi designer da coinvolgere e in veste di talent scout può darci consigli utili per riconoscere talenti e progetti validi.
I consigli per riconoscere talenti e progetti interessanti
Amelie du Passage è la fondatrice di Petite Friture, una delle aziende che meglio rispecchiano l’approccio editoriale. Non a caso è stata invitata a partecipare alla giuria del premio collegato alla fiera Edit Napoli.
Una parte importante del suo lavoro consiste nell’intercettare nuovi designer da coinvolgere e in veste di talent scout può darci consigli utili per riconoscere talenti e progetti validi.
Arredi di Patriarca Edizioni
«Ciò che cerco, personalmente, in un prodotto, è innanzitutto una forte personalità: che si faccia notare perché magari è giocoso, gioioso. Allo stesso tempo deve darmi l’impressione di un design che duri nel tempo», spiega e aggiunge: «si tratta di ricercare prodotti di qualità e durevoli. E credo che ciò che piace del collezionismo sia che le persone possono conoscere il designer e il processo produttivo che è tracciato in qualche modo».
In sintesi, le fiere di settore sono sicuramente un punto di partenza valido per avvicinarsi concretamente a questo mondo, per guardare gli oggetti di arredo e i complementi, ma anche per incontrare e parlare con i creativi. Il dialogo con i designer e la ricerca della qualità del prodotto e del processo sono il metodo da seguire. Infine, lasciarsi conquistare dall’estetica cercando con lungimiranza qualcosa che negli anni possa continuare a dare sapore e a rendere migliore la nostra vita domestica.
Cosa ne pensi del design editoriale? Scrivici nei Commenti le tue osservazioni!
«Ciò che cerco, personalmente, in un prodotto, è innanzitutto una forte personalità: che si faccia notare perché magari è giocoso, gioioso. Allo stesso tempo deve darmi l’impressione di un design che duri nel tempo», spiega e aggiunge: «si tratta di ricercare prodotti di qualità e durevoli. E credo che ciò che piace del collezionismo sia che le persone possono conoscere il designer e il processo produttivo che è tracciato in qualche modo».
In sintesi, le fiere di settore sono sicuramente un punto di partenza valido per avvicinarsi concretamente a questo mondo, per guardare gli oggetti di arredo e i complementi, ma anche per incontrare e parlare con i creativi. Il dialogo con i designer e la ricerca della qualità del prodotto e del processo sono il metodo da seguire. Infine, lasciarsi conquistare dall’estetica cercando con lungimiranza qualcosa che negli anni possa continuare a dare sapore e a rendere migliore la nostra vita domestica.
Cosa ne pensi del design editoriale? Scrivici nei Commenti le tue osservazioni!
Il design da collezione è caratterizzato da qualità e unicità…
Cosa rende un arredo, una lampada o un accessorio “da collezione”? Sicuramente le due caratteristiche principali sono unicità e qualità: la prima fa riferimento alla presenza, sul mercato, di uno solo o pochi esemplari. La seconda può essere relativa a caratteristiche diverse: per qualità si può intendere la capacità di resistere nel tempo, una scelta di materiali pregiati, ma anche la qualità progettuale di un arredo o di una luce che funziona bene.