A Milano, Dove il Vintage Incontra il Futuro
A casa di Anna e Giovanni, aka The Chic Fish, materiali rigenerati, oggetti d’epoca e un inaspettato tocco industriale
Una casa per una coppia che ha fatto del modernariato una passione e un lavoro, e che ha usato il proprio nido domestico come banco di prova per sperimentare nuove contaminazioni all’insegna del vintage. Benvenuti nell’abitazione dei blogger di The Chic Fish, dove il recupero di vecchi rivestimenti e il collezionismo di oggetti primo Novecento ha trovato una nuova veste espressiva (complice anche un pizzico di fortuna!).
La storia di Anna e Giovanni, e con loro anche quella di The Chic Fish, nasce proprio dalla passione comune per la frequentazione dei vecchi mercatini. Ancora amici, i due iniziano a “spulciare” tutti gli appuntamenti e i circuiti dedicati al vintage, prima a Milano e poi sempre più a macchia d’olio in tutta Italia. Galeotto, weekend dopo weekend, è stato dunque l’amore per il gusto rétro, che ha lentamente trasformato i due in una coppia nella vita e sul lavoro, complice anche la necessità di sviluppare un progetto che fosse il destinatario naturale dei loro interessi comuni.
Quando la ricerca di una casa comune è diventata un desiderio e una necessità per entrambi, è stato subito chiaro che solo una residenza d’epoca, dal vissuto intenso e consolidato, avrebbe potuto rappresentare un contesto adeguato per interpretare il loro gusto ed accogliere le loro collezioni di oggetti.
La scelta della casa è caduta su un appartamento dalle parti di Porta Genova: un edificio di fine ‘800, completamente da ristrutturare, e proprio per questo più facilmente reinterpretabile alla luce della loro sensibilità.
La scelta della casa è caduta su un appartamento dalle parti di Porta Genova: un edificio di fine ‘800, completamente da ristrutturare, e proprio per questo più facilmente reinterpretabile alla luce della loro sensibilità.
Iniziare i lavori di ristrutturazione è stato un po’ come scoperchiare un vaso di Pandora: il pavimento, infatti, era ricoperto di un brutto laminato e Anna e Giovanni non sapevano esattamente se avrebbero potuto ritrovare, come sperato, il vecchio pavimento originale. Allo stesso modo, la rimozione dei vecchi strati di intonaco dalle pareti ha permesso di rintracciare una texture interessante che è stata quindi lasciata a nudo, senza alterare o nascondere il “lato sporco”, da cantiere, delle pareti domestiche.
Parallelamente alla ristrutturazione, che non aveva purtroppo portato alla luce nessuna piastrella originale, è cominciato un attento lavoro di ricerca di rivestimenti d’epoca da riutilizzare per i pavimenti. Affidandosi al loro carnet di indirizzi e fornitori, Anna e Giovanni sono riusciti a mettere le mani su vecchie cementine assortite, dal sapore sbiadito quanto autentico. Per il parquet, invece, la soluzione individuata è stata un’altra: riciclare il legno di alcuni ponteggi – un materiale povero, ma con una storia e un sapore – e posarlo a spina per un tocco rétro alla francese.
La stanza che vediamo qui sopra, lo studio, è stata la prima ad essere investita di un totale ripensamento. In origine questo ambiente, il primo che troviamo dopo la porta di ingresso, era il grande bagno dell’appartamento: uno spazio che, nelle intenzioni di Anna e Giovanni, si è subito prestato ad un’operazione di riconversione per sfruttarne al meglio la posizione e la luce. Ed è così che la stanza ha trovato una nuova vocazione in uno studio: qui, in un ambiente protetto tra le cementine riciclate e una decorazione con un motivo ad ape, nascono le idee e gli aggiornamenti che troviamo sul loro sito.
Il rinnovo della stanza, però, non poteva non prendere in considerazione anche il ruolo della luce: il tramezzo che divideva l’ex bagno dal corridoio è stato abbattuto e sostituito da una parete vetrata a tutta altezza che illumina anche il corridoio e dona al layout della casa un aspetto più dinamico.
Il rinnovo della stanza, però, non poteva non prendere in considerazione anche il ruolo della luce: il tramezzo che divideva l’ex bagno dal corridoio è stato abbattuto e sostituito da una parete vetrata a tutta altezza che illumina anche il corridoio e dona al layout della casa un aspetto più dinamico.
Nel grande spazio dedicato al living, una vetrata industriale separa l’angolo del salotto dalla cucina. La sua collocazione, se vogliamo, è veramente fortuita. Anna e Giovanni scovarono infatti da un fornitore questo imponente reperto che viene dal Lingotto di Torino, storico cuore produttivo delle macchine Fiat. Se ne innamorano a prima vista e la buona notizia fu che le sue misure erano perfette: per un’incredibile coincidenza, la lunghezza della porta è esattamente la stessa del loro salone!
Una fortuna che ritroveranno anche in cucina, con due banchi da falegname riutilizzati come madie: anche in questo caso, le dimensioni sono ottime per essere incastrate tra gli elettrodomestici.
Una fortuna che ritroveranno anche in cucina, con due banchi da falegname riutilizzati come madie: anche in questo caso, le dimensioni sono ottime per essere incastrate tra gli elettrodomestici.
In questa immagine, uno scatto che illustra la successione di ambienti e le relative decorazioni che possiamo osservare una volta superata la soglia di casa. L’effetto generale, tra l’accostamento di due pavimenti, il motivo dorato alla parete e le assi del solaio in bianco, è composito ma non stonato, quasi come se la sovrapposizione continua di diversi rivestimenti riuscisse a controbilanciarsi in un quadro generale di equilibrio.
In questa immagine, due decoratrici complici di Anna e Giovanni sono al lavoro in camera da letto padronale per personalizzarla con un sapore di altri tempi. Sviluppato prima in versione vettoriale con l’ausilio di un software digitale, il pattern ha preso la forma di un timbro con cui marchiare le pareti. L’effetto restituisce il sapore di una vecchia carta da parati, da cui peraltro le pareti non si discostano troppo, infatti in molti, soprattutto guardando le foto, stentano a credere che si tratti di una decorazione dipinta.
Ed è così che la camera padronale, piccola e raccolta, enfatizza il proprio senso di intimità, ricordando il sapore un po’ da film di quelle case contadine dove un letto essenziale in ferro battuto si circonda di pochi oggetti personali. Unico tocco di preziosità, due applique civettuole in ottone con gocce di vetro.
In questa immagine, un dettaglio dell’impianto elettrico, che come nelle vecchie case di una volta è stato lasciato a vista utilizzando un cavo elettrico rivestito in corda e vecchi interruttori in porcellana a rilievo.
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La seconda camera da letto, anch’essa uno spazio raccolto fortemente marcato da cementine decorative ed espressive, racchiude un mix accorto di oggetti d’epoca – la sedia scandinava rivestita, la culla in ferro battutto, la vecchia lavagna – sapientemente disposti in libertà.
Oggi che il piccolo Tito ha un anno e mezzo, l’aspetto della stanza non mantiene più un’atmosfera così compatta e i suoi numerosi giocattoli sono sparsi per tutto il pavimento, trasformando questo ambiente in un epicentro di caos e spensieratezza.
Oggi che il piccolo Tito ha un anno e mezzo, l’aspetto della stanza non mantiene più un’atmosfera così compatta e i suoi numerosi giocattoli sono sparsi per tutto il pavimento, trasformando questo ambiente in un epicentro di caos e spensieratezza.
Il grande bagno, caratterizzato da sanitari dal gusto inglese e da un’imponente vasca freestanding con piedini a zampa di leone, è segnato dal bell’equilibrio tra pavimento in legno e una nota di colore blu oltremare alla parete.
Il bagno della camera da letto propone forse la soluzione che più si discosta dall’inclinazione calda e personale delle altre stanze, eppure rappresenta un colpo di coda necessario a superare un’atmosfera di maniera. Pareti rasate con cemento grezzo, impianti idraulici con tubi di rame a vista, rubinetti economici da ferramenta sono tutti ingredienti che non sfuggono ad una connotazione industriale e volutamente spartana: non sembra forse di entrare nel bagno di un vecchio garage o di un vecchio laboratorio? Una soluzione che, dopo le perplessità iniziali, ha conquistato anche l’impresa, divertita dall’aspetto volutamente ruvido di questo bagno domestico.
Nella nostra rubrica Le Case di Houzz proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz. Se vuoi mostrarci il tuo lavoro, carica le foto sul tuo profilo Houzz e invia il link insieme a una breve descrizione del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
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Colpo d’occhio
Chi ci abita: Anna Carbone e Giovanni Gennari, e il loro figlio di un anno e mezzo Tito
Dove: Milano
Anno di costruzione: fine ‘800
Anno di ristrutturazione: 2013
Interior designer: The Chic Fish
Superficie: 110 m² suddivisi tra una cucina e un salone, uno studio, due camere da letto, una cabina armadio e due bagni