My Houzz: L’Incantevole Rustico di Famiglia Fra Uliveti Liguri
A Santa Margherita Ligure, la casa di Clara Bona e Andrea Chiaravalli è vissuta come un autentico rifugio dalla città
Clara e Andrea hanno scelto di ristrutturare un vecchio casale tra gli uliveti e trascorrerci la maggior parte del loro tempo, facendolo diventare luogo di vita durante l’estate e vacanza nella stagione invernale, quando per lavoro sono più stabilmente a Milano. Immersa nella natura sul monte di Santa Margherita Ligure, la loro casa in continua evoluzione ha ancora la personalità delle sue origini e si integra perfettamente con l’ambiente circostante.
Chi conosce Santa Margherita Ligure sa quanto questo luogo viva di magia propria. Il borgo ha tutte le caratteristiche di ciò che di meglio si possa trovare in Liguria, una delle regioni italiane più affascinanti: le case con vista sul mare e, alle spalle del centro urbano, boschi e uliveti che rincorrono la montagna. Chi arriva da nord supera Rapallo e si ferma qui, con la possibilità di proseguire verso Portofino, a pochi chilometri da Santa Margherita.
È una località molto ambita per una seconda casa ed è, per ormai consolidata tradizione, meta di molti milanesi, che qui si ritrovano da generazioni, in uno splendido luogo di ristoro in cui allentare i ritmi di vita della grande città.
È una località molto ambita per una seconda casa ed è, per ormai consolidata tradizione, meta di molti milanesi, che qui si ritrovano da generazioni, in uno splendido luogo di ristoro in cui allentare i ritmi di vita della grande città.
Proprio qui vivono Clara e Andrea, con il cane Lou Lou sempre al seguito (Marta, la figlia, non è presente in foto poiché vive e lavora a Roma). Clara è architetto, Andrea è designer di gioielli e pittore. A Santa Margherita trascorrono tutta l’estate e ogni weekend libero d’inverno, appena hanno la possibilità di muoversi da Milano, dove lavorano. «La casa era un rustico in cui vivevano i contadini, che per molti anni hanno lavorato il terreno qui intorno. Quando se ne sono andati, quasi 20 anni fa, erano anziani e tutto era ormai un po’ trascurato – racconta Clara. Questa tenuta apparteneva ai miei bisnonni, che vivevano nella casa padronale a poca distanza da qui. Ci venivo fin da piccola. Quando il rustico è rimasto disabitato, la mia famiglia mi ha proposto di recuperare la casa e il terreno attorno, dove si faceva l’olio».
«Al piano terra c’erano la legnaia, la stalla e il frantoio – spiega Andrea -– e quando ci siamo trasferiti per qualche anno abbiamo vissuto solo al piano di sopra. Gli ambienti al piano terra non erano collegati tra loro. Su progetto di Clara, abbiamo creato le aperture per le porte e verso il giardino, unendo gli ambienti che c’erano in origine, che ora sono cucina, soggiorno e due camere. Tutti i lavori che abbiamo eseguito, circa quindici anni fa, sono stati realizzati cercando di mantenere per quanto possibile la struttura e materiali di com’era l’edificio in origine, ovviamente adattandone gli spazi per il nuovo utilizzo. Sono rimasti i muri in pietra e non abbiamo creato corridoi. La cucina è in muratura, rivestita in cemento come il pavimento (entrambi lisciati a mano con la staggia); è stata realizzata in una giornata di lavoro dalla stessa impresa che ha curato tutta la ristrutturazione».
«Ci piaceva l’idea di creare spazi interni aperti sull’esterno, in una continuità che ci consente assoluta libertà di movimento – prosegue Clara –. È lo spirito con cui abbiamo realizzato e viviamo questa casa, soprattutto d’estate quando ci si può muovere senza dover chiudere porte o finestre».
La credenza è uno dei mobili recuperati da Clara, ristrutturata con Andrea. Il pavimento, in tutti gli ambienti del piano terra, è in cemento lisciato a mano».
Sedie: Harry Bertoia per Knoll; tavolo quadrato fatto su disegno con gambe in ferro e ripiano in laminato bianco; lampada: Sonora di Vico Magistretti per OLuce
La credenza è uno dei mobili recuperati da Clara, ristrutturata con Andrea. Il pavimento, in tutti gli ambienti del piano terra, è in cemento lisciato a mano».
Sedie: Harry Bertoia per Knoll; tavolo quadrato fatto su disegno con gambe in ferro e ripiano in laminato bianco; lampada: Sonora di Vico Magistretti per OLuce
I soffitti con la travatura in legno, rinforzati durante la ristrutturazione, sono quelli originali; è stato necessario sostituire solamente tre travi che erano marcite.
Andrea mi racconta che gli unici interventi strutturali sono stati fatti per creare le porte e la pavimentazione. Per quanto riguarda l’isolamento, è stato scavato un vespaio sotto la casa, poi anche uno scannafosso lungo il perimetro esterno. Le porte sono state costruite da un fabbro sulla base di un progetto disegnato da Clara. I muri, spessi anche un metro, sono realizzati in pietra e a secco, seguendo la tipica tecnica di costruzione di queste zone da centinaia di anni.
Andrea mi racconta che gli unici interventi strutturali sono stati fatti per creare le porte e la pavimentazione. Per quanto riguarda l’isolamento, è stato scavato un vespaio sotto la casa, poi anche uno scannafosso lungo il perimetro esterno. Le porte sono state costruite da un fabbro sulla base di un progetto disegnato da Clara. I muri, spessi anche un metro, sono realizzati in pietra e a secco, seguendo la tipica tecnica di costruzione di queste zone da centinaia di anni.
«Quando Clara ha concluso il progetto per la ristrutturazione, abbiamo realizzato che lo spazio occupato dai muri, per dire di quanto siano spessi, è di circa 100 m² sul totale. Potevamo decidere di rifare tutto, ma abbiamo volutamente mantenuto tutto quello che poteva preservare l’aspetto originale di questa casa, le sue caratteristiche».
Il cancelletto ora utilizzato come apertura su una nicchia/armadio è quello che in origine separava questo ambiente da quello in cui si trovavano le capre; ci troviamo, infatti, in una parte della stalla. Questa camera, utilizzata d’estate per gli ospiti, è usata da Clara e Andrea durante l’inverno, quando non abitano il piano superiore.
Il cancelletto ora utilizzato come apertura su una nicchia/armadio è quello che in origine separava questo ambiente da quello in cui si trovavano le capre; ci troviamo, infatti, in una parte della stalla. Questa camera, utilizzata d’estate per gli ospiti, è usata da Clara e Andrea durante l’inverno, quando non abitano il piano superiore.
L’edificio è stato costruito alla fine del XIX secolo ed è uno dei pochi, in zona, per cui sia stata scelta una ristrutturazione conservativa che preservasse le caratteristiche originali, senza sostanziali modifiche alla struttura interna. Clara e Andrea lo hanno fatto per scelta, volendo così rispettare non solo la casa in sé, ma anche il contesto in cui si trova. La casa mostra anche al suo interno elementi di raccordo con il passato di chi la abita ora: «Ad un certo punto la casa dei miei nonni, che vivevano in questa zona, fu svuotata di tutti i mobili vecchi, che nessuno in famiglia voleva. Presi un furgoncino e ci caricai tutto quello che potevo, erano per lo più pezzi degli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso. Quasi tutti i mobili di questa casa sono stati recuperati così, come altri pezzi d’arredamento: ad esempio, la testata del letto in questa stanza era l’anta di una finestra, che ho ristrutturato e ridipinto».
Al piano terra, si attraversa la zona notte usata d’estate per gli ospiti. Nella camera di mezzo tornando verso il soggiorno, una tenda separa lo spazio di passaggio. Anche in questo caso, è stato ridotto al minimo l’utilizzo di materiali che modificassero la composizione originale degli spazi.
Nel soggiorno che si apre sull’esterno, una scala guida al piano superiore. Le pareti sono rifinite in arenino, intonacatura molto utilizzata in questa zona, liscia al tatto e altamente traspirante. Una pedana in cemento, in aggiunta al pavimento, sostiene l’area divano ed è l’unico intervento di costruzione inserito nell’ambiente.
«La parte più rilevante dei lavori di ristrutturazione, fatti circa quindici anni fa, è durata circa nove mesi. Poi abbiamo lavorato sui dettagli, con calma», racconta Clara.
«La parte più rilevante dei lavori di ristrutturazione, fatti circa quindici anni fa, è durata circa nove mesi. Poi abbiamo lavorato sui dettagli, con calma», racconta Clara.
Uscendo dal soggiorno, si accede a un’area relax di fianco a casa, a pochi metri dal giardino con gli ulivi. Clara mi racconta che avrebbe tanti altri progetti, uno di questi potrebbe essere la realizzazione di una piscina: «Potrebbe essere proprio qui, davanti alla terrazza, costruita su una struttura di sostegno che sarebbe posizionata pochi metri sotto. Il terreno a fianco è parte della proprietà».
«Al momento è un giardino di cui fa parte questo campo di bocce, e la casetta rossa è una dependance della nostra, dove possiamo ospitare gli amici se non c’è spazio in casa nostra. Progettare pezzi nuovi di casa, come potrebbe essere la piscina, è sempre nelle mie idee. Bisogna però tenere conto di molti aspetti, come il budget, i permessi da chiedere e l’organizzazione dei lavori, e anche se sia o meno l’idea davvero più giusta. Noi intendiamo la casa così, come qualcosa che può evolvere nella sua struttura, sempre mantenendo la sua personalità originaria».
Al piano superiore, che è la zona “notte” per Clara e Andrea nella stagione estiva, la pavimentazione è quella originaria e tipica ligure in piastrelle cementine bicolori. Questa è l’unica zona di casa in cui ci sia un breve corridoio. Clara e Andrea hanno vissuto in questi spazi per circa cinque anni, prima di realizzare la ristrutturazione dell’intero edificio. «Durante l’estate questa è la zona notte, che invece non usiamo d’inverno, preferendo riscaldare solo il piano terra – racconta Andrea –. Fino a quando abbiamo vissuto la zona notte solo su questo piano, c’erano anche il soggiorno e la cucina, che poi sono stati trasformati in un bagno grande e un ambiente studio».
La cucina è diventata uno studio, a volte utilizzato da Andrea per dipingere. Della struttura iniziale rimane un piccola stanza da bagno che si apre sul lato esterno della stanza. Attraversando un ambiente dopo l’altro, si arriva al bagno padronale.
«Questo ambiente non c’era e abbiamo potuto realizzarlo in uno spazio ampio, prima occupato dal soggiorno. Ho recuperato la vasca in un vecchio cantiere – spiega Clara –. Proseguendo, si arriva alla camera da letto. A parte il breve tratto di corridoio appena salita la scala di accesso al piano, anche a questo livello tutte le stanze sono passanti».
«Abbiamo rifatto il tetto e le porte. Ai muratori ho chiesto che le rifacessero rispettando le altezze originali (1 metro e 85 centimetri), sebbene per Andrea non sia un passaggio comodissimo dato che è più alto. Così abbiamo potuto comunque recuperare le porte che c’erano. Anche qui, non abbiamo inserito tanti mobili. L’atmosfera rimane quella di una casa di vacanza, anche per tutti gli oggetti e i vestiti che rimangono visibili, non chiusi in armadi».
«Il tavolo è realizzato con assi in legno – di cantiere – recuperate, la nicchia per i libri è stata realizzata durante la ristrutturazione. Mi piace che la casa mantenga la sua personalità di luogo di vacanza, senza l’aspetto che immancabilmente possono avere le case dove chi abita in città di solito è abituato a vivere. E anche per questa stanza, potrebbe esserci un progetto nuovo. Creare un’apertura e realizzare un terrazzo. Rendere la parte sottostante, dove ora c’è il patio (che sposterei in avanti) una sorta di giardino/serra area relax utilizzabile anche d’inverno. Chissà, tutto è possibile».
Tornando con Andrea e Clara all’ingresso di casa, osservo ciò che vedono ogni mattina, iniziando una giornata proprio come questa, in cui mi hanno dedicato tutto il tempo necessario per raccontarmi il loro progetto. Il giardino con gli ulivi, il pergolato, il silenzio della collina sopra al paese, a pochi minuti dal mare. Questo posto appare come una cura dell’anima e non si stenta a credere che, appena possibile, Clara e Andrea lascino impegni e caos cittadino per raggiungere il luogo in cui hanno realizzato la loro casa dei sogni.
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Chi ci abita: Clara Bona con il marito Andrea Chiaravalli, la figlia Marta e il cane Lou Lou
Dove: Santa Margherita Ligure
Superficie: 250 m² distribuiti su due piani: al piano terra una cucina con patio, un soggiorno e due camere con bagno. Al primo piano tre camere e un bagno. La casa è all’interno di un parco con uliveto.