My Houzz: 6 Generazioni di Ricordi Unite in una Cascina in Veneto
A Piombino Dese, piccolo paese reso celebre da un’architettura del Palladio, una vecchia cascina è testimone della vita di sei generazioni
«Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è disgraziata a modo suo». Questo celeberrimo adagio ce l’ha lasciato Lev Tolstoj in Anna Karenina e da allora non facciamo che tirarlo in causa quando parliamo di famiglie. Ma se per una volta provassimo a ribaltarlo e a pensare che, ebbene sì, ogni famiglia può essere felice a modo suo, magari in una casa unica che rispecchia il vissuto e le passioni di tutti i suoi componenti?
Ca’ de Memi si trova a Piombino Dese, paese della campagna veneta: un angolo di quiete al riparo dalle frenetiche attività delle città e delle industrie della regione, eppure vero e proprio crocevia tra le grandi città d’arte di Venezia, Padova e Treviso. Seppur piccolo, il paese vanta una vera e propria perla architettonica: si tratta di una villa del Palladio, Villa Cornaro, progettata dal celebre architetto nel 1552.
Proprio qui, a Piombino Dese, il capostipite Amedeo comprò nel 1933 una vecchia cascina: a pianta rettangolare, non lontana dalla strada, non discostante dalla tipica forma delle costruzioni rurali della zona. Nel 1938, però, la famiglia decise di ampliare lo spazio abitativo e di impreziosire la costruzione grazie all’allargamento delle finestre e all’aggiunta di nuovi elementi decorativi, in linea con lo stile architettonico dell’epoca.
Proprio qui, a Piombino Dese, il capostipite Amedeo comprò nel 1933 una vecchia cascina: a pianta rettangolare, non lontana dalla strada, non discostante dalla tipica forma delle costruzioni rurali della zona. Nel 1938, però, la famiglia decise di ampliare lo spazio abitativo e di impreziosire la costruzione grazie all’allargamento delle finestre e all’aggiunta di nuovi elementi decorativi, in linea con lo stile architettonico dell’epoca.
Nonna Francesca, moglie del defunto nipote di Amedeo, quel Geminiano detto Memi da cui la casa prende il nome, è oggi il membro più anziano della famiglia (qui immortalata con il cane Sira) e abita ancora nella parte centrale della casa, quella acquistata e ristrutturata da Amedeo.
Intorno, in due ale comunicanti dell’edificio – rispettivamente il vecchio fienile e la vecchia stalla – abitano il figlio Ottorino con la moglie Michela insieme alla loro figlia Elena.
Una parte dell’abitazione, ristrutturata nel 2005, è stata convertita in agriturismo: nove le camere destinate all’accoglienza, mentre gli spazi comuni vengono utilizzati senza soluzione di continuità dagli ospiti e dalla famiglia anche per l’organizzazione di eventi. Tutte e tre le ali della casa, separate da porte interne, sono comunicanti: gli abitanti di Ca’ de Memi sono liberi di andare e venire e pertanto il concetto di privacy rimane volutamente relativo, con l’unica eccezione della zona notte, che rimane per ciascuno il baluardo della propria intimità.
Intorno, in due ale comunicanti dell’edificio – rispettivamente il vecchio fienile e la vecchia stalla – abitano il figlio Ottorino con la moglie Michela insieme alla loro figlia Elena.
Una parte dell’abitazione, ristrutturata nel 2005, è stata convertita in agriturismo: nove le camere destinate all’accoglienza, mentre gli spazi comuni vengono utilizzati senza soluzione di continuità dagli ospiti e dalla famiglia anche per l’organizzazione di eventi. Tutte e tre le ali della casa, separate da porte interne, sono comunicanti: gli abitanti di Ca’ de Memi sono liberi di andare e venire e pertanto il concetto di privacy rimane volutamente relativo, con l’unica eccezione della zona notte, che rimane per ciascuno il baluardo della propria intimità.
Il salotto di Francesca, che vediamo in questa foto, riflette lo spirito Liberty che contraddistingue i primi lavori di ristrutturazione effettuati nella casa. A terra, le cementine trevigiane originali sui toni del crema e del marrone sono fedeli testimoni del richiamo geometrico dello stile Déco. Affascinante il rivestimento sui toni del wengé alle pareti, che pur togliendo luminosità dona una allure contemplativa alla stanza.
Uno spazio pulito, che sa preservarsi dall’accumulo di troppi oggetti e soprammobili: la camera di nonna Francesca si concede il lusso di una stanza ampia, che “respira” e si lascia attraversare dalla luce che filtra dalle finestre.
In questo dettaglio della camera da letto, tutti i toni del legno dialogano insieme in un’unica sfumatura: dal parquet a listoni, all’armadio a tre ante fino alla sedia in stile rinascimentale. Persino il vestito appeso alla gruccia, sui toni del caffelatte, si adatta perfettamente alla palette tono su tono della stanza.
Sempre a casa di nonna Francesca, il bagno si concede una licenza cromatica inaspettata: le pareti sono dipinte con uno smalto rosso vivo, che basta da solo per accendere questo piccolo spazio con sanitari rétro.
In questa immagine, invece, varchiamo la soglia della casa di Ottorino, Michela e Elena. Ristrutturata nel 1983 a seguito della conversione dell’ex fienile in spazio abitativo, la casa ha mantenuto soli i muri perimetrali per ridistribuire le stanze sulla base delle nuove esigenze della famiglia.
Così come lo vediamo oggi, il salotto mescola con particolare disinvoltura arredi e oggetti eterogenei, pur non risparmiandosi una particolare inclinazione verso il gusto anni ‘70, come testimoniato dal bel mobile contenitore in plastica rossa posizionato a mo’ di totem vicino alla libreria.
Di particolare suggestione il camino centrale, realizzato su progetto di Angelo Fassina, artista e scultore amico di famiglia residente a Piombino Dese.
Così come lo vediamo oggi, il salotto mescola con particolare disinvoltura arredi e oggetti eterogenei, pur non risparmiandosi una particolare inclinazione verso il gusto anni ‘70, come testimoniato dal bel mobile contenitore in plastica rossa posizionato a mo’ di totem vicino alla libreria.
Di particolare suggestione il camino centrale, realizzato su progetto di Angelo Fassina, artista e scultore amico di famiglia residente a Piombino Dese.
Cimeli e ricordi di viaggio sono parte integrante del fascino di questa casa multigenerazionale e, allo stesso tempo, sono tra gli oggetti a cui tutti i membri della famiglia sono più affezionati. Bella l’idea di raccoglierli tutti insieme su un tavolino, per non perderli mai di vista e continuare a farsi sedurre dai mondi lontani da cui provengono.
In questa immagine, proveniente dalla cucina di nonna Francesca, troviamo una collezione particolarmente curiosa messa insieme negli anni proprio da Memi. Si tratta dei cosiddetti “piatti del buon ricordo”: piatti in ceramica realizzati tra gli anni ‘60 e ‘70 che, antesignani dell’odierno doggy bag, venivano forniti dai ristoranti con gli avanzi del pranzo e della cena, e potevano dunque essere portati a casa a futura memoria della trattoria e della sua cucina. Molti dei piatti che vediamo qui sono stati prodotti a Nove, piccolo paese non lontano da Bassano del Grappa, mentre alcuni esemplari provengono da Grottaglie, in Puglia.
Ti piace questa idea? Leggi anche Creare Composizioni di Piatti alle Pareti che la Nonna vi Invidierà
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Non mancano, tra i ricordi di viaggio, anche le maschere provenienti da tutto il mondo. La raccolta di questi oggetti si deve al prozio Livio, infaticabile viaggiatore tra i paesi dell’Estremo Oriente mancato purtroppo lo scorso anno. Il quadro con i gatti, invece, era stato acquistato negli anni ‘80 in Cina dalla zia Stefania, sorella di Ottorino e sinologa di formazione.
Lo spazio destinato all’agriturismo, invece, è stato arredato da Michela all’insegna dell’accoglienza. È il caso di questo salotto raccolto, dove le sedute si fronteggiano circondate da vecchie madie e mobili contenitori.
In questa immagine, una camera dell’agriturismo ricavata dal sottotetto della vecchia stalla. Il restauro della struttura, realizzato dieci anni fa, ha puntato a ottimizzare lo spazio anche grazie alla realizzazione di armadiature a muro e arredi su misura.
Volutamente in linea con la semplicità che caratterizza le residenza di campagna, gli arredi prediligono oggetti e arredi del primo Novecento, tra cui non mancano i mobili di famiglia appositamente restaurati. La scelta dei tendaggi e la biancheria sono opera di Michela, un tempo impegnata con l’azienda tessile del padre e oggi saldamente alla guida di tutte le attività legate all’ospitalità dell’agriturismo.
Volutamente in linea con la semplicità che caratterizza le residenza di campagna, gli arredi prediligono oggetti e arredi del primo Novecento, tra cui non mancano i mobili di famiglia appositamente restaurati. La scelta dei tendaggi e la biancheria sono opera di Michela, un tempo impegnata con l’azienda tessile del padre e oggi saldamente alla guida di tutte le attività legate all’ospitalità dell’agriturismo.
Nella cosiddetta “sala del camino”, luogo ibrido tra accoglienza degli ospiti e ritrovi familiari, tutta la famiglia converge per grandi pranzi e cene. Grazie al grande tavolo che attraversa la stanza, lo spazio è perfetto anche per l’organizzazione di eventi, dalle degustazioni alle cene su prenotazione.
Fuori, in giardino, non lontano dalla magnolia piantata da Amedeo nel 1933 e oggi luogo privilegiato, tra una siesta e una cena, per i ritrovi all’aperto, scorrazzano gli animali da cortile della fattoria. Intorno, l’orto e la vegetazione avvolgono Ca’ de Memi come in una bolla, preservando la quiete e gli affetti di questa famiglia unica e speciale.
Guarda le case di 7 Famiglie Multigenerazionali nel Mondo e scopri di più anche su questa abitazione di campagna.
Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare alla rubrica, inviaci massimo dieci foto insieme a una breve descrizione dell’abitazione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di fotografare in esclusiva la tua casa, ti contatteremo al più presto.
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Colpo d’occhio
Chi ci abita: Francesca Broggian, 81 anni; Ottorino Scquizzato e la moglie Michela Tasca, entrambi di 57 anni; Wilma Scquizzato, 56 anni, e il marito Paolo Melchiori, 61 anni; Giulia Scquizzato e il marito Fabio Vanin, entrambi di 31 anni, e la loro bambina Anna Vanin; Elena Scquizzato e il marito Luca Milan, entrambi di 28 anni
Dove: Piombino Dese (PD)
Superficie: 1.100 m² di cascina. Oggi quasi la metà dell’edificio è aperta agli ospiti come struttura ricettiva: il B&B Ca’ de Memi
Prendiamo, ad esempio, tutti i membri della famiglia che dal 1933 hanno animato gli spazi di Ca’ de Memi, la casa multigenerazionale nella campagna veneta di cui vi parleremo oggi. Dal trisnonno Amedeo, che comprò questa vecchia cascina per poi ristrutturarla e restituirla a nuova vita, fino ad Anna, l’ultima nata solo poche settimane fa, sei generazioni si sono succedute sotto lo stesso tetto. Sei generazioni che hanno vissuto e continuano a convivere, a lavorare insieme e a ritrovarsi per il puro piacere di condividere un luogo bello, caldo e solidale, sinonimo delle proprie radici e della passione per la propria terra d’origine.
Immortalati in questo scatto troviamo (da sinistra): Paolo, Wilma, Giulia (con la piccola Anna in pancia), Francesca, Michela, Ottorino, Elena e Luca.