Houzz per i Pro
Architettura e design
13 Case Sostenibili per Raccontare le Sfide di Diversi Paesi
Gli editor di Houzz spiegano le sfide che i vari paesi devono affrontare per promuovere pratiche di edilizia sostenibile
Dal clima rigido dell’Australia, agli ostacoli burocratici italiani, alla cultura giapponese del “demolire e costruire”, i paesi di tutto il mondo devono affrontare una serie di sfide peculiari quando si tratta di sviluppare e attuare pratiche costruttive rispettose dell’ambiente.
Per fornire una panoramica globale dei maggiori ostacoli all’edilizia “green”, gli editor internazionali di Houzz hanno consultato gli esperti locali, cercando di indagare i progressi e la situazione odierna del proprio paese. Comprendere queste sfide è la chiave per stabilire una tabella di marcia e definire dove vogliamo arrivare. La prossima storia di questa serie esaminerà i progressi compiuti dai vari paesi per affrontare queste sfide, nonché le diverse soluzioni che sono state sviluppate per rispondere alle specifiche circostanze di ogni paese.
In aggiunta, per mostrarvi quali possono essere i possibili risultati, abbiamo selezionato alcuni esempi d’ispirazione di progetti di case sostenibili sparsi in tutto il mondo.
Per fornire una panoramica globale dei maggiori ostacoli all’edilizia “green”, gli editor internazionali di Houzz hanno consultato gli esperti locali, cercando di indagare i progressi e la situazione odierna del proprio paese. Comprendere queste sfide è la chiave per stabilire una tabella di marcia e definire dove vogliamo arrivare. La prossima storia di questa serie esaminerà i progressi compiuti dai vari paesi per affrontare queste sfide, nonché le diverse soluzioni che sono state sviluppate per rispondere alle specifiche circostanze di ogni paese.
In aggiunta, per mostrarvi quali possono essere i possibili risultati, abbiamo selezionato alcuni esempi d’ispirazione di progetti di case sostenibili sparsi in tutto il mondo.
Questa casa della provincia di Bolzano è stata rinnovata con materiali sostenibili e sistemi ad alta efficienza energetica
Esistono ostacoli simili anche in Italia, un paese con un complesso paesaggio geografico diversificato che spazia dalle Alpi al Mar Mediterraneo, dalle emergenze provocate dalle frane agli incendi boschivi.
Inoltre, una complicata burocrazia rallenta i lavori di ristrutturazione e il pensiero innovativo necessario per dedicarsi alle tematiche di sostenibilità. «Le amministrazioni locali, che sono responsabili dei permessi di costruzione, si attengono abbastanza spesso alla regola “Fallo come si faceva in passato”, quindi sostanzialmente non c’è molto spazio per l’innovazione e il miglioramento», dice l’architetto Sara Pizzo.
Bisogna tenere presente che l’Italia ha un immenso e delicato patrimonio storico da preservare. Tutti questi aspetti – una geografia diversificata, la burocrazia complessa e gli edifici storici da conservare – rendono particolarmente difficile lo sviluppo di costruzioni sostenibili.
Le Case di Houzz: Riqualificazione Energetica tra Vigne di Chardonnay
Esistono ostacoli simili anche in Italia, un paese con un complesso paesaggio geografico diversificato che spazia dalle Alpi al Mar Mediterraneo, dalle emergenze provocate dalle frane agli incendi boschivi.
Inoltre, una complicata burocrazia rallenta i lavori di ristrutturazione e il pensiero innovativo necessario per dedicarsi alle tematiche di sostenibilità. «Le amministrazioni locali, che sono responsabili dei permessi di costruzione, si attengono abbastanza spesso alla regola “Fallo come si faceva in passato”, quindi sostanzialmente non c’è molto spazio per l’innovazione e il miglioramento», dice l’architetto Sara Pizzo.
Bisogna tenere presente che l’Italia ha un immenso e delicato patrimonio storico da preservare. Tutti questi aspetti – una geografia diversificata, la burocrazia complessa e gli edifici storici da conservare – rendono particolarmente difficile lo sviluppo di costruzioni sostenibili.
Le Case di Houzz: Riqualificazione Energetica tra Vigne di Chardonnay
Questa casa di Manchester, firmata da Ecospheric e Guy Taylor Associates, è un esempio di patrimonio britannico di epoca vittoriana che è stato riadattato per adeguarlo agli standard ecologici stabiliti dal German Passive House Institute
L’intento di modificare gli edifici storici esistenti con l’obiettivo di renderli più sostenibili è comune anche nel Regno Unito, in Francia e in Spagna.
«Nel Regno Unito ci sono alcuni delle più antichi stock abitativi d’Europa e l’80% degli edifici presenti oggi sul territorio esisterà ancora nel 2050», spiega Adrian Dobson, direttore esecutivo dei servizi professionali del Royal Institute of British Architects. «Ciò significa che l’ammodernamento degli edifici esistenti per renderli più efficienti dal punto di vista energetico è una sfida fondamentale».
«Le case del Regno Unito sono tra le meno efficienti dal punto di vista energetico in Europa e producono il 14% delle emissioni di gas serra del Regno Unito», dice Dobson.
L’intento di modificare gli edifici storici esistenti con l’obiettivo di renderli più sostenibili è comune anche nel Regno Unito, in Francia e in Spagna.
«Nel Regno Unito ci sono alcuni delle più antichi stock abitativi d’Europa e l’80% degli edifici presenti oggi sul territorio esisterà ancora nel 2050», spiega Adrian Dobson, direttore esecutivo dei servizi professionali del Royal Institute of British Architects. «Ciò significa che l’ammodernamento degli edifici esistenti per renderli più efficienti dal punto di vista energetico è una sfida fondamentale».
«Le case del Regno Unito sono tra le meno efficienti dal punto di vista energetico in Europa e producono il 14% delle emissioni di gas serra del Regno Unito», dice Dobson.
Questa casa in Francia è ispirata all’architettura vernacolare e presenta una serra che funziona da accumulatore di calore passivo. Foto di Olivier Martin Gambier
La Francia deve affrontare un problema simile. L’Insee, l‘Istituto nazionale di statistica e degli studi economici, rivela che il 55% dell’attuale patrimonio immobiliare è stato costruito ante 1975, cioè prima dell’introduzione dei primi regolamenti sulla sostenibilità. Inoltre, secondo il Ministero per la transizione ecologica e inclusiva, il settore edilizio produce il 45% del consumo di energia e il 27% delle emissioni di gas serra del paese.
La Francia deve affrontare un problema simile. L’Insee, l‘Istituto nazionale di statistica e degli studi economici, rivela che il 55% dell’attuale patrimonio immobiliare è stato costruito ante 1975, cioè prima dell’introduzione dei primi regolamenti sulla sostenibilità. Inoltre, secondo il Ministero per la transizione ecologica e inclusiva, il settore edilizio produce il 45% del consumo di energia e il 27% delle emissioni di gas serra del paese.
La Floresta, progettata da Noem, è una casa spagnola con una storia, che presenta un’estensione in legno dall’estetica moderna ed efficiente dal punto di vista energetico
Secondo i dati del Ministero della mobilità, dei trasporti e dell’agenda urbana, nel 2018 la Spagna contava quasi 26 milioni di case. La maggior parte di questi edifici abitativi sono stati realizzati tra la metà degli anni ‘70 e la fine degli anni ‘90, prima dell’entrata in vigore del Código Técnico de la Edificación (CTE) del 2006. Ciò significa che un numero significativo di case sono state costruite senza affrontare i problemi relativi alla loro efficienza energetica. Adattare questi immobili agli esigenti standard di sostenibilità odierni non è facile.
Sebbene esistano molte definizioni di progettazione sostenibile, è comunemente accettato che le “costruzioni green” siano il risultato di una filosofia di progettazione che si concentra sull’efficienza dell’uso delle risorse – energia, acqua e materiali – riducendo al contempo l’impatto dell’edificio sulla salute umana e sull’ambiente attraverso una migliore ubicazione, progettazione e costruzione. Ma ci sono anche altri aspetti da considerare.
Eva Chacón, condirettore di Bonsai Arquitectos, afferma che per essere veramente sostenibile, la Spagna – così come molti altri paesi – ha bisogno di promuovere un’architettura intergenerazionale e multiuso. «Nella pianificazione urbana e nelle politiche sociali, dovremmo essere in grado di considerare il percorso di vita completo delle persone, con i loro mutevoli bisogni nel tempo, e dovremmo trovare sinergie tra programmi e bisogni».
Secondo i dati del Ministero della mobilità, dei trasporti e dell’agenda urbana, nel 2018 la Spagna contava quasi 26 milioni di case. La maggior parte di questi edifici abitativi sono stati realizzati tra la metà degli anni ‘70 e la fine degli anni ‘90, prima dell’entrata in vigore del Código Técnico de la Edificación (CTE) del 2006. Ciò significa che un numero significativo di case sono state costruite senza affrontare i problemi relativi alla loro efficienza energetica. Adattare questi immobili agli esigenti standard di sostenibilità odierni non è facile.
Sebbene esistano molte definizioni di progettazione sostenibile, è comunemente accettato che le “costruzioni green” siano il risultato di una filosofia di progettazione che si concentra sull’efficienza dell’uso delle risorse – energia, acqua e materiali – riducendo al contempo l’impatto dell’edificio sulla salute umana e sull’ambiente attraverso una migliore ubicazione, progettazione e costruzione. Ma ci sono anche altri aspetti da considerare.
Eva Chacón, condirettore di Bonsai Arquitectos, afferma che per essere veramente sostenibile, la Spagna – così come molti altri paesi – ha bisogno di promuovere un’architettura intergenerazionale e multiuso. «Nella pianificazione urbana e nelle politiche sociali, dovremmo essere in grado di considerare il percorso di vita completo delle persone, con i loro mutevoli bisogni nel tempo, e dovremmo trovare sinergie tra programmi e bisogni».
Questa nuova casa sostenibile situata sulla costa del Massachusetts è stata costruita a 2,4 metri da terra per consentire alle maree di fluire sotto l’abitazione
L’American Institute of Architects afferma che negli Stati Uniti quasi il 40% delle emissioni di gas serra può essere attribuito al carbonio prodotto dagli edifici durante la costruzione, nonché al consumo quotidiano di riscaldamento, raffreddamento e illuminazione.
Così come per altri paesi, la sfida degli Stati Uniti è relativa al fatto che circa il 95% degli edifici ha più di un decennio, e molti di questi sono stati costruiti prima che i moderni codici energetici per le costruzioni fossero messi in atto. L’AIA chiarisce che oggi progettare e costruire edifici che riducono i gas effetto serra sono imperativi architettonici.
L’American Institute of Architects afferma che negli Stati Uniti quasi il 40% delle emissioni di gas serra può essere attribuito al carbonio prodotto dagli edifici durante la costruzione, nonché al consumo quotidiano di riscaldamento, raffreddamento e illuminazione.
Così come per altri paesi, la sfida degli Stati Uniti è relativa al fatto che circa il 95% degli edifici ha più di un decennio, e molti di questi sono stati costruiti prima che i moderni codici energetici per le costruzioni fossero messi in atto. L’AIA chiarisce che oggi progettare e costruire edifici che riducono i gas effetto serra sono imperativi architettonici.
Una casa sostenibile in Giappone costruita con metodi appresi dalle tradizionali abitazioni giapponesi. Progetto di Hiroo Maruya di Arts and Architecture
Al contrario, il Giappone deve affrontare il problema opposto. il Ministero del territorio, delle infrastrutture, dei trasporti e del turismo rivela che la vita media di una casa giapponese, prima che venga demolita, è di soli 30 anni. Questa cultura del “demolire e costruire” si è diffusa sin dalla fine della seconda guerra mondiale.
Osamu Nagashima, ispettore domestico e consulente immobiliare presso Sakura Jimusho, racconta che il governo giapponese ha incoraggiato i cittadini a costruire nuove case per rimediare alla carenza di alloggi. Sebbene il Giappone abbia raggiunto il livello necessario di alloggi nel 1968, culturalmente i giapponesi non hanno spostato la loro attenzione sul miglioramento delle case esistenti piuttosto che sulla costruzione di nuove abitazioni. «Il numero di immobili di nuova costruzione è stato l’indicatore di crescita economica fino ad oggi», dice Nagashima.
Al contrario, il Giappone deve affrontare il problema opposto. il Ministero del territorio, delle infrastrutture, dei trasporti e del turismo rivela che la vita media di una casa giapponese, prima che venga demolita, è di soli 30 anni. Questa cultura del “demolire e costruire” si è diffusa sin dalla fine della seconda guerra mondiale.
Osamu Nagashima, ispettore domestico e consulente immobiliare presso Sakura Jimusho, racconta che il governo giapponese ha incoraggiato i cittadini a costruire nuove case per rimediare alla carenza di alloggi. Sebbene il Giappone abbia raggiunto il livello necessario di alloggi nel 1968, culturalmente i giapponesi non hanno spostato la loro attenzione sul miglioramento delle case esistenti piuttosto che sulla costruzione di nuove abitazioni. «Il numero di immobili di nuova costruzione è stato l’indicatore di crescita economica fino ad oggi», dice Nagashima.
The Tembusu a Singapore, immagine gentilmente concessa da ARC Studio Architecture + Urbanism. Questo complesso abitativo comprende giardini sul tetto semi-pubblici, facciate con piante rampicanti e un avanzato sistema di risanamento dell’acqua piovana
A Singapore, una piccola nazione insulare di 719 chilometri quadrati che ospita 5,8 milioni di persone, i progressi in materia di sostenibilità sono nelle mani dei proprietari di casa. Oltre il 90% dei residenti vive in una combinazione di condomini privati e appartamenti popolari costruiti dal Housing and Development Board, il Consiglio per gli alloggi e lo sviluppo responsabile dell’edilizia popolare di Singapore. Le soluzioni sostenibili sono regolamentate a livello centrale attraverso il Building and Construction Authority, l’Autorità per l’edilizia e le costruzioni, ma i proprietari di casa possono essere abbastanza creativi con le ristrutturazioni interne e i sistemi di consumo energetico. Ciò significa che la maggior parte dei cittadini di Singapore, attraverso la costruzione o il rinnovo di case sostenibili, può generare la propria energia, raccogliere l’acqua piovana e coltivare il proprio cibo.
A Singapore, una piccola nazione insulare di 719 chilometri quadrati che ospita 5,8 milioni di persone, i progressi in materia di sostenibilità sono nelle mani dei proprietari di casa. Oltre il 90% dei residenti vive in una combinazione di condomini privati e appartamenti popolari costruiti dal Housing and Development Board, il Consiglio per gli alloggi e lo sviluppo responsabile dell’edilizia popolare di Singapore. Le soluzioni sostenibili sono regolamentate a livello centrale attraverso il Building and Construction Authority, l’Autorità per l’edilizia e le costruzioni, ma i proprietari di casa possono essere abbastanza creativi con le ristrutturazioni interne e i sistemi di consumo energetico. Ciò significa che la maggior parte dei cittadini di Singapore, attraverso la costruzione o il rinnovo di case sostenibili, può generare la propria energia, raccogliere l’acqua piovana e coltivare il proprio cibo.
Una casa passiva a Novosibirsk, nella regione della Siberia, in Russia
In Russia, gli atteggiamenti culturali e gli imperativi economici hanno reso difficile lo sviluppo di un’etica sostenibile. Sin dal crollo dell’URSS, il governo ha prestato poca attenzione alle questioni ambientali. Per esempio, la promozione attiva del riciclo dei rifiuti è una pratica recente e ancora difficile da attuare. Oggi la sostenibilità è riservata agli appassionati e a quella fetta di cittadini più sensibili al tema. Poiché il prezzo dell’energia è relativamente basso, le persone non sono motivate economicamente a modificare il loro comportamento e risparmiare energia. Ciò significa, in un certo senso, che la sostenibilità è considerata irrilevante.
In Russia, gli atteggiamenti culturali e gli imperativi economici hanno reso difficile lo sviluppo di un’etica sostenibile. Sin dal crollo dell’URSS, il governo ha prestato poca attenzione alle questioni ambientali. Per esempio, la promozione attiva del riciclo dei rifiuti è una pratica recente e ancora difficile da attuare. Oggi la sostenibilità è riservata agli appassionati e a quella fetta di cittadini più sensibili al tema. Poiché il prezzo dell’energia è relativamente basso, le persone non sono motivate economicamente a modificare il loro comportamento e risparmiare energia. Ciò significa, in un certo senso, che la sostenibilità è considerata irrilevante.
Nel tetto di questa casa indiana è stata piantata dell’erba resistente alla siccità che mantiene gli interni freschi durante i mesi estivi. Architettura Brio ha costruito questa struttura con materiali ecologici come bambù, assi di legno, pietra calcarea ruvida, sabbia di fiume e cemento a vista
Al contrario, la disponibilità economica è il principale ostacolo alla ricerca della sostenibilità in India. Con 1,3 miliardi di cittadini e un’economia in crescita, il paese ha registrato una rapida domanda di sviluppo e costruzione delle infrastrutture.
«L’India è un paese carente di risorse; questa è la più grande sfida per la promozione della sostenibilità», spiega Vijay Garg, presidente del Council of Architects India. «Siamo in uno stato di transizione, dall’essere un paese prevalentemente rurale a diventare un paese sempre più urbano, con una crescita della popolazione urbana che è salita dal 20% all’80%. Le risorse per la creazione di un’infrastruttura di supporto non vengono generate internamente, ma arrivano tramite prestiti a lungo termine, come gli investimenti esteri diretti (IDE) nel settore immobiliare.
«A meno che il denaro necessario non venga prodotto dalla crescita economica del paese (riducendo così gli enormi costi legati agli interessi dei prestiti), l’implementazione della sostenibilità nelle infrastrutture e nelle costruzioni potrebbe non essere affrontata, poiché di solito finisce per aumentare i costi complessivi».
Al contrario, la disponibilità economica è il principale ostacolo alla ricerca della sostenibilità in India. Con 1,3 miliardi di cittadini e un’economia in crescita, il paese ha registrato una rapida domanda di sviluppo e costruzione delle infrastrutture.
«L’India è un paese carente di risorse; questa è la più grande sfida per la promozione della sostenibilità», spiega Vijay Garg, presidente del Council of Architects India. «Siamo in uno stato di transizione, dall’essere un paese prevalentemente rurale a diventare un paese sempre più urbano, con una crescita della popolazione urbana che è salita dal 20% all’80%. Le risorse per la creazione di un’infrastruttura di supporto non vengono generate internamente, ma arrivano tramite prestiti a lungo termine, come gli investimenti esteri diretti (IDE) nel settore immobiliare.
«A meno che il denaro necessario non venga prodotto dalla crescita economica del paese (riducendo così gli enormi costi legati agli interessi dei prestiti), l’implementazione della sostenibilità nelle infrastrutture e nelle costruzioni potrebbe non essere affrontata, poiché di solito finisce per aumentare i costi complessivi».
Questa casa a basso impatto energetico situata nell’arcipelago di Stoccolma è stata progettata da Camilla Schlyter di Schlyter/Gezelius. Per integrarla col paesaggio naturale circostante, gli angoli della casa corrispondono agli alberi nativi, inoltre il legno è stato acquistato il più vicino possibile e assemblato a mano in loco
In tutta la Scandinavia, considerata all’avanguardia sul pensiero sostenibile, si registrano progressi più significativi. In Svezia lo stile di vita ecologico ha una lunga tradizione culturale ed è fortemente regolamentato dalla legge. L’autore e critico di architettura Mark Isitt si interroga sull’impatto delle pratiche sostenibili a livello internazionale: «Le autorità svedesi a volte rasentano l’isteria quando si tratta di norme e regolamenti sulla sostenibilità. È facile domandarsi quale sia il reale apporto che possa dare la costruzione di una casa di legno in Svezia, se nel frattempo la Cina continua a produrre elevati tassi di inquinamento. Ma la risposta è che spesso fungiamo da modelli esemplari di buone pratiche a livello internazionale e ciò probabilmente ha un effetto superiore rispetto all’impatto sull’ambiente della casa stessa», spiega.
Elisabet Elfström, responsabile dell’Architects Sweden, l’ordine degli architetti svedesi, spera in una cooperazione a un livello superiore. «L’Unione Europea dovrebbe promuovere ambizioni e linee guida comuni, in particolare quando si tratta di orientare la scelta dei materiali da costruzione. La comprensione del Life Cycle Assessments (LCA) deve diffondersi in tutti i settori di attività e gli architetti hanno un ruolo incredibilmente importante da svolgere».
Ma nell’ottica di un futuro sostenibile, anche in questo paese c’è spazio per migliorare. «Il settore edile e immobiliare in Svezia è responsabile di circa il 20% delle emissioni di gas serra del paese. Sono necessarie regole per implementare una prospettiva del ciclo di vita sia nel processo di costruzione che nei nostri ambienti quotidiani. Abbiamo bisogno di più modelli di economia circolare e incentivi per gli investimenti ecologici», dice Elfström.
In tutta la Scandinavia, considerata all’avanguardia sul pensiero sostenibile, si registrano progressi più significativi. In Svezia lo stile di vita ecologico ha una lunga tradizione culturale ed è fortemente regolamentato dalla legge. L’autore e critico di architettura Mark Isitt si interroga sull’impatto delle pratiche sostenibili a livello internazionale: «Le autorità svedesi a volte rasentano l’isteria quando si tratta di norme e regolamenti sulla sostenibilità. È facile domandarsi quale sia il reale apporto che possa dare la costruzione di una casa di legno in Svezia, se nel frattempo la Cina continua a produrre elevati tassi di inquinamento. Ma la risposta è che spesso fungiamo da modelli esemplari di buone pratiche a livello internazionale e ciò probabilmente ha un effetto superiore rispetto all’impatto sull’ambiente della casa stessa», spiega.
Elisabet Elfström, responsabile dell’Architects Sweden, l’ordine degli architetti svedesi, spera in una cooperazione a un livello superiore. «L’Unione Europea dovrebbe promuovere ambizioni e linee guida comuni, in particolare quando si tratta di orientare la scelta dei materiali da costruzione. La comprensione del Life Cycle Assessments (LCA) deve diffondersi in tutti i settori di attività e gli architetti hanno un ruolo incredibilmente importante da svolgere».
Ma nell’ottica di un futuro sostenibile, anche in questo paese c’è spazio per migliorare. «Il settore edile e immobiliare in Svezia è responsabile di circa il 20% delle emissioni di gas serra del paese. Sono necessarie regole per implementare una prospettiva del ciclo di vita sia nel processo di costruzione che nei nostri ambienti quotidiani. Abbiamo bisogno di più modelli di economia circolare e incentivi per gli investimenti ecologici», dice Elfström.
Le case di Lisbjerg Bakke vicino ad Aarhus, in Danimarca, sono costruite con materiali durevoli che possono essere riciclati in futuro. I materiali sostenibili riducono i costi di manutenzione. L’uso del legno non trattato garantisce un buon clima interno e gli spazi possono essere adattati alle mutevoli esigenze dei residenti. L’edificio, gestito dalla società immobiliare AL2bolig, ha vinto numerosi premi ed è stato nominato Future Sustainable General Housing. Immagine di Hustømrerne
Sul tema delle costruzioni sostenibili, la Danimarca è indietro rispetto ad altri paesi limitrofi come i Paesi Bassi e la Norvegia, dice Mette Qvist, direttrice dell’organizzazione Green Building Council Denmark.
Il risparmio economico è un aspetto determinante nei progetti di costruzione, ma sarebbe necessario concentrarsi su alcuni fattori a lungo termine. Mette Qvist spiega: «Sono preferibili materiali sostenibili con una lunga durata, facili da pulire e mantenere. Possono costare di più, ma garantiscono grandi risparmi a lungo termine».
Sul tema delle costruzioni sostenibili, la Danimarca è indietro rispetto ad altri paesi limitrofi come i Paesi Bassi e la Norvegia, dice Mette Qvist, direttrice dell’organizzazione Green Building Council Denmark.
Il risparmio economico è un aspetto determinante nei progetti di costruzione, ma sarebbe necessario concentrarsi su alcuni fattori a lungo termine. Mette Qvist spiega: «Sono preferibili materiali sostenibili con una lunga durata, facili da pulire e mantenere. Possono costare di più, ma garantiscono grandi risparmi a lungo termine».
A Colonia, in Germania, 16 famiglie si sono unite per formare il gruppo Sülzer Freunde. Oltre a un orto comune, ci sono altre stanze che possono essere utilizzate da tutti i residenti. Tutte le case hanno raggiunto lo standard delle case passive. L’involucro edilizio è realizzato in perlite, un materiale naturale sano capace di regolare l’umidità e il clima
La Germania ha incorporato il design sostenibile nel codice di costruzione nazionale dal 1976, ma ci sono ancora alcune problematiche urgenti. Vi è una quantità decrescente di terreni edificabili, con una conseguente crescita dei prezzi, e al tempo stesso sono necessari più edifici, soprattutto nelle grandi città, dove è rimasto poco spazio abitativo accessibile.
«Dobbiamo cavarcela con spazi abitativi sempre più piccoli», dice l’architetto di Hannover Jens-Uwe Seyfarth. «Quindi anche il consumo di energia diminuirà».
In passato erano sufficienti da 15 a 20 metri quadrati di spazio abitativo per persona, oggi si sale a 50 metri quadrati, dice Seyfarth. Per l’architetto una pianificazione su misura e duratura è un requisito essenziale per le costruzioni sostenibili.
«Prima di costruire, dobbiamo definire non solo le esigenze attuali dei proprietari di casa, ma dobbiamo anche pensare, ad esempio, a come una grande casa indipendente potrebbe potenzialmente essere ricostruita e convertita in una residenza di riposo. Credo che questo sia la direzione migliore per la sostenibilità».
La tua opinione: qual è la tua opinione sui problemi che ostacolano la sostenibilità nel tuo paese? Dicci cosa ne pensi e quali sono le tue aspettative future nei commenti qui sotto, salva le immagini che preferisci e partecipa alla discussione.
Altro
La prossima storia di questa serie esaminerà i progressi compiuti dai vari paesi per affrontare queste sfide, e proporrà una selezione di progetti d’ispirazione sul tema delle costruzioni sostenibili.
La Germania ha incorporato il design sostenibile nel codice di costruzione nazionale dal 1976, ma ci sono ancora alcune problematiche urgenti. Vi è una quantità decrescente di terreni edificabili, con una conseguente crescita dei prezzi, e al tempo stesso sono necessari più edifici, soprattutto nelle grandi città, dove è rimasto poco spazio abitativo accessibile.
«Dobbiamo cavarcela con spazi abitativi sempre più piccoli», dice l’architetto di Hannover Jens-Uwe Seyfarth. «Quindi anche il consumo di energia diminuirà».
In passato erano sufficienti da 15 a 20 metri quadrati di spazio abitativo per persona, oggi si sale a 50 metri quadrati, dice Seyfarth. Per l’architetto una pianificazione su misura e duratura è un requisito essenziale per le costruzioni sostenibili.
«Prima di costruire, dobbiamo definire non solo le esigenze attuali dei proprietari di casa, ma dobbiamo anche pensare, ad esempio, a come una grande casa indipendente potrebbe potenzialmente essere ricostruita e convertita in una residenza di riposo. Credo che questo sia la direzione migliore per la sostenibilità».
La tua opinione: qual è la tua opinione sui problemi che ostacolano la sostenibilità nel tuo paese? Dicci cosa ne pensi e quali sono le tue aspettative future nei commenti qui sotto, salva le immagini che preferisci e partecipa alla discussione.
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La prossima storia di questa serie esaminerà i progressi compiuti dai vari paesi per affrontare queste sfide, e proporrà una selezione di progetti d’ispirazione sul tema delle costruzioni sostenibili.
Le difficoltà di molti paesi nello sviluppo di un quadro edilizio sostenibile dipendono in larga misura da come i territori sono stati plasmati dalla natura. Ad esempio, il continente australiano si estende per 7.692 milioni di chilometri quadrati e include otto zone climatiche, da quelle tropicali a nord a quelle temperate a sud; tra le maggiori conseguenze vi sono il calore estremo e le gravi carenze idriche. La portata di queste differenze e la necessità di elaborare risposte specifiche alle condizioni locali hanno reso difficile lo sviluppo di una politica nazionale per migliorare la sostenibilità in edilizia.