Le Case di Houzz
My Houzz: A Napoli Pareti Curve per Abbracciare la Luce del Golfo
In uno degli angoli più suggestivi delle colline del Vomero un’abitazione anni 70, con vista sul Golfo e sulla città di Napoli
Al Vomero, uno dei quartieri collinari di Napoli, sulle scale del Petraio, vivono Vera e Massimo: per arrivare da loro si prende l’ascensore, ma anziché salire si scende, al piano meno tre.
Entrando in casa la sensazione iniziale è un lieve disorientamento: ci accolgono pareti curve, porte gialle, volumi ruotati, angoli nascosti, moltissimi libri e una selezione di ricordi molto speciale. Poi veniamo avvolti dalla luce, che entra prorompente dai finestroni della zona giorno, finché non scrutiamo e scopriamo il panorama oltre il vetro: un inaspettato Golfo di Napoli rapisce e affascina con tutto il suo splendore, anche nelle giornate meno terse. E infine un giardino “segreto”, nel cuore della città pluristratificata, regala un ulteriore sorriso.
Entrando in casa la sensazione iniziale è un lieve disorientamento: ci accolgono pareti curve, porte gialle, volumi ruotati, angoli nascosti, moltissimi libri e una selezione di ricordi molto speciale. Poi veniamo avvolti dalla luce, che entra prorompente dai finestroni della zona giorno, finché non scrutiamo e scopriamo il panorama oltre il vetro: un inaspettato Golfo di Napoli rapisce e affascina con tutto il suo splendore, anche nelle giornate meno terse. E infine un giardino “segreto”, nel cuore della città pluristratificata, regala un ulteriore sorriso.
Alla fine degli anni ‘60 Vera e Massimo comprano una casa dalla posizione privilegiata (in quel periodo ci viveva ancora pochissima gente) ma in pessime condizioni e decisamente piccola per le esigenze della giovane famiglia. «Eravamo molto perplessi, ma la tranquillità della strada, la presenza di un terrazzo panoramico e di un giardino, oltre ai consigli di un carissimo amico ingegnere, Ferruccio Ferrigni, ci hanno convinto a deciderci all’acquisto». Con un budget ristretto e recuperando tutto il mobilio del vecchio appartamento, è iniziata una progettazione molto partecipata che voleva rispondere alle esigenze della giovane coppia e delle due figlie preadolescenti.
Il fulcro della casa è la zona giorno. Nel progetto originario alcune pareti erano colorate (di viola e di giallo) e le porte erano rosse.
I primi progetti erano molto lineari, ma mancava sempre qualcosa, poi l’escamotage: ruotare tutti i volumi di 45° per ricavare più spazio e rendere molte delle pareti curve per permettere un passaggio più fluente. Queste soluzioni hanno permesso di creare molte zone di servizio, depositi soppalcati, e di nascondere il sistema di aerazione. «Tutto è stato risistemato nei nuovi spazi secondo criteri rispondenti ad un più cosciente gusto dell’abitare che eravamo andati maturando negli anni», racconta Vera. Il progetto di ristrutturazione è dell’ingegnere Ferruccio Ferrigni, che all’epoca collaborava con l’architetto Giancarlo Ramondino.
I primi progetti erano molto lineari, ma mancava sempre qualcosa, poi l’escamotage: ruotare tutti i volumi di 45° per ricavare più spazio e rendere molte delle pareti curve per permettere un passaggio più fluente. Queste soluzioni hanno permesso di creare molte zone di servizio, depositi soppalcati, e di nascondere il sistema di aerazione. «Tutto è stato risistemato nei nuovi spazi secondo criteri rispondenti ad un più cosciente gusto dell’abitare che eravamo andati maturando negli anni», racconta Vera. Il progetto di ristrutturazione è dell’ingegnere Ferruccio Ferrigni, che all’epoca collaborava con l’architetto Giancarlo Ramondino.
«La mia casa è piena di libri. Sono questi gli oggetti da cui non mi separerei mai…», afferma Vera.
«La mia stanza preferita è il soggiorno e, al suo interno, l’angolo studio, dove spendo la maggior parte del mio tempo. Ho molto amato anche lo “stanzino” (ora adibito a dispensa), che per diversi anni è stato la mia camera oscura (sono una fotografa)», spiega Vera.
Alla parete troviamo una sorta di albero genealogico fotografico, che ritrae gli antenati di Vera e Massimo.
In corrispondenza dell’ingresso, sulla sinistra rispetto al soggiorno, è celata la zona pranzo, grazie a una “parete-nicchia” che contiene e separa senza dividere completamente gli ambienti. Dalla parte opposta, crea anche un breve corridoio che accompagna in cucina e un piccolo angolo per l’appendiabiti.
Sulla sinistra, lo sguardo viene catturato da una collezione di ceramiche siciliane.
Creare Composizioni di Piatti alle Pareti che la Nonna vi Invidierà
Sulla sinistra, lo sguardo viene catturato da una collezione di ceramiche siciliane.
Creare Composizioni di Piatti alle Pareti che la Nonna vi Invidierà
La cucina, quasi completamente in muratura, ha una parete curva sfruttata come angolo-pranzo e come nicchia per il forno, così da ottimizzare ogni centimetro. Nessuno spazio è lasciato al caso: tutto sembra dover contenere qualcosa di specifico.
Le mattonelle utilizzate per il rivestimento sono un prodotto della Kerasav, un’azienda dell’hinterland napoletano, molto attiva all’epoca del matrimonio di Vera e Massimo (nel 1963). La credenza blu, come quella color legno, fu acquistata da Coin.
Le mattonelle utilizzate per il rivestimento sono un prodotto della Kerasav, un’azienda dell’hinterland napoletano, molto attiva all’epoca del matrimonio di Vera e Massimo (nel 1963). La credenza blu, come quella color legno, fu acquistata da Coin.
La luminosissima camera da letto era la camera delle ragazze, diventata padronale quando Vera e Massimo hanno ristrutturato casa per adattarla alle nuove esigenze della famiglia.
La spalliera del letto è stata realizzata da un artigiano locale su disegno di un antiquario, Carlo Rossi.
La spalliera del letto è stata realizzata da un artigiano locale su disegno di un antiquario, Carlo Rossi.
La grande terrazza ha tre ampie portefinestre esposte a sud-est e affaccia su un piccolo giardino, il vero gioiello di questa casa incastrata nel fitto tessuto della città di Napoli. È molto raro, nella trama del Vomero, riuscire a trovare angoli verdi. Nel giardino, oltre agli agrumi e ad un magnifico glicine, Vera e Massimo hanno anche un piccolo orto.
Ed ecco, infine, la storica scalinata del Petraio, che collega il Vomero col cuore di Napoli.
Partendo da Castel Sant’Elmo, arriva al Corso Vittorio Emanuele, proseguendo poi fino a Chiaia. È chiamata Petraio da «petraro», perché lungo questo percorso le piogge alluvionali depositavano i ciottoli: il tracciato della salita, infatti, ricalca uno dei tanti alvei alluvionali del quartiere collinare. Percorrendo i 503 gradini, tra paesaggi mozzafiato, abitazioni con balconcini fioriti, giardini pensili ed edifici in stile liberty, si coglie con lo sguardo tutta l’anima della città.
Guarda tutte le foto di questa casa
Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare, inviaci alcune foto dell’abitazione insieme a una breve descrizione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di fotografare in esclusiva la tua casa, ti contatteremo al più presto.
Partendo da Castel Sant’Elmo, arriva al Corso Vittorio Emanuele, proseguendo poi fino a Chiaia. È chiamata Petraio da «petraro», perché lungo questo percorso le piogge alluvionali depositavano i ciottoli: il tracciato della salita, infatti, ricalca uno dei tanti alvei alluvionali del quartiere collinare. Percorrendo i 503 gradini, tra paesaggi mozzafiato, abitazioni con balconcini fioriti, giardini pensili ed edifici in stile liberty, si coglie con lo sguardo tutta l’anima della città.
Guarda tutte le foto di questa casa
Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare, inviaci alcune foto dell’abitazione insieme a una breve descrizione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di fotografare in esclusiva la tua casa, ti contatteremo al più presto.
Chi ci abita: Vera Maone e Massimo Di Rosa
Dove: Napoli
Anno di costruzione: 1950 circa
Anno di ristrutturazione: 1969/70
Il particolare interessante: la disposizione dei volumi e il giardino