Le Case di Houzz
My Houzz: Neoplasticismo e Oriente sui Tetti di Napoli
Luce, linee colorate, semicerchi, cavalli, maschere e un mare di tetti napoletani: come giocare con lo spazio attraverso forme e culture
Al sesto piano di uno storico palazzo nel cuore di Napoli si viene accolti da una luce prorompete e tanti, tantissimi cavalli. «Erano la passione di Caterina Binchi, mia moglie – ci racconta Giuseppe Cinque, padrone di casa – insieme a Mondrian e alle contaminazioni tra classicismo, De Stijl ed il richiamo all’Oriente». Caterina era architetto e il progetto della casa fu opera sua: «Lo stile rispecchia la sua personalità, rigorosa e lineare». In questo nido luminoso racchiuse le sue passioni e sintetizzò il suo personalissimo gusto, spaziando con armonia dall’Estremo Oriente al Nord Europa e disegnando quasi tutti gli arredi.
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Giuseppe e Daniel Cinque, padre e figlio
Dove: Quartieri Spagnoli, Napoli
Superficie: 140 m²; ingresso, cucina, soggiorno, tre camere, due bagni e un salottino
Anno di costruzione: XVII secolo, con successive modifiche intorno agli inizi del Novecento
Anno di ristrutturazione: 1984-85
Budget: la spesa all’epoca fu di circa 50 milioni di lire
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Giuseppe e Daniel Cinque, padre e figlio
Dove: Quartieri Spagnoli, Napoli
Superficie: 140 m²; ingresso, cucina, soggiorno, tre camere, due bagni e un salottino
Anno di costruzione: XVII secolo, con successive modifiche intorno agli inizi del Novecento
Anno di ristrutturazione: 1984-85
Budget: la spesa all’epoca fu di circa 50 milioni di lire
Entrando in Casa Cinque-Bianchi il primo impatto è con una vetrata. Originariamente separava lo studio dalla zona giorno, successivamente traslata per nuove esigenze abitative. Sulla destra un capitello, che fa presagire il mix stilistico che caratterizza la casa.
La scoperta avvenne una sera d’inverno del 1984, con ascensore guasto. Un amico propose a Giuseppe e Caterina di visitare un appartamento al sesto piano, di proprietà di una coppia che si era divisa. Arrivati al sesto piano e spalancata la porta, Giuseppe e la moglie si ritrovarono di fronte allo spettacolo della cupola illuminata della Galleria Umberto I. «Fu emozionante. Ci stringemmo le mani e senza parlare decidemmo che quella, a qualsiasi costo, doveva essere la nostra casa».
Dopo una breve trattativa sul costo e senza grandi cifre da parte l’acquistarono. Il progetto di ristrutturazione fu elaborato in una nottata.
«La coppia che ci vendette la casa era appassionata di cartomanzia e mi chiese una consulenza tecnica per una loro amica veggente. Acconsentii e li accompagnai a casa della signora che volle per forza predirmi il futuro. Chiesi ovviamente anche della casa e predisse che ci avrebbe portato fortuna in quanto c’era un qualcosa di positivo che avremmo trovato non appena iniziato i lavori. In un soppalchino trovammo due bambole in biscuit con un viso stupendo e sorridente che stavano come abbracciate con gli occhi socchiusi. Ne parlammo con gli amici venditori, ma ci assicurarono che loro non le avevano trovate. Il segno positivo?».
Dopo una breve trattativa sul costo e senza grandi cifre da parte l’acquistarono. Il progetto di ristrutturazione fu elaborato in una nottata.
«La coppia che ci vendette la casa era appassionata di cartomanzia e mi chiese una consulenza tecnica per una loro amica veggente. Acconsentii e li accompagnai a casa della signora che volle per forza predirmi il futuro. Chiesi ovviamente anche della casa e predisse che ci avrebbe portato fortuna in quanto c’era un qualcosa di positivo che avremmo trovato non appena iniziato i lavori. In un soppalchino trovammo due bambole in biscuit con un viso stupendo e sorridente che stavano come abbracciate con gli occhi socchiusi. Ne parlammo con gli amici venditori, ma ci assicurarono che loro non le avevano trovate. Il segno positivo?».
In foto: Giuseppe Cinque, ingegnere. Ha uno studio a Napoli, in pieno centro.
L’appartamento è a forma di “L”, con affacci su tutti i lati, sia lunghi che corti. Pensato e voluto completamente libero, privo di corridoi e con le porte nascoste dallo sguardo ospite. «Il risultato fu di avere una zona giorno molto grande senza soluzione di continuità tra cucina, tinello, ingresso, salotto, zona pranzo».
L’appartamento è a forma di “L”, con affacci su tutti i lati, sia lunghi che corti. Pensato e voluto completamente libero, privo di corridoi e con le porte nascoste dallo sguardo ospite. «Il risultato fu di avere una zona giorno molto grande senza soluzione di continuità tra cucina, tinello, ingresso, salotto, zona pranzo».
La collezione di cavalli inizia con un viaggio in un paesino dell’Abruzzo dove Giuseppe e Caterina comprarono, da un antiquario, la prima coppia di animali.
Concentrata nella zona giorno, la collezione diventa assoluta protagonista del soggiorno. Il più grande è lungo più di un metro, il più piccolo un centimetro scarso.
Concentrata nella zona giorno, la collezione diventa assoluta protagonista del soggiorno. Il più grande è lungo più di un metro, il più piccolo un centimetro scarso.
Nella zona living troviamo sulla sinistra la poltrona Dream On di Frau, al centro il tavolo Frate di Enzo Mari (prodotto da Driade), le sedie Kartell e sullo sfondo la libreria su misura, progettata da Caterina.
La cucina di Casa Cinque-Bianchi è situata sulla sinistra dell’ingresso, in fondo alla zona pranzo.
Sulla parete troviamo un po’ di Costiera Amalfitana: le ceramiche sono di un artista di Positano: il celebre paesino arroccato è infatti la seconda casa di Giuseppe e Daniel.
Il pavimento originariamente era tutto grigio. Ci sono state delle modifiche un paio di anni fa dovute a un guasto agli impianti.
Sulla parete troviamo un po’ di Costiera Amalfitana: le ceramiche sono di un artista di Positano: il celebre paesino arroccato è infatti la seconda casa di Giuseppe e Daniel.
Il pavimento originariamente era tutto grigio. Ci sono state delle modifiche un paio di anni fa dovute a un guasto agli impianti.
Il quadro al centro della parete era parte della tesi di laurea di Caterina sul recupero urbano di alcuni paesini dell’avellinese.
L’intero ambiente si sviluppa in lunghezza ed è intervallato dai travoni del soffitto e da elementi gialli (la piccole dispensa, il frigo, le mattonelle della cucina in muratura) che rendono l’ambiente solare ed accogliente, in una parola: familiare. Tutto molto funzionale, ogni elemento ha il suo posto.
Tavolo Frate e sedie Tonietta di Enzo Mari
L’intero ambiente si sviluppa in lunghezza ed è intervallato dai travoni del soffitto e da elementi gialli (la piccole dispensa, il frigo, le mattonelle della cucina in muratura) che rendono l’ambiente solare ed accogliente, in una parola: familiare. Tutto molto funzionale, ogni elemento ha il suo posto.
Tavolo Frate e sedie Tonietta di Enzo Mari
Il bagno è dedicato a Piet Mondrian. Con il neoplasticismo, attraverso l’uso della bidimensionalità e l’accostamento degli elementi attraverso rapporti precisi, si sperimentavano nuovi modi della rappresentazione. In questa casa si omaggia tutto questo, riportando la lezione nella tridimensionalità degli spazi casalinghi.
La scarpiera è stata aggiunta in seguito.
La scarpiera è stata aggiunta in seguito.
La camera da letto, molto essenziale, in cui si assapora la passione per l’Estremo Oriente. La testata, in stoffa, è accompagnata da un dipinto che diventa protagonista della camera e dialoga perfettamente con la porta rossa sulla parete opposta. Molto contemporaneo l’utilizzo di due mensole di colore differente come comodini.
L’incavo circolare della parete che nasconde la cabina armadio si ripete spesso in casa e ricorda vagamente le Porte della Luna dei giardini cinesi, simbolo del cielo e dell’armonia. Questo richiamo formale all’Estremo Oriente lo ritroviamo anche in cucina e lungo la parete che divide zona giorno e zona notte.
«Si viaggiava spesso. Europa ed Estremo Oriente. Da tutte le capitali e da ogni nazione raccoglievamo un piccolo oggetto tipico che veniva posto nella bacheca oggi nel salottino. Le librerie e le mensole sono piene di oggetti dell’artigianato locale. Particolarmente affezionato ad un Buddha Balinese, in legno, con la testa reclinata».
«Si viaggiava spesso. Europa ed Estremo Oriente. Da tutte le capitali e da ogni nazione raccoglievamo un piccolo oggetto tipico che veniva posto nella bacheca oggi nel salottino. Le librerie e le mensole sono piene di oggetti dell’artigianato locale. Particolarmente affezionato ad un Buddha Balinese, in legno, con la testa reclinata».
Nascosto agli occhi dei più, ecco il piccolo salottino disposto prima della camera padronale, in cui sono custoditi, tra le mensole di una serie alternata di Gnedby dell’Ikea, i molti souvenir di viaggio. «È il mio luogo preferito della casa, per l’intimità che riserva», racconta Giuseppe. E impossibile, per noi, non perderci a guardare e immaginare la storia di ogni piccolo ricordo.
La vista da casa Cinque-Bianchi spazia dai tetti di questa caotica città che è Napoli fino al Vesuvio. La cupola in primo piano è quella della Galleria Umberto I.
«Questa vista è il ricordo della prima volta che mettemmo piede nella casa», conclude Giuseppe.
«Questa vista è il ricordo della prima volta che mettemmo piede nella casa», conclude Giuseppe.
In foto: Daniel, il figlio di Giuseppe e Caterina, appassionato di fotografia.
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Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare, inviaci alcune foto dell’abitazione insieme a una breve descrizione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di fotografare la tua casa, ti contatteremo al più presto.
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