My Houzz: Barocco Napoletano per un Tè Con gli Artisti
In un palazzo storico, tra arte contemporanea e Déco, l’arredamento si modifica per ospitare concerti e spettacoli all’ora del tè
Mena vive con i suoi due gatti Bukka e Sofia nello storico Palazzo dello Spagnolo, nel centro pulsante del quartiere Sanità a Napoli. Le sue due figlie Viola e Celesta sono grandi e anche se non abitano più qui, continuano a vivere la casa ognuna a modo suo. Viola è organizzatrice di eventi e in casa organizza concerti e spettacoli teatrali con la sua associazione culturale Brodo; Celesta invece è un’artista molto talentuosa e ha arredato tutta la casa con i suoi quadri. Spesso Mena e le sue figlie si riuniscono nella grande cucina dove preparano il tè, gli aperitivi o le cene per i loro eventi sperimentando sempre nuove ricette.
La casa si trova all’interno del Palazzo dello Spagnolo, un edificio del Settecento emblema dello stile barocco napoletano. Celebre per essere stato location di innumerevoli film, tra cui Passione di John Turturro, il palazzo è caratterizzato da una scala principale a doppia rampa, che costituisce la facciata interna dell’edificio e da stucchi decorativi in stile Rococò.
In foto Viola e Pablo
Viola è appena diventata mamma e anche se non abita più qui, vive comunque ancora moltissimo la casa. È lei che mi accoglie insieme a Mena e al piccolo Pablo intorno al grande tavolo della cucina.
La cucina è il luogo in cui entrambe passano la maggior parte del tempo perché nonostante sia enorme, la considerano il luogo più intimo della casa ed è lì che cominciamo a parlare; poi tutti e tre mi accompagnano in questa visita.
Viola è appena diventata mamma e anche se non abita più qui, vive comunque ancora moltissimo la casa. È lei che mi accoglie insieme a Mena e al piccolo Pablo intorno al grande tavolo della cucina.
La cucina è il luogo in cui entrambe passano la maggior parte del tempo perché nonostante sia enorme, la considerano il luogo più intimo della casa ed è lì che cominciamo a parlare; poi tutti e tre mi accompagnano in questa visita.
Mena mi racconta il suo incontro con la casa: «Questa casa negli anni Novanta era la sede della Fondazione Morra e sono stati loro ad occuparsi della maggior parte della ristrutturazione. Quando sono arrivati, tutte le stanze avevano porte di castagno del Settecento ma, durante i lavori, sono state rubate. Poi abbiamo comprato la casa noi e ci siamo occupate di aggiungere la cucina e di restaurare le cornici delle porte con le decorazioni originali».
La casa, con i suoi soffitti altissimi e i suoi ampi spazi è arredata con gusto particolarissimo, mischiando mobili Art Déco degli anni Venti con altri moderni e con opere di arte contemporanea. La particolarità è anche il fatto che negli enormi saloni che ospitano gli house concerts (concerti in salotto) o gli spettacoli teatrali, l’arredamento è mobile e cambia a seconda delle esigenze di scena.
L’arte non è da meno, infatti oltre ai quadri di Celesta Bufano presenti in ogni stanza, vi sono sulle pareti pezzi di vari artisti provenienti da tutto il mondo. Celesta organizza in casa dei workshop con artisti internazionali, che spesso poi lasciano le loro opere in cambio dell’ospitalità. L’enorme drago di carta che sovrasta il salone, ad esempio, è opera di un artista giapponese di nome Yuhei Takada che fa parte del Gruppo AU di allievi di Shozo Shimamoto.
L’arte non è da meno, infatti oltre ai quadri di Celesta Bufano presenti in ogni stanza, vi sono sulle pareti pezzi di vari artisti provenienti da tutto il mondo. Celesta organizza in casa dei workshop con artisti internazionali, che spesso poi lasciano le loro opere in cambio dell’ospitalità. L’enorme drago di carta che sovrasta il salone, ad esempio, è opera di un artista giapponese di nome Yuhei Takada che fa parte del Gruppo AU di allievi di Shozo Shimamoto.
Nonostante l’arredamento moderno e coloratissimo, la casa porta anche i segni dei secoli passati. All’ingresso c’è ancora l’antica scala di piperno da cui si accedeva alle terrazze sul tetto del palazzo, ma che ora non porta più da nessuna parte.
Il piperno è una roccia magmatica tipica delle zone vulcaniche ed è stata la pietra maggiormente utilizzata nell’architettura storica di Napoli fino alla prima metà del Novecento. Le principali cave, oggi esaurite a causa dell’estrazione massiccia di quel periodo, grazie alla grande estensione di cunicoli e gallerie sotterranee sono state utilizzate come ricovero durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale.
Il piperno è una roccia magmatica tipica delle zone vulcaniche ed è stata la pietra maggiormente utilizzata nell’architettura storica di Napoli fino alla prima metà del Novecento. Le principali cave, oggi esaurite a causa dell’estrazione massiccia di quel periodo, grazie alla grande estensione di cunicoli e gallerie sotterranee sono state utilizzate come ricovero durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale.
Sulle pareti, oltre ai quadri di Celesta e alle altre opere d’arte contemporanea ci sono diverse collezioni di oggetti particolari come mani, piatti, maschere, teste. Sono le passioni di Mena che spiega: «Quella per le facce ad esempio, è nata durante un viaggio in Romania, comprai la prima trovandola per caso su una bancarella e da allora non ho più smesso di comprarne in giro nei vari mercatini che incontro nei miei viaggi».
Poi ovviamente ci sono gli strumenti musicali, legati alla passione per la musica che le ha fatto incontrare suo marito Gino.
Poi ovviamente ci sono gli strumenti musicali, legati alla passione per la musica che le ha fatto incontrare suo marito Gino.
Mena mi racconta di quando lo ha conosciuto: «Era il 7 gennaio del 1971 ed eravamo a un concerto di Bruno Canino, che qualche anno fa – dopo oltre 30 anni – abbiamo ospitato in uno dei concerti a casa. Gino è sempre stato molto appassionato di musica e aveva moltissimi strumenti musicali che ho conservato; i nomi delle nostre figlie Viola e Celesta sono i nomi di due strumenti musicali e anche il nome dell’associazione Brodo viene dalla musica».
Viola mi racconta la nascita della sua associazione culturale che anima la casa con concerti e spettacoli: «L’associazione culturale Brodo prende il nome dalle jam session organizzate da mio padre, fisico matematico con la passione per la musica. Ogni week end lui e i suoi amici musicisti si riunivano e davano vita a delle jam session soprannominate appunto “brodo”, dove ognuno veniva e suonava improvvisando, perché come il brodo, quello che ci metti, quello ti mangi. Mio padre non c`è più da tanti anni, ma la sua eredità spirituale e culturale continua a vivere in queste serate che organizziamo a casa».
Molti dei mobili che arredano le varie stanze sono stati comprati nei mercatini. La grande libreria dello studio invece è stata progettata e realizzata da Giobbe Cortese, un falegname amico di famiglia.
Oltre ad un affaccio interno al cortile del palazzo, ovvero sulla celebre scala dello Spagnolo, la casa affaccia anche sulla chiesa di Santa Maria dei Vergini, una delle chiese monumentali di Napoli risalente al XIV secolo. La statua della Madonna quasi entra nel salone contrastando con i coloratissimi quadri di Celesta.
La casa è così piena di energia, così sempre in mutamento che sembra vivere di vita propria e credo sia per questo che è sempre piena di persone. Anche se Mena ci abita da sola, non è mai da sola in casa, infatti spiega Viola: «Mi piace che casa nostra sia un luogo dove si possa respirare arte, cultura e più in generale bellezza. C’è sempre un gran via vai di persone ed è bello cucinare per loro sperimentando sempre nuove ricette. La mia idea è che le persone si possano sentire a casa e credo che questo sia il segreto del successo delle nostre serate, il fatto che oltre alla cultura ci sia anche grande convivialità».
Guarda tutte le foto di questa casa
Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare, inviaci alcune foto insieme a una breve descrizione dell’abitazione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di fotografare la tua casa, ti contatteremo al più presto.
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Chi ci abita: Mena con i suoi gatti Bukka e Sofia
Dove: quartiere Sanità, Napoli
Superficie: circa 400 m²; 3 camere, 3 bagni, salone triplo, sala da pranzo, studio, cucina abitabile, soppalco
Anno di costruzione: inizio Settecento
Anno di ristrutturazione: 2010
Il particolare interessante: la casa ha un arredamento mobile, che si modifica per ospitare eventi
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