Un Pro Spiega Come è Diventa Wow la Zona Giorno in 3 Mesi
Il racconto a tappe del progetto per la zona giorno – super colorata – di un quadrilocale a Roma
Un quadrilocale nel quartiere di Torre Maura, a Sud-Est rispetto al centro della città, distribuito su 120 metri quadrati; il progetto si è concentrato soprattutto sull’aggiornamento della zona giorno, trasformata (in soli tre mesi) in un ambiente unico – che comprende cucina e salotto – e definita da scelte cromatiche e materiche di forte impatto. In questa storia vedremo il percorso a tappe seguito da Patrizia e Paola, rispettivamente architetto e proprietaria dell’appartamento conosciutesi tramite Houzz, per capire da vicino il loro metodo di lavoro.
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Pianta del Prima. La griglia rappresenta la pavimentazione esistente, poi sostituita
Dal canto suo, Paola racconta: «Mi sono iscritta ad Houzz per la mia passione da dilettante di architettura di interni. All’epoca ero in dubbio se modificare la mia casa o venderla per acquistarne una più grande. Il dubbio poteva scioglierlo solo un professionista e ho subito notato Patrizia: l’ho sentita subito affine a quello che stavo cercando e così è stato».
Ecco il punto di partenza: una planimetria scandita in modo geometrico dalla successione di pareti perimetrali che chiudono non solo le quattro camere da letto e i due bagni (scelta funzionale che, infatti, è stata mantenuta) ma anche ingresso, cucina e salotto. In tutto 120 metri quadrati, compresi in una palazzina costruita nella metà degli anni Settanta e definiti da materiali semplici, fra cui la pavimentazione in piastrelle.
Per presentare il progetto disegnato da Patrizia Burato, in basso la pianta modificata rispetto alla precedente. A cambiare, soprattuto le partizioni della zona giorno, demolite per far spazio ad un open space, e i rivestimenti, sostituiti del tutto per a favore di nuove finiture, tanto a pavimento quanto a parete. Rivoluzionando di poco la pianta, infatti, è stata proprio la scelta dei materiali, forniti da Officine 47 Roma, a trasformare l’appartamento.
Dal canto suo, Paola racconta: «Mi sono iscritta ad Houzz per la mia passione da dilettante di architettura di interni. All’epoca ero in dubbio se modificare la mia casa o venderla per acquistarne una più grande. Il dubbio poteva scioglierlo solo un professionista e ho subito notato Patrizia: l’ho sentita subito affine a quello che stavo cercando e così è stato».
Ecco il punto di partenza: una planimetria scandita in modo geometrico dalla successione di pareti perimetrali che chiudono non solo le quattro camere da letto e i due bagni (scelta funzionale che, infatti, è stata mantenuta) ma anche ingresso, cucina e salotto. In tutto 120 metri quadrati, compresi in una palazzina costruita nella metà degli anni Settanta e definiti da materiali semplici, fra cui la pavimentazione in piastrelle.
Per presentare il progetto disegnato da Patrizia Burato, in basso la pianta modificata rispetto alla precedente. A cambiare, soprattuto le partizioni della zona giorno, demolite per far spazio ad un open space, e i rivestimenti, sostituiti del tutto per a favore di nuove finiture, tanto a pavimento quanto a parete. Rivoluzionando di poco la pianta, infatti, è stata proprio la scelta dei materiali, forniti da Officine 47 Roma, a trasformare l’appartamento.
Pianta del Dopo
Una scelta di stile che ha portato vantaggi anche sui tempi di cantiere, ridotti a tre mesi, esattamente quanto preventivato in fase di progetto.
«Grazie a una progettazione esecutiva dettagliata e all’ordine dei materiali studiato nei tempi, infatti, l’impresa è stata in grado di rispettare i tempi, senza che intervenisse alcun imprevisto», racconta l’architetto.
Le fasi di cantiere hanno seguito tappe precise, elencate a seguire:
• Demolizioni
• Rifacimento impianti
• Realizzazione sottofondi pavimenti
• Rasatura pareti
• Posa pavimentazioni (sull’esistente) e rivestimenti
• Tinteggiature
• Montaggio sanitari
• Montaggio cucina
Una scelta di stile che ha portato vantaggi anche sui tempi di cantiere, ridotti a tre mesi, esattamente quanto preventivato in fase di progetto.
«Grazie a una progettazione esecutiva dettagliata e all’ordine dei materiali studiato nei tempi, infatti, l’impresa è stata in grado di rispettare i tempi, senza che intervenisse alcun imprevisto», racconta l’architetto.
Le fasi di cantiere hanno seguito tappe precise, elencate a seguire:
• Demolizioni
• Rifacimento impianti
• Realizzazione sottofondi pavimenti
• Rasatura pareti
• Posa pavimentazioni (sull’esistente) e rivestimenti
• Tinteggiature
• Montaggio sanitari
• Montaggio cucina
«La prima richiesta dei committenti è stata di avere una casa soprattutto bianca ma piena di colore, in cui la sensazione all’ingresso fosse quella di stupore e meraviglia.
Successivamente sono venute le esigenze distributive. La principale era quella di avere quattro camere da letto per tutti i componenti della famiglia, con due bagni. Di conseguenza non abbiamo ampliato la zona giorno, abbiamo però riunito i tre ambienti (soggiorno, cucina, ingresso) in un unico ambiente open space, caratterizzato proprio dall’effetto “wow” richiesto all’inizio: la coloratissima carta da parati che riunisce i tre ambienti», racconta la progettista nell’introdurre il progetto.
Successivamente sono venute le esigenze distributive. La principale era quella di avere quattro camere da letto per tutti i componenti della famiglia, con due bagni. Di conseguenza non abbiamo ampliato la zona giorno, abbiamo però riunito i tre ambienti (soggiorno, cucina, ingresso) in un unico ambiente open space, caratterizzato proprio dall’effetto “wow” richiesto all’inizio: la coloratissima carta da parati che riunisce i tre ambienti», racconta la progettista nell’introdurre il progetto.
Ed ecco il risultato: una parete di forte impatto, che mette in relazione le tre funzioni prima divise (ingresso centrale, cucina a sinistra e salotto a destra) integrandone una nuova: «Il grande disimpegno esistente, infatti, è stato sfruttato per realizzare una cabina armadio di servizio alla camera padronale», precisa l’architetto.
Carta da parati: Trama Abstrait Flamme Fumée di Pixers; pavimento: laminato Quercia Malibu, collezione Gusto, di Vernarelli
Fondamentale, il capitolo legato ai materiali. Oltre alla carta da parati, infatti, i committenti desideravano un pavimento molto resistente che non fosse, però, ceramico. «La scelta è caduta su un laminato di qualità elevata – racconta Patrizia Burato –, meno delicato del parquet ma esteticamente molto simile. Il colore molto chiaro del laminato ha rispettato la richiesta di avere una casa essenzialmente bianca».
Fondamentale, il capitolo legato ai materiali. Oltre alla carta da parati, infatti, i committenti desideravano un pavimento molto resistente che non fosse, però, ceramico. «La scelta è caduta su un laminato di qualità elevata – racconta Patrizia Burato –, meno delicato del parquet ma esteticamente molto simile. Il colore molto chiaro del laminato ha rispettato la richiesta di avere una casa essenzialmente bianca».
Sulla sinistra rispetto all’ingresso e mantenuta nella stessa posizione rispetto alla pianta originale, la cucina.
Anche in questo caso l’intervento ha dato ai nuovi rivestimenti il ruolo da protagonista.
Il laminato chiaro posato nella parte dell’open space dedicata al salotto si incrocia e incastra con un pavimento composto da piastrelle esagonali in grès porcellanato, alternate nei colori bianco, nero e grigio.
Il materiale è stato scelto per la sua particolare resistenza, considerando la famiglia numerosa e l’uso intensivo della cucina.
Anche in questo caso l’intervento ha dato ai nuovi rivestimenti il ruolo da protagonista.
Il laminato chiaro posato nella parte dell’open space dedicata al salotto si incrocia e incastra con un pavimento composto da piastrelle esagonali in grès porcellanato, alternate nei colori bianco, nero e grigio.
Il materiale è stato scelto per la sua particolare resistenza, considerando la famiglia numerosa e l’uso intensivo della cucina.
Pavimento: piastrelle esagonali Examatt di Tonalite; rivestimento a parete: piastrelle esagonali Examatt, decoro Mix, di Tonalite; cucina: Bodbyn di Ikea
Stessa forma della piastrella e stessi colori, pur composti in grafiche differenti fra loro, anche per il rivestimento a parete che accompagna il lato lungo della cucina.
Disegnata su misura dall’architetto, la cucina, con pensili anch’essi grigi, segue la forma ad “L”.
Stessa forma della piastrella e stessi colori, pur composti in grafiche differenti fra loro, anche per il rivestimento a parete che accompagna il lato lungo della cucina.
Disegnata su misura dall’architetto, la cucina, con pensili anch’essi grigi, segue la forma ad “L”.
Controcampo rispetto alla zona giorno, di cui si vede la porta di ingresso all’appartamento, questa foto mostra quanto il cantiere si sia allargato anche verso la zona notte, per far sì che ci sia coerenza di rivestimenti e colori.
Pavimento: collezione Gusto, prodotto Quercia Malibù, spessore 8mm - AC5, di Vernarelli
Anche il pavimento del corridoio di distribuzione alle camere da letto, infatti, è rivestito con il laminato scelto per la zona giorno.
Per quanto riguarda l’illuminazione, nella sua parte decorativa, quindi non legata agli allacci, si è trattato di un capitolo a sé. «Sia dal punto di vista progettuale che economico, infatti, è stata la cliente a occuparsi personalmente della selezione delle luci, con un costante confronto con me per fare in modo che si mantenesse la coerenza progettuale», racconta l’architetto.
Guarda tutte le foto di questa casa
Ti è piaciuto questo intervento e devi ristrutturare anche tu? Cerca su Houzz il progettista adatto a te
Anche il pavimento del corridoio di distribuzione alle camere da letto, infatti, è rivestito con il laminato scelto per la zona giorno.
Per quanto riguarda l’illuminazione, nella sua parte decorativa, quindi non legata agli allacci, si è trattato di un capitolo a sé. «Sia dal punto di vista progettuale che economico, infatti, è stata la cliente a occuparsi personalmente della selezione delle luci, con un costante confronto con me per fare in modo che si mantenesse la coerenza progettuale», racconta l’architetto.
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Chi ci abita: Paola Serfaustini, con i sue due figli e la mamma
Dove: A Roma, nel quartiere di Torre Maura
Anno di costruzione: metà anni Settanta
Anno di ristrutturazione: 2018
Architetto: Patrizia Burato
Superficie: 120 m²
Costo: circa 50.000 €, compresi materiali e costi dell’impresa
«La cliente mi ha contattata tramite Houzz ancora prima di scegliere e acquistare questa casa e la decisione d’acquisto è stata subito condivisa con me. Nel periodo della ricerca abbiamo avuto modo di conoscerci bene e di costruire un rapporto basato sulla stima e sul rispetto, utilissimo, per me, per comprendere appieno quali fossero i suoi gusti e le sue esigenze»: comincia così il racconto di Patrizia Burato, architetto, a proposito del progetto intrapreso per ristrutturare l’appartamento di Roma protagonista di questa storia.