Ristrutturare Un Vecchio Fienile con una Sala Alta 9 Metri
La ristrutturazione di un rustico ha dato vita a un’abitazione con ambienti differenziati per le diverse stagioni
Ci troviamo in Germania. Gli architetti dello studio Barth e Breker avevano già lavorato in precedenza per questa famiglia, quando, a Berlino, avevano trasformato un attico. Nel caso di cui parliamo, invece, i due professionisti si sono concentrati sulla casa in campagna. In questa zona, situata nel bel mezzo dell’Uckermark, una regione molto popolare e amata del Brandeburgo, nel nord-est della Germania, era già presente un gruppo di edifici d’epoca.
La famiglia non aveva ancora firmato il contratto di acquisto della proprietà quando ha chiesto aiuto alla coppia di progettisti, con l’insolita idea di dividere il fienile in due zone da vivere in periodi dell’anno diversi. La separazione tra la parte estiva e una piccola struttura isolata, da utilizzare durante l’intero arco dell’anno, non è visibile dall’esterno. Nondimeno, comporta un gran numero di vantaggi.
La famiglia non aveva ancora firmato il contratto di acquisto della proprietà quando ha chiesto aiuto alla coppia di progettisti, con l’insolita idea di dividere il fienile in due zone da vivere in periodi dell’anno diversi. La separazione tra la parte estiva e una piccola struttura isolata, da utilizzare durante l’intero arco dell’anno, non è visibile dall’esterno. Nondimeno, comporta un gran numero di vantaggi.
«Una cascina tradizionale, comprendente un casolare, un fienile e delle stalle, era in vendita e due famiglie amiche erano interessate ad acquistarla», racconta Petr Barth, che, insieme al socio Taras Breker, è stato coinvolto in questo progetto fin dalle prime fasi. I due professionisti sono stati al fianco dei proprietari durante l’intero processo, a partire dalla decisione di acquistare, passando per la definizione dei permessi preliminari da richiedere, fino alla realizzazione del progetto.
Mentre il casolare, più piccolo, non presentava grandi particolarità, la parte del leone la faceva il fienile. Il panorama che se ne poteva godere e le dimensioni generose dell’edificio hanno convinto la famiglia all’acquisto. Tra l’altro, quando lo hanno visitato per la prima volta, i due architetti hanno anche fatto interessanti scoperte dietro le vecchie pareti in mattoni: nel corso degli anni, il fienile non era stato utilizzato soltanto come deposito per ogni tipo di materiale. «I precedenti proprietari erano cacciatori, e, in una stanza, c’era un bollitore in cui le corna degli animali potevano essere pulite», racconta Petr Barth.
Per avviare il confronto con i due padroni di casa, i progettisti hanno elaborato diverse soluzioni. «All’inizio si tratta sempre di abbozzare varie idee», spiega Taras Breker. Con il feedback dei clienti, si può passare alla fase successiva. «Si va a restringere il campo. Tenendo conto del budget, elaboriamo una, due o tre proposte coerenti»
Mentre il casolare, più piccolo, non presentava grandi particolarità, la parte del leone la faceva il fienile. Il panorama che se ne poteva godere e le dimensioni generose dell’edificio hanno convinto la famiglia all’acquisto. Tra l’altro, quando lo hanno visitato per la prima volta, i due architetti hanno anche fatto interessanti scoperte dietro le vecchie pareti in mattoni: nel corso degli anni, il fienile non era stato utilizzato soltanto come deposito per ogni tipo di materiale. «I precedenti proprietari erano cacciatori, e, in una stanza, c’era un bollitore in cui le corna degli animali potevano essere pulite», racconta Petr Barth.
Per avviare il confronto con i due padroni di casa, i progettisti hanno elaborato diverse soluzioni. «All’inizio si tratta sempre di abbozzare varie idee», spiega Taras Breker. Con il feedback dei clienti, si può passare alla fase successiva. «Si va a restringere il campo. Tenendo conto del budget, elaboriamo una, due o tre proposte coerenti»
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In questo caso, il budget, pari a circa 300mila euro, è stato il fattore decisivo a favore di un’insolita idea: la separazione del fienile in una “casa per l’inverno” isolata (visibile a sinistra nella pianta) e in un’ariosa “casa per l’estate”. Isolare tutta la costruzione avrebbe comportato una spesa che superava la disponibilità finanziaria.
I due progettisti, inoltre, volevano preservare l’aspetto originale del fienile, e il loro suggerimento è stato questo: offrire l’esperienza di ampi spazi aperti nei caldi mesi estivi e quella di un rifugio ben isolato per l’inverno — una sorta di “cuore” del fienile — senza modificare la struttura originale.
I due progettisti, inoltre, volevano preservare l’aspetto originale del fienile, e il loro suggerimento è stato questo: offrire l’esperienza di ampi spazi aperti nei caldi mesi estivi e quella di un rifugio ben isolato per l’inverno — una sorta di “cuore” del fienile — senza modificare la struttura originale.
Questa è stata l’idea che più ha colpito i proprietari. Non tutto, però, poteva essere pianificato con largo anticipo. «Sempre più spesso ci accorgiamo che la fase finale delle riflessioni e della pianificazione devono avvenire in fase di costruzione, poiché molte esigenze emergono per la prima volta proprio durante i lavori», sostiene Barth. Questa è una delle ragioni per cui il professionista trascorre molto tempo in cantiere. Una parte importante del processo consiste nel lasciare che le questioni emergano da sole, piuttosto che prevedere tutto nei minimi dettagli fin dall’inizio. «Si tratta di creare delle connessioni», afferma il progettista.
Una volta definiti l’idea centrale e il budget, prima di dare il via ai lavori gli architetti pianificano circa il 70 per cento del progetto. «Il resto viene fuori in fase di costruzione», dice Barth. Un approccio del genere da parte del professionista implica molta fiducia nelle maestranze, «in modo che il progetto possa raggiungere il suo obiettivo finale e prendere forma».
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Una volta definiti l’idea centrale e il budget, prima di dare il via ai lavori gli architetti pianificano circa il 70 per cento del progetto. «Il resto viene fuori in fase di costruzione», dice Barth. Un approccio del genere da parte del professionista implica molta fiducia nelle maestranze, «in modo che il progetto possa raggiungere il suo obiettivo finale e prendere forma».
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Il potenziale nascosto di questo edificio in rovina è stato subito evidente: «Questa sala aveva un soffitto alto nove metri e una superficie di 150 metri quadrati. Si trattava di volumi enormi: parliamo di 450 metri quadrati complessivi, distribuiti su tre piani», spiega Barth.
«Questa è una struttura in legno, eretta quasi come si fa con i pali di una tenda. Il tetto vi è appoggiato sopra, le pareti sono appese a questa struttura. La costruzione costituiva una sorta di riparo, una protezione dal vento e dalle intemperie», racconta Barth. «Il bello è stato trovare un modo per riutilizzare questo guscio e costruire attorno a questo tema».
«Questa è una struttura in legno, eretta quasi come si fa con i pali di una tenda. Il tetto vi è appoggiato sopra, le pareti sono appese a questa struttura. La costruzione costituiva una sorta di riparo, una protezione dal vento e dalle intemperie», racconta Barth. «Il bello è stato trovare un modo per riutilizzare questo guscio e costruire attorno a questo tema».
La struttura in legno prima della realizzazione del progetto
Il primo intervento realizzato nella fase di costruzione, durata un anno e mezzo, è consistito nel rifacimento del tetto. Le finestre che sono state inserite nelle falde illuminano l’interno del fienile e garantiscono un’atmosfera piacevole all’interno del vecchio involucro di mattoni, che a sua volta è stato completamente ridipinto. «Lo scopo era dare alle pareti una tenuta di base e, oltre che isolarle, impedire l’accumularsi dell’umidità», dice Breker. Questo è stato, dunque, il primo passo alla base della riuscita della ristrutturazione.
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Gli architetti hanno trasformato lo spazio aperto al centro dell’edificio, dove in passato passavano i trattori, in una confortevole zona intermedia con riscaldamento a pavimento. In estate, questo angolo funge da zona giorno aggiuntiva.
Quando la “porta del fienile” in vetro viene spalancata, il luogo di ritrovo per tutti è attorno al lungo tavolo della fattoria. La preparazione di pranzi e cene avviene nella cucina a fianco, che si apre sia sul lato estivo che su quello invernale della casa. La cucina viene utilizzata sia dall’ “interno” del cubo di vetro, sia dall’esterno (dove si trova il tavolo).
Quando la “porta del fienile” in vetro viene spalancata, il luogo di ritrovo per tutti è attorno al lungo tavolo della fattoria. La preparazione di pranzi e cene avviene nella cucina a fianco, che si apre sia sul lato estivo che su quello invernale della casa. La cucina viene utilizzata sia dall’ “interno” del cubo di vetro, sia dall’esterno (dove si trova il tavolo).
In estate, le porte a soffietto alte circa quattro metri vengono per lo più lasciate aperte.
Questo non avviene, invece, nei mesi più freddi, quando la lunga cucina viene utilizzata soltanto dall’interno della parte della casa invernale. Una serie di finestre a soffietto, dotate di vetri ben isolanti, divide le due zone l’una dall’altra. La facciata, vetrata fino al timpano, trasforma la parte di casa invernale in un bozzolo all’interno del fienile.
La cucina vista dall’interno della parte della casa invernale
La casa per l’inverno si sviluppa su tre piani ed è un insieme indipendente. Con una cucina-soggiorno a pianta aperta al piano terra, una camera per i bambini e un bagno, c’è spazio a sufficienza perché questa famiglia di quattro persone possa godersi la vita in campagna nei mesi più freddi. Le generose finestre contribuiscono all’atmosfera creata dalle imponenti proporzioni del fienile.
La testata del letto, ricostruita con semplici doghe in legno, protegge la camera dei genitori da sguardi indiscreti. «L’abbiamo costruita due volte perché i proprietari, dopo che vi avevano dormito le prime notti, l’avevano trovata un po’ troppo aperta», racconta il progettista. Le economiche doghe, leggermente sfalsate, hanno risolto il problema senza togliere coerenza allo spazio. Anche la vista sul paesaggio è stata preservata, grazie alle finestre del tetto basso.
La stanza dei bambini sotto il colmo della copertura è accogliente e offre una bella vista sulla natura da un lato e sulla stanza aperta dall’altro.
Il bagno, con il suo mix di fascino grezzo e originale e di elementi tradizionali e moderni.
I due architetti hanno avuto molta libertà nel sistemare il vecchio fienile, compresa la ricerca dei materiali giusti. Un esempio è offerto dalla vecchia scala in legno, proveniente da un venditore di materiali edili d’epoca della Foresta Nera, che sembra essere stata costruita appositamente per questa casa.
«Naturalmente avremmo anche potuto presentare schizzi di qualsiasi tipo di scala», spiega Breker, «ma questo non si sarebbe adattato all’approccio dei proprietari a un progetto simile, e non avrebbe portato all’effetto desiderato. È una questione di anima, di “connessione”. L’attività di ricerca stessa lega noi e le maestranze al compito da realizzare».
Non sono soltanto i materiali riutilizzati, tuttavia, a dare a questo progetto il suo carattere unico. Alcuni degli elementi dell’edificio originale che non sono stati utilizzati per il loro scopo sono stati integrati un po’ alla volta in un insieme armonioso.
«Naturalmente avremmo anche potuto presentare schizzi di qualsiasi tipo di scala», spiega Breker, «ma questo non si sarebbe adattato all’approccio dei proprietari a un progetto simile, e non avrebbe portato all’effetto desiderato. È una questione di anima, di “connessione”. L’attività di ricerca stessa lega noi e le maestranze al compito da realizzare».
Non sono soltanto i materiali riutilizzati, tuttavia, a dare a questo progetto il suo carattere unico. Alcuni degli elementi dell’edificio originale che non sono stati utilizzati per il loro scopo sono stati integrati un po’ alla volta in un insieme armonioso.
Una delle camere degli ospiti, per esempio, non è stata rivestita con il solito cartongesso, ma con pannelli di pino marittimo smaltati di nero, in grado di resistere meglio alle fluttuazioni di temperatura e all’umidità dell’ambiente.
Le giunzioni metalliche tra i pannelli diventano visibili soltanto a una seconda occhiata. Si tratta di semplici barre d’acciaio che Barth ha scoperto per caso in un negozio di ferramenta e ha portato in cantiere. «Questi elementi si arrugginiscono molto facilmente e portano con sé la loro patina. L’insieme ha un aspetto molto particolare», dice l’architetto a proposito della riuscita composizione, che comprende anche una vecchia porta in legno di quercia e gradini ricavati da pezzi di legno della vecchia struttura del soffitto.
Le giunzioni metalliche tra i pannelli diventano visibili soltanto a una seconda occhiata. Si tratta di semplici barre d’acciaio che Barth ha scoperto per caso in un negozio di ferramenta e ha portato in cantiere. «Questi elementi si arrugginiscono molto facilmente e portano con sé la loro patina. L’insieme ha un aspetto molto particolare», dice l’architetto a proposito della riuscita composizione, che comprende anche una vecchia porta in legno di quercia e gradini ricavati da pezzi di legno della vecchia struttura del soffitto.
Per dare coerenza al tutto, Barth e Breker hanno fatto smaltare di nero anche le pesanti travi di legno.
Anche alla seconda camera degli ospiti si accede attraverso una vecchia porta in massello di quercia.
Gli architetti hanno lasciato la struttura in legno a vista anche nelle due camere degli ospiti. Per l’isolamento delle pareti sono stati utilizzati pannelli in fibra di legno morbida finiti a gesso. «È un colore bellissimo e naturale. Abbiamo usato lo stesso materiale anche per la rasatura delle pareti della sala», dice Barth.
Il sottotetto prima della ristrutturazione
La struttura in cima alle due camere degli ospiti offre ulteriore spazio. Attraverso la balaustra in rete — “una cosa alla Duchamp”, come Barth definisce la sua idea — si gode della vista sul tavolo da pranzo al centro della sala e sull’opposta area invernale vetrata.
La vista della “casa d’inverno” vetrata che si può godere dalla struttura nella camera degli ospiti
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Colpo d’occhio
Chi ci abita: L’intera proprietà è condivisa da due famiglie: una famiglia vive nel casolare, mentre l’altra, composta da quattro persone, vive in questo fienile riconvertito.
Dove: Regione di Uckermark, nei pressi di Brandeburgo
Progettisti: Barth und Breker Architekten
Budget: 350mila euro