Le Case di Houzz: lo Shabby Fusion Reinventa un’Abitazione Country
Francesca Blasi ci accompagna nella casa di famiglia e, tra arredi vintage e oggetti trovati nei mercati, ci svela i segreti del suo stile
Francesca Blasi è architetto, autrice, interior designer, oltre che docente e consulente d’immagine. Crede che la casa debba rispecchiare le emozioni, i gusti e la personalità di chi la vive e deve cambiare nel corso del tempo per adattarsi alle persone.
Cura il relooking degli ambienti e insegna a rinnovare la propria abitazione creando arredi e complementi in stile shabby chic, tema sul quale ha scritto anche un libro (fresco di riedizione) dal titolo Shabby Fusion. Come reinventare la tua casa. Proprio a partire dal lavoro che ha realizzato nella vecchia casa di famiglia a Faenza, svela ai lettori di Houzz tutti i segreti del suo stile.
Cura il relooking degli ambienti e insegna a rinnovare la propria abitazione creando arredi e complementi in stile shabby chic, tema sul quale ha scritto anche un libro (fresco di riedizione) dal titolo Shabby Fusion. Come reinventare la tua casa. Proprio a partire dal lavoro che ha realizzato nella vecchia casa di famiglia a Faenza, svela ai lettori di Houzz tutti i segreti del suo stile.
Quella che prima era una veranda, quasi uno spazio aggiuntivo poco utilizzato, in una delle ultime trasformazioni è diventato il laboratorio di Francesca.
Al centro domina un tavolo in legno sbiancato, ricavato da una vecchia porta. Sulla destra c’è un baule in cartone e metallo, trovato in una discarica e prima utilizzato per riporre i giochi dei bambini. «L’ho rivestito con carta adesiva opaca – racconta Francesca – poiché questo stile non vuole superfici lucide e predilige tonalità fané, che significa polverose».
Una colonnina Ikea posizionata in verticale diventa un pratico mobile, mentre sulla sinistra delle vecchie ceste in rattan sbiancate sono riutilizzate come contenitori: «Questo materiale assorbe molto bene e velocemente il colore».
La mensola posizionata sopra il termosifone ha la funzione di coprirlo.
Completano l’arredamento le poltrone sullo sfondo della stanza, sempre in rattan, e le sedie da giardino, ridipinte di bianco e posizionate sotto il tavolo.
Al centro domina un tavolo in legno sbiancato, ricavato da una vecchia porta. Sulla destra c’è un baule in cartone e metallo, trovato in una discarica e prima utilizzato per riporre i giochi dei bambini. «L’ho rivestito con carta adesiva opaca – racconta Francesca – poiché questo stile non vuole superfici lucide e predilige tonalità fané, che significa polverose».
Una colonnina Ikea posizionata in verticale diventa un pratico mobile, mentre sulla sinistra delle vecchie ceste in rattan sbiancate sono riutilizzate come contenitori: «Questo materiale assorbe molto bene e velocemente il colore».
La mensola posizionata sopra il termosifone ha la funzione di coprirlo.
Completano l’arredamento le poltrone sullo sfondo della stanza, sempre in rattan, e le sedie da giardino, ridipinte di bianco e posizionate sotto il tavolo.
Le cornici, materiali da lavoro utilizzati durante i corsi per mostrare come un mobile o un arredo possa essere trasformato, diventano elementi di decoro nel laboratorio.
Francesca ha ridimensionato gli ambienti e realizzato un’unico grande living.
Un vecchio mobile divide visivamente gli spazi: «Era in stile etnico, di colore scuro, l’avevo comprato in un viaggio a Bali – racconta – ho schiarito la base e l’ho resa bianca, mentre ho voluto che il piano rimanesse più scuro e ho optato per il color fango. Gioco molto con i contrasti tra piani verticali e orizzontali, così da dare profondità».
Il mobile sotto la Tv, in fondo sulla sinistra, regalato dal padre, è stato realizzato da un vetraio ed è in cristallo temperato: «L’ho sbiancato e ho trattato il piano in modo da dare un effetto materico che simulasse il legno».
E precisa: «Questo stile non esalta la venatura del legno, ma la copre perché viene verniciato e non impregnato; è però possibile carteggiare la base e, poi, dare una mano di fondo per ottenere una superficie ruvida al tatto».
Un vecchio mobile divide visivamente gli spazi: «Era in stile etnico, di colore scuro, l’avevo comprato in un viaggio a Bali – racconta – ho schiarito la base e l’ho resa bianca, mentre ho voluto che il piano rimanesse più scuro e ho optato per il color fango. Gioco molto con i contrasti tra piani verticali e orizzontali, così da dare profondità».
Il mobile sotto la Tv, in fondo sulla sinistra, regalato dal padre, è stato realizzato da un vetraio ed è in cristallo temperato: «L’ho sbiancato e ho trattato il piano in modo da dare un effetto materico che simulasse il legno».
E precisa: «Questo stile non esalta la venatura del legno, ma la copre perché viene verniciato e non impregnato; è però possibile carteggiare la base e, poi, dare una mano di fondo per ottenere una superficie ruvida al tatto».
L’architetto ha schiarito i soprammobili, tra cui il cavallo: «Un tempo li collezionavo. L’ho antichizzato e poi opacizzato». E la gabbietta, «l’ho trovata in un mercatino delle pulci, prima ospitava i miei uccellini».
Di fronte al mobile si apre un altro ambiente arredato con delle librerie aperte a parete: «Erano scure e lucide e, in origine, erano unite in un unico blocco. Le ho separate, ridipinte e ho eliminato le ante in vetro per non isolare gli oggetti e farli dialogare con la stanza».
Dall’alto cadono delle sfere in polistirolo e cotone realizzate sempre da Francesca: «Amo alzare lo sguardo verso l’alto, scopri sempre qualcosa di nuovo e di bello».
Dall’alto cadono delle sfere in polistirolo e cotone realizzate sempre da Francesca: «Amo alzare lo sguardo verso l’alto, scopri sempre qualcosa di nuovo e di bello».
Anche i divani erano in pelle scura. «Non avrei mai pensato di poter sbiancare la pelle. Accadde per caso. Fui invitata in studio da una nota trasmissione televisiva, mi venne chiesto di fare una dimostrazione in diretta, dovevo schiarire gli sgabelli sui quali si sarebbero poi seduti i conduttori. Ricordo che andai in giro alla disperata ricerca di qualcosa e trovai solo dei modelli in pelle e ferro nero. Quella fu la prima volta che lavorai questo materiale: diedi il fondo e poi passai gli smalti ad acqua, utilizzai però il rullo al posto del pennello perché non lascia righe. Il risultato mi sorprese moltissimo poiché era molto morbido al tatto. Tornata a casa, trasformai anche i miei divani: un lavoro che mi permise di portare più luce in questa stanza che non ha finestre, poiché è stata ricavata dal vecchio pergolato».
E aggiunge: «Indipendentemente dal materiale, questo stile ti permette di trasformare tutto ciò che desideri, un arredo, un mobile, un oggetto. Shabby chic significa “usurato elegante, decappato”: è uno stile che puoi personalizzare, adattare alla tua casa, al tuo contesto, alla tua vita. E lavorando con il colore, puoi rendere l’effetto più o meno marcato».
Il tavolo di Le Corbusier aveva la struttura nera: anche questa è stata dipinta di bianco. Sullo sfondo un arredo a forma di ali di farfalla di Maison du Monde. Il cavallino a dondolo, prima tutto colorato, era stato acquistato in un mercatino.
E aggiunge: «Indipendentemente dal materiale, questo stile ti permette di trasformare tutto ciò che desideri, un arredo, un mobile, un oggetto. Shabby chic significa “usurato elegante, decappato”: è uno stile che puoi personalizzare, adattare alla tua casa, al tuo contesto, alla tua vita. E lavorando con il colore, puoi rendere l’effetto più o meno marcato».
Il tavolo di Le Corbusier aveva la struttura nera: anche questa è stata dipinta di bianco. Sullo sfondo un arredo a forma di ali di farfalla di Maison du Monde. Il cavallino a dondolo, prima tutto colorato, era stato acquistato in un mercatino.
In un angolo della stanza, il termosifone viene annullato con il colore nero ripreso anche sulla parete: «Questa tonalità annulla, nasconde».
L’oggetto appeso è frutto sempre della creatività di Francesca: «Mio fratello mi regalò questi vecchi pezzi di battiscopa. Li ho dipinti, li ho uniti con lo spago e li ho attaccati sul muro. Ognuno riprende uno dei colori che sono nella stanza: fango, panna, beige, bianco».
L’oggetto appeso è frutto sempre della creatività di Francesca: «Mio fratello mi regalò questi vecchi pezzi di battiscopa. Li ho dipinti, li ho uniti con lo spago e li ho attaccati sul muro. Ognuno riprende uno dei colori che sono nella stanza: fango, panna, beige, bianco».
Nella casa di Francesca, la maggior parte degli arredi e dei mobili sono stati sbiancati, ma presentano delle tonalità e delle sfumature di colore diverso. Le abbiamo chiesto come riesce a rendere tutto ciò.
«Prima carteggi il supporto, poi passi una mano di fondo (tanti per esempio usano la cementite), e 2 o 3 mani di vernice, meglio se lavabile all’acqua, e levighi per ottenere il risultato finale. Se, però, non vuoi una superficie di un unico colore e vuoi far risaltare delle sfumature diverse, lavori con la tecnica della stratificazione: passi una candela dove desideri togliere la mano di vernice così che esca il colore che è sotto». E precisa: «Questa è la tecnica classica, io insegno anche procedimenti più brevi, per esempio a usare il gesso o smalti speciali con i quali non serve ricorrere alla cera della candela».
«Prima carteggi il supporto, poi passi una mano di fondo (tanti per esempio usano la cementite), e 2 o 3 mani di vernice, meglio se lavabile all’acqua, e levighi per ottenere il risultato finale. Se, però, non vuoi una superficie di un unico colore e vuoi far risaltare delle sfumature diverse, lavori con la tecnica della stratificazione: passi una candela dove desideri togliere la mano di vernice così che esca il colore che è sotto». E precisa: «Questa è la tecnica classica, io insegno anche procedimenti più brevi, per esempio a usare il gesso o smalti speciali con i quali non serve ricorrere alla cera della candela».
Ecco lo studio. Qui si vedono molto bene il soffitto, in origine marrone: le travi sono state dipinte di bianco, il tavolato di colore beige.
Nel bagno di Francesca, domina un vecchio mobile ereditato dalla mamma. Anche questo era di colore diverso ed è stato schiarito. Fu una delle sue prime trasformazioni.
Lo specchio, prima utilizzato in verticale in un’altra stanza, è stato poi girato e posizionato qui.
Lo specchio, prima utilizzato in verticale in un’altra stanza, è stato poi girato e posizionato qui.
«Era di colore rosso, poi scelsi di sbiancarlo. La gabbietta sull’antina frontale è stata realizzata con la tecnica del trasferimento d’immagine che, stampata a computer, viene poi applicata sulla superficie».
Dove prima c’era la scala (la casa era caratterizzata da diversi dislivelli, poi eliminati) e il sottoscala, ora è stata realizzata la cameretta della figlia. La scrivania è stata ricavata da un mobile del ‘600, utilizzato in passato anche da Francesca.
Il quadro che domina l’ambiente è stato dipinto dall’architetto. Il letto con contenitore, scelto per ottimizzare gli spazi, è Ikea.
Il quadro che domina l’ambiente è stato dipinto dall’architetto. Il letto con contenitore, scelto per ottimizzare gli spazi, è Ikea.
Quest’immagine mostra uno scorcio della camera di Francesca. La cornice utilizzata come porta orecchini è stata ricavata da un vecchio quadro del padre.
Nello specchio si riflette una finta finestra: è stata acquistata a Bali ed è stata appesa sopra la testata del letto per valorizzarla.
Nello specchio si riflette una finta finestra: è stata acquistata a Bali ed è stata appesa sopra la testata del letto per valorizzarla.
Un modello di cucina country chic sempre di Ikea è stato reinterpretato. Vi sono dei mobiletti nella parte bassa, mentre in alto le vetrinette hanno la funzione di pensili. La cappa in acciaio è stata nascosta con assi di legno compensato verniciati di bianco.
La cucina si affaccia sulla veranda. Un vecchio divano è stato trasformato in un dondolo: «L’ho trovato al mercato delle pulci. Ho tagliato i piedini e i braccioli e l’ho legato al soffitto con una cima e dei ganci. Ho dipinto tutto di bianco».
Sopra il divano, è stato appeso uno specchio: «Riflette anche il giardino e lo allarga. Crea una cornice perfetta!».
Sopra il divano, è stato appeso uno specchio: «Riflette anche il giardino e lo allarga. Crea una cornice perfetta!».
In questo angolo del giardino, al quale si affaccia la lavanderia, non c’era nulla se non lo stendino dei panni nei giorni di sole. «Ho ideato questo divano proprio l’estate scorsa. Ho creato la struttura utilizzando 4 pallet diventati poi dei porta libri e riviste. Li ho ridipinti, ho creato la seduta con gommapiuma alta 12 cm poi rivestita».
Guarda altre case in stile shabby chic
Nella nostra rubrica Le Case di Houzz proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz. Se vuoi mostrarci il tuo lavoro, carica le foto sul tuo profilo Houzz e invia il link insieme a una breve descrizione del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
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Nella nostra rubrica Le Case di Houzz proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz. Se vuoi mostrarci il tuo lavoro, carica le foto sul tuo profilo Houzz e invia il link insieme a una breve descrizione del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
Chi ci abita: Francesca Blasi e i figli gemelli, ora adolescenti
Dove: Faenza
Anno di ristrutturazione: i primi lavori risalgono a 15 anni fa, gli ultimi a poche settimane fa; la casa di Francesca cambia molto spesso
Architetto: Francesca Blasi Creazioni d’Atmosfere
Superficie: 130 m², ai quali sono stati annessi 50 m² del pergolato, chiuso per ricavarne una nuova stanza
«Quando ereditai questa casa, lo stile etnico era molto di tendenza, la maggior parte degli arredi era di colore scuro e l’atmosfera era cupa – ricorda Francesca – scelsi allora delle tonalità forti per ridipingere delle pareti. Il colore ha un effetto terapeutico che cambia in base alle persone e al tempo e a quell’epoca avevo bisogno di energia». Col passare degli anni, «io stessa cambiai e, influenzata dal contesto dominato dal verde e dalla natura, optai per soluzioni che portassero pace e serenità: i colori neutri, se in armonia fra di loro, trasmettono relax».
E continua: «Proprio sperimentando sulla mia abitazione, mi sono specializzata nell’arte di reinventare la casa con uno stile shabby fusion: è la mia interpretazione, in chiave più moderna, dello stile shabby chic».