Le Case di Houzz
My Houzz: A Casa di Voja, Designer Tessile Sedotto dall’Italia
Il designer serbo Vojislav Nikolic apre le porte della sua casa a Modena, con vista sulla torre della Ghirlandina
Invidiabile. Non c’è forse aggettivo più indicato per descrivere la posizione della casa di Vojislav, nel centro storico di Modena. Defilata da Piazza Grande, cuore della città emiliana, ma allo stesso tempo lì: due passi, ma proprio due, e si raggiunge a piedi la piazza, che con la cattedrale e la torre campanaria, meglio nota come Ghirlandina, è inserita dal ‘97 nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco.
Vojislav, per gli amici Voja, si è trasferito definitivamente in Italia dopo diverse visite effettuate per lavoro. Il motivo? «Perché mi piaceva», afferma. E come dargli torto? Quanto a Modena, l’ha scelta dopo aver abitato prima a Bologna e poi a Carpi, poiché si trova più o meno a metà strada tra le due città, che deve raggiungere facilmente per lavoro.
Vojislav, per gli amici Voja, si è trasferito definitivamente in Italia dopo diverse visite effettuate per lavoro. Il motivo? «Perché mi piaceva», afferma. E come dargli torto? Quanto a Modena, l’ha scelta dopo aver abitato prima a Bologna e poi a Carpi, poiché si trova più o meno a metà strada tra le due città, che deve raggiungere facilmente per lavoro.
Non è stato un colpo di fulmine, tra Voja e questa casa. Perché la stessa, abitata per molti anni da studenti, era in cattive condizioni. Ma poi ha cambiato idea e alla fine non ha dovuto fare chissà quali lavori per renderla “abitabile”. È bastato sostituire gli infissi – lasciando però gli scuretti originari – tinteggiare le pareti, levigare i pavimenti, tra i quali il bellissimo parquet del salotto, et voilà, la casa ha cambiato aspetto!
Il décor di ciascuna stanza è stato determinato, più che da un progetto di interni pensato a priori, da un elemento d’arredo acquistato o restaurato, a cui tutto il resto si è poi uniformato.
Il décor di ciascuna stanza è stato determinato, più che da un progetto di interni pensato a priori, da un elemento d’arredo acquistato o restaurato, a cui tutto il resto si è poi uniformato.
Quando l’intonaco del corridoio ha cominciato a creparsi e gli strati di colore a venir fuori, Voja non ha fatto altro che assecondarli, sfruttandone la carica estetica semplicemente rinforzandoli e applicando su di essi una protezione trasparente satinata.
Le camicie appese sono state acquistate apposta a fini decorativi anche se, qualche volta, Voja le prende in prestito per indossarle.
Le lampade provengono da un mercatino di Carpi, le statuette bianche e dorate di Buddha da Bali.
Le camicie appese sono state acquistate apposta a fini decorativi anche se, qualche volta, Voja le prende in prestito per indossarle.
Le lampade provengono da un mercatino di Carpi, le statuette bianche e dorate di Buddha da Bali.
La cucina è dotata di tutto il necessario. E, dal numero e dalla varietà degli utensili, si deduce che Voja si dedichi abbastanza alla preparazione dei cibi. Il tavolo al centro beneficia della luce diretta proveniente dalla finestra che affaccia all’interno del palazzo, addobbata con un insieme di piante aromatiche. Il frigorifero è una delle poche cose nuove acquistate; in alto, nell’angolo sotto il boiler, una tajine di taglia medio grande portata in ricordo da Casablanca.
Le tre bottiglie sul tavolo della cucina sono state regalate da un’amica triestina: erano usate per lo sciroppo per la tosse e risalgono a prima della Seconda guerra mondiale.
Le teiere in ghisa sono state acquistate per avvicinarsi alla degustazione del tè verde, dopo un viaggio in Giappone.
Di fronte alla cucina il salotto: bello, caldo e spazioso, è sicuramente il cuore della casa. È il risultato dell’accostamento di ricordi di famiglia, come l’originale icona altarino da viaggio del bisnonno, oggetti acquistati in viaggio e nei mercatini. Nel salotto, illuminato oltre che dalla luce naturale da quella di due lampade costruite da Voja con materiali di recupero, si trovano diversi oggetti tibetani acquistati in Nepal.
Il tavolino, pagato poco più di 100 euro, era in condizioni pessime e in balia dei tarli, ma la pazienza di Voja lo ha rimesso in sesto cambiandogli colore e riducendo l’altezza delle gambe segandole… oggi il tavolo sembra nato apposta per essere lì!
Il divano in legno chiaro, di fianco alla porta, in origine era un letto, “trasformato” da Voja in una comoda seduta per il soggiorno. Anche i cuscini sono una creazione di Voja, che ha usato sciarpe di seta comprate a Bali per rivestirli.
Insieme alle teiere tibetane sul baule, nell’angolo tra i due divani, c’è appeso un thangka, anch’esso del Tibet.
Insieme alle teiere tibetane sul baule, nell’angolo tra i due divani, c’è appeso un thangka, anch’esso del Tibet.
Oltre che nel salotto, Voja trascorre parte del tempo, specie di pomeriggio, nello studio, situato vicino alla porta d’ingresso. È qui dove realizza i suoi progetti tessili. Affisse al muro una raccolta di foto di famiglia, mentre sul tavolo a sinistra, un servizio da scrittoio del bisnonno, con due calamai in granito, bronzo e cristallo. In alto, a illuminare il tutto, una bellissima lampada vintage di inizio Novecento.
In camera da letto lo stile predominante – ma non l’unico, secondo la filosofia della casa – è quello industriale. Qui il pezzo al quale tutti gli altri elementi d’arredo si sono dovuti “inchinare” (stilisticamente parlando), è stato l’armadio in formica, dipinto a spatolate da Voja.
Il tavolino da tè con intarsi di varie pietre dure nasconde, sotto il piano, due sgabelli. È stato comprato a Pechino e si integra perfettamente con l’arredo della stanza.
Il tavolino da tè con intarsi di varie pietre dure nasconde, sotto il piano, due sgabelli. È stato comprato a Pechino e si integra perfettamente con l’arredo della stanza.
La camera da letto presenta una palette di colori sapientemente pensata, per nulla scontata.
Sulla parete di fronte al letto, alcuni oggetti particolari sono in bella mostra sulle mensole. Il baule in legno e lo specchio sono stati dipinti con stesso colore e tecnica dell’armadio, creando un rimando visivo.
Entrando in bagno, come non notare il salvagente a parete? È un regalo di un amico marinaio al padrone di casa.
Il bagno, sviluppato in lunghezza, è dove termina la casa e anche la nostra visita.
Una distanza non solo fisica, ma anche di stili, che da una stanza all’altra cambiano e vanno a braccetto, costruendo silenziosamente quello che è il “messaggio” della casa: l’armonia può essere generata anche dalle diversità.
Guarda tutte le foto di questa casa
Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare inviaci alcune foto con una breve descrizione dell’abitazione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di fotografare in esclusiva la tua casa, ti contatteremo al più presto.
Il bagno, sviluppato in lunghezza, è dove termina la casa e anche la nostra visita.
Una distanza non solo fisica, ma anche di stili, che da una stanza all’altra cambiano e vanno a braccetto, costruendo silenziosamente quello che è il “messaggio” della casa: l’armonia può essere generata anche dalle diversità.
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Chi ci abita: Vojislav Nikolic
Dove: Modena
Superficie: 120 m² suddivisi tra ingresso/corridoio, studio, camera da letto, cucina, salotto e bagno
Anno di costruzione dell’edificio: XIX secolo