Quando Spostare i Piani? Invertire Zona Giorno Su e Camere Giù
10 domande a 4 Pro di Houzz per capire quando è consigliato invertire zona giorno e notte e cosa comporta
Quando pensiamo a un’abitazione a due piani, siamo soliti credere che la zona giorno sia sempre prevista al primo piano e la zona notte al piano sovrastante. Capita, però, di avere un grande terrazzo in camera da letto, ambienti notte più luminosi oppure cucine e soggiorni troppo piccoli e bui. Situazioni come queste, per esempio, portano a domandarsi: e se invertissimo le camere con la zona giorno? È possibile? Quanto potrebbe venire a costare? È un’idea fattibile?
Abbiamo posto 10 domande a 4 architetti di Houzz. Scopriamo che cos’hanno risposto.
I consigli professionali di:
Rachele Biancalani Studio, architetta, provincia di Arezzo
Marco Finardi, architetto, Milano
Claudia Castelli, architetta, Milano
Marco Polloni, architetto, provincia di Monza e Brianza
Abbiamo posto 10 domande a 4 architetti di Houzz. Scopriamo che cos’hanno risposto.
I consigli professionali di:
Rachele Biancalani Studio, architetta, provincia di Arezzo
Marco Finardi, architetto, Milano
Claudia Castelli, architetta, Milano
Marco Polloni, architetto, provincia di Monza e Brianza
2. Quando non è assolutamente possibile intervenire?
A proposito degli impianti, l’architetta Biancalani afferma: «Dovendo intervenire sugli impianti, direi che gli unici limiti possono essere relativi a questo aspetto. Non dimentichiamo le normative però: per cucine, bagni e per le varie tipologie di stanze vi sono metrature minime da rispettare e rapporti aeroilluminanti ben precisi. E ricordiamo anche le altezze minime dei locali».
L’architetta Claudia Castelli ricorda che il cliente deve avere piena consapevolezza di come il progettista andrà a intervenire, al fine di evitare sorprese.
«Se la nuova distruzione degli spazi dovesse lasciare l’ingresso nella zona notte, sarebbe opportuno evitare questo spostamento», afferma l’architetto Polloni.
A proposito degli impianti, l’architetta Biancalani afferma: «Dovendo intervenire sugli impianti, direi che gli unici limiti possono essere relativi a questo aspetto. Non dimentichiamo le normative però: per cucine, bagni e per le varie tipologie di stanze vi sono metrature minime da rispettare e rapporti aeroilluminanti ben precisi. E ricordiamo anche le altezze minime dei locali».
L’architetta Claudia Castelli ricorda che il cliente deve avere piena consapevolezza di come il progettista andrà a intervenire, al fine di evitare sorprese.
«Se la nuova distruzione degli spazi dovesse lasciare l’ingresso nella zona notte, sarebbe opportuno evitare questo spostamento», afferma l’architetto Polloni.
3. Quando invece è fortemente consigliato?
Abbiamo una bellissima terrazza al piano primo e non abbiamo un giardino a piano terra? Allora, spiegano gli architetti, è sensato invertire i piani. Al piano primo abbiamo una bella vista e la possibilità di avere una zona giorno ampia e luminosa, mentre il piano terra è più buio? Invertire i piani è una buona idea.
«Ricordiamo, però, che se non c’è un’ascensore, dovremmo portare la spesa al piano primo che è molto più scomodo che portare le borse al piano terra», ricorda Rachele Biancalani.
«Un altro lato positivo nell’avere le camere da letto al piano terra è che questi locali avranno una temperatura costante e gradevole rispetto alle stanze del sottotetto, che subiscono invece il riscaldamento delle falde nella stagione estiva e una maggiore dispersione nella stagione invernale», afferma Marco Finardi.
Un’altra situazione in cui potrebbe essere consigliato, spiega l’architetta Castelli, è il caso in cui il piano sottostante abbia dimensioni molto più piccole rispetto al piano soprastante.
Abbiamo una bellissima terrazza al piano primo e non abbiamo un giardino a piano terra? Allora, spiegano gli architetti, è sensato invertire i piani. Al piano primo abbiamo una bella vista e la possibilità di avere una zona giorno ampia e luminosa, mentre il piano terra è più buio? Invertire i piani è una buona idea.
«Ricordiamo, però, che se non c’è un’ascensore, dovremmo portare la spesa al piano primo che è molto più scomodo che portare le borse al piano terra», ricorda Rachele Biancalani.
«Un altro lato positivo nell’avere le camere da letto al piano terra è che questi locali avranno una temperatura costante e gradevole rispetto alle stanze del sottotetto, che subiscono invece il riscaldamento delle falde nella stagione estiva e una maggiore dispersione nella stagione invernale», afferma Marco Finardi.
Un’altra situazione in cui potrebbe essere consigliato, spiega l’architetta Castelli, è il caso in cui il piano sottostante abbia dimensioni molto più piccole rispetto al piano soprastante.
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4. Come avviene questo tipo di intervento? Quali sono le fasi di lavoro?
Il primo passo è verificare la fattibilità urbanistica e impiantistica di un tale intervento, per cui è necessario rivolgersi a un professionista in modo da fare verifiche e considerazioni realistiche. Bisogna sempre capire se l’impegno economico darà i risultati sperati e, pertanto, se ne vale davvero la pena. «Chi meglio di un tecnico laureato e con esperienza nel settore può consigliare sul rapporto costi/benefici?», si chiede Rachele Biancalani.
L’architetto Marco Finardi elenca le diverse fasi di lavoro: prevedere il nuovo accesso alla zona giorno, seguire la nuova distribuzione dei locali che sarà differente rispetto alla precedente a causa delle diverse funzioni, individuare e realizzare le nuove colonne impiantistiche. Le restanti fasi, e così puntualizza anche l’architetta Castelli, sono le medesime richieste da una classica ristrutturazione, senza che vi sia inversione dei locali.
Il primo passo è verificare la fattibilità urbanistica e impiantistica di un tale intervento, per cui è necessario rivolgersi a un professionista in modo da fare verifiche e considerazioni realistiche. Bisogna sempre capire se l’impegno economico darà i risultati sperati e, pertanto, se ne vale davvero la pena. «Chi meglio di un tecnico laureato e con esperienza nel settore può consigliare sul rapporto costi/benefici?», si chiede Rachele Biancalani.
L’architetto Marco Finardi elenca le diverse fasi di lavoro: prevedere il nuovo accesso alla zona giorno, seguire la nuova distribuzione dei locali che sarà differente rispetto alla precedente a causa delle diverse funzioni, individuare e realizzare le nuove colonne impiantistiche. Le restanti fasi, e così puntualizza anche l’architetta Castelli, sono le medesime richieste da una classica ristrutturazione, senza che vi sia inversione dei locali.
5. Un intervento di questo tipo che costi può avere?
«Nel contesto di una ristrutturazione, quando vengono toccati gli impianti, partirei da un importo indicativo di 500,00 euro al metro quadrato per arrivare a 1.000,00 circa, a seconda del tipo di finiture scelte e dell’entità delle modifiche da apportare», dichiara la progettista Biancalani.
Gli architetti sono concordi nel affermare che stime esatte sui costi è possibile farle solo dopo aver studiato il progetto.
Marco Finardi puntualizza che si potrebbe quantificare circa il 10% in più rispetto alla medesima ristrutturazione senza inversione dei locali. E questo accade anche per i tempi di lavoro.
«Nel contesto di una ristrutturazione, quando vengono toccati gli impianti, partirei da un importo indicativo di 500,00 euro al metro quadrato per arrivare a 1.000,00 circa, a seconda del tipo di finiture scelte e dell’entità delle modifiche da apportare», dichiara la progettista Biancalani.
Gli architetti sono concordi nel affermare che stime esatte sui costi è possibile farle solo dopo aver studiato il progetto.
Marco Finardi puntualizza che si potrebbe quantificare circa il 10% in più rispetto alla medesima ristrutturazione senza inversione dei locali. E questo accade anche per i tempi di lavoro.
6. Quanto tempo richiede questo tipo d’intervento?
A proposito dei tempi di lavoro, Biancalani puntualizza: «Direi minimo tre mesi perché sono interventi piuttosto invasivi e in edilizia vi sono dei tempi di maturazione (asciugatura) di alcuni materiali che devono essere rispettati se non si vogliono causare complicazioni o danni irreversibili».
In linea di massima, precisa Marco Polloni, per un appuntamento di 100 metri quadrati serviranno un paio di mesi.
A proposito dei tempi di lavoro, Biancalani puntualizza: «Direi minimo tre mesi perché sono interventi piuttosto invasivi e in edilizia vi sono dei tempi di maturazione (asciugatura) di alcuni materiali che devono essere rispettati se non si vogliono causare complicazioni o danni irreversibili».
In linea di massima, precisa Marco Polloni, per un appuntamento di 100 metri quadrati serviranno un paio di mesi.
7. È possibile rimanere in casa durante questo tipo di intervento?
«Dipende dalle situazioni, solitamente viene richiesto di svuotare completamente la casa perchè vengono rifatti tutti gli impianti e non sono da escludere le demolizioni; è sempre sconsigliato rimanere in appartamento quando vengono eseguiti interventi di ristrutturazione rilevanti per la polvere, i rumori e i disagi. Di solito, è possibile rimanere in casa se si imbianca o se si ristruttura un bagno avendone un altro a disposizione o se la casa è a due piani ma viene prima ristrutturato uno e, poi, l’altro…», spiega l’architetto Castelli.
«Dipende dalle situazioni, solitamente viene richiesto di svuotare completamente la casa perchè vengono rifatti tutti gli impianti e non sono da escludere le demolizioni; è sempre sconsigliato rimanere in appartamento quando vengono eseguiti interventi di ristrutturazione rilevanti per la polvere, i rumori e i disagi. Di solito, è possibile rimanere in casa se si imbianca o se si ristruttura un bagno avendone un altro a disposizione o se la casa è a due piani ma viene prima ristrutturato uno e, poi, l’altro…», spiega l’architetto Castelli.
8. Quali sono le figure professionali che servono?
Le figure che saranno necessariamente coinvolte in questo tipo di progetto saranno, spiegano gli intervistati, il progettista, il termotecnico, il direttore dei lavori e il responsabile della sicurezza.
Chi dirigerà tutte le operazioni, si occuperà anche dei rapporti con le amministrazioni pubbliche.
«E, se si dovessero collegare due piani ex novo realizzando una scala, potrebbe essere coinvolto anche un ingegnere strutturista», aggiunge Castelli.
Trova un professionista nella tua zona
Le figure che saranno necessariamente coinvolte in questo tipo di progetto saranno, spiegano gli intervistati, il progettista, il termotecnico, il direttore dei lavori e il responsabile della sicurezza.
Chi dirigerà tutte le operazioni, si occuperà anche dei rapporti con le amministrazioni pubbliche.
«E, se si dovessero collegare due piani ex novo realizzando una scala, potrebbe essere coinvolto anche un ingegnere strutturista», aggiunge Castelli.
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9. Quali pratiche sono necessarie? Chi se ne occupa e quali costi hanno?
«Con molta probabilità un intervento del genere potrebbe essere annoverato come intervento di manutenzione straordinaria per il quale può essere necessaria una CILA (comunicazione inizio lavori asseverata) oppure una SCIA (segnalazione certificata di inizio attività), a seconda che occorrano o meno modifiche alle strutture portanti dell’edificio. A seconda del tipo di pratica e soprattutto della complessità dell’intervento si hanno dei costi diversi. Spesso non sono pratiche onerose dal punto di vista amministrativo e molti Comuni chiedono solo il pagamento dei diritti di segreteria che variano a seconda del tipo di pratica e del tipo di Comune. La persona ideale per occuparsene è sempre l’architetto perché è la figura professionale adatta perseguire tutto l’iter nel suo complesso», spiega nei dettagli Rachele Biancalani.
«Con molta probabilità un intervento del genere potrebbe essere annoverato come intervento di manutenzione straordinaria per il quale può essere necessaria una CILA (comunicazione inizio lavori asseverata) oppure una SCIA (segnalazione certificata di inizio attività), a seconda che occorrano o meno modifiche alle strutture portanti dell’edificio. A seconda del tipo di pratica e soprattutto della complessità dell’intervento si hanno dei costi diversi. Spesso non sono pratiche onerose dal punto di vista amministrativo e molti Comuni chiedono solo il pagamento dei diritti di segreteria che variano a seconda del tipo di pratica e del tipo di Comune. La persona ideale per occuparsene è sempre l’architetto perché è la figura professionale adatta perseguire tutto l’iter nel suo complesso», spiega nei dettagli Rachele Biancalani.
10. Consigli e suggerimenti
In generale è opportuno affidarsi a professionisti perché la funzionalità, gli impianti e le normative sono argomenti molto specifici ed è necessario informarsi da chi ha una reale esperienza. Un professionista competente, aggiungono Finardi e Castelli, aiuta a definire anche la migliore distribuzione degli ambienti.
Tocca a te. Hai altre domande da chiedere ai Pro di Houzz? Scrivile nei Commenti qui Sotto!
In generale è opportuno affidarsi a professionisti perché la funzionalità, gli impianti e le normative sono argomenti molto specifici ed è necessario informarsi da chi ha una reale esperienza. Un professionista competente, aggiungono Finardi e Castelli, aiuta a definire anche la migliore distribuzione degli ambienti.
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«La primissima cosa da fare, prima di intervenire, è capire bene quali sono i desideri e le aspettative della committenza. Consiglio di preparare un elenco delle priorità per individuare la reale necessità. È importantissimo anche rispettare i limiti e valorizzare i pregi dell’abitazione sulla quale viene chiesto d’intervenire», puntualizza Rachele Biancalani.
L’architetto Marco Finardi aggiunge: «Sicuramente è bene conoscere la posizione di scarichi ed adduzioni (acqua e gas) che dovranno essere in corrispondenza della nuova distribuzione (cucina e bagni). Inoltre è bene sapere che l’accesso all’edificio dovrà necessariamente essere spostato al piano primo, ovvero sarà necessario realizzare al piano terra un locale atto all’accoglienza e distribuzione al piano superiore».