Architettura e design
Villa Cavrois, la Rinascita di un Capolavoro nella Francia del Nord
Un tour tra le stanze restaurate di questa villa francese degli anni 30, icona dell’architettura modernista, che ha rischiato di scomparire
Poche storie sono come quella di Villa Cavrois, un capolavoro dell’architettura modernista progettato da Robert Mallet-Stevens per il facoltoso industriale tessile Paul Cavrois nel Nord della Francia. Il “castello moderno” del 1932 era un’abitazione che anticipava i tempi grazie alla visione pionieristica di Mallet-Stevens, un grande rivale di Le Corbusier nei primi anni del XX secolo.
Il periodo d’oro della villa sono stati gli anni 30. Più tardi, durante la Seconda guerra mondiale, i tedeschi la usarono come caserma. Dopo la guerra, fu divisa in due appartamenti per la famiglia Cavrois. Negli anni 80, in seguito alla morte di Lucie Cavrois, vedova di Paul, la villa fu venduta a un imprenditore edile, i suoi mobili andarono per dispersi e l’edificio cadde in rovina.
La rinascita portentosa della Villa Cavrois avvenne grazie a un gruppo di residenti e architetti che fecero pressione allo Stato per il suo acquisto e ripristino. Il restauro costò circa 23 milioni di euro e implicò un intervento meticoloso durato quasi 12 anni. Finalmente, a giugno 2015, la villa restaurata è stata aperta al pubblico.
Varchiamo allora le porte di questo esempio eccezionale di architettura modernista per una visita stanza per stanza.
Il periodo d’oro della villa sono stati gli anni 30. Più tardi, durante la Seconda guerra mondiale, i tedeschi la usarono come caserma. Dopo la guerra, fu divisa in due appartamenti per la famiglia Cavrois. Negli anni 80, in seguito alla morte di Lucie Cavrois, vedova di Paul, la villa fu venduta a un imprenditore edile, i suoi mobili andarono per dispersi e l’edificio cadde in rovina.
La rinascita portentosa della Villa Cavrois avvenne grazie a un gruppo di residenti e architetti che fecero pressione allo Stato per il suo acquisto e ripristino. Il restauro costò circa 23 milioni di euro e implicò un intervento meticoloso durato quasi 12 anni. Finalmente, a giugno 2015, la villa restaurata è stata aperta al pubblico.
Varchiamo allora le porte di questo esempio eccezionale di architettura modernista per una visita stanza per stanza.
Atrio e salotto
I visitatori entrano nella villa attraversando una maestosa parete vetrata, che porta a un ambiente metà atrio e metà salotto a forma di cubo.
La stanza, caratterizzata da soffitti altissimi, è inondata di luce naturale grazie alla vetrata. Le pareti sono di un verde tenue per evocare le sfumature del parco, presenti anche in tutta la casa attraverso grandi quadri raffiguranti le quattro stagioni. «Mio nonno voleva vivere in campagna e godere del suo giardino. Qui, ovunque ci si sieda, sembra di stare all’aria aperta», dice Christine Jouret, nipote di Paul Cavrois.
I visitatori entrano nella villa attraversando una maestosa parete vetrata, che porta a un ambiente metà atrio e metà salotto a forma di cubo.
La stanza, caratterizzata da soffitti altissimi, è inondata di luce naturale grazie alla vetrata. Le pareti sono di un verde tenue per evocare le sfumature del parco, presenti anche in tutta la casa attraverso grandi quadri raffiguranti le quattro stagioni. «Mio nonno voleva vivere in campagna e godere del suo giardino. Qui, ovunque ci si sieda, sembra di stare all’aria aperta», dice Christine Jouret, nipote di Paul Cavrois.
Di fronte all’ingresso si trova un camino scenografico. La famiglia accoglieva gli ospiti in questo angolo intimo e raccolto, pavimentato con marmo giallo di Siena. In generale, le sale ricevimento sono semplici, senza inutili ornamenti, coerenti con lo spirito funzionale dello stile modernista.
La stanza una volta era arredata con mobili disegnati da Mallet-Stevens. A dicembre 2015, il Centre des Monuments Nationaux (che conserva e restaura edifici e siti storici) ha partecipato a un’imponente asta di Sotheby per riacquistare alcuni dei mobili originali della villa. Così, le poltrone in noce e i tavoli che una volta ornavano il grande soggiorno torneranno presto al loro posto.
La stanza una volta era arredata con mobili disegnati da Mallet-Stevens. A dicembre 2015, il Centre des Monuments Nationaux (che conserva e restaura edifici e siti storici) ha partecipato a un’imponente asta di Sotheby per riacquistare alcuni dei mobili originali della villa. Così, le poltrone in noce e i tavoli che una volta ornavano il grande soggiorno torneranno presto al loro posto.
Il parquet di questa stanza è stato gravemente danneggiato quando la villa era in stato di abbandono. Jadoul, la società belga che aveva posato il pavimento nel 1932, è stata ricontattata per restaurare oltre il 90% del parquet. Stuccato con cemento colorato a base di magnesio, oggi risulta particolarmente resistente al traffico intenso dei visitatori.
Vestibolo
Nel disimpegno, due scatole luminose incorniciano una porta nera. Ci ricordano che Mallet-Stevens aveva progettato anche molti set cinematografici…
Il contrasto bianco e nero è presente in molte altre stanze della villa.
Nel disimpegno, due scatole luminose incorniciano una porta nera. Ci ricordano che Mallet-Stevens aveva progettato anche molti set cinematografici…
Il contrasto bianco e nero è presente in molte altre stanze della villa.
I radiatori in ghisa nel corridoio sono incorniciati con listelli cromati dal tocco industriale. Le applique in metallo, disegnate da Jacques Le Chevallier, sono state riprodotte a partire da tre pezzi originali acquistati in un mercato d’antiquariato.
Sala da pranzo
Il marmo svedese verde ricopre il pavimento e le pareti della sala da pranzo dei genitori. È stato recuperato dalla miniera originale, ancora in servizio, per trovare le stesse venature.
L’illuminazione artificiale progettata in questa casa all’avanguardia dall’ingegnere illuminotecnico André Salomon è un’opera senza precedenti. Sul soffitto della sala da pranzo due aste riflettenti forniscono luce indiretta.
Lo specchio sulla parete di fronte alla finestra amplifica la luce naturale e offre una meravigliosa vista sul giardino anche quando si volgono le spalle alla finestra.
Il marmo svedese verde ricopre il pavimento e le pareti della sala da pranzo dei genitori. È stato recuperato dalla miniera originale, ancora in servizio, per trovare le stesse venature.
L’illuminazione artificiale progettata in questa casa all’avanguardia dall’ingegnere illuminotecnico André Salomon è un’opera senza precedenti. Sul soffitto della sala da pranzo due aste riflettenti forniscono luce indiretta.
Lo specchio sulla parete di fronte alla finestra amplifica la luce naturale e offre una meravigliosa vista sul giardino anche quando si volgono le spalle alla finestra.
I mobili progettati da Mallet-Stevens, sostenitore dell’architettura “totale”, sono stati rimossi dalla villa nel 1987, in seguito alla sua vendita. Sono stati fatti grandi sforzi per ritrovare questi arredi, acquistarli, e riportarli nel loro stato originario.
Gli arredi della villa sono stati progettati secondo uno spirito funzionalista, come dimostrano i mobili della sala da pranzo, realizzati con legno di pero laccato di nero. Le linee geometriche del rivestimento in metallo cromato nascondono il radiatore.
Gli arredi della villa sono stati progettati secondo uno spirito funzionalista, come dimostrano i mobili della sala da pranzo, realizzati con legno di pero laccato di nero. Le linee geometriche del rivestimento in metallo cromato nascondono il radiatore.
Scala
Dal disimpegno si accede a una scala in bianco e nero. L’ascensore, progettato dall’architetto Jean Prouvé, viaggia dal seminterrato alla terrazza sul tetto.
Una targa ricorda la dedizione di Mallet-Stevens ai committenti del suo lavoro: “Al signor e alla signora Cavrois, che con la loro lungimiranza, la loro sfida alla routine e il loro entusiasmo, mi hanno permesso di creare questa casa. In segno della mia gratitudine e fedele amicizia”.
Dal disimpegno si accede a una scala in bianco e nero. L’ascensore, progettato dall’architetto Jean Prouvé, viaggia dal seminterrato alla terrazza sul tetto.
Una targa ricorda la dedizione di Mallet-Stevens ai committenti del suo lavoro: “Al signor e alla signora Cavrois, che con la loro lungimiranza, la loro sfida alla routine e il loro entusiasmo, mi hanno permesso di creare questa casa. In segno della mia gratitudine e fedele amicizia”.
Questo mobile – realizzato con metallo verniciato, uno dei materiali più popolari dell’era modernista – abbraccia la parete arrotondata. È stato gentilmente restituito alla villa da un donatore americano.
Sala da pranzo dei bambini
Questa sala da pranzo è arredata con elementi in legno zebrano. È stata ricostruita in base alle foto in bianco e nero tratte dal libro di Mallet-Stevens. Ne deriva un simpatico aneddoto: uno dei figli gemelli di Paul Cavrois, Brigitte, un giorno si recò nel sito durante i lavori di restauro. Entrando nella sala da pranzo dei bambini, vide il bassorilievo realizzato dai fratelli Martel, scultori francesi, e disse: “Riconosco questo fregio, ma era a colori!”
L’affresco raffigura varie attività ricreative: si intravede un giradischi e giochi come bowling, freccette, tennis e dama.
Questa sala da pranzo è arredata con elementi in legno zebrano. È stata ricostruita in base alle foto in bianco e nero tratte dal libro di Mallet-Stevens. Ne deriva un simpatico aneddoto: uno dei figli gemelli di Paul Cavrois, Brigitte, un giorno si recò nel sito durante i lavori di restauro. Entrando nella sala da pranzo dei bambini, vide il bassorilievo realizzato dai fratelli Martel, scultori francesi, e disse: “Riconosco questo fregio, ma era a colori!”
L’affresco raffigura varie attività ricreative: si intravede un giradischi e giochi come bowling, freccette, tennis e dama.
Lo zebrano è un tipo di legno originario dell’Africa centrale. Di colore giallo chiaro, presenta numerose venature in contrasto di struttura rigata nei toni del marrone scuro.
Studio di Paul Cavrois
Nell’ufficio domestico le pareti rivestite con legno di pero laccato di nero incorniciano un grande camino.
Nell’ufficio domestico le pareti rivestite con legno di pero laccato di nero incorniciano un grande camino.
Camera da letto padronale
La camera di Paul e Lucie Cavrois ha riacquisito i mobili originari scuri e chiari. Ancora una volta, emerge con forza la coppia cromatica prevalente in tutta la villa.
La camera di Paul e Lucie Cavrois ha riacquisito i mobili originari scuri e chiari. Ancora una volta, emerge con forza la coppia cromatica prevalente in tutta la villa.
Il boudoir di Lucie Cavrois
Danneggiato da un incendio durante il periodo in cui la casa è stata occupata abusivamente, questo salottino ha riacquistato il suo splendore grazie ai mobili in legno di sicomoro e al mobile da toeletta con inserti in alluminio, firmati dall’architetto. Questi pezzi erano stati acquistati da collezionisti privati e dopo lunghe ricerche sono stati ricomprati per riportare la villa alle sue origini.
Danneggiato da un incendio durante il periodo in cui la casa è stata occupata abusivamente, questo salottino ha riacquistato il suo splendore grazie ai mobili in legno di sicomoro e al mobile da toeletta con inserti in alluminio, firmati dall’architetto. Questi pezzi erano stati acquistati da collezionisti privati e dopo lunghe ricerche sono stati ricomprati per riportare la villa alle sue origini.
Sala fumatori
Sebbene gli arredi di questa stanza non siano stati ritrovati, è stata ricostruita fedelmente rispetto alle caratteristiche originarie.
Sebbene gli arredi di questa stanza non siano stati ritrovati, è stata ricostruita fedelmente rispetto alle caratteristiche originarie.
Cameretta
Lo stesso vale per i mobili di questa cameretta situata al piano superiore. Lo stile della camera si ispira al movimento di arte moderna olandese De Stijl, con i suoi colori vivaci, arredi policromi e soffitto nero laccato.
Lo stesso vale per i mobili di questa cameretta situata al piano superiore. Lo stile della camera si ispira al movimento di arte moderna olandese De Stijl, con i suoi colori vivaci, arredi policromi e soffitto nero laccato.
Bagno padronale
Tutte le stanze della casa sono straordinarie, ma una di loro, il bagno padronale, è davvero spettacolare. Estremamente spazioso, oltre 47 metri quadrati, è rivestito in marmo di Carrara. Di per sé, questo ambiente esprime appieno la stravaganza della villa e l’importanza che i suoi occupanti davano all’igiene.
Tutte le stanze della casa sono straordinarie, ma una di loro, il bagno padronale, è davvero spettacolare. Estremamente spazioso, oltre 47 metri quadrati, è rivestito in marmo di Carrara. Di per sé, questo ambiente esprime appieno la stravaganza della villa e l’importanza che i suoi occupanti davano all’igiene.
La doccia rotonda in ceramica era estremamente innovativa per l’epoca. Alla sua sinistra vi è persino una bilancia incastonata nel muro.
Anche il bagno padronale aveva mobili funzionalisti.
I rubinetti sono stati riportati alle loro condizioni originali.
Cucina
La cucina si trova nello stesso piano della sala ricevimenti e ha un layout molto simile, con grandi vetrate che si aprono sul giardino e sull’ingresso. Questo è abbastanza insolito dato che in quel periodo i locali di servizio (e le persone che ci lavoravano) erano spesso relegati in seminterrati privi di finestre.
La cucina si trova nello stesso piano della sala ricevimenti e ha un layout molto simile, con grandi vetrate che si aprono sul giardino e sull’ingresso. Questo è abbastanza insolito dato che in quel periodo i locali di servizio (e le persone che ci lavoravano) erano spesso relegati in seminterrati privi di finestre.
Per soddisfare gli standard igienici ambiti dalla famiglia, la cucina era completamente bianca, proprio come un ospedale. L’unica eccezione è questo pavimento in gres porcellanato a scacchi bianco e nero.
Il mobile in acciaio smaltato è perfettamente integrato con l’ambiente e abbraccia la parete arrotondata. Un generoso donatore americano, dopo averlo salvato e conservato per un periodo, lo ha riportato nel suo luogo di origine.
Il mobile in acciaio smaltato è perfettamente integrato con l’ambiente e abbraccia la parete arrotondata. Un generoso donatore americano, dopo averlo salvato e conservato per un periodo, lo ha riportato nel suo luogo di origine.
Dettaglio dei rubinetti della cucina.
Il tavolo della cucina, un altro superstite progettato da Mallet-Stevens, è stato trovato nel seminterrato. È l’unico arredo che non ha mai lasciato la casa dal 1932.
È accompagnato dalla nuova edizione della seduta in metallo laccato di Mallet-Stevens, prodotta per la prima volta da Tubor nel 1930. Essendo tubolari e impilabili, sono sedie facili da spostare. Questa icona dell’arredamento funzionalista ha rappresentato una vera e propria novità per l’epoca.
È accompagnato dalla nuova edizione della seduta in metallo laccato di Mallet-Stevens, prodotta per la prima volta da Tubor nel 1930. Essendo tubolari e impilabili, sono sedie facili da spostare. Questa icona dell’arredamento funzionalista ha rappresentato una vera e propria novità per l’epoca.
Un’opera di memoria
«Cosa faremo dei contenitori riempiti con i pezzi della casa rimasti integri?», si chiese Elisabeth Porté, la responsabile dell’inventario dei reperti della villa. Poiché tutti i piani o archivi della casa erano andati persi, decisero di conservare ed esporre alcuni degli oggetti nella grande cantina, per celebrare la storia della casa e mostrare i metodi di ricerca impiegati.
I vecchi contenitori oggi giocano un nuovo ruolo, come vetrine di reperti.
«Cosa faremo dei contenitori riempiti con i pezzi della casa rimasti integri?», si chiese Elisabeth Porté, la responsabile dell’inventario dei reperti della villa. Poiché tutti i piani o archivi della casa erano andati persi, decisero di conservare ed esporre alcuni degli oggetti nella grande cantina, per celebrare la storia della casa e mostrare i metodi di ricerca impiegati.
I vecchi contenitori oggi giocano un nuovo ruolo, come vetrine di reperti.
Anche il vecchio quadro elettrico è stato conservato ed esposto nell’ex cantina.
Con la stessa intenzione di preservare la memoria della villa, una delle camerette al piano superiore è stata lasciata così com’è, a testimoniare il decadimento dell’edificio.
Come Vivere in una Casa Antica (Mettendo in Bella Vista la Sua Storia)
Come Vivere in una Casa Antica (Mettendo in Bella Vista la Sua Storia)
Paul-Hervé Parsy (in foto), l’attuale amministratore di Villa Cavrois, ha partecipato con ardore e passione all’obiettivo di salvare questo edificio unico nel suo genere. «A febbraio 2016 avevamo già raggiunto 100.000 visitatori», dice. Le stime originali hanno registrato 35.000 visite nel primo anno.
Visti i risultati, la determinazione di coloro che si sono presi cura di restaurare questa splendida casa, non è stata affatto vana.
E voi? Cosa ne pensate di Villa Cavrois? Avete visitato questo monumento storico? Condividete le vostre impressioni nei Commenti.
Visti i risultati, la determinazione di coloro che si sono presi cura di restaurare questa splendida casa, non è stata affatto vana.
E voi? Cosa ne pensate di Villa Cavrois? Avete visitato questo monumento storico? Condividete le vostre impressioni nei Commenti.
– Robert Mallet-Stevens
Colpo d’occhio
Chi ci abitava: Paul Cavrois, un abbiente industriale con cinque fabbriche tessili nella zona che davano lavoro a circa 700 dipendenti; sua moglie, Lucie, e i loro sette figli si trasferirono in questa villa circondata da un parco immenso nel 1932. I residenti locali e il circolo ristretto di industriali della Francia settentrionale, sconvolti dall’audacia della coppia, la soprannominarono la “nave da crociera gialla”, “il pericolo giallo” e persino “la follia di Cavrois”.
Dove: la florida cittadina di Croix, vicino a Roubaix, Francia settentrionale
Periodo di costruzione: 1929-1932
Superficie: 3.800 m², di cui 1.840 m² di spazio abitabile e 830 m² di terrazze; 60 m di lunghezza per la facciata principale; 17.600 m² di parco
Architetti
Progettazione e ideazione: Robert Mallet-Stevens
Restauro: Michel Goutal, capo architetto dei monumenti storici, e la sua collega Béatrice Grandsard
Restauro del parco: Aline Le Cœur, paesaggista
Periodo di restauro: 2003-2015
Costo del restauro: 23 milioni di euro
Il particolare interessante: quando la villa fu acquistata dallo Stato nel 2001 e il piano per il suo restauro cominciò a prendere forma, non vi era alcun documento o planimetria dell’edificio perché Mallet-Stevens aveva chiesto in testamento che tutti i suoi documenti fossero bruciati. Tutto ciò che rimaneva erano alcune foto di buona qualità tratte dal libro Une Demeure 1934, che l’architetto pubblicò a sue spese dopo la costruzione di Villa Cavrois. Il restauro si basò su questo materiale visivo e sullo strepitoso lavoro di un team di archeologi e architetti.