Architettura e design
A Confronto: Tre Case Italiane a Zero Consumi
Una villa, un condominio e una cascina ristrutturata certificati NZEB, cioè ad elevata efficienza energetica
nZEB è l’acronimo di Nearly Zero Energy Building ed è una sigla che si affianca ai progetti per edifici di nuova generazione, il cui funzionamento richiede una quantità di energia minima. Per raggiungere l’obiettivo, le strategie sono molteplici e spaziano fra i sistemi di isolamento dell’involucro, l’inserimento di impianti di climatizzazione efficienti e, in generale, lo studio di sistemi per ridurre il fabbisogno di energia dell’edificio.
Dal 2021, oltretutto, si tratta anche di un obbligo normativo; se, infatti, la Direttiva Europea che vincola i nuovi edifici a rispettare i criteri nZEB è del 2010, le ultime novità in Italia sono regolate dal Decreto Legislativo 48/2020 secondo cui dal primo gennaio 2021 tutti gli edifici di nuova costruzione o gli interventi che prevedono una demolizione e una nuova ricostruzione dovranno rispettare questo protocollo.
Ezilda Costanzo, ingegnere e ricercatrice senior di ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha approfondito e sviluppato l’argomento ed è co-autrice dell’ Osservatorio degli edifici a energia quasi zero (nZEB) in Italia. “L’edificio a energia quasi zero (nZEB) è definito come un ‘edificio ad altissima prestazione energetica in cui il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta in situ’”, specifica. Attraverso un’ingente raccolta di dati, l’Osservatorio ha definito quali sono le soluzioni più frequenti messe in pratica per rendere un edificio efficiente “La maggior parte di nZEB – fino al 2018 – adotta un set ridotto di tecnologie, indipendentemente dalla zona climatica: cospicuo isolamento di involucro, pompe di calore elettriche (per lo più aria-acqua) e impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica è la combinazione più frequente, con la variante della caldaia a condensazione abbinata a impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria. La presenza degli impianti fotovoltaici è comunque una costante. Diffuso a circa la metà dei casi residenziali l’impiego di ventilazione meccanica controllata”.
A seguire, tre esempi concreti e a diversa scala di progetti che rispettano i parametri nZEB.
Dal 2021, oltretutto, si tratta anche di un obbligo normativo; se, infatti, la Direttiva Europea che vincola i nuovi edifici a rispettare i criteri nZEB è del 2010, le ultime novità in Italia sono regolate dal Decreto Legislativo 48/2020 secondo cui dal primo gennaio 2021 tutti gli edifici di nuova costruzione o gli interventi che prevedono una demolizione e una nuova ricostruzione dovranno rispettare questo protocollo.
Ezilda Costanzo, ingegnere e ricercatrice senior di ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha approfondito e sviluppato l’argomento ed è co-autrice dell’ Osservatorio degli edifici a energia quasi zero (nZEB) in Italia. “L’edificio a energia quasi zero (nZEB) è definito come un ‘edificio ad altissima prestazione energetica in cui il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta in situ’”, specifica. Attraverso un’ingente raccolta di dati, l’Osservatorio ha definito quali sono le soluzioni più frequenti messe in pratica per rendere un edificio efficiente “La maggior parte di nZEB – fino al 2018 – adotta un set ridotto di tecnologie, indipendentemente dalla zona climatica: cospicuo isolamento di involucro, pompe di calore elettriche (per lo più aria-acqua) e impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica è la combinazione più frequente, con la variante della caldaia a condensazione abbinata a impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria. La presenza degli impianti fotovoltaici è comunque una costante. Diffuso a circa la metà dei casi residenziali l’impiego di ventilazione meccanica controllata”.
A seguire, tre esempi concreti e a diversa scala di progetti che rispettano i parametri nZEB.
Portoncino di ingresso: Hörmann
La volontà di rispettare i parametri nZEB ha influenzato la scelta di alcuni elementi architettonici, come l’ampiezza delle vetrate, la profondità degli aggetti in copertura e la selezione di componenti performanti dal punto di vista termico, fra cui anche i portoncini.
La volontà di rispettare i parametri nZEB ha influenzato la scelta di alcuni elementi architettonici, come l’ampiezza delle vetrate, la profondità degli aggetti in copertura e la selezione di componenti performanti dal punto di vista termico, fra cui anche i portoncini.
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A garantire il comfort negli spazi residenziali è anche la presenza di un impianto domotico, da cui è possibile coordinare gli impianti di illuminazione, il sistema di Ventilazione Meccanica Controllata e anche la motorizzazione delle aperture. Poter gestire gli impianti permette di tenere costantemente sotto controllo i consumi, evitando dispersioni energivore
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L’ecovillaggio di Modena
Si presenta come Mini nZEB ed è un’idea di Ecovillaggio Montale, un quartiere residenziale nei dintorni di Modena in cui si sono sperimentati diversi esempi di bioarchitettura. Mini nZEB, nello specifico, è un condominio composto da miniappartamenti caratterizzati da un particolare comfort abitativo e da consumi quasi zero. Il progetto è stato pensato per famiglie mononucleari, coppie o single, con una particolare attenzione verso il contenimento delle spese.
Si presenta come Mini nZEB ed è un’idea di Ecovillaggio Montale, un quartiere residenziale nei dintorni di Modena in cui si sono sperimentati diversi esempi di bioarchitettura. Mini nZEB, nello specifico, è un condominio composto da miniappartamenti caratterizzati da un particolare comfort abitativo e da consumi quasi zero. Il progetto è stato pensato per famiglie mononucleari, coppie o single, con una particolare attenzione verso il contenimento delle spese.
L’Ecovillaggio ha diffuso delle informazioni proprio legate ai costi: “Nei MINI NZEB (con dotazione di fotovoltaico non potenziata) per i servizi di climatizzazione in estate e in inverno e per usufruire dell’acqua calda, il costo sarà tra i 70 e gli 80 euro all’anno. Per l’intero nuovo condominio (Don Carlo) che ospita 15 alloggi, il costo complessivo sarà di circa 1700 euro in un anno, nettamente inferiore se confrontato ad un condominio di pari dimensioni energivoro.
Una cascina nel Roero
In provincia di Cuneo, nel Roero, un vecchio edificio rurale parte di una cascina nel passato composta da una stalla, un fienile e un nucleo residenziale, è stato riqualificato attraverso un progetto dell’architetta Maria Grazie Novo.
La volontà espressa dal percorso progettuale era di mantenere l’idea della cascina, per abbinare, però, alla semplicità dell’architettura sistemi innovativi in termini di efficienza energetica, con il concreto obiettivo di risparmiare il 90% sui costi della gestione.
In provincia di Cuneo, nel Roero, un vecchio edificio rurale parte di una cascina nel passato composta da una stalla, un fienile e un nucleo residenziale, è stato riqualificato attraverso un progetto dell’architetta Maria Grazie Novo.
La volontà espressa dal percorso progettuale era di mantenere l’idea della cascina, per abbinare, però, alla semplicità dell’architettura sistemi innovativi in termini di efficienza energetica, con il concreto obiettivo di risparmiare il 90% sui costi della gestione.
Dal momento che l’edificio esistente non poteva essere adeguato rispetto alle normative sismiche, si è scelto di demolirlo e ricostruirlo, mantenendo le geometrie dell’edificio originale e anche i materiali di costruzione tipici del luogo: mattoni, legno e ferro.
Per riuscire a rispettare i criteri vincolanti per ottenere un edificio nZEB è stata necessaria una stretta collaborazione e un lavoro di squadra fra progettista, strutturata e impiantista per risolvere tutti i nodi critici.
Per riuscire a rispettare i criteri vincolanti per ottenere un edificio nZEB è stata necessaria una stretta collaborazione e un lavoro di squadra fra progettista, strutturata e impiantista per risolvere tutti i nodi critici.
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Dettaglio dei pannelli per l’isolamento di Rockwool
Dal punto di vista tecnico, la struttura dell’edificio è realizzata in cemento armato, travi HEB (in ferro) e solai in legno; trasversale, in ogni componente della struttura, l’attenzione verso l’isolamento termico, fondamentale per raggiungere i livelli di efficienza in ambito termo-idrometrico.
Nello specifico, è stata utilizzata lana di roccia per l’isolamento e l’involucro è stato rivestito con un cappotto.
Dal punto di vista tecnico, la struttura dell’edificio è realizzata in cemento armato, travi HEB (in ferro) e solai in legno; trasversale, in ogni componente della struttura, l’attenzione verso l’isolamento termico, fondamentale per raggiungere i livelli di efficienza in ambito termo-idrometrico.
Nello specifico, è stata utilizzata lana di roccia per l’isolamento e l’involucro è stato rivestito con un cappotto.
Il progetto si presenta come un esempio di uso di diversi materiali, studiati in modo da riuscire a garantire il minor uso di energia, tanto che, oggi, il progetto rispetta sia lo standard Passivhaus che i criteri nZEB. “Chiaramente più è semplice il volume e più risulta facile: qui ho voluto far confluire anni di esperienza Passivhaus in un progetto con struttura mista, pur mantenendo un volume semplice: la mia sfida è stata quella di superare il test nonostante la difficoltà nell’accostamento dei diversi materiali”, chiude l’architetta Maria Grazia Novo.
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Un villa in provincia di Ferrara
Classe energetica A per questa villa monofamiliare in provincia di Ferrara, progettata dall’architetto Denis Zaghi avendo come obiettivo la definizione di un involucro che potesse consumare il meno possibile. A cominciare dall’impianto di riscaldamento, assente. Attraverso lo studio del corretto orientamento (e conseguente irraggiamento) e di un involucro correttamente isolato, il sole che penetra attraverso le superfici trasparenti fornisce il calore necessario in inverno e, in caso di necessità, sarà sufficiente accendere il caminetto al centro del soggiorno.