Architettura e design
La Casa Mediterranea: Caratteristiche, Origine ed Evoluzione
Una mostra a Madrid indaga i legami tra Spagna e Italia negli anni '50 e racconta la nascita della casa mediterranea
Imaginando la casa mediterránea. Italia y España en los años 50, la mostra in calendario al Museo ICO di Madrid fino al 12 gennaio 2020, documenta attraverso fotografie, appunti e disegni il periodo in cui è nata la casa mediterranea così come la intendiamo oggi.
Abbiamo parlato con Antonio Pizza, curatore della mostra e professore di storia dell’arte e dell’architettura presso la Scuola Tecnica Superiore di Architettura di Barcellona, e con l’architetto Marià Castelló, i cui lavori a Formentera rappresentano questa tradizione costruttiva, per ripercorrere l’origine e l’evoluzione dell’abitare di fronte al mare e in armonia con il paesaggio.
Abbiamo parlato con Antonio Pizza, curatore della mostra e professore di storia dell’arte e dell’architettura presso la Scuola Tecnica Superiore di Architettura di Barcellona, e con l’architetto Marià Castelló, i cui lavori a Formentera rappresentano questa tradizione costruttiva, per ripercorrere l’origine e l’evoluzione dell’abitare di fronte al mare e in armonia con il paesaggio.
Casa Garriga Nogués, a Sitges, 1946. Architetti: Manuel Valls Vergés e José Antonio Coderch. Fotografo sconosciuto Acm-EPFL. Alberto Sartoris Fonds © José Antonio Coderch de Sentmenat, VEGAP, Madrid, 2019
Sul perché Ponti e Sartoris abbiano puntato sulla Spagna per definire l’attuale casa mediterranea e non altri paesi, Pizza spiega che «Dagli anni ‘30 questi architetti insieme all’austriaco Bernard Rudofsky – che sarebbero poi finiti a vivere a Malaga – avevano sviluppato una ricerca sul recupero della cultura domestica mediterranea, focalizzato sia sugli aspetti architettonici e oggettivi, sia sulle relazioni sociali, la cultura del cibo, il rapporto con lo spazio naturale, etc».
Sul perché Ponti e Sartoris abbiano puntato sulla Spagna per definire l’attuale casa mediterranea e non altri paesi, Pizza spiega che «Dagli anni ‘30 questi architetti insieme all’austriaco Bernard Rudofsky – che sarebbero poi finiti a vivere a Malaga – avevano sviluppato una ricerca sul recupero della cultura domestica mediterranea, focalizzato sia sugli aspetti architettonici e oggettivi, sia sulle relazioni sociali, la cultura del cibo, il rapporto con lo spazio naturale, etc».
Durante la loro visita in Spagna, in particolare in località come la Catalogna con i suoi villaggi di pescatori, Ponti e Sartoris capiscono che la cultura mediterranea qui è una tradizione viva nonché una grande fonte di ispirazione.
Attraverso il lavoro mostrato nella rivisita Domus e nel padiglione spagnolo alla IX Triennale di Milano nel 1951, la Spagna mostra un rinnovamento e si propone a livello mondiale con un’idea: l’architettura popolare come base di quella moderna.
Attraverso il lavoro mostrato nella rivisita Domus e nel padiglione spagnolo alla IX Triennale di Milano nel 1951, la Spagna mostra un rinnovamento e si propone a livello mondiale con un’idea: l’architettura popolare come base di quella moderna.
F. Català-Roca, Due case per Barba Corsini (Cadaqués, Girona). © Fondo F. Català-Roca - archivio storico del Collegio degli Architetti della Catalogna
Si instaurano legami profondi, professionali e amichevoli tra Ponti, Sartoris e alcuni architetti spagnoli. Ad esempio, tra Gio Ponti e José Antonio Coderch. Ponti è il direttore di Domus, una delle riviste di architettura più importanti a livello internazionale. «Ciò consente alla Spagna di uscire da un momento di totale isolamento per mostrarsi al mondo», dice Pizza.
Stabilite le origini della casa mediterranea e il rapporto speciale che si instaurò tra gli architetti italiani e quelli spagnoli, chiediamo ad Antonio Pizza di descriverci le caratteristiche più importanti della casa mediterranea e come si è evoluta nell’ultimo mezzo secolo.
Si instaurano legami profondi, professionali e amichevoli tra Ponti, Sartoris e alcuni architetti spagnoli. Ad esempio, tra Gio Ponti e José Antonio Coderch. Ponti è il direttore di Domus, una delle riviste di architettura più importanti a livello internazionale. «Ciò consente alla Spagna di uscire da un momento di totale isolamento per mostrarsi al mondo», dice Pizza.
Stabilite le origini della casa mediterranea e il rapporto speciale che si instaurò tra gli architetti italiani e quelli spagnoli, chiediamo ad Antonio Pizza di descriverci le caratteristiche più importanti della casa mediterranea e come si è evoluta nell’ultimo mezzo secolo.
F. Català-Roca, Casa Ugalde, in Caldes d’Estrac, 1952. Architetti: Coderch e Valls. © Fondo F. Català-Roca - archivio storico del Collegio degli Architetti della Catalogna
2. Caratteristiche dell’attuale casa mediterranea
2. Caratteristiche dell’attuale casa mediterranea
- Il patio. Dal tempo dei romani, la casa a corte con patio centrale è la tipologia abitativa più favorevole ad accogliere lo stile di vita mediterraneo.
- Materiali che recuperano la tradizione e pareti portanti. «Si eliminano la pianta libera e i pilotis (pilastri che elevano la costruzione separandola dal terreno) di Le Corbusier. Il rivestimento delle pareti portanti è in calce, soprattutto calce bianca», dice Pizza.
- Le persiane e i camini che sporgono dalle case.
- Il rapporto con il paesaggio. La Casa Ugalde a Barcellona (in foto) è un esempio straordinario perché è concepita a partire dalla presenza di alberi preesistenti, con terrazze panoramiche che guardano la costa. «Si è partiti dal rapporto con il luogo e non da un’idea precedente preconcetta, come succede nel caso della casa moderna», aggiunge Pizza.
- Mobili che facilitano l’ideale della vita mediterranea anche dentro casa. «La casa dovrebbe favorire non solo relazioni ottimali con l’ambiente circostante, ma anche piacevoli relazioni sociali al suo interno, tra gli abitanti e i loro ospiti. Gli stessi architetti progettano anche gli arredi interni. Si stabilisce un’armonia tra il paesaggio, la casa e i suoi abitanti», spiega il curatore della mostra.
3. L’evoluzione della casa mediterranea
Un esempio è la casa sull’isola di Formentera che vediamo nell’immagine. Si tratta di una vecchia casa popolare della tipica architettura delle Baleari e che è stata ristrutturata e ampliata dall’architetto Marià Castelló insieme a Daniel Redolat.
Un esempio è la casa sull’isola di Formentera che vediamo nell’immagine. Si tratta di una vecchia casa popolare della tipica architettura delle Baleari e che è stata ristrutturata e ampliata dall’architetto Marià Castelló insieme a Daniel Redolat.
Castelló spiega così l’evoluzione della casa mediterranea dagli anni ‘50 ad oggi: «La semplicità e l’austerità si sono perse con interventi di scala esagerata, con strutture e tecnologie di cui molte volte non abbiamo bisogno e che vanno contro l’equilibrio ambientale e la bellezza del nostro paesaggio naturale». Proprio per questo motivo, Castelló promuove un ritorno a quei principi puri sui quali verte la mostra.
Raccontaci: come immagini la casa mediterranea perfetta? Partecipa alla discussione nei Commenti.
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Anche se la casa mediterranea ha le sue radici nella cultura romana e nell’idea della corte centrale, la sua vera nascita e diffusione come modello architettonico risale agli anni ‘50 del secolo scorso, nel rapporto instauratosi tra un gruppo di architetti italiani e spagnoli.
«Sono gli anni del dopoguerra. Nel 1949 si celebra l’Assemblea nazionale degli architetti spagnoli a Barcellona, Palma di Maiorca e Valencia. In un’era di oscurantismo da parte della dittatura vengono invitati all’evento Gio Ponti e Alberto Sartoris, paladini dell’architettura moderna in Europa. I due architetti italiani promuovono lo sviluppo dell’architettura moderna con un occhio alla tradizione e ispirandosi all’architettura del luogo», racconta il curatore della mostra Antonio Pizza.