Le Case di Houzz
Architettura e design
Case Incredibili: la Cupola di Antonioni in Sardegna
Binishell: la cupola progettata da Dante Bini in Sardegna e diventata la casa per Michelangelo Antonioni e Monica Vitti
Quando un grande regista incontra un grande architetto non può che nascere una casa da sogno, unica, stravagante. Se poi aggiungete che il regista è Michelangelo Antonioni, uno dei maggiori cineasti della storia del cinema italiano, e il progettista è Dante Bini, il risultato è straordinario, un nido d’amore nel cuore della Sardegna più selvaggia.
Stiamo parlando della Binishell, la cupola di cemento armato inventata dal celebre architetto modenese Dante Bini, nel 1969, e resa celebre dalla storia d’amore tra Michelangelo Antonioni e Monica Vitti.
Un rifugio d’amore, vicino al mare e immerso nel contesto selvaggio della Sardegna più autentica e affascinante. Una casa da film costruita vicino al mare nel Nord dell’isola, Costa Paradiso, di fronte al Golfo dell’Asinara. Un fascino particolare, quello della Sardegna, che ha sedotto Antonioni durante le riprese di uno dei suoi film.
Il cineasta si trovava infatti nella bellissima spiaggia rosa di Budelli per girare la scena del sogno nel film “Il deserto rosso” con Monica Vitti, quando si innamorò del panorama selvaggio della Costa Paradiso e decise di ingaggiare l’architetto Dante Bini per costruire (e immortalare), in modo strabiliante e unico, il suo nido d’amore.
Invece di una, Dante Bini realizzò due cupole: la prima doveva essere il nido d’amore del regista e della compagna Monica Vitti e, non molto distante, una cupola più piccola (quella che esploriamo qui), commissionata dal pittore bolognese neo-espressionista Sergio Vacchi, maestro dell’Informale e protagonista dell’arte pittorica italiana del secondo Novecento.
Stiamo parlando della Binishell, la cupola di cemento armato inventata dal celebre architetto modenese Dante Bini, nel 1969, e resa celebre dalla storia d’amore tra Michelangelo Antonioni e Monica Vitti.
Un rifugio d’amore, vicino al mare e immerso nel contesto selvaggio della Sardegna più autentica e affascinante. Una casa da film costruita vicino al mare nel Nord dell’isola, Costa Paradiso, di fronte al Golfo dell’Asinara. Un fascino particolare, quello della Sardegna, che ha sedotto Antonioni durante le riprese di uno dei suoi film.
Il cineasta si trovava infatti nella bellissima spiaggia rosa di Budelli per girare la scena del sogno nel film “Il deserto rosso” con Monica Vitti, quando si innamorò del panorama selvaggio della Costa Paradiso e decise di ingaggiare l’architetto Dante Bini per costruire (e immortalare), in modo strabiliante e unico, il suo nido d’amore.
Invece di una, Dante Bini realizzò due cupole: la prima doveva essere il nido d’amore del regista e della compagna Monica Vitti e, non molto distante, una cupola più piccola (quella che esploriamo qui), commissionata dal pittore bolognese neo-espressionista Sergio Vacchi, maestro dell’Informale e protagonista dell’arte pittorica italiana del secondo Novecento.
Qual è il segreto dell’unicità architettonica delle Binishell? «Il sistema costruttivo denominato Binishell – ci spiega l’architetto Sacchetti – prevede prima la realizzazione della pelle costruttiva in cemento e successivamente l’apertura delle finestre nella superficie. Questo approccio condiziona notevolmente il ruolo delle aperture in questa villa. Nella Cupola, le finestre sono squarci nella materia, tagli di luce e di paesaggio nel rapporto interno esterno, con una continua ricerca della gerarchia tra paesaggio e costruito, tra intimo e pubblico».
Per l’arredo, l’approccio deve essere minimalista, perché per assecondare gli interni non può essere collocato liberamente, a piacimento, nello spazio. «I volumi architettonici e le scelte dei materiali presenti all’esterno evidenziano la necessità di un inserimento minimale degli elementi di arredo. Siamo infatti in presenza di un interno molto caratterizzato, sia dalle particolari forme, sia dalla scelta dei materiali».
La luce dentro la Cupola fa i conti con la particolare collocazione abitativa e la sua peculiare struttura. «L’illuminazione naturale dello spazio principale è garantita dall’ampia finestra che si apre verso il mare. A questa sono aggiunte due piccole lame superiori che illuminano, in maniera radente, la bianca volta interna di copertura. L’illuminazione artificiale asseconda questo approccio, con elementi che illuminano dal basso verso l’alto, integrando e sostituendo la luce naturale. Questa scelta, paragonabile alle migliori opere di Robert Irwin, caratterizza gli spazi con la stessa qualità in ogni ora del giorno e con ogni situazione atmosferica».
Nella Binishell, la cucina passa in secondo piano; per vocazione ambiente essenziale e pratico, diventa qui quasi secondario in questo genere di abitazione. La cucina, pertanto, da fulcro della vita domestica passa a contorno e si mimetizza perfettamente dentro il candore delle pareti, pur mantenendo il carattere di intimità domestica.
Come si vive all’esterno della casa-cupola? Lo spazio interno della Cupola dialoga sapientemente con quello esterno attraverso verande di eccezionale fruibilità. «La creazione di spazi cuscinetto tra interno ed esterno, quali verande e balconi, consente un sensibile miglioramento della qualità degli spazi interni delle architetture.
La scelta del “doppio” pavimento e delle pareti in pietra a secco rispecchiano il preciso intento di ricreare uno spazio intimo e caldo. A cui si aggiunge il curioso camino oblungo di foggia tradizionale. «L’utilizzo del pavimento in pietra grezza, intervallato e affiancato alla piastrella regolare bianca, e la presenza del grande camino bianco sulla parete in pietra a secco, attorniato dai due divani bianchi, donano a questo spazio una valenza intima di grande impatto. La scelta degli elementi da inserire in un interno di architettura passa così, inevitabilmente, da un approccio sensoriale e intimistico. Il camino viene associato al concetto di focolare mentre la parete in pietra a secco diventa sfondo perfetto per l’angolo soggiorno che si caratterizza come spazio intimo e domestico».
Non dimentichiamoci che la felicità abitativa dipende anche – in larga misura – dal luogo in cui collochiamo la nostra casa. Il paesaggio selvatico, incontaminato della Sardegna settentrionale è certamente protagonista della eccezionale riuscita dell’esperimento architettonico delle Binishell. La Cupola di Bini sembra è la casa giusta nel posto giusto? «Nell’operare architettonicamente in aree di alta qualità e sensibilità paesaggistica la ricerca del genius loci è passaggio fondamentale per garantire un buon inserimento e un buon rapporto tra naturale e antropico. In questo caso sembra che il progettista lo abbia trovato e capito con grande attenzione. La Cupola si inserisce perfettamente nel paesaggio, sia vista dall’entroterra, sia vista dal mare, e il paesaggio entra, con struggente drammaticità, all’interno della cupola, in un connubio quasi perfetto».
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Colpo d’occhio:
Dove: Sardegna, Costa Paradiso
Progettista: l’architetto Dante Bini, conosciuto come “l’architetto delle piramidi”, ideatore delle “Binishell”, particolari strutture abitative in cemento armato, costruite in Sardegna
Chi ci abita: attualmente in vendita tramite Engel & Völkers
Ci siamo fatti guidare nell’esplorazione della Cupola di Bini dall’architetto Matteo Sacchetti, docente del Politecnico di Milano e architetto d’interni che si occupa di allestimento e museografia, che ha seguito, con i colleghi Luca Basso Peressut e Cristina F. Colombo della facoltà di Architettura, la tesi delle studentesse Marta Damia, Marta Ferrario e Gemma Galassi che analizza la possibilità di realizzare un museo ipogeo, sotterraneo, nel tratto di scogliera tra le cupole e la costa, per ospitare l’opera del regista Michelangelo Antonioni.