Le Regole Base per Coltivare le Piante Grasse con Successo
Meravigliosi gioielli della natura, le succulente appassionano per la loro varietà di forme e colori
Il problema “più grave” delle piante grasse è la loro facilità di coltivazione, tanto che si sarebbe portati a piantarle e non pensarci più: sarebbe un gravissimo errore. Sebbene sia vero che le “grasse” (il termine corretto è “succulente”) si accontentano di poco, è un falso mito che non abbiano bisogno di cure. Esistono poche e semplici regole per coltivare le piante grasse in modo che crescano sane e belle: innanzitutto, tutti i tipi di piante grasse necessitano di rinvasi periodici, che sono poi ciò che ne garantisce la buona salute e una crescita vigorosa, una buona ventilazione, sole in abbondanza e poca acqua in inverno.
L’annaffiatura estiva dipende in gran parte dal clima: in climi secchi, con estati cocenti e aride, desiderano annaffiature quasi quotidiane, bagnando bene il pane di terra e lasciandolo asciugare. Ciò che tutte temono è il ristagno d’acqua. È la prima cosa che dovete evitare!
L’annaffiatura estiva dipende in gran parte dal clima: in climi secchi, con estati cocenti e aride, desiderano annaffiature quasi quotidiane, bagnando bene il pane di terra e lasciandolo asciugare. Ciò che tutte temono è il ristagno d’acqua. È la prima cosa che dovete evitare!
I vantaggi della coltivazione in vaso
Le grasse si prestano ottimamente a una coltivazione in contenitore per molte ragioni; una è che il pane di radici si accresce lentamente e non ha bisogno di avere uno spazio troppo ampio. Sembra un paradosso ma è così. Tra l’altro più terra implica più acqua, e quindi più pericolo di marciumi.
Alcune, come le agavi, per gettare polloni hanno bisogno di trovare ostacoli.
Un’altra ragione è che il terriccio è facilmente controllabile, perciò si può diversificare a seconda delle necessità, bagnare e concimare in base alla pianta.
Non meno importante il fatto che il contenitore esalta l’unicità della forma e dei colori, solleva la pianta da terra e la rende più scultorea.
Le grasse si prestano ottimamente a una coltivazione in contenitore per molte ragioni; una è che il pane di radici si accresce lentamente e non ha bisogno di avere uno spazio troppo ampio. Sembra un paradosso ma è così. Tra l’altro più terra implica più acqua, e quindi più pericolo di marciumi.
Alcune, come le agavi, per gettare polloni hanno bisogno di trovare ostacoli.
Un’altra ragione è che il terriccio è facilmente controllabile, perciò si può diversificare a seconda delle necessità, bagnare e concimare in base alla pianta.
Non meno importante il fatto che il contenitore esalta l’unicità della forma e dei colori, solleva la pianta da terra e la rende più scultorea.
Accortezze necessarie per la coltivazione in piena terra
Le cose più nocive per le grasse sono i ristagni idrici, eccessive concimazioni, ombra fitta e prolungata combinata a poca circolazione e aria umida.
In piena terra è indispendabile raggrupparle per necessità colturale e provvedere a un drenaggio più che ottimo.
Quelle che appaiono più fogliose, in particolare alcune crassulacee, gradiscono una certa ombra nelle ore centrali del giorno, perché le foglie potrebbero bruciarsi.
Ripetiamo spesso che l’Italia è un paese che abbraccia una certa varietà di climi, quindi se vivete in zone a estati fresche, conviene comunque una posizione a sud, dove l’insolazione sia massima e senza filtri.
Le cose più nocive per le grasse sono i ristagni idrici, eccessive concimazioni, ombra fitta e prolungata combinata a poca circolazione e aria umida.
In piena terra è indispendabile raggrupparle per necessità colturale e provvedere a un drenaggio più che ottimo.
Quelle che appaiono più fogliose, in particolare alcune crassulacee, gradiscono una certa ombra nelle ore centrali del giorno, perché le foglie potrebbero bruciarsi.
Ripetiamo spesso che l’Italia è un paese che abbraccia una certa varietà di climi, quindi se vivete in zone a estati fresche, conviene comunque una posizione a sud, dove l’insolazione sia massima e senza filtri.
Allora perché in alcuni giardini le vediamo a ridosso di corsi d’acqua e rocciosi? Perché se il corso d’acqua è artificiale, come nel caso della foto, è piuttosto semplice incanalarlo in modo che l’acqua non filtri nel terreno. Le piante così beneficiano del dislivello del terreno, in modo da potersi espandere e decombere, cioè giacere nel loro letto, senza essere minimamente infastidite dalla presenza dell’umidità.
L’importanza del rinvaso
Le piante grasse beneficiano molto dei rinvasi, specie quando sono piccole. Andrebbero rinvasate una volta l’anno, mentre quelle più mature una volta ogni tre anni o più. Quando la pianta si intristisce, smette di crescere, molto probabilmente ha bisogno di un rinvaso, non di concime!
Le piante vanno messe a dimora subito, appena acquistate. Non andrebbero annaffiate subito dopo, ma nebulizzate due o tre volte prima di irrigare normalmente, dopo circa sette giorni. Un altro accorgimento è evitare di pressare la terra intorno, meglio battere il vaso sul pavimento (avendo cura di non romperlo).
Sono molto utili le bacchette cinesi, che contentono di sollevare le piantine e collocarle nel nuovo vaso.
Per piante al primo o secondo rinvaso è anche utile accorciare un po’ le radici e togliere via il terriccio esausto. La pianta non deve essere rinvasata subito, ma lasciata coricata sul terriccio o su carta di giornale per una o due settimane, al buio. Infine si inserisce in un vaso nuovo, poco più grande del precedente, con terriccio e drenaggio rinnovati.
Le piante grasse beneficiano molto dei rinvasi, specie quando sono piccole. Andrebbero rinvasate una volta l’anno, mentre quelle più mature una volta ogni tre anni o più. Quando la pianta si intristisce, smette di crescere, molto probabilmente ha bisogno di un rinvaso, non di concime!
Le piante vanno messe a dimora subito, appena acquistate. Non andrebbero annaffiate subito dopo, ma nebulizzate due o tre volte prima di irrigare normalmente, dopo circa sette giorni. Un altro accorgimento è evitare di pressare la terra intorno, meglio battere il vaso sul pavimento (avendo cura di non romperlo).
Sono molto utili le bacchette cinesi, che contentono di sollevare le piantine e collocarle nel nuovo vaso.
Per piante al primo o secondo rinvaso è anche utile accorciare un po’ le radici e togliere via il terriccio esausto. La pianta non deve essere rinvasata subito, ma lasciata coricata sul terriccio o su carta di giornale per una o due settimane, al buio. Infine si inserisce in un vaso nuovo, poco più grande del precedente, con terriccio e drenaggio rinnovati.
Che terriccio usare?
In vaso il terriccio deve essere poroso e drenato. Sul fondo deponete dei ciottoli o pezzi di coccio di vasi rotti, mentre evitate assolutamente l’argilla espansa che tende a trattenere umidità. La pomice può essere una soluzione se non avete sassi o cocci di vaso.
Il terriccio deve essere scarso in minerali e in composti organici, quindi poco letame e poco concime, mentre è importante che ci sia una buona percentuale di sabbia silicea e un po’ di farina di roccia.
In vaso il terriccio deve essere poroso e drenato. Sul fondo deponete dei ciottoli o pezzi di coccio di vasi rotti, mentre evitate assolutamente l’argilla espansa che tende a trattenere umidità. La pomice può essere una soluzione se non avete sassi o cocci di vaso.
Il terriccio deve essere scarso in minerali e in composti organici, quindi poco letame e poco concime, mentre è importante che ci sia una buona percentuale di sabbia silicea e un po’ di farina di roccia.
Molti giardinieri sanno che la sabbia è un problema: quella di mare è salina e va lavata bene, inoltre è vietato raccoglierla (le sedi ARPA della vostra zona potrebbero avere dei campioni da regalarvi), quella di fiume è ideale, ma la raccolta è un danno ecologico, anche per quantità relativamente modeste. Potete quindi usare perlite o vermiculite, o alle strette, anche del polistirolo. I professionisti usano lapillo vulcanico naturale, dagli spigoli smussati, che è abbastanza costoso ma veramente adatto alla coltivazione di queste piante. In alternativa in commercio ci sono le sabbie inerti da acquario, che però hanno un costo elevato.
Dentro o fuori?
La maggior parte delle succulente e delle cactacee sono rustiche al Sud Italia (cioè si adattano senza difficoltà all’ambiente esterno), ma dove le temperature invernali scendono, devono essere portate in casa, in luoghi luminosissimi, asciutti, dove non permanga una cappa di umidità fredda. Se necessario asciugate l’aria con una pompa di calore messa al minimo e con le alette indirizzate verso l’alto.
Non serve che ci sia una temperatura estiva, anzi, nei mesi freddi è bene fare andare in riposo le piante mantenendo una temperatura media di circa 15 gradi.
Molti vivaisti per forzare le fioriture producono uno shock termico, che è assolutamente sconsigliabile al neofita.
La maggior parte delle succulente e delle cactacee sono rustiche al Sud Italia (cioè si adattano senza difficoltà all’ambiente esterno), ma dove le temperature invernali scendono, devono essere portate in casa, in luoghi luminosissimi, asciutti, dove non permanga una cappa di umidità fredda. Se necessario asciugate l’aria con una pompa di calore messa al minimo e con le alette indirizzate verso l’alto.
Non serve che ci sia una temperatura estiva, anzi, nei mesi freddi è bene fare andare in riposo le piante mantenendo una temperatura media di circa 15 gradi.
Molti vivaisti per forzare le fioriture producono uno shock termico, che è assolutamente sconsigliabile al neofita.
Come e quando irrigare
Circola attorno alle piante grasse il falso mito che non occorra annaffiarle. Questo è un errore perché per accrescersi bene le grasse desiderano annaffiature anche quotidiane, in climi caldi, in estate. Inoltre, come ripetiamo spesso, l’utilizzo di terricci commerciali contenenti torba (che andrebbero evitati come il nemico numero uno), fa perdere al terriccio la capacità di reidratarsi se viene lasciato troppo all’asciutto, trasformando il pane di terra in un mattone.
Vale la regola generale: irrigare abbondamente e lasciare asciugare tra un’irrigazione e l’altra. Assolutamente da evitare i sottovasi.
In inverno, anche in zone calde, si presenta raramente la necessità di irrigare.
Circola attorno alle piante grasse il falso mito che non occorra annaffiarle. Questo è un errore perché per accrescersi bene le grasse desiderano annaffiature anche quotidiane, in climi caldi, in estate. Inoltre, come ripetiamo spesso, l’utilizzo di terricci commerciali contenenti torba (che andrebbero evitati come il nemico numero uno), fa perdere al terriccio la capacità di reidratarsi se viene lasciato troppo all’asciutto, trasformando il pane di terra in un mattone.
Vale la regola generale: irrigare abbondamente e lasciare asciugare tra un’irrigazione e l’altra. Assolutamente da evitare i sottovasi.
In inverno, anche in zone calde, si presenta raramente la necessità di irrigare.
È invece vero che le piante grasse non amano molto le concimazioni, che devono essere davvero povere di minerali. Meglio acquistare un concime specifico da somministrare scrupolosamente secondo le dosi e i tempi consigliati sull’etichetta.
Più che alla concimazione, se la pianta stenta, fate un rinvaso con un miscuglio di terra rinnovata, aggiungendo un cucchiaino da caffè di farina di roccia e un po’ di sfatticcio di foglie setacciato.
Più che alla concimazione, se la pianta stenta, fate un rinvaso con un miscuglio di terra rinnovata, aggiungendo un cucchiaino da caffè di farina di roccia e un po’ di sfatticcio di foglie setacciato.
E ora, a te la parola! Hai creato il tuo giardino di piante grasse? Mostraci una foto nei Commenti.
Altro:
Fai da te: mini giardino di piante grasse
Tutto quello che sapere per acquistare e coltivare le succulente
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Le piante grasse provengono da una gran quantità di habitat diffusi nelle zone tropicali e subtropicali, desertiche e anche montuose e aride. Sono accomunate dalla capacità di trattenere umidità nei tessuti e questo le rende capaci di resistere a prolungati periodi di siccità. Il termine corretto è “succulente”, quelle che producono le spine si chiamano comunemente “cactus”, ma vengono tutte accorpate sotto la denominazione comune di “grasse” per i tessuti gonfi e cicciottelli.
Hanno bisogni colturali abbastanza diversificati, alcune sono rustiche, altre no; la maggior parte preferisce il sole diretto e abbondante, altre si prestano a una coltivazione indoor e in ambienti poco luminosi. In poche parole, per la corretta coltivazione occorre dare alle piantine le condizioni più vicine possibili a quella della crescita in natura, perciò è indispensabile una corretta identificazione, che arrivi almeno al genere e possibilmente a specie e varietà. Purtroppo i vivaisti, soprattutto quelli piccoli, non applicano alcun cartellino e le identificazioni diventano un terno al lotto, ma – ricordatevi – per una seria coltivazione di questo tipo di piante bisogna avere l’identificazione botanica, e che questa non è affatto semplice.
Munirsi di un manuale serio è fondamentale.