Guida alle Piante e ai Fiori di Ottobre
Le piante e i fiori di ottobre, dal kaki alla vite rossa, foglie e bacche colorate per un giardino nei toni del tramonto
Con ottobre ci lasciamo definitivamente alle spalle l’estate, ma senza rimpianti, grazie a un tripudio di foglie, bacche e frutti colorati nei toni del giallo, dell’arancione e del rosso, che vanno quasi a sfidare le ore di buio che a poco a poco prendono il sopravvento su quelle di luce. Ecco allora una carrellata di golosità botaniche da inserire in giardino o in terrazzo, per godere ogni autunno di uno spettacolo color fuoco.
A seconda della varietà, i frutti, dolcissimi, possono essere colti quando sono ancora sodi e croccanti (kaki mela), e sono immediatamente commestibili. Nel caso invece si tratti del kaki ‘Tipo’, i frutti sono da raccogliere quando sono ancora duri e hanno iniziato a colorarsi di arancio, poi vanno riposti in una cassetta insieme a delle mele, che grazie alla produzione di etilene contribuiscono alla maturazione dei kaki. Se si salta questa fase di ammezzimento, i kaki daranno all’assaggio la sgradevole sensazione di bocca legata, di allappamento, dovuta ai tannini contenuti nella polpa.
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Gialli, grandi e rotondi, maturano a poco a poco fino ad arrivare a un caldo rosso aranciato. Se non raccolti, i frutti rimangono sulla pianta a lungo, anche dopo la caduta delle foglie, facendo somigliare la pianta ad un albero di Natale naturale. Lo spettacolo è particolarmente suggestivo sotto la neve: i rami spogli assumono l’aspetto di una catena festiva di lanterne rosse, molto gradite anche agli uccelli.
La vite del Canada
Vi è mai capitato di fermarvi ad ammirare una parete rivestita di foglie rosso fuoco? Se sì, vi siete trovati faccia a faccia con Parthenocissus quinquefolia, la vite del Canada, rampicante vigorosissimo verde brillante in primavera e rosso arancio in autunno, con colorazioni intermedie di verde e oro di grande impatto cromatico, a cui seguono piccoli gruppi di bacche rotonde, tra il blu e il viola.
I suoi rami si allungano fino anche a coprire pareti di decine di metri, a cui si assicura tramite delle minuscole ventose. Di grande effetto su pareti alte e spoglie e utilissima per ricoprire aree non proprio bellissime, va piantata il più possibile vicino al muro che si intende ricoprire, assicurandone qualche ramo con un gancetto; in seguito i tralci inizieranno ad attaccarsi da soli e non ci sarà più bisogno di altri sostegni.
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Vi è mai capitato di fermarvi ad ammirare una parete rivestita di foglie rosso fuoco? Se sì, vi siete trovati faccia a faccia con Parthenocissus quinquefolia, la vite del Canada, rampicante vigorosissimo verde brillante in primavera e rosso arancio in autunno, con colorazioni intermedie di verde e oro di grande impatto cromatico, a cui seguono piccoli gruppi di bacche rotonde, tra il blu e il viola.
I suoi rami si allungano fino anche a coprire pareti di decine di metri, a cui si assicura tramite delle minuscole ventose. Di grande effetto su pareti alte e spoglie e utilissima per ricoprire aree non proprio bellissime, va piantata il più possibile vicino al muro che si intende ricoprire, assicurandone qualche ramo con un gancetto; in seguito i tralci inizieranno ad attaccarsi da soli e non ci sarà più bisogno di altri sostegni.
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Amelanchier
Amelanchier lamarckii, o pero corvino, in autunno inizia la sua trasformazione e le foglie passano dal verde brillante al giallo, all’arancione fiammante e al rosso, spiccando nella nebbiolina del mattino. Questo piccolo alberello trova diversi punti di attrattiva anche durante il resto dell’anno: in primavera stupisce con la sua fioritura a grappoli bianchi, con piccoli fiori che sembrano stelline; in estate matura tante piccole bacche blu commestibili, simili a mirtilli, di sapore dolce e ottime nelle macedonie (molto amate anche dagli uccelli).
Un passepartout del giardino, peraltro anche poco esigente: per lui è sufficiente un posto al sole e una manciata di terriccio acido.
Amelanchier lamarckii, o pero corvino, in autunno inizia la sua trasformazione e le foglie passano dal verde brillante al giallo, all’arancione fiammante e al rosso, spiccando nella nebbiolina del mattino. Questo piccolo alberello trova diversi punti di attrattiva anche durante il resto dell’anno: in primavera stupisce con la sua fioritura a grappoli bianchi, con piccoli fiori che sembrano stelline; in estate matura tante piccole bacche blu commestibili, simili a mirtilli, di sapore dolce e ottime nelle macedonie (molto amate anche dagli uccelli).
Un passepartout del giardino, peraltro anche poco esigente: per lui è sufficiente un posto al sole e una manciata di terriccio acido.
Aceri orientali
L’acero giapponese (Acer palmatum) è uno dei protagonisti più affascinanti dell’autunno. Gode di una prima stagione di gloria durante la primavera, quando le foglie nuove, spesso di colori molto vivaci, emergono dalle gemme dei rami. In autunno si assiste ad una seconda trasformazione, altrettanto spettacolare. Le piccole foglie palmate, fini, quasi trasparenti, assumono colori splendidi quando sono attraversate dalla luce, in tonalità giallo oro, arancio, rosso fuoco. La corteccia è spesso colorata in rosso o bronzo, e il colore si accentua durante la stagione invernale.
Sia che lo si scelga tra le varietà a foglia verde o dorata o tra quelle a foglia scarlatta, risulta particolarmente d’effetto l’abbinamento a conifere basse di colore grigio, come Picea pungens ‘Globosa Nana’; l’acero inoltre gradisce la leggera acidità ceduta al terreno dalle conifere.
In piena terra o in vaso, per A. palmatum è necessario un punto fresco e ben aerato e una esposizione che garantisca sole dolce al mattino e riparo dal caldo da mezzogiorno in poi. Non teme il freddo, ma i grandi caldi dell’estate sì, pertanto è meglio evitare di porlo a dimora in zone soggette ad alte temperature e alla siccità estiva.
L’acero giapponese (Acer palmatum) è uno dei protagonisti più affascinanti dell’autunno. Gode di una prima stagione di gloria durante la primavera, quando le foglie nuove, spesso di colori molto vivaci, emergono dalle gemme dei rami. In autunno si assiste ad una seconda trasformazione, altrettanto spettacolare. Le piccole foglie palmate, fini, quasi trasparenti, assumono colori splendidi quando sono attraversate dalla luce, in tonalità giallo oro, arancio, rosso fuoco. La corteccia è spesso colorata in rosso o bronzo, e il colore si accentua durante la stagione invernale.
Sia che lo si scelga tra le varietà a foglia verde o dorata o tra quelle a foglia scarlatta, risulta particolarmente d’effetto l’abbinamento a conifere basse di colore grigio, come Picea pungens ‘Globosa Nana’; l’acero inoltre gradisce la leggera acidità ceduta al terreno dalle conifere.
In piena terra o in vaso, per A. palmatum è necessario un punto fresco e ben aerato e una esposizione che garantisca sole dolce al mattino e riparo dal caldo da mezzogiorno in poi. Non teme il freddo, ma i grandi caldi dell’estate sì, pertanto è meglio evitare di porlo a dimora in zone soggette ad alte temperature e alla siccità estiva.
Nandina domestica
La Nandina domestica, (da Nan-Ten, come viene chiamata in Giappone, Paese di cui è originaria) è uno di quegli arbusti amici dei giardinieri poco pratici: tollera freddo invernale e caldo estivo, cresce bene sia ombreggiata che posta al sole, dove sviluppa colori più vivaci. Non richiede cure purché le si eviti i ristagni d’acqua. Fiorisce in grappoli di minuscoli fiori di colore bianco in primavera, a cui fanno seguito bacche rotondeggianti, dapprima verdi, poi all’approssimarsi dell’inverno rosso fiammante. Il fogliame non è da meno, nello stesso momento può presentare sfumature verdi, rosa e rosse, più decise con l’arrivo dei primi freddi, e permane sulla pianta per tutto l’inverno.
La specie tipica è un arbusto alto all’incirca 80 cm e largo altrettanto; se volete ottenere un effetto a tappeto, scegliere la varietà nana, che non supera i 40 cm; la varietà ‘Alba’ invece regala bacche color crema chiaro su fogliame verde.
La Nandina domestica, (da Nan-Ten, come viene chiamata in Giappone, Paese di cui è originaria) è uno di quegli arbusti amici dei giardinieri poco pratici: tollera freddo invernale e caldo estivo, cresce bene sia ombreggiata che posta al sole, dove sviluppa colori più vivaci. Non richiede cure purché le si eviti i ristagni d’acqua. Fiorisce in grappoli di minuscoli fiori di colore bianco in primavera, a cui fanno seguito bacche rotondeggianti, dapprima verdi, poi all’approssimarsi dell’inverno rosso fiammante. Il fogliame non è da meno, nello stesso momento può presentare sfumature verdi, rosa e rosse, più decise con l’arrivo dei primi freddi, e permane sulla pianta per tutto l’inverno.
La specie tipica è un arbusto alto all’incirca 80 cm e largo altrettanto; se volete ottenere un effetto a tappeto, scegliere la varietà nana, che non supera i 40 cm; la varietà ‘Alba’ invece regala bacche color crema chiaro su fogliame verde.
Se in giardino avete animali, prestate attenzione perchè tutte le parti della pianta sono tossiche; è innocua per l’uomo e per gli uccelli, che si nutrono delle sue bacche e aiutano a disperdere i semi, da cui facilmente nascono in maniera spontanea nuove piantine.
Meli ornamentali
Portano grappoli di meline accese come lampadine da fine estate fino a fine inverno, e foglie gialle e bronzo in autunno; sono i meli ornamentali. I frutti colorati, che permangono sulla pianta per tutto l’inverno, fanno la gioia degli uccellini, oltre che essere utili per addensare confetture fatte in casa.
Belli anche in primavera, quando si ricoprono di corolle bianche, rosa o rosse a seconda della varietà, vanno piantati in terreno fresco, moderatamente umido e fertile, meglio se in una posizione da cui possono essere ammirati anche da dentro casa.
Portano grappoli di meline accese come lampadine da fine estate fino a fine inverno, e foglie gialle e bronzo in autunno; sono i meli ornamentali. I frutti colorati, che permangono sulla pianta per tutto l’inverno, fanno la gioia degli uccellini, oltre che essere utili per addensare confetture fatte in casa.
Belli anche in primavera, quando si ricoprono di corolle bianche, rosa o rosse a seconda della varietà, vanno piantati in terreno fresco, moderatamente umido e fertile, meglio se in una posizione da cui possono essere ammirati anche da dentro casa.
I bulbi da piantare per la primavera che verrà
Ottobre è il mese giusto per piantare i bulbi che andranno a fiore la primavera successiva: tulipani, giacinti, narcisi, fritillarie… Selezionate bulbi sani, sodi e integri, senza segni di marciumi o muffe o zone molli. Non dovete per forza rivolgervi ai vivaisti specializzati e ai garden, anche se lì troverete ampia scelta e bulbi di prima qualità; anche quelli in vendita nelle catene commerciali di fai da te e nei supermercati sono validissimi.
Scegliete una giornata con terreno inumidito, né secco e né bagnato, sarà più facile lavorarlo: basta una mezz’ora scarsa e una paletta. Se ne avete tanti da piantare, dividete il lavoro in più giornate, la fioritura così sarà scalare (e schiena e ginocchia ringrazieranno!).
Assicuratevi che il terreno sia drenante: il maggior pericolo per i bulbi a piantagione autunnale è quello del ristagno d’acqua, portatore di marciumi e attacchi fungini. Per verificare, provate a versare 3-4 litri d’acqua in un metro quadro di terra: se entro un minuto l’acqua non viene assorbita dal terreno, aggiungete un paio di palate di sabbia.
Ottobre è il mese giusto per piantare i bulbi che andranno a fiore la primavera successiva: tulipani, giacinti, narcisi, fritillarie… Selezionate bulbi sani, sodi e integri, senza segni di marciumi o muffe o zone molli. Non dovete per forza rivolgervi ai vivaisti specializzati e ai garden, anche se lì troverete ampia scelta e bulbi di prima qualità; anche quelli in vendita nelle catene commerciali di fai da te e nei supermercati sono validissimi.
Scegliete una giornata con terreno inumidito, né secco e né bagnato, sarà più facile lavorarlo: basta una mezz’ora scarsa e una paletta. Se ne avete tanti da piantare, dividete il lavoro in più giornate, la fioritura così sarà scalare (e schiena e ginocchia ringrazieranno!).
Assicuratevi che il terreno sia drenante: il maggior pericolo per i bulbi a piantagione autunnale è quello del ristagno d’acqua, portatore di marciumi e attacchi fungini. Per verificare, provate a versare 3-4 litri d’acqua in un metro quadro di terra: se entro un minuto l’acqua non viene assorbita dal terreno, aggiungete un paio di palate di sabbia.
Per ottenere un effetto naturale, non stabilite a tavolino la posizione di ogni bulbo, ma usate un vecchio trucco: lasciate cadere in terra i bulbi nella zona prescelta e interrateli nel punto in cui sono caduti.
Sia in terra che in vaso, per quasi ogni bulbo vale la regola di calcolare una profondità pari al doppio della sua altezza; in ogni caso sulle confezioni è indicata sia la profondità consigliata che la distanza da rispettare tra un bulbo e l’altro.
Parlaci di te! Quali sono i tuoi gioielli botanici dell’autunno?
Questa storia è stata pubblicata il 2 ottobre 2016 e poi aggiornata
Altro
Foglie Rosse ed Estate Indiana: le Piante per un Autunno in Technicolor
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Diospyros kaki (comunemente detto cachi o kaki) è un albero da frutto originario dell’Asia orientale, diffuso in Cina e Giappone, appartenente alle Ebenacee.
Detto anche Loto del Giappone o Mela d’Oriente, viene definito dai cinesi come l’albero delle sette virtù: è longevo; crea grande ombra con la sua chioma; offre agli uccelli la possibilità di nidificare fra i suoi rami; non viene attaccato dai parassiti; le sue foglie, gialle, rosse e arancio in autunno sono molto decorative; il legno dà buon fuoco; infine, le sue foglie si trasformano in abbondante humus quando cadono a terra.