Architettura e design
L'Architetto Africano Francis Kéré Vince il Premio Pritzker 2022
Rinomato per le sue architetture sostenibili in territori poveri, è il primo africano a vincere il premio
Quando da ragazzo studiava nelle aule calde e non ventilate di un villaggio del Burkina Faso, nell’Africa occidentale, Diébédo Francis Kéré sognava di imparare le tecniche di falegnameria per poter costruire un giorno edifici migliori e più freschi. Questa settimana Kéré, che oggi ha 56 anni, è la prima persona africana a vincere il Pritzker Architecture Prize, il più importante riconoscimento internazionale per l’architettura.
Nel 2001 ha progettando e costruito una scuola a Gando, suo paese natale, in grado di mitigare il caldo intenso. I mattoni di argilla locale permettono di mantenere l’aria fresca all’interno all’edificio e consentono al calore di defluire, creando ambienti confortevoli senza che siano necessari sistemi di aria condizionata meccanica. L’opera di Kéré ha contribuito ad aumentare il corpo studentesco da 120 a 700 studenti. Ha realizzato anche alcune strutture aggiuntive, come alloggi per insegnanti e una biblioteca. Da allora la sua carriera è stata definita da architetture sostenibili capaci di trasformare le comunità locali.
«Spero di cambiare il paradigma, spingere le persone a sognare e a rischiare», ha dichiarato Kéré quando ha appreso di aver ricevuto il premio. «Non è perché sei ricco che dovresti sprecare materiale. Non è perché sei povero che non dovresti ricercare la qualità. Tutti meritano la qualità, tutti meritano il lusso e tutti meritano il comfort. Siamo interconnessi e le preoccupazioni per il clima, la democrazia e la carenza di materiali sono preoccupazioni per tutti noi».
Nel 2001 ha progettando e costruito una scuola a Gando, suo paese natale, in grado di mitigare il caldo intenso. I mattoni di argilla locale permettono di mantenere l’aria fresca all’interno all’edificio e consentono al calore di defluire, creando ambienti confortevoli senza che siano necessari sistemi di aria condizionata meccanica. L’opera di Kéré ha contribuito ad aumentare il corpo studentesco da 120 a 700 studenti. Ha realizzato anche alcune strutture aggiuntive, come alloggi per insegnanti e una biblioteca. Da allora la sua carriera è stata definita da architetture sostenibili capaci di trasformare le comunità locali.
«Spero di cambiare il paradigma, spingere le persone a sognare e a rischiare», ha dichiarato Kéré quando ha appreso di aver ricevuto il premio. «Non è perché sei ricco che dovresti sprecare materiale. Non è perché sei povero che non dovresti ricercare la qualità. Tutti meritano la qualità, tutti meritano il lusso e tutti meritano il comfort. Siamo interconnessi e le preoccupazioni per il clima, la democrazia e la carenza di materiali sono preoccupazioni per tutti noi».
Gando Primary School a Gando, Burkina Faso (2001). Foto per gentile concessione di Erik-Jan Ouwerkerk
Durante gli studi, prima ancora della laurea, Kéré raccoglie 50mila dollari per realizzare il suo primo progetto, la Gando Primary School (in foto) nel suo paese natale. Ha progettato e costruito la struttura con l’aiuto dei membri della comunità, utilizzando principalmente mattoni di argilla rossa locale.
Con questa opera nel 2004 ottiene il prestigioso Aga Khan Award for Architecture. È stato il trampolino di lancio per fondare, un anno dopo, il suo studio a Berlino, Kéré Architecture.
Durante la sua carriera progetta scuole, strutture sanitarie e spazi pubblici in Burkina Faso, ma anche in altri paesi africani, tra cui Kenya, Mozambico e Uganda. Le sue costruzioni forniscono istruzione ai bambini, cure mediche e formazione professionale agli adulti, aiutando a rafforzare le comunità.
«Una buona architettura in Burkina Faso è un’aula in cui ci si può sedere, con la possibilità di filtrare la luce per orientarla dove si desidera per illuminare una lavagna o una scrivania», ha detto Kéré. «Come possiamo ridurre il calore proveniente dal sole, ma usare la luce a nostro vantaggio? Creare le condizioni per offrire il comfort ambientale di base favorisce l’insegnamento, l’apprendimento e l’entusiasmo».
Durante gli studi, prima ancora della laurea, Kéré raccoglie 50mila dollari per realizzare il suo primo progetto, la Gando Primary School (in foto) nel suo paese natale. Ha progettato e costruito la struttura con l’aiuto dei membri della comunità, utilizzando principalmente mattoni di argilla rossa locale.
Con questa opera nel 2004 ottiene il prestigioso Aga Khan Award for Architecture. È stato il trampolino di lancio per fondare, un anno dopo, il suo studio a Berlino, Kéré Architecture.
Durante la sua carriera progetta scuole, strutture sanitarie e spazi pubblici in Burkina Faso, ma anche in altri paesi africani, tra cui Kenya, Mozambico e Uganda. Le sue costruzioni forniscono istruzione ai bambini, cure mediche e formazione professionale agli adulti, aiutando a rafforzare le comunità.
«Una buona architettura in Burkina Faso è un’aula in cui ci si può sedere, con la possibilità di filtrare la luce per orientarla dove si desidera per illuminare una lavagna o una scrivania», ha detto Kéré. «Come possiamo ridurre il calore proveniente dal sole, ma usare la luce a nostro vantaggio? Creare le condizioni per offrire il comfort ambientale di base favorisce l’insegnamento, l’apprendimento e l’entusiasmo».
Gando Primary School a Gando, Burkina Faso (2001). Foto per gentile concessione di Erik-Jan Ouwerkerk
Nella scuola di Gando, un tetto a sbalzo rialzato consente al calore di fuoriuscire attraverso un soffitto di mattoni. Kéré ha utilizzato i materiali da costruzione rimanenti per realizzare i mobili per l’interno.
«L’intero corpus di opere di Francis Kéré ci mostra il potere della materialità radicata nel luogo», ha affermato la giuria del Premio Pritzker nel suo comunicato. «I suoi edifici, per e con le comunità, sono direttamente di quelle comunità: nella loro realizzazione, nei loro materiali, nei loro programmi e nelle loro unicità. Sono legati alla terra su cui poggiano e alle persone che ne fruiscono. Hanno una presenza modesta e un impatto modellato dalla grazia».
Nella scuola di Gando, un tetto a sbalzo rialzato consente al calore di fuoriuscire attraverso un soffitto di mattoni. Kéré ha utilizzato i materiali da costruzione rimanenti per realizzare i mobili per l’interno.
«L’intero corpus di opere di Francis Kéré ci mostra il potere della materialità radicata nel luogo», ha affermato la giuria del Premio Pritzker nel suo comunicato. «I suoi edifici, per e con le comunità, sono direttamente di quelle comunità: nella loro realizzazione, nei loro materiali, nei loro programmi e nelle loro unicità. Sono legati alla terra su cui poggiano e alle persone che ne fruiscono. Hanno una presenza modesta e un impatto modellato dalla grazia».
Xylem nel Montana (2019). Foto per gentile concessione di Francis Kéré
Oltre al suo lavoro in tutta l’Africa, Kéré ha progettato numerose strutture anche negli Stati Uniti. Xylem (in foto) è uno spazio per concerti situato all’interno del Tippet Rise Art Center nel Montana, a nord del Parco Nazionale di Yellowstone. Il suo design è stato ispirato dagli spazi di raccolta del legno e della paglia che si trovano nei piccoli villaggi del Burkenabè.
Xylem è costruito con tronchi di pino grezzo, locale e sostenibile, raggruppati in fasci circolari all’interno di una struttura in acciaio modulare e dalla forma esagonale.
Oltre al suo lavoro in tutta l’Africa, Kéré ha progettato numerose strutture anche negli Stati Uniti. Xylem (in foto) è uno spazio per concerti situato all’interno del Tippet Rise Art Center nel Montana, a nord del Parco Nazionale di Yellowstone. Il suo design è stato ispirato dagli spazi di raccolta del legno e della paglia che si trovano nei piccoli villaggi del Burkenabè.
Xylem è costruito con tronchi di pino grezzo, locale e sostenibile, raggruppati in fasci circolari all’interno di una struttura in acciaio modulare e dalla forma esagonale.
Sarbalé Ke (2019) a Indio, California. Foto per gentile concessione di Iwan Baan
In occasione di un’installazione temporanea al Coachella Valley Music and Arts Festival 2019 a Indo, in California, Kéré ha progettato delle torri d’acciaio ispirate ai baobab originari della sua terra natale. I pannelli triangolari rosa, arancione e blu si rifanno ai colori delle albe e dei tramonti.
In occasione di un’installazione temporanea al Coachella Valley Music and Arts Festival 2019 a Indo, in California, Kéré ha progettato delle torri d’acciaio ispirate ai baobab originari della sua terra natale. I pannelli triangolari rosa, arancione e blu si rifanno ai colori delle albe e dei tramonti.
Burkina Institute of Technology, Fase I (2020) a Koudougou, Burkina Faso. Foto per gentile concessione di Francis Kéré
Il Burkina Institute of Technology è un’estensione del campus della Lycée Schorge Secondary School a Koudougou, in Burkina Faso. Si compone di diversi moduli all’interno dei quali si trovano le aule.
Il Burkina Institute of Technology è un’estensione del campus della Lycée Schorge Secondary School a Koudougou, in Burkina Faso. Si compone di diversi moduli all’interno dei quali si trovano le aule.
Burkina Institute of Technology, Fase I (2020) a Koudougou, Burkina Faso. Foto per gentile concessione di Francis Kéré
Il cortile centrale è ben ventilato, offrendo agli studenti un luogo di ritrovo confortevole. Le pareti in argilla, realizzate in loco, aiutano a mantenere freschi gli interni. I tetti in lamiera ondulata inclinati sono combinati con tronchi di eucalipto. I serbatoi sotterranei raccolgono l’acqua piovana utilizzata per irrigare le piantagioni di mango coltivate nella proprietà.
«La sua sensibilità culturale non solo fornisce giustizia sociale e ambientale, ma guida tutto il suo processo di progettazione, nella consapevolezza che questo è il percorso verso la legittimità di un edificio in una comunità», ha affermato la giuria del premio. «È consapevole che l’architettura non riguarda l’oggetto ma l’obiettivo; non il prodotto, bensì il processo».
Il cortile centrale è ben ventilato, offrendo agli studenti un luogo di ritrovo confortevole. Le pareti in argilla, realizzate in loco, aiutano a mantenere freschi gli interni. I tetti in lamiera ondulata inclinati sono combinati con tronchi di eucalipto. I serbatoi sotterranei raccolgono l’acqua piovana utilizzata per irrigare le piantagioni di mango coltivate nella proprietà.
«La sua sensibilità culturale non solo fornisce giustizia sociale e ambientale, ma guida tutto il suo processo di progettazione, nella consapevolezza che questo è il percorso verso la legittimità di un edificio in una comunità», ha affermato la giuria del premio. «È consapevole che l’architettura non riguarda l’oggetto ma l’obiettivo; non il prodotto, bensì il processo».
National Park of Mali (2010) in Bamako. Photo courtesy of Francis Kéré
Nel 2010, Kéré ha riqualificato otto strutture esistenti nel Parco Nazionale del Mali, situato tra il Museo Nazionale del Mali e il palazzo presidenziale. La costruzione in foto si trova in cima a una formazione rocciosa naturale ed è realizzata in pietra autoctona. L’ampio tetto a sbalzo staccato facilita il raffreddamento passivo.
«Il lavoro di Francis Kéré ci ricorda anche la lotta necessaria per cambiare i modelli insostenibili di produzione e di consumo, mentre ci sforziamo di fornire edifici e infrastrutture adeguati a miliardi di persone bisognose», ha affermato la giuria. «Solleva questioni fondamentali sul significato di permanenza e durabilità della costruzione in un contesto di continui sviluppi tecnologici e di riuso delle strutture. Allo stesso tempo, il suo umanesimo contemporaneo si fonde con un profondo rispetto per la storia, la tradizione, la precisione, le regole scritte e non».
Nel 2010, Kéré ha riqualificato otto strutture esistenti nel Parco Nazionale del Mali, situato tra il Museo Nazionale del Mali e il palazzo presidenziale. La costruzione in foto si trova in cima a una formazione rocciosa naturale ed è realizzata in pietra autoctona. L’ampio tetto a sbalzo staccato facilita il raffreddamento passivo.
«Il lavoro di Francis Kéré ci ricorda anche la lotta necessaria per cambiare i modelli insostenibili di produzione e di consumo, mentre ci sforziamo di fornire edifici e infrastrutture adeguati a miliardi di persone bisognose», ha affermato la giuria. «Solleva questioni fondamentali sul significato di permanenza e durabilità della costruzione in un contesto di continui sviluppi tecnologici e di riuso delle strutture. Allo stesso tempo, il suo umanesimo contemporaneo si fonde con un profondo rispetto per la storia, la tradizione, la precisione, le regole scritte e non».
Serpentine Pavilion (2017) a Londra. Foto per gentile concessione di Iwan Baan
Il Serpentine Pavilion è una struttura temporanea nei Kensington Gardens di Londra. La struttura centrale, a sé stante, si ispira alla forma di un albero. Un boubou blu, una tunica che Kéré aveva indossato da bambino, ha ispirato invece i pannelli indaco che formano le pareti esterne curve.
Il Serpentine Pavilion è una struttura temporanea nei Kensington Gardens di Londra. La struttura centrale, a sé stante, si ispira alla forma di un albero. Un boubou blu, una tunica che Kéré aveva indossato da bambino, ha ispirato invece i pannelli indaco che formano le pareti esterne curve.
Clinica chirurgica e centro sanitario (2014) a Léo, Burkina Faso. Foto per gentile concessione di Francis Kéré
A Léo, in Burkina Faso, Kéré ha progettato un centro sanitario e clinica chirurgica che offre ricoveri e servizi chirurgici e per la maternità attraverso l’organizzazione Operieren in Afrika. La struttura è formata da dieci unità modulari realizzate con materiali autoctoni e tetti sporgenti, riflettendo la cifra stilistica di Kéré.
A Léo, in Burkina Faso, Kéré ha progettato un centro sanitario e clinica chirurgica che offre ricoveri e servizi chirurgici e per la maternità attraverso l’organizzazione Operieren in Afrika. La struttura è formata da dieci unità modulari realizzate con materiali autoctoni e tetti sporgenti, riflettendo la cifra stilistica di Kéré.
Centro per la salute e la previdenza sociale (2014) a Laongo, Burkina Faso. Foto per gentile concessione di Francis Kéré
Il Centro per la salute e la previdenza sociale di Laongo, in Burkina Faso, presenta pareti in argilla locale e pietra di laterite e tetti in legno di eucalipto. I cortili ombreggiati collegano tre unità ad incastro che forniscono servizi per i reparti di ginecologia e ostetricia, odontoiatria e medicina generale.
Il Centro per la salute e la previdenza sociale di Laongo, in Burkina Faso, presenta pareti in argilla locale e pietra di laterite e tetti in legno di eucalipto. I cortili ombreggiati collegano tre unità ad incastro che forniscono servizi per i reparti di ginecologia e ostetricia, odontoiatria e medicina generale.
Alloggi per medici e volontari (2019) a Léo, Burkina Faso. Foto per gentile concessione di Francis Kéré
Kére ha progettato anche le residenze di medici e volontari che operano presso la clinica chirurgica e il centro sanitario di Léo, in Burkina Faso. I cinque alloggi modulari che formano la Léo Doctors’ Housing sono composti da blocchi di terra stabilizzata compressa rivestiti da intonaco, questo aiuta a proteggere gli interni dal calore e dagli agenti atmosferici.
Kére ha progettato anche le residenze di medici e volontari che operano presso la clinica chirurgica e il centro sanitario di Léo, in Burkina Faso. I cinque alloggi modulari che formano la Léo Doctors’ Housing sono composti da blocchi di terra stabilizzata compressa rivestiti da intonaco, questo aiuta a proteggere gli interni dal calore e dagli agenti atmosferici.
Lycée Schorge Secondary School (2016) a Koudougou, Burkina Faso. Foto per gentile concessione di Iwan Baan
Alla Lycée Schorge Secondary School di Koudougou, in Burkina Faso, nove edifici modulari circondano uno spazio centrale che viene utilizzato per spettacoli, celebrazioni ed eventi. Il legno di eucalipto posizionato verticalmente forma una recinzione e offre ombra agli spazi per studenti e insegnanti.
«Kéré ha capito che un obiettivo apparentemente semplice, ovvero consentire ai bambini di frequentare la scuola comodamente, doveva essere al centro del suo progetto architettonico», ha spiegato la giuria. «Per la grande maggioranza del mondo la sostenibilità non riguarda la prevenzione della perdita di energia indesiderabile quanto il guadagno di energia indesiderabile. Per troppe persone nei paesi in via di sviluppo, il problema è il caldo estremo piuttosto che il freddo».
«In risposta ha sviluppato un vocabolario architettonico ad hoc, altamente performativo ed espressivo: tetti doppi, massa termica, torri eoliche, illuminazione indiretta, ventilazione trasversale e camere d’ombra (invece di finestre, porte e colonne convenzionali) non sono solo diventati il suo nucleo strategico, ma hanno effettivamente acquisito lo status di dignità delle costruzioni».
Alla Lycée Schorge Secondary School di Koudougou, in Burkina Faso, nove edifici modulari circondano uno spazio centrale che viene utilizzato per spettacoli, celebrazioni ed eventi. Il legno di eucalipto posizionato verticalmente forma una recinzione e offre ombra agli spazi per studenti e insegnanti.
«Kéré ha capito che un obiettivo apparentemente semplice, ovvero consentire ai bambini di frequentare la scuola comodamente, doveva essere al centro del suo progetto architettonico», ha spiegato la giuria. «Per la grande maggioranza del mondo la sostenibilità non riguarda la prevenzione della perdita di energia indesiderabile quanto il guadagno di energia indesiderabile. Per troppe persone nei paesi in via di sviluppo, il problema è il caldo estremo piuttosto che il freddo».
«In risposta ha sviluppato un vocabolario architettonico ad hoc, altamente performativo ed espressivo: tetti doppi, massa termica, torri eoliche, illuminazione indiretta, ventilazione trasversale e camere d’ombra (invece di finestre, porte e colonne convenzionali) non sono solo diventati il suo nucleo strategico, ma hanno effettivamente acquisito lo status di dignità delle costruzioni».
Assemblea nazionale del Burkina Faso (in corso) a Ouagadougou, Burkina Faso. Rendering per gentile concessione di Kéré Architecture
Kéré sta lavorando alla progettazione di un edificio per l’assemblea nazionale del Burkinabè, destinato a sostituire l’ex edificio del parlamento distrutto durante una rivolta del 2014. Un volume piramidale a gradini e reticolato ospiterà un’aula magna in grado di accogliere 127 persone.
Kéré sta lavorando alla progettazione di un edificio per l’assemblea nazionale del Burkinabè, destinato a sostituire l’ex edificio del parlamento distrutto durante una rivolta del 2014. Un volume piramidale a gradini e reticolato ospiterà un’aula magna in grado di accogliere 127 persone.
Assemblea Nazionale del Benin (in corso) Porto-Novo, Repubblica del Benin. Rendering per gentile concessione di Kéré Architecture
Anche l’Assemblea nazionale del Benin è in costruzione. Il suo design è ispirato all’albero del palaver, che svolge grandi funzioni sociali ed è un luogo di raduno in molte comunità africane.
Kéré è stato visiting professor presso la Harvard University Graduate School of Design e la Yale School of Architecture, e dal 2017 ha ricoperto la cattedra di architettura e progettazione partecipata alla Technische Universität München. È membro della Honorary Fellow del Royal Architectural Institute of Canada e dell’American Institute of Architects e membro fondatore del Royal Institute of British Architects.
«Francis Kéré è un pioniere dell’architettura sostenibile per la terra e per i suoi abitanti, in zone di estrema povertà», ha commentato Tom Pritzker, presidente della Hyatt Foundation, che sponsorizza il premio. «È ugualmente architetto e servitore, e migliora le vite e le esperienze di innumerevoli cittadini in una parte del mondo a volte dimenticata. Attraverso edifici che dimostrano bellezza, modestia, audacia e invenzione, e con l’integrità della sua architettura… Kéré sostiene con grazia la missione di questo premio».
Il Premio Pritzker viene assegnato ogni anno a uno o più architetti viventi per i loro risultati significativi nel settore. È stato fondato dalla famiglia Pritzker di Chicago attraverso la sua Hyatt Foundation nel 1979. Il premio consiste in 100.000 dollari e una medaglia di bronzo.
Anche l’Assemblea nazionale del Benin è in costruzione. Il suo design è ispirato all’albero del palaver, che svolge grandi funzioni sociali ed è un luogo di raduno in molte comunità africane.
Kéré è stato visiting professor presso la Harvard University Graduate School of Design e la Yale School of Architecture, e dal 2017 ha ricoperto la cattedra di architettura e progettazione partecipata alla Technische Universität München. È membro della Honorary Fellow del Royal Architectural Institute of Canada e dell’American Institute of Architects e membro fondatore del Royal Institute of British Architects.
«Francis Kéré è un pioniere dell’architettura sostenibile per la terra e per i suoi abitanti, in zone di estrema povertà», ha commentato Tom Pritzker, presidente della Hyatt Foundation, che sponsorizza il premio. «È ugualmente architetto e servitore, e migliora le vite e le esperienze di innumerevoli cittadini in una parte del mondo a volte dimenticata. Attraverso edifici che dimostrano bellezza, modestia, audacia e invenzione, e con l’integrità della sua architettura… Kéré sostiene con grazia la missione di questo premio».
Il Premio Pritzker viene assegnato ogni anno a uno o più architetti viventi per i loro risultati significativi nel settore. È stato fondato dalla famiglia Pritzker di Chicago attraverso la sua Hyatt Foundation nel 1979. Il premio consiste in 100.000 dollari e una medaglia di bronzo.
Kéré nasce nel 1965 in Burkina Faso, una delle nazioni meno istruite e più povere del mondo, come cita la biografia fornita dal comitato del Premio Pritzker.
«Dove sono cresciuto non c’era un asilo, ma la comunità era la tua famiglia», ha detto Kéré. «Tutti si prendevano cura di te e l’intero villaggio era il tuo parco giochi. Le mie giornate erano riempite dal procurarsi cibo e acqua, ma anche semplicemente dallo stare in compagnia, parlare, costruire case insieme. Ricordo la stanza con un po’ di luce in cui mia nonna si sedeva e raccontava storie, mentre noi ci rannicchiavamo vicini e la sua voce dentro la stanza ci avvolgeva, invitandoci ad avvicinarci e a formare un luogo sicuro. Questo è stato il mio primo significato di architettura».
Nel 1985 Kéré si trasferisce a Berlino con una borsa di studio per un corso di falegnameria. Durante il giorno imparava a costruire tetti e mobili, mentre di notte frequentava le scuole superiori. Nel 1995 vince una borsa di studio per frequentare la Technische Universität Berlin (l’Università tecnica di Berlino) e nel 2004 si laurea con una laurea magistrale in architettura.