Laura Gonzalez è la Designer dell'Anno per Maison et Objet
La designer premiata come designer del 2019 racconta come è arrivata a restaurare i migliori ristoranti del mondo
Elen Pouhaer
30 agosto 2019
Architetto e interior designer, Laura Gonzales continua ad avere successo ed è sempre più richiesta. Ha creato una nuova immagine per l’iconico ristorante parigino Laperouse all’interno dell’hotel Relais Christine, ha lavorato al concept store 86Champs, per il ristorante della sala per concerti Salle Pleyel, per le boutique Cartier di Parigi, Stoccolma e Zurigo.
Dopo aver studiato alla École Nationale Supérieure d’Architecture (ENSA) Paris-Malaquais, una delle università pubbliche di architettura in Francia, nel 2008 ha fondato lo studio Pravda Arkitect. A portarla alla notorietà inizialmente è stato il restauro del rock club parigino Bus Palladium, nel 2010. Da allora, Laura ha continuato a imporre il suo segno distintivo e a dare il suo stile a una lunga lista di illustri locali.
La progettista ama giocare con tessuti, pattern e colori per creare mondi sofisticati, ricchi e senza tempo che stravolgono i canoni del classicismo e fanno onore all’artigianalità.
«Mi piace moltiplicare i dettagli, voglio essere sicura che ovunque cada lo sguardo ci sia qualche cosa di interessante. Voglio creare luoghi che abbiano un’anima».
Dopo aver studiato alla École Nationale Supérieure d’Architecture (ENSA) Paris-Malaquais, una delle università pubbliche di architettura in Francia, nel 2008 ha fondato lo studio Pravda Arkitect. A portarla alla notorietà inizialmente è stato il restauro del rock club parigino Bus Palladium, nel 2010. Da allora, Laura ha continuato a imporre il suo segno distintivo e a dare il suo stile a una lunga lista di illustri locali.
La progettista ama giocare con tessuti, pattern e colori per creare mondi sofisticati, ricchi e senza tempo che stravolgono i canoni del classicismo e fanno onore all’artigianalità.
«Mi piace moltiplicare i dettagli, voglio essere sicura che ovunque cada lo sguardo ci sia qualche cosa di interessante. Voglio creare luoghi che abbiano un’anima».
Foto di Ambroise Tézenas
Come definisce il suo stile?
Prendo ispirazione dallo stile classico e dalle arti decorative. Il risultato è uno stile classico rivisitato. Mi piace mescolare materiali, periodi storici e stili…Lavoro molto con un processo intuitivo e associativo. Il pattern per me è molto importante, mi piace riuscire a dare vita a un mondo e a regalare uno spirito particolare a un determinato luogo.
Come definisce il suo stile?
Prendo ispirazione dallo stile classico e dalle arti decorative. Il risultato è uno stile classico rivisitato. Mi piace mescolare materiali, periodi storici e stili…Lavoro molto con un processo intuitivo e associativo. Il pattern per me è molto importante, mi piace riuscire a dare vita a un mondo e a regalare uno spirito particolare a un determinato luogo.
Foto di Mattieu Salvaing
Uno dei progetti di Gonzalez, del dicembre 2017: il concept store 86Champs. Nato dalla collaborazione tra Pierre Hermé e Olivier Baussan, fondatori de L’Occitane en Provence, unisce cosmetica e gastronomia.
Uno dei progetti di Gonzalez, del dicembre 2017: il concept store 86Champs. Nato dalla collaborazione tra Pierre Hermé e Olivier Baussan, fondatori de L’Occitane en Provence, unisce cosmetica e gastronomia.
Concept store 86Champs. Foto di Mattieu Salvaing
Come è cambiato il suo lavoro da quando ha aperto il suo studio?
Il mio lavoro cambia continuamente in base ai progetti. All’inizio questo fattore mi ha incoraggiato a scoprire il nuovo, a muovermi verso diversi orizzonti. È esattamente quello che mi piace del mio lavoro: il fatto di imparare continuamente grazie a nuovi materiali e colori.
Come è cambiato il suo lavoro da quando ha aperto il suo studio?
Il mio lavoro cambia continuamente in base ai progetti. All’inizio questo fattore mi ha incoraggiato a scoprire il nuovo, a muovermi verso diversi orizzonti. È esattamente quello che mi piace del mio lavoro: il fatto di imparare continuamente grazie a nuovi materiali e colori.
Concept store 86Champs. Foto di Mattieu Salvaing
Lo studio nel tempo si è anche molto trasformato: abbiamo imparato ad avere soprattutto una migliore organizzazione.
Lo studio nel tempo si è anche molto trasformato: abbiamo imparato ad avere soprattutto una migliore organizzazione.
Brasserie La Lorraine. Foto di Alexandre Tabaste
Quel è il suo metodo di lavoro?
Mi circondo di un team di persone per ogni progetto. Ci incontriamo in una serie di meeting, per trovare la giusta ispirazione e poi sviluppare insieme i concetti.
Quel è il suo metodo di lavoro?
Mi circondo di un team di persone per ogni progetto. Ci incontriamo in una serie di meeting, per trovare la giusta ispirazione e poi sviluppare insieme i concetti.
Dinner Theater Café de La Gare. Foto di Jérôme Galland
Per esempio quella che una volta era la stazione Passy-La-Muette del 16esimo arrondissement di Parigi, e che era stato ristrutturato come ristorante negli anni ‘90, è stato riprogettato qualche mese fa. Lo spazio di circa mille metri quadrati prende ispirazione dallo stile coloniale, coi suoi grandi specchi di ottone, i dipinti decorativi e le superfici in marmo di Calacatta. Al piano di sopra, il Café de la Gare è stato progettato come un giardino d’inverno.
Per esempio quella che una volta era la stazione Passy-La-Muette del 16esimo arrondissement di Parigi, e che era stato ristrutturato come ristorante negli anni ‘90, è stato riprogettato qualche mese fa. Lo spazio di circa mille metri quadrati prende ispirazione dallo stile coloniale, coi suoi grandi specchi di ottone, i dipinti decorativi e le superfici in marmo di Calacatta. Al piano di sopra, il Café de la Gare è stato progettato come un giardino d’inverno.
La boutique Cartier a Place Vendôme. Foto di Romain Laprade
Come affronta progetti differenti, come il leggendario ristorante Lapérouse (nato nel 1766, ha accolto nel tempo ospiti illustri come Victor Hugo e Orson Welles) o le boutique Cartier?
Il progetto per Cartier è stato un vero esercizio di stile, perché lo scopo era soprattutto mettere in luce il brand e i suoi prodotti.
Come affronta progetti differenti, come il leggendario ristorante Lapérouse (nato nel 1766, ha accolto nel tempo ospiti illustri come Victor Hugo e Orson Welles) o le boutique Cartier?
Il progetto per Cartier è stato un vero esercizio di stile, perché lo scopo era soprattutto mettere in luce il brand e i suoi prodotti.
La boutique Cartier a Place Vendôme. Foto di Romain Laprade
I negozi sono pensati per sembrare delle lussuose scatole, eleganti e senza tempo, in modo da riflettere il DNA di Cartier e le conoscenze dei suoi artigiani.
I negozi sono pensati per sembrare delle lussuose scatole, eleganti e senza tempo, in modo da riflettere il DNA di Cartier e le conoscenze dei suoi artigiani.
La stanza delle Quattro Stagioni al Lapérouse. Foto di Matthieu Salvaing
Il progetto al Lapérouse ha rappresentato un altro paio di maniche.
Per prima cosa ho dovuto riscoprire l’anima di questo luogo ricco di storia e ridargli la nobiltà che si meritava. Poi ho aggiunto, in modo delicato, dei tocchi di stile che si ispirano ai motivi classici, attraverso mobili, decorazioni e illuminazione.
Il progetto al Lapérouse ha rappresentato un altro paio di maniche.
Per prima cosa ho dovuto riscoprire l’anima di questo luogo ricco di storia e ridargli la nobiltà che si meritava. Poi ho aggiunto, in modo delicato, dei tocchi di stile che si ispirano ai motivi classici, attraverso mobili, decorazioni e illuminazione.
La stanza Belle Otero Room al Lapérouse. Foto di Matthieu Salvaing
In tutti e quattro i progetti abbiamo collaborato con artigiani che sono profondamente appassionati del loro lavoro. Marmisti, soffiatori di vetro, realizzatori di contenitori su misura, pittori e decoratori. Queste collaborazioni preziose portano ogni progetto ad un livello superiore.
In tutti e quattro i progetti abbiamo collaborato con artigiani che sono profondamente appassionati del loro lavoro. Marmisti, soffiatori di vetro, realizzatori di contenitori su misura, pittori e decoratori. Queste collaborazioni preziose portano ogni progetto ad un livello superiore.
Oggetti di arredo di Laura Gonzalez. Foto di Romain Laprade.
Ha anche disegnato una collezione di oggetti. Come li descriverebbe? Quali materiali ha scelto?
Ho iniziato a sviluppare una mia collezione due anni fa. Siamo noi stessi a produrre gli oggetti che disegniamo e questo mi dà molta libertà. La collezione è molto eterogenea perché prende forma dai nostri desideri, inspirazioni e collaborazioni con gli artigiani. Non mi sono mai piaciuti gli showroom dove tutto è combinato e abbinato. L’idea principale qui è che tutto possa essere mescolato.
Ha anche disegnato una collezione di oggetti. Come li descriverebbe? Quali materiali ha scelto?
Ho iniziato a sviluppare una mia collezione due anni fa. Siamo noi stessi a produrre gli oggetti che disegniamo e questo mi dà molta libertà. La collezione è molto eterogenea perché prende forma dai nostri desideri, inspirazioni e collaborazioni con gli artigiani. Non mi sono mai piaciuti gli showroom dove tutto è combinato e abbinato. L’idea principale qui è che tutto possa essere mescolato.
Oggetti di arredo di Laura Gonzalez. Foto di Romain Laprade.
Alcuni oggetti e pezzi di arredo sono iconici, il frutto dell’incontro con gli artigiani. Altri sono completamente personalizzabili, e si può scegliere tutto, dal tessuto alla dimensione, fino al colore.
Alcuni oggetti e pezzi di arredo sono iconici, il frutto dell’incontro con gli artigiani. Altri sono completamente personalizzabili, e si può scegliere tutto, dal tessuto alla dimensione, fino al colore.
Oggetti di arredo di Laura Gonzalez. Foto di Romain Laprade.
Il 90% degli oggetti viene fatto in Francia, vicino a Parigi. Abbiamo disegnato divani, sedute, poltrone, candele, lampadari, tavolini e molto altro.
Il 90% degli oggetti viene fatto in Francia, vicino a Parigi. Abbiamo disegnato divani, sedute, poltrone, candele, lampadari, tavolini e molto altro.
Oggetti di arredo di Laura Gonzalez. Foto di Romain Laprade.
Come è nata l’idea per il suo showroom a Vexin?
Volevo costruire una dimora ottocentesca nell’area di Vexin, per presentare il mio stile di vita. L’idea era di creare un luogo lontano da tutto, dove poter lavorare e dove i clienti potessero venire a pranzo o fermarsi anche per il weekend, dove gli artisti potessero avere l’opportunità di esprimersi e dove la nostra collezione di oggetti potesse essere messa in mostra.
Come è nata l’idea per il suo showroom a Vexin?
Volevo costruire una dimora ottocentesca nell’area di Vexin, per presentare il mio stile di vita. L’idea era di creare un luogo lontano da tutto, dove poter lavorare e dove i clienti potessero venire a pranzo o fermarsi anche per il weekend, dove gli artisti potessero avere l’opportunità di esprimersi e dove la nostra collezione di oggetti potesse essere messa in mostra.
AD Interiors 2018. Foto di Matthew Salvaing
Ci racconta dei suoi progetti futuri?
Dopo essere stata nominata designer dell’anno da Maison & Objet, farò una mostra a settembre dove presenterò la mia collezione in collaborazione con Pierre Frey. Ci sarà anche una caffetteria molto particolare realizzata con Pierre Hermé. In aggiunta a questo, ancora una volta siamo stati scelti per decorare e arredare l’evento di AD a Parigi. Per questa decima edizione presenteremo un set sognante realizzato intorno a una pergola estiva.
Ci racconta dei suoi progetti futuri?
Dopo essere stata nominata designer dell’anno da Maison & Objet, farò una mostra a settembre dove presenterò la mia collezione in collaborazione con Pierre Frey. Ci sarà anche una caffetteria molto particolare realizzata con Pierre Hermé. In aggiunta a questo, ancora una volta siamo stati scelti per decorare e arredare l’evento di AD a Parigi. Per questa decima edizione presenteremo un set sognante realizzato intorno a una pergola estiva.
Ristorante L’Île. Foto di Yann Deret
Quale è il progetto a cui le piacerebbe lavorare?
La cosa che oggi mi piacerebbe di più è disegnare un museo.
Quale è il progetto a cui le piacerebbe lavorare?
La cosa che oggi mi piacerebbe di più è disegnare un museo.
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