Come Si Diventa un Buon Giardiniere? La Parola di Roy Lancaster
Secondo il guru inglese dei giardinieri servono formazione professionale, esperienza e disciplina
In occasione di Orticolario 2108, un evento che indaga e rappresenta la natura e il giardino in modo variegato e con forte inclinazione didattica e che si tiene ormai da dieci anni a Cernobbio (CO), abbiamo avuto l’occasione di intervistare Roy Lancaster, uno dei giardinieri più noti al mondo e dall’indiscussa autorevolezza. Lancaster è molto amato in patria per lo show BBC “Gardener’s World”, è stato il primo curatore del Giardini di Sir Harold Hillier, noti come “Hillier’s Arboretum” per la ricchezza di specie arboree, ha scritto numerosi libri e ricevuto innumerevoli riconoscimenti e premi per il suo lavoro come giardiniere. Attualmente è presidente della “Hardy Plant Society”, un’associazione che studia la rusticità e l’acclimatazione delle piante in Inghilterra.
La prima nota dolente è l’avvio agli studi. Per un giovane che oggi voglia darsi a questa professione, non c’è in Italia un percorso di studi delineato né indipendente. Ci sono le varie Facoltà di Architettura, tramite le quali diventare architetto e (anche) progettista di giardini, che però non forniscono sempre delle competenze sulla cura orticola, che devono essere acquisite indipendentemente.
I corsi di Agronomia sono più indirizzati verso l’agricoltura produttiva e quelli di Botanica studiano le piante da un punto di vista scientifico e conoscitivo. Esistono percorsi di studi specialistici, come quelli del Parco Agrario di Monza, che però non hanno un’equipollenza universitaria in termini burocratici, così come accade per stazioni di sperimentazione e scuole di floricoltura.
Che studi quindi intraprendere se si vuole diventare “giardiniere”? E perché, secondo lei, proprio l’Italia è così lacunosa in questa materia?
«La situazione descritta è molto triste e carente di opportunità per un giardiniere (orticolturista – cioè esperto nella cura delle piante ornamentali), specialmente per i giovani. In Gran Bretagna stiamo lavorando duro, soprattutto in questo periodo. Ci sono scuole, corsi pubblici e privati che offrono molte possibilità: ad esempio la “English Gardening School” e la “Plant School”.
Altrettanto i Giardini Botanici di Kew e la ben nota RHS – Royal Horticoltural Society – propongono da tempo corsi a Wisley e altrove. La RHS in particolare è estremamente attiva.
Inoltre la figura del giardiniere è ricercata e molte istituzioni offrono opportunità anche all’estero. I Giardini di Sir Harold Hillier, a Romsey, nell’Hampshire, di cui sono Sostenitore e di cui sono stato il primo Curatore, ospitano studenti da Francia, Spagna, Belgio, Polonia, Olanda, USA, Australia e Giappone, ma raramente abbiamo studenti provenienti dall’Italia, come mai?».
In foto: Villa Erba a Cernobbio, la sede di Orticolario
I corsi di Agronomia sono più indirizzati verso l’agricoltura produttiva e quelli di Botanica studiano le piante da un punto di vista scientifico e conoscitivo. Esistono percorsi di studi specialistici, come quelli del Parco Agrario di Monza, che però non hanno un’equipollenza universitaria in termini burocratici, così come accade per stazioni di sperimentazione e scuole di floricoltura.
Che studi quindi intraprendere se si vuole diventare “giardiniere”? E perché, secondo lei, proprio l’Italia è così lacunosa in questa materia?
«La situazione descritta è molto triste e carente di opportunità per un giardiniere (orticolturista – cioè esperto nella cura delle piante ornamentali), specialmente per i giovani. In Gran Bretagna stiamo lavorando duro, soprattutto in questo periodo. Ci sono scuole, corsi pubblici e privati che offrono molte possibilità: ad esempio la “English Gardening School” e la “Plant School”.
Altrettanto i Giardini Botanici di Kew e la ben nota RHS – Royal Horticoltural Society – propongono da tempo corsi a Wisley e altrove. La RHS in particolare è estremamente attiva.
Inoltre la figura del giardiniere è ricercata e molte istituzioni offrono opportunità anche all’estero. I Giardini di Sir Harold Hillier, a Romsey, nell’Hampshire, di cui sono Sostenitore e di cui sono stato il primo Curatore, ospitano studenti da Francia, Spagna, Belgio, Polonia, Olanda, USA, Australia e Giappone, ma raramente abbiamo studenti provenienti dall’Italia, come mai?».
In foto: Villa Erba a Cernobbio, la sede di Orticolario
Cosa consiglierebbe ai giovani che vogliano diventare giardinieri professionisti in Italia? Spostarsi in Gran Bretagna è davvero indispensabile?
«Per vent’anni ho ospitato studenti da ogni parte del mondo ai giardini di Sir Harold Hillier. L’Italia non potrebbe promuovere iniziative analoghe? Avete giardinieri tanto famosi ed esperti, come Gianfranco Giustina. L’ideale sarebbe poter sviluppare l’esperienza direttamente sul territorio, presso i giardini italiani. Anche se di sicuro spostarsi all’estero consente di imparare nuove tecniche e conoscere un numero maggiore di piante, oltre che creare legami e contatti che possono rivelarsi fondamentali per la futura professione».
In foto: un momento di relax tra gli espositori di Orticolario
«Per vent’anni ho ospitato studenti da ogni parte del mondo ai giardini di Sir Harold Hillier. L’Italia non potrebbe promuovere iniziative analoghe? Avete giardinieri tanto famosi ed esperti, come Gianfranco Giustina. L’ideale sarebbe poter sviluppare l’esperienza direttamente sul territorio, presso i giardini italiani. Anche se di sicuro spostarsi all’estero consente di imparare nuove tecniche e conoscere un numero maggiore di piante, oltre che creare legami e contatti che possono rivelarsi fondamentali per la futura professione».
In foto: un momento di relax tra gli espositori di Orticolario
Senza aspettarci sconti, abbiamo chiesto a Mr. Lancaster la sua opinione riguardo alla gestione del patrimonio verde, sia pubblico che privato, e di quanto in Italia sia perduto in modo irrecuperabile, specie in grandi città come Roma.
Come coniugare passato e futuro, conservazione, recupero e funzionalità?
«Occorre insistere e persuadere le organizzazioni italiane, pubbliche, private, i singoli individui e il governo nella sua totalità a visitare paesi come la Gran Bretagna dove l’insegnamento, la pratica e la gestione del patrimonio storico e dei giardini sono ben organizzati e sostenuti economicamente».
Lancaster pone – senza se e senza ma – il territorio anglosassone come leader nella cura del patrimonio storico (il National Trust ne è un esempio), e visto che le strategie di manutenzione esistono e sono state avviate già da decenni da altri paesi, perché non seguirne l’esempio?
In foto, un esercizio di “tree climbing” dedicato ai più giovani, un impegno didattico che Orticolario non perde mai di vista
Come coniugare passato e futuro, conservazione, recupero e funzionalità?
«Occorre insistere e persuadere le organizzazioni italiane, pubbliche, private, i singoli individui e il governo nella sua totalità a visitare paesi come la Gran Bretagna dove l’insegnamento, la pratica e la gestione del patrimonio storico e dei giardini sono ben organizzati e sostenuti economicamente».
Lancaster pone – senza se e senza ma – il territorio anglosassone come leader nella cura del patrimonio storico (il National Trust ne è un esempio), e visto che le strategie di manutenzione esistono e sono state avviate già da decenni da altri paesi, perché non seguirne l’esempio?
In foto, un esercizio di “tree climbing” dedicato ai più giovani, un impegno didattico che Orticolario non perde mai di vista
In ultimo abbiamo voluto portare il discorso su un terreno meno impegnativo, con qualche domanda più personale.
Qual è la tendenza – tra quelle attuali, rimanendo nell’ambito del piccolo giardino privato – che vede più adatta, sia esteticamente che climaticamente, al territorio italiano?
«Difficile rispondere perché molto dipende dai gusti di ogni singolo giardiniere! La moda va e viene: piuttosto sarebbe giusto chiedersi se ci sia una tendenza predominante in Italia e se ci sia una reale richiesta di cambiamento».
Ammettiamo candidamente che Lancaster spiazza rispondendo alle domande con altre domande, su cui ogni persona che intenda praticare giardinaggio in modo consapevole dovrebbe almeno tentare di dare una “sua” risposta.
In foto, una delle numerose installazioni di Orticolario
Qual è la tendenza – tra quelle attuali, rimanendo nell’ambito del piccolo giardino privato – che vede più adatta, sia esteticamente che climaticamente, al territorio italiano?
«Difficile rispondere perché molto dipende dai gusti di ogni singolo giardiniere! La moda va e viene: piuttosto sarebbe giusto chiedersi se ci sia una tendenza predominante in Italia e se ci sia una reale richiesta di cambiamento».
Ammettiamo candidamente che Lancaster spiazza rispondendo alle domande con altre domande, su cui ogni persona che intenda praticare giardinaggio in modo consapevole dovrebbe almeno tentare di dare una “sua” risposta.
In foto, una delle numerose installazioni di Orticolario
Qual è la pianta che in questo momento predilige?
«Un’altra scelta difficile. Ho allevato centinaia di piante nel mio giardino, relativamente piccolo; il mio albero da fiore preferito è la Davidia involucrata (nota in Italia come“albero dei fazzoletti”). Tra i fiori che più amo direi bucaneve (Galanthus) e le primule».
Ricordiamo che in terra inglese le primule sono state e rimangono una passione da ibridatore, soggetti da collezioni anche piuttosto importanti. Noi conosciamo e coltiviamo soprattutto la Primula vulgaris, mentre Mr. Lancaster si riferisce probabilmente alle Primula auricula.
In foto: Villa Erba vista dall’alto
«Un’altra scelta difficile. Ho allevato centinaia di piante nel mio giardino, relativamente piccolo; il mio albero da fiore preferito è la Davidia involucrata (nota in Italia come“albero dei fazzoletti”). Tra i fiori che più amo direi bucaneve (Galanthus) e le primule».
Ricordiamo che in terra inglese le primule sono state e rimangono una passione da ibridatore, soggetti da collezioni anche piuttosto importanti. Noi conosciamo e coltiviamo soprattutto la Primula vulgaris, mentre Mr. Lancaster si riferisce probabilmente alle Primula auricula.
In foto: Villa Erba vista dall’alto
E tu? Pensi di andare a visitare Orticolario che si terrà il 5, 6 e 7 ottobre a Villa Erba, sul Lago di Como?
Per info e contatti clicca qui
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Chi è il Garden Designer e Come Può Esserti d’Aiuto
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Trovandoci di fronte a Roy Lancaster non abbiamo perso la ghiotta opportunità di chiedergli approfondimenti sulle sue opinioni a proposito della distanza tra il giardinaggio anglosassone e quello italiano e sul perché la figura del “giardiniere” sia a oggi scarsamente riconosciuta in un paese che, come l’Italia, ha dato un enorme contributo alla storia dell’arte dei giardini in Europa.