I Consigli dei Pro: Come Delimitare la Proprietà con Piante da Siepe?
I professionsiti di Houzz spiegano come delineare i confini di casa con piante da recinzione sempreverdi, alte e compatte
Quando si compra casa ci si trova davanti al dilemma di scegliere come delimitare la proprietà: inglobarla nel paesaggio o definire con chiarezza gli spazi privati? E se si propende per il secondo caso: cancellata o recinzione in verde? La scelta è delicata, poiché intervengono diversi fattori: la ricerca di maggiore privacy, di isolamento dal rumore, protezione dai venti dominanti, una funzione difensiva contro le intrusioni di estranei o di animali molesti…
Due professionisti di Houzz ci hanno illustrato tutti i punti fondamentali da non trascurare per una scelta consapevole, efficace e soddisfacente dal punto di vista estetico, in armonia con il contesto abitativo.
Consigli professionali di:
Due professionisti di Houzz ci hanno illustrato tutti i punti fondamentali da non trascurare per una scelta consapevole, efficace e soddisfacente dal punto di vista estetico, in armonia con il contesto abitativo.
Consigli professionali di:
- Luigina Giordani, dottore agronomo e paesaggista di Giardini Giordani (prov. di Macerata)
- Giuseppe Lunardini, architetto del paesaggio (Lucca)
Dice Lunardini: «Oggigiorno le siepi sono utilizzate soprattutto per espletare funzioni di protezione, arredo e mitigazione delle infrastrutture urbane. Generalmente le specie vegetali privilegiate sono quelle sempreverdi, per la loro caratteristica di garanzia di un fronte continuo e costante tutto l’anno, ma anche alcune tra le spoglianti, per la loro funzione estetica e ornamentale».
L’architetto del paesaggio spiega che tra le specie più utilizzate per una siepe di confine in aree a clima temperato, troviamo:
L’architetto del paesaggio spiega che tra le specie più utilizzate per una siepe di confine in aree a clima temperato, troviamo:
- pitosforo (Pittosporum tobira), leccio (Quercus ilex), alloro (Laurus nobilis) come specie sempreverdi dai costi contenuti;
- tasso (Taxus baccata) e bosso (Buxus sempervirens) come specie sempreverdi, ma a crescita lenta e a costo sostenuto;
- carpino (Carpinus betulus) come specie ornamentale e spogliante (l’intreccio di rami che si crea produce un effetto molto suggestivo anche durante il periodo invernale);
- oleandro (Nerium oleander) come arbusto da fiore, anche alternato ad altre specie in modo da garantire una fioritura scalare durante tutto l’anno.
Vale la pena cercare qualche soluzione alternativa alle solite, per non omologarsi al paesaggio urbano. Lunardini dice che «le siepi a base di fotinia (Photinia serrulata), di origine australiana, o di lauroceraso (Prunus laurocerasus), di origine asiatica ed europea, sono state utilizzate recentemente per la particolarità del cambio di colore delle foglie, nel primo caso, e per una rapida crescita e discreta resistenza, nel secondo».
L’architetto aggiunge che «tuttavia tali specie stanno cambiando i tratti tipici del paesaggio italiano a discapito delle specie sopra menzionate, che rivestono da sempre, una assai maggiore diffusione e qualità estetica».
L’architetto aggiunge che «tuttavia tali specie stanno cambiando i tratti tipici del paesaggio italiano a discapito delle specie sopra menzionate, che rivestono da sempre, una assai maggiore diffusione e qualità estetica».
La scelta delle piante adatte passa da un occhio attento sì all’effetto finale, ma anche alla necessaria manutenzione legata al comportamento specifico della pianta.
Continua Lunardini: «Nel caso si voglia ottenere l’effetto di un vero e proprio muro vegetale, alto e compatto, è utile tenere a mente alcuni requisiti fondamentali: tenuta alla potatura (anche drastica), presenza di fitte ramificazioni dalla base all’apice, per la formazione di una parete ininterrotta, compatta e uniforme.
Infine, è opportuno avere piena consapevolezza dell’effettiva appartenenza della specie scelta alla categoria di albero o arbusto, in quanto da un punto di vista legale, è necessario rispettare precise distanze minime dal confine della proprietà per la messa a dimora».
Continua Lunardini: «Nel caso si voglia ottenere l’effetto di un vero e proprio muro vegetale, alto e compatto, è utile tenere a mente alcuni requisiti fondamentali: tenuta alla potatura (anche drastica), presenza di fitte ramificazioni dalla base all’apice, per la formazione di una parete ininterrotta, compatta e uniforme.
Infine, è opportuno avere piena consapevolezza dell’effettiva appartenenza della specie scelta alla categoria di albero o arbusto, in quanto da un punto di vista legale, è necessario rispettare precise distanze minime dal confine della proprietà per la messa a dimora».
Cosa evitare
Uno degli errori più ricorrenti nella scelta delle piante da siepe è quello di scegliere una specie ad accrescimento rapido, per ottenere risultati più velocemente.
Lunardini consiglia di «evitare le specie cosiddette infestanti. O meglio: il loro utilizzo non è proibitivo, ma necessitano di particolari accorgimenti che limitino, arginino o indirizzino la loro crescita rapida e a macchia d’olio». Specie vegetali di questo tipo sono, per esempio:
Aggiunge Giordani: «In città sì a schemi geometrici e a soluzioni lineari, attenzione però all’esposizione e al tipo di terreno: in spazi ristretti le piante si ombreggiano l’una con l’altra, entrando in competizione; inoltre spesso il terreno circostante l’abitazione contiene – purtroppo – residui edili, bisogna quindi accertarsi circa la bontà del terreno e intervenire a nutrirlo nel caso lo si trovi troppo povero».
Uno degli errori più ricorrenti nella scelta delle piante da siepe è quello di scegliere una specie ad accrescimento rapido, per ottenere risultati più velocemente.
Lunardini consiglia di «evitare le specie cosiddette infestanti. O meglio: il loro utilizzo non è proibitivo, ma necessitano di particolari accorgimenti che limitino, arginino o indirizzino la loro crescita rapida e a macchia d’olio». Specie vegetali di questo tipo sono, per esempio:
- bamboo (Bambusa sspp.);
- edera (Hedera sspp.), glicine (Wisteria sinensis) e gelsomino (Ryncospermum jasminoides) tra i rampicanti.
Aggiunge Giordani: «In città sì a schemi geometrici e a soluzioni lineari, attenzione però all’esposizione e al tipo di terreno: in spazi ristretti le piante si ombreggiano l’una con l’altra, entrando in competizione; inoltre spesso il terreno circostante l’abitazione contiene – purtroppo – residui edili, bisogna quindi accertarsi circa la bontà del terreno e intervenire a nutrirlo nel caso lo si trovi troppo povero».
In campagna
Al di fuori dei contesti urbani, la sfida si fa più difficile, soprattutto se la proprietà si colloca in aree protette o di particolare interesse naturalistico: qui il paesaggio esterno deve fondersi con il verde privato in modo armonioso, e il parere di un progettista specializzato è fondamentale.
Quando la proprietà si trova immersa in un paesaggio rurale, magari mosso e collinare come quello di gran parte della nostra penisola, la parola chiave è “morbidezza”.
Ci spiega Giordani: «quando andiamo a inserire una siepe di confine in un contesto di campagna, l’attrito tra la proprietà privata e il paesaggio deve essere azzerato. Ecco quindi che il disegno si fa meno rigido e diventa fluido nel seguire i suggerimenti dell’ambiente stesso; mai inserire schemi squadrati, la mano del paesaggista non deve assolutamente vedersi».
Al di fuori dei contesti urbani, la sfida si fa più difficile, soprattutto se la proprietà si colloca in aree protette o di particolare interesse naturalistico: qui il paesaggio esterno deve fondersi con il verde privato in modo armonioso, e il parere di un progettista specializzato è fondamentale.
Quando la proprietà si trova immersa in un paesaggio rurale, magari mosso e collinare come quello di gran parte della nostra penisola, la parola chiave è “morbidezza”.
Ci spiega Giordani: «quando andiamo a inserire una siepe di confine in un contesto di campagna, l’attrito tra la proprietà privata e il paesaggio deve essere azzerato. Ecco quindi che il disegno si fa meno rigido e diventa fluido nel seguire i suggerimenti dell’ambiente stesso; mai inserire schemi squadrati, la mano del paesaggista non deve assolutamente vedersi».
In presenza di ampi spazi aperti un’opzione interessante può essere quella di mettere a dimora un gruppo di specie arboree. «Alcuni tra gli alberi più adatti a questo scopo, in grado di formare veri e propri muri vegetali alti oltre i 3 metri, sono: Acer campestre, Carpinus betulus, Fagus sylvatica, Fraxinus excelsior, Ilex aquifolium, Morus alba, Ostrya carpinifolia, Pyrus communis, Tilia cordata, Ulmus minor, Quercus robur, tra le caducifoglie e Quercus ilex, Citrus x aurantium, Ligustrum japonicum, tra i sempreverdi».
In campagna vanno bene anche a gruppi di erbacee perenni e arbusti sempreverdi, da fiore e da bacca, dall’aspetto morbido, come rose antiche o botaniche, rosmarini, salvie, timi.
Al mare
Nel microclima costiero è d’obbligo una riflessione in più prima di scegliere le piante da adottare per la proprietà. Giordani spiega che «la salsedine unita ai venti agisce sulle piante danneggiandole. Tra quelle più adatte per il mare troviamo tutte le specie a foglia cerosa, la più diffusa è il pitosforo (Pittosporum tobira), che grazie alla copertura delle foglie riesce a far scivolare via la salsedine. Il pitosforo trova largo utilizzo anche grazie alla crescita veloce e al suo fogliame fitto ad alta capacità di copertura e ad azione frangivento».
L’architetto paesaggista aggiunge che vi sono altre soluzioni possibili, ad esempio «le piante tipiche della macchia mediterranea, come il lentisco (Pistacia lentiscus) e la Fillirea (Phillyrea). In ogni caso, affidatevi al consiglio del paesaggista o di un vivaista esperto, è necessaria una profonda conoscenza delle piante per fare una scelta oculata in climi così particolari».
Nel microclima costiero è d’obbligo una riflessione in più prima di scegliere le piante da adottare per la proprietà. Giordani spiega che «la salsedine unita ai venti agisce sulle piante danneggiandole. Tra quelle più adatte per il mare troviamo tutte le specie a foglia cerosa, la più diffusa è il pitosforo (Pittosporum tobira), che grazie alla copertura delle foglie riesce a far scivolare via la salsedine. Il pitosforo trova largo utilizzo anche grazie alla crescita veloce e al suo fogliame fitto ad alta capacità di copertura e ad azione frangivento».
L’architetto paesaggista aggiunge che vi sono altre soluzioni possibili, ad esempio «le piante tipiche della macchia mediterranea, come il lentisco (Pistacia lentiscus) e la Fillirea (Phillyrea). In ogni caso, affidatevi al consiglio del paesaggista o di un vivaista esperto, è necessaria una profonda conoscenza delle piante per fare una scelta oculata in climi così particolari».
Tra le piante fiorite, spicca l’oleandro. Cespugli informali di oleandro (Nerium oleander), anche lasciati crescere in modo spontaneo, si trasformano in cortine fiorite dietro le quali riparare zone che necessitano di maggiore privacy, come una doccia esterna per il rientro dalla spiaggia.
Le coste mediterranee danno la possibilità di sbizzarrirsi anche con altre soluzioni ad effetto assolutamente impossibili nel resto del territorio, come, ricorda Lunardini, «il fico d’India (Opuntia ficus indica) e gli agrumi in genere, tipici in Sicilia e in tutte le zone calde del Meridione».
Una siepe di Opuntia tra l’altro costituisce un confine inattaccabile contro intrusi di vario tipo, è resistente alla siccità, al vento e all’assenza prolungata dei proprietari, è un’ottima scelta quindi per i giardini delle seconde case utilizzate solo per le vacanze.
Soluzioni animal friendly, all’insegna della biodiversità
«Mescolare (con criterio) più specie è essenziale per garantire la biodiversità; in caso di condizioni meteo avverse in un dato periodo per una determinata pianta, la disponibilità di fiori, frutti e bacche viene assicurata dalle altre specie che non hanno sofferto», spiega Giordani.
Aggiunge Lunardini: «siepi di confine possono avere differenti (e opposte) funzioni, a seconda del luogo in cui si mettono a dimora. Ad esempio, in un caso possono voler attirare animali e insetti, in altri respingerli. È il caso della fauna selvatica (ad esempio i cinghiali), che in alcune zone costituiscono un vero e proprio problema per gli abitanti». Ecco quindi la preferenza o meno per piante spinose o poco amate da determinate specie animali.
«Mescolare (con criterio) più specie è essenziale per garantire la biodiversità; in caso di condizioni meteo avverse in un dato periodo per una determinata pianta, la disponibilità di fiori, frutti e bacche viene assicurata dalle altre specie che non hanno sofferto», spiega Giordani.
Aggiunge Lunardini: «siepi di confine possono avere differenti (e opposte) funzioni, a seconda del luogo in cui si mettono a dimora. Ad esempio, in un caso possono voler attirare animali e insetti, in altri respingerli. È il caso della fauna selvatica (ad esempio i cinghiali), che in alcune zone costituiscono un vero e proprio problema per gli abitanti». Ecco quindi la preferenza o meno per piante spinose o poco amate da determinate specie animali.
«Le siepi da confine possono essere formate da una singola specie, sia che si tratti di specie da fiore che verdi, che da più specie. Nel caso di siepi miste, è possibile ottenere piacevoli effetti estetici durante tutto l’anno. Al contrario, siepi composte da una sola specie da fiore, produrranno un grande effetto cromatico della durata del solo periodo della fioritura», continua Lunardini.
Specifica Giordani: «Nel caso delle siepi formate da una sola specie, è necessario monitorare con attenzione l’eventuale presenza di parassiti e avversità che, se fuori controllo, potrebbero annientare l’intera siepe in poco tempo».
Specifica Giordani: «Nel caso delle siepi formate da una sola specie, è necessario monitorare con attenzione l’eventuale presenza di parassiti e avversità che, se fuori controllo, potrebbero annientare l’intera siepe in poco tempo».
«Un confine a siepe mista è utile per garantire anche l’impollinazione dei frutti, attirando gli insetti pronubi –ricorda Giordani – alternata in orizzontale e in verticale, con piante più basse e più alte, adatte a dare rifugio a diverse specie di animali», come ricci o uccelli.
Protetto dal vento e aiutato dagli insetti pronubi, un eventuale orto diventa più produttivo. Verdure e alberi da frutto sono anch’essi elementi di grande attrattiva: basta pensare allo straordinario effetto nuvola dato dalla fioritura primaverile di alberi da frutto, come ciliegi, peschi, meli, peri, mandorli. Lo spettacolo si ripete anche nella stagione autunnale, quando sono le foglie a dare il meglio di sé, con tutti i toni dell’oro, dell’arancione e del rosso a fare da contraltare ai verdi ricchi e ai marroni tipici del periodo. Ragione in più per unirli a sempreverdi e piante fiorite per confini verdi belli esteticamente, funzionali e produttivi.
Altro
Guida Houzz Giardino: Come Potare le Siepi e Altri Segreti
Protetto dal vento e aiutato dagli insetti pronubi, un eventuale orto diventa più produttivo. Verdure e alberi da frutto sono anch’essi elementi di grande attrattiva: basta pensare allo straordinario effetto nuvola dato dalla fioritura primaverile di alberi da frutto, come ciliegi, peschi, meli, peri, mandorli. Lo spettacolo si ripete anche nella stagione autunnale, quando sono le foglie a dare il meglio di sé, con tutti i toni dell’oro, dell’arancione e del rosso a fare da contraltare ai verdi ricchi e ai marroni tipici del periodo. Ragione in più per unirli a sempreverdi e piante fiorite per confini verdi belli esteticamente, funzionali e produttivi.
Altro
Guida Houzz Giardino: Come Potare le Siepi e Altri Segreti
La prima opzione per i giardini urbani, in genere piccoli e bisognosi di isolamento da sguardi indiscreti, rumore e polveri, è la siepe compatta.