Come Allestire un Perfetto Vialetto di Ghiaia in Giardino
Semplice, economica ed efficace, la ghiaia è bella, affidabile e versatile, ma come sceglierla e posarla correttamente?
Forse tra i materiali da pavimentazione più usati in giardino, la ghiaia ha delle caratteristiche che la rendono unica. La versatilità, la capacità di adattarsi a molteplici stili, dal più campagnolo a quello più minimale o contemporaneo, il prezzo relativamente contenuto, una posa veloce e una manutenzione abbastanza semplice.
Ma quando si vuole realizzare un vialetto in ghiaia gli errori sono dietro l’angolo, a partire dalla scelta del materiale e dalla posa.
Ne parliamo con Diego e Giacomo, due giovani architetti paesaggisti, dell’azienda Click & Garden, e con Orlando Renzini di Stoneagetoday, azienda specializzata nell’uso di pietre, sia per il restauro che per le nuove costruzioni. Grazie alle loro risposte tenteremo di mettere in luce e chiarire i dubbi più frequenti che assalgono chi si accinge a costruire un vialetto in ghiaia, sia pedonale che carrabile.
Ma quando si vuole realizzare un vialetto in ghiaia gli errori sono dietro l’angolo, a partire dalla scelta del materiale e dalla posa.
Ne parliamo con Diego e Giacomo, due giovani architetti paesaggisti, dell’azienda Click & Garden, e con Orlando Renzini di Stoneagetoday, azienda specializzata nell’uso di pietre, sia per il restauro che per le nuove costruzioni. Grazie alle loro risposte tenteremo di mettere in luce e chiarire i dubbi più frequenti che assalgono chi si accinge a costruire un vialetto in ghiaia, sia pedonale che carrabile.
Quali sono i problemi più rilevanti di un vialetto in ghiaia?
«Il problema principale – raccontano Diego e Giacomo – riguarda proprio la scelta del tipo di ghiaia da utilizzare, a prescindere se si tratta di un percorso carrabile o pedonale. Esistono due tipologie di ghiaia: quella “tonda” e quella “spezzata”. Per i viali e i percorsi carrabili è assolutamente da scartare la tonda, per utilizzare solo ghiaia “spezzata” perché a differenza della tonda, tenderà a stabilizzarsi e compattarsi sempre di più con calpestio o passaggio di autoveicoli, in quanto l’irregolarità delle facce dei granelli farà sì che questi si incastrino tra loro senza slittare. Cosa che invece avviene regolarmente con la ghiaia tonda».
«Il problema principale – raccontano Diego e Giacomo – riguarda proprio la scelta del tipo di ghiaia da utilizzare, a prescindere se si tratta di un percorso carrabile o pedonale. Esistono due tipologie di ghiaia: quella “tonda” e quella “spezzata”. Per i viali e i percorsi carrabili è assolutamente da scartare la tonda, per utilizzare solo ghiaia “spezzata” perché a differenza della tonda, tenderà a stabilizzarsi e compattarsi sempre di più con calpestio o passaggio di autoveicoli, in quanto l’irregolarità delle facce dei granelli farà sì che questi si incastrino tra loro senza slittare. Cosa che invece avviene regolarmente con la ghiaia tonda».
Quanto costa la ghiaia sfusa?
Diego e Giacomo dicono che dipende dalla tipologia: «La ghiaia spezzata e tonda per percorsi e vialetti costa circa quaranta euro per metro cubo».
Orlando completa: «È vero, ci sono grandi differenze: per la breccia sfusa, se si utilizza un prodotto locale del tipo per calcestruzzo si possono spendere, franco cava, 15 euro per tonnellata (in alcune aree del territorio italiano anche meno). Un prodotto per giardini, con l’opzione di scegliere il colore e la granulometria, può arrivare a 100 euro per tonnellata e anche oltre».
Diego e Giacomo dicono che dipende dalla tipologia: «La ghiaia spezzata e tonda per percorsi e vialetti costa circa quaranta euro per metro cubo».
Orlando completa: «È vero, ci sono grandi differenze: per la breccia sfusa, se si utilizza un prodotto locale del tipo per calcestruzzo si possono spendere, franco cava, 15 euro per tonnellata (in alcune aree del territorio italiano anche meno). Un prodotto per giardini, con l’opzione di scegliere il colore e la granulometria, può arrivare a 100 euro per tonnellata e anche oltre».
Come scegliere la ghiaia in rapporto allo stile dell’abitazione e alla facilità di calpestio?
Che attenzione dobbiamo porre ai colori, alla dimensione e alla rotondità dei ciottoli?
«In commercio se ne trovano di svariati colori – raccontano Diego e Giacomo – la scelta dipende dai gusti e dal tipo di progetto che si vuole realizzare. Bisogna tenere sempre a mente che più la ghiaia sarà scura, meno risalterà il colore verde della vegetazione, ma saranno più evidenti tutte le strutture chiare e i fogliami variegati di bianco o quelli dorati».
La ghiaia tonda invece può essere utilizzata per aiuole decorative, per mosaici inseriti nel calcestruzzo, per creare fontane a sfioro per bambini e animali. Si deve essere assolutamente certi, posando la ghiaia tonda, che non sarà usata come superficie da passaggio, neanche accidentale.
Che attenzione dobbiamo porre ai colori, alla dimensione e alla rotondità dei ciottoli?
«In commercio se ne trovano di svariati colori – raccontano Diego e Giacomo – la scelta dipende dai gusti e dal tipo di progetto che si vuole realizzare. Bisogna tenere sempre a mente che più la ghiaia sarà scura, meno risalterà il colore verde della vegetazione, ma saranno più evidenti tutte le strutture chiare e i fogliami variegati di bianco o quelli dorati».
La ghiaia tonda invece può essere utilizzata per aiuole decorative, per mosaici inseriti nel calcestruzzo, per creare fontane a sfioro per bambini e animali. Si deve essere assolutamente certi, posando la ghiaia tonda, che non sarà usata come superficie da passaggio, neanche accidentale.
La ghiaia tende a schizzar via, ma esistono dei reticoli alveolari che la contengono senza farla muovere: si possono usare indifferentemente per i viali carrabili e pedonali?
Rispondono ancora Diego e Giacomo: «Sì, esistono dei reticoli alveolari o griglie modulari in polietilene ad alta densità (HDPE). Un polimero plastico ad elevata resistenza, saldato su un robusto feltro, per la realizzazione di pavimentazioni stabili e drenanti».
Rispondono ancora Diego e Giacomo: «Sì, esistono dei reticoli alveolari o griglie modulari in polietilene ad alta densità (HDPE). Un polimero plastico ad elevata resistenza, saldato su un robusto feltro, per la realizzazione di pavimentazioni stabili e drenanti».
Una volta posata la ghiaia, il reticolo alveolare dà problemi? È antiestetico? Dopo quanto tempo è necessario posare un nuovo strato di ghiaia?
«Il reticolo non darà problemi – continuano – perché le griglie sono realizzate seguendo un concetto progettuale di alto livello qualitativo altamente performante, dovendo durare decine di anni come struttura portante di pavimentazioni carrabili. Successivi strati di ghiaia devono essere posati non appena si inizia a intravedere la struttura del reticolo».
«Il reticolo non darà problemi – continuano – perché le griglie sono realizzate seguendo un concetto progettuale di alto livello qualitativo altamente performante, dovendo durare decine di anni come struttura portante di pavimentazioni carrabili. Successivi strati di ghiaia devono essere posati non appena si inizia a intravedere la struttura del reticolo».
Oltre gli alveolari, esistono altri metodi di posa perfettamente drenanti senza geotessili, alcuni dei quali prevedono una colatura di resina o polimero naturale.
«Fra le soluzioni moderne vi è una pavimentazione per esterni a secco – racconta Orlando Renzini – in brecce e ghiaie, di diversi colori e dimensioni, drenanti, con protezione da erbe infestanti, su griglia modulare autoportante in polipropilene riciclabile al 100 per cento.
La finitura può essere semplicemente con un breccino rullato, con appositi bordi per evitare fuoriuscite laterali di materiale, che nel tempo causerebbero la scopertura della griglia sottostante, oppure una finitura con un legante: noi utilizziamo esclusivamente un polimero trasparente ecosostenibile, atossico e ignifugo».
«Fra le soluzioni moderne vi è una pavimentazione per esterni a secco – racconta Orlando Renzini – in brecce e ghiaie, di diversi colori e dimensioni, drenanti, con protezione da erbe infestanti, su griglia modulare autoportante in polipropilene riciclabile al 100 per cento.
La finitura può essere semplicemente con un breccino rullato, con appositi bordi per evitare fuoriuscite laterali di materiale, che nel tempo causerebbero la scopertura della griglia sottostante, oppure una finitura con un legante: noi utilizziamo esclusivamente un polimero trasparente ecosostenibile, atossico e ignifugo».
«Questa seconda soluzione, certamente molto più costosa, permette però l’utilizzo di questo tipo di pavimento in aree dove il materiale sciolto, ancorché rullato, è inadatto: zone pranzo, area piscina, ingresso principale, scale di accesso, terrazze. Nel caso di utilizzo in aree costruite (scale e terrazze di abitazioni) non è necessario l’utilizzo della griglia autoportante, riducendo lo spessore tra i due e i due centimetri e mezzo».
«L’utilizzo del polimero permette inoltre di poter scegliere la finitura su una gamma molto più ampia di materiali, sia per dimensione (si può partire da una graniglia di tre millimetri) che per tipologia (si possono usare ghiaini e ghiaie – i materiali tondi, che senza l’uso di leganti, non sono adatti per queste realizzazioni».
Clicca qui e accedi a Project Match, il servizio gratuito di Houzz che ti mette in contatto con un esperto di posa di pavimenti della tua zona
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«Inoltre – continua Orlando – si possono variare i colori dei materiali all’interno di un disegno, bloccati dal polimero non si mischieranno, cosa che succede inevitabilmente nel caso di un materiale posato a secco.
Da non sottovalutare è la diminuzione del rischio di scivolamento, poiché drenando le acque, il pavimento tornerà velocemente asciutto!
È evidente che il corretto deflusso delle acque impone un’accurata progettazione e realizzazione».
Da non sottovalutare è la diminuzione del rischio di scivolamento, poiché drenando le acque, il pavimento tornerà velocemente asciutto!
È evidente che il corretto deflusso delle acque impone un’accurata progettazione e realizzazione».
Quanto costa questo tipo di rivestimento?
Per quanto riguarda l’investimento da prevedere, Orlando spiega come «Il calcolo include varie voci di materiale e messa in opera; per un pavimento drenante a secco (quindi senza polimero) si possono spendere dai 25 ai 40 euro a metro quadro – eccetto lo scavo e le bordature laterali. Per queste ultime il prezzo varia molto, ad esempio un vialetto stretto e lungo costerà di più rispetto a un’area parcheggio. Per pavimentazioni con polimero con materiale sfuso all’interno del pannello e 2 cm circa al di fuori, bloccato dal polimero, usando una finitura di pregio, si oscilla tra i 60 e gli 80 euro al metro quadro. In questo caso ovviamente non si necessita di bordature».
Per quanto riguarda l’investimento da prevedere, Orlando spiega come «Il calcolo include varie voci di materiale e messa in opera; per un pavimento drenante a secco (quindi senza polimero) si possono spendere dai 25 ai 40 euro a metro quadro – eccetto lo scavo e le bordature laterali. Per queste ultime il prezzo varia molto, ad esempio un vialetto stretto e lungo costerà di più rispetto a un’area parcheggio. Per pavimentazioni con polimero con materiale sfuso all’interno del pannello e 2 cm circa al di fuori, bloccato dal polimero, usando una finitura di pregio, si oscilla tra i 60 e gli 80 euro al metro quadro. In questo caso ovviamente non si necessita di bordature».
Durante il processo di posa di un vialetto in ghiaia, è sempre necessario il telo di PVC per evitare la crescita delle malerbe?
«Il telo in PVC – spiegano Diego e Giacomo – non risolve completamente il problema delle malerbe perché quest’ultime tendono a formarsi anche nello strato di ghiaia o terriccio che si trova al di sopra. Di sicuro è un aiuto, ma non è risolutivo».
«Il telo in PVC – spiegano Diego e Giacomo – non risolve completamente il problema delle malerbe perché quest’ultime tendono a formarsi anche nello strato di ghiaia o terriccio che si trova al di sopra. Di sicuro è un aiuto, ma non è risolutivo».
Quanto è importante preparare un fondo con geotessili? Eventualmente in che modo e posizione vanno posati, e come si scelgono?
«I geotessili servono soprattutto per un’azione meccanica, cioè tenere separata la ghiaia dal terreno o da superfici che potrebbero mischiarsi alla ghiaia. Vengono inseriti prima di posare lo strato mobile di ghiaia e la scelta deve ricadere su prodotti di ottima qualità e non facilmente deteriorabili», continuano Diego e Giacomo.
«I geotessili servono soprattutto per un’azione meccanica, cioè tenere separata la ghiaia dal terreno o da superfici che potrebbero mischiarsi alla ghiaia. Vengono inseriti prima di posare lo strato mobile di ghiaia e la scelta deve ricadere su prodotti di ottima qualità e non facilmente deteriorabili», continuano Diego e Giacomo.
Dobbiamo usare tutti questi accorgimenti anche quando creiamo un disegno artistico, non necessariamente calpestabile?
«In questo caso si può tranquillamente evitare il reticolo alveolare, specie su superfici ridotte come quella in foto».
«In questo caso si può tranquillamente evitare il reticolo alveolare, specie su superfici ridotte come quella in foto».
Quali sono gli errori più diffusi e da evitare?
Ancora Diego e Giacomo concludono: «Non ci stancheremo mai di ripetere che quando si tratta di vialetti e percorsi pedonali e carrabili è assolutamente da evitare la ghiaia tonda».
Hai un vialetto in ghiaia e vuoi raccontarci la tua esperienza? Scrivici nei Commenti.
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Ancora Diego e Giacomo concludono: «Non ci stancheremo mai di ripetere che quando si tratta di vialetti e percorsi pedonali e carrabili è assolutamente da evitare la ghiaia tonda».
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«Pavimentare è stata un’esigenza sentita in ogni epoca – ci spiega Orlando Renzini – lastre, pietre, ciottoli, mattoni e brecce hanno accompagnato gli esseri umani attraverso strade, vie e piazze. La “civiltà moderna” ci ha principalmente mostrato asfalto e cemento: soluzioni veloci ed efficienti, ma con alcune problematiche ben note. Non ci addentriamo sulle questioni attinenti l’impatto ambientale, il costo energetico e l’inquinamento diffuso, ma solamente al problema dell’impermeabilizzazione del suolo. Le acque meteoriche scorrono su pareti impermeabili, aumentano la propria velocità ed erodono e distruggono, là dove dovrebbero penetrare nel terreno e arricchire le falde».
Una delle soluzioni è la pavimentazione drenante in ghiaia.
«Il pavimento drenante – continua – oltre a evitare i problemi sopra esposti, consente anche, se opportunamente progettato, il recupero delle acque meteoriche per scopi irrigui, contenendo l’utilizzo delle acque di falda».