Chi Era Capability Brown e Cosa Possiamo Imparare da Lui in Giardino
Il più famoso architetto del paesaggio inglese nacque 300 anni fa. Passiamo in rassegna i suoi giardini e impariamo a replicarne lo stile
Il 2016 è l’Anno del Giardino Inglese. L’Inghilterra commemora il 300° anniversario della nascita del più celebre paesaggista nazionale, Lancelot “Capability” Brown. L’architetto visionario del XVIII secolo è stato responsabile della creazione di oltre 170 giardini inglesi, inclusi parchi e giardini di ville signorili. Tra i più famosi Alnwick Castle, nel Northumberland, il castello dove è stata ambientata la saga di Harry Potter; Longleat nel Wiltshire, oggi diventato un parco safari; e Althorp nel Northamptonshire, dove crebbe Lady Diana.
Osservando alcuni dei più bei paesaggi creati da Brown, un esperto ci spiega come adottare le tecniche del paesaggista inglese nel nostro giardino, a prescindere dalle dimensioni. Scopriamo inoltre tre giardini inglesi degni di nota, ognuno progettato in un secolo diverso, ma tutti collegati a questo grande artista.
Osservando alcuni dei più bei paesaggi creati da Brown, un esperto ci spiega come adottare le tecniche del paesaggista inglese nel nostro giardino, a prescindere dalle dimensioni. Scopriamo inoltre tre giardini inglesi degni di nota, ognuno progettato in un secolo diverso, ma tutti collegati a questo grande artista.
Cambridge Lodge (in foto) si trova ad Audley End, nell’Essex. Capability Brown progettò il giardino nel 1762, rimodernando un layout in precedenza formale.
La tenuta è attraversata dal fiume Cam, ma in origine fluiva sotto forma di canali. Uno dei cambiamenti fondamentali fatti da Brown nel luogo – che rispecchia una delle sue impronte stilistiche – fu la trasformazione dei canali in un lago serpeggiante, attorno al quale ha piantato gruppi di alberi.
Oggi molti di noi desiderano attirare la fauna selvatica nei propri giardini, perciò c’è una crescente tendenza per progetti più naturalistici. Ecco perché le idee di Capability Brown sembrano più attuali che mai.
Ma come si possono tradurre le grandi opere paesaggistiche di Brown in idee realizzabili anche da chi non vive circondato da centinaia di ettari di giardino?
Ce lo spiega John Phibbs, direttore di Debois Landscape Survey Group, società di consulenza specializzata nella gestione dei paesaggi storici, organizzatore delle celebrazioni del tricentenario di Brown ed editor di The Brown Advisor, un sito dedicato all’architetto paesaggista.
Secondo Phibbs i trucchi di Brown possono essere adattati facilmente anche in un piccolo giardino moderno, vediamo come.
La tenuta è attraversata dal fiume Cam, ma in origine fluiva sotto forma di canali. Uno dei cambiamenti fondamentali fatti da Brown nel luogo – che rispecchia una delle sue impronte stilistiche – fu la trasformazione dei canali in un lago serpeggiante, attorno al quale ha piantato gruppi di alberi.
Oggi molti di noi desiderano attirare la fauna selvatica nei propri giardini, perciò c’è una crescente tendenza per progetti più naturalistici. Ecco perché le idee di Capability Brown sembrano più attuali che mai.
Ma come si possono tradurre le grandi opere paesaggistiche di Brown in idee realizzabili anche da chi non vive circondato da centinaia di ettari di giardino?
Ce lo spiega John Phibbs, direttore di Debois Landscape Survey Group, società di consulenza specializzata nella gestione dei paesaggi storici, organizzatore delle celebrazioni del tricentenario di Brown ed editor di The Brown Advisor, un sito dedicato all’architetto paesaggista.
Secondo Phibbs i trucchi di Brown possono essere adattati facilmente anche in un piccolo giardino moderno, vediamo come.
1. Aggiungere acqua
Nella Chatsworth House, usata come location per il film Orgoglio e pregiudizio (2005) basato sull’omonimo romanzo di Jane Austen, Brown allargò il fiume Derwent che attraversa la tenuta. Anche se un paesaggio così non è naturalmente un’opzione plausibile per la maggior parte di noi, Phibbs suggerisce un modo semplice per replicare lo spirito di questa idea.
«I laghi sono molto importanti nei progetti di Brown. Se disponete di un piccolo giardino e volete emulare il suo stile, evitate una piscina e optate per qualcosa di più simile a un torrente. Qualcosa che fornisca un senso di libertà e di rottura dei confini, come un fiume che scorre fino al mare».
Nella Chatsworth House, usata come location per il film Orgoglio e pregiudizio (2005) basato sull’omonimo romanzo di Jane Austen, Brown allargò il fiume Derwent che attraversa la tenuta. Anche se un paesaggio così non è naturalmente un’opzione plausibile per la maggior parte di noi, Phibbs suggerisce un modo semplice per replicare lo spirito di questa idea.
«I laghi sono molto importanti nei progetti di Brown. Se disponete di un piccolo giardino e volete emulare il suo stile, evitate una piscina e optate per qualcosa di più simile a un torrente. Qualcosa che fornisca un senso di libertà e di rottura dei confini, come un fiume che scorre fino al mare».
Non riuscite proprio a immaginare come trasferire questo concetto nel vostro piccolo giardino? «Create un laghetto artificiale lungo e sottile, piuttosto che circolare», consiglia Phibbs.
È la soluzione utilizzata in questo giardino di medie dimensioni di Londra, e potrebbe essere facilmente riprodotta in scala ridotta. «Può anche fornire una buona linea di confine tra l’orto e il giardino fiorito».
È la soluzione utilizzata in questo giardino di medie dimensioni di Londra, e potrebbe essere facilmente riprodotta in scala ridotta. «Può anche fornire una buona linea di confine tra l’orto e il giardino fiorito».
2. Aggiungere (ma nascondere) un sentiero
Osservando la foto della tenuta di Althorp menzionata in precedenza si nota un altro segno distintivo di Brown facile da replicare anche in uno spazio più contenuto. Si può nascondere un sentiero dietro agli arbusti in modo che sia invisibile dalla casa dando l’impressione, quando vi affacciate alla finestra, di una scena rurale anche se abitate nel bel mezzo di una città.
La foto successiva è un esempio di questa idea tradotta in un giardino moderno di West London.
Osservando la foto della tenuta di Althorp menzionata in precedenza si nota un altro segno distintivo di Brown facile da replicare anche in uno spazio più contenuto. Si può nascondere un sentiero dietro agli arbusti in modo che sia invisibile dalla casa dando l’impressione, quando vi affacciate alla finestra, di una scena rurale anche se abitate nel bel mezzo di una città.
La foto successiva è un esempio di questa idea tradotta in un giardino moderno di West London.
Con un terreno ancora più ventoso, il vialetto appena visibile in questo giardino potrebbe essere del tutto nascosto, creando ancora di più l’effetto ricercato da Brown.
Phibbs spiega che i sentieri che attraversano il giardino erano un dettaglio importante per Brown. Negli immensi parchi delle case signorili impostava due percorsi distinti per guidare le persone attraverso le migliori viste del giardino: un sentiero di ghiaia per l’inverno, che si snodava intorno ai punti di interesse (come una panchina o un elemento decorativo); e un percorso erboso a uso estivo, che correva nello spazio aperto del giardino.
Per applicare questo trucco nei nostri giardini, Phibbs suggerisce di posizionare i vialetti di ghiaia vicino alle recinzioni e nasconderli con arbusti e cespugli.
Phibbs spiega che i sentieri che attraversano il giardino erano un dettaglio importante per Brown. Negli immensi parchi delle case signorili impostava due percorsi distinti per guidare le persone attraverso le migliori viste del giardino: un sentiero di ghiaia per l’inverno, che si snodava intorno ai punti di interesse (come una panchina o un elemento decorativo); e un percorso erboso a uso estivo, che correva nello spazio aperto del giardino.
Per applicare questo trucco nei nostri giardini, Phibbs suggerisce di posizionare i vialetti di ghiaia vicino alle recinzioni e nasconderli con arbusti e cespugli.
Invece, per schermare un sentiero falciato, Phibbs dice che Brown avrebbe sollevato di alcuni centimetri il manto erboso che circondava il percorso, rendendolo invisibile dai lati. Per ottenere lo stesso effetto «si potrebbe far crescere l’erba più alta intorno al percorso». L’erba del sentiero risulterà così più bassa rispetto al manto erboso circostante.
La foto sopra esemplifica questo effetto: immaginate di posizionarvi a un lato del sentiero, guardando verso la parte opposta difficilmente vi accorgereste della sua presenza.
Phibbs dice: «Otterrete un incredibile senso di verde. Questa tecnica conferisce al giardino un’atmosfera più morbida, più rigogliosa e più armoniosa – un approccio molto lontano dai giardini modernisti, più delicato».
La foto sopra esemplifica questo effetto: immaginate di posizionarvi a un lato del sentiero, guardando verso la parte opposta difficilmente vi accorgereste della sua presenza.
Phibbs dice: «Otterrete un incredibile senso di verde. Questa tecnica conferisce al giardino un’atmosfera più morbida, più rigogliosa e più armoniosa – un approccio molto lontano dai giardini modernisti, più delicato».
3. Creare una vista
Phibbs spiega che «in un lungo giardino urbano non è raro disporre di un punto dove due sentieri si incrociano: un pergolato, un arco, un graticcio». Questa soluzione moderna può essere combinata con l’abilità di Brown di utilizzare strutture da giardino per creare bellissime viste. «Potete camminarci attraverso e all’estremità raggiungere, ad esempio, una piccola panchina bianca».
In questo giardino naturalistico, un elemento decorativo in pietra funziona come punto focale.
Phibbs spiega che «in un lungo giardino urbano non è raro disporre di un punto dove due sentieri si incrociano: un pergolato, un arco, un graticcio». Questa soluzione moderna può essere combinata con l’abilità di Brown di utilizzare strutture da giardino per creare bellissime viste. «Potete camminarci attraverso e all’estremità raggiungere, ad esempio, una piccola panchina bianca».
In questo giardino naturalistico, un elemento decorativo in pietra funziona come punto focale.
4. Lasciare il giardino incolto – ma nei punti giusti
Phibbs racconta che all’inizio della sua carriera Brown sviluppò l’idea del paesaggio graduale. È semplice da realizzare: «Bisogna falciare la parte di prato più vicina alla casa e lasciare il resto crescere in maniera selvaggia. Si possono aggiungere dei laghetti artificiali e cercare di ricreare l’atmosfera di una piccola riserva naturale. Questo è proprio ciò che faceva Brown!».
5. Lavorare con la natura
Più tardi il paesaggista cominciò a guardarsi intorno nelle tenute e nei parchi che stava progettando e cercò di seguire quello che viene chiamato genius loci, ossia “lo spirito del luogo”. «In altre parole, lavorare con ciò che offre la natura, migliorandolo. Come consiglierebbe ogni orticoltore, bisogna coltivare le piante dove a loro piace vivere – per esempio, le acidofile in terreno torboso».
Phibbs racconta che all’inizio della sua carriera Brown sviluppò l’idea del paesaggio graduale. È semplice da realizzare: «Bisogna falciare la parte di prato più vicina alla casa e lasciare il resto crescere in maniera selvaggia. Si possono aggiungere dei laghetti artificiali e cercare di ricreare l’atmosfera di una piccola riserva naturale. Questo è proprio ciò che faceva Brown!».
5. Lavorare con la natura
Più tardi il paesaggista cominciò a guardarsi intorno nelle tenute e nei parchi che stava progettando e cercò di seguire quello che viene chiamato genius loci, ossia “lo spirito del luogo”. «In altre parole, lavorare con ciò che offre la natura, migliorandolo. Come consiglierebbe ogni orticoltore, bisogna coltivare le piante dove a loro piace vivere – per esempio, le acidofile in terreno torboso».
6. Abbandonare le recinzioni
Quando si gode di un bellissimo panorama dal proprio giardino, perché non includerlo? «Nell’ultima fase della sua carriera – racconta Phibbs – Brown iniziò a considerare l’Inghilterra stessa come un bellissimo giardino, e decise di incorporare interi villaggi nei suoi paesaggi. In questo modo dissolse completamente il confine tra il paesaggio progettato e la campagna circostante. Per lui era un qualcosa di spirituale. I giardini di Althorp, Belvoir e Milton Abbey sono degli ottimi esempi».
Ma se si dispone di un giardino normale, magari urbano, senza alcuna vista da incorniciare? Phibbs sorride e risponde: «In questo caso voi e i vostri vicini dovrete strappare tutte le recinzioni, solo allora raggiungerete il Nirvana!».
Quando si gode di un bellissimo panorama dal proprio giardino, perché non includerlo? «Nell’ultima fase della sua carriera – racconta Phibbs – Brown iniziò a considerare l’Inghilterra stessa come un bellissimo giardino, e decise di incorporare interi villaggi nei suoi paesaggi. In questo modo dissolse completamente il confine tra il paesaggio progettato e la campagna circostante. Per lui era un qualcosa di spirituale. I giardini di Althorp, Belvoir e Milton Abbey sono degli ottimi esempi».
Ma se si dispone di un giardino normale, magari urbano, senza alcuna vista da incorniciare? Phibbs sorride e risponde: «In questo caso voi e i vostri vicini dovrete strappare tutte le recinzioni, solo allora raggiungerete il Nirvana!».
Continuando a celebrare l’Anno del Giardino Inglese, ora analizziamo tre giardini all’inglese molto diversi tra loro ma tutti ispirati ai lavori di Brown.
L’eredità di Capability Brown
1. Il giardino storico
In questa foto e nelle prossime tre è ritratto il giardino della casa della scrittrice Jane Austen, a Chawton, nello Hampshire. Inizialmente era stato progettato nel tradizionale stile cottage inglese – molto diverso da quello di Brown.
Ma nel 1811, due anni prima della pubblicazione del suo romanzo Orgoglio e pregiudizio, Austen visitò la tenuta di Chatsworth, i cui giardini erano stati curati da Brown. Molte persone – compresi i proprietari di Chatsworth – ritenevano che la scrittrice avesse usato la tenuta come modello per la casa di Mr. Darcy di Orgoglio e pregiudizio. Tant’è che, come accennato in precedenza, ha ospitato le scene dell’adattamento cinematografico del 2005.
La descrizione fatta dalla scrittrice quando la protagonista del romanzo, Elizabeth Bennet, arriva per la prima volta a Pemberley, è come il ritratto di un paesaggio di Brown: un approccio pensato per suscitare curiosità e poi rivelare una vista spettacolare.
Austen scrive: “Salirono gradatamente per circa mezzo miglio e si trovarono finalmente in cima a un’altura dove il bosco cessava, e da cui l’occhio spaziava su Pemberley-House, situata sul lato opposto di una valle dove la strada sboccava con una brusca curva. Il grande e bel fabbricato sorgeva su di un terreno rialzato che aveva per sfondo delle alte colline boscose, a cui piedi scorreva un corso d’acqua che andava allargandosi, senza aver tuttavia nessuna apparenza di artificio. Le sue rive non erano né regolari né abbellite di ornamenti leziosi. Elizabeth era entusiasta. Non aveva mai visto un posto così favorito dalla natura o dove la bellezza naturale fosse così poco sciupata dal cattivo gusto”.
L’eredità di Capability Brown
1. Il giardino storico
In questa foto e nelle prossime tre è ritratto il giardino della casa della scrittrice Jane Austen, a Chawton, nello Hampshire. Inizialmente era stato progettato nel tradizionale stile cottage inglese – molto diverso da quello di Brown.
Ma nel 1811, due anni prima della pubblicazione del suo romanzo Orgoglio e pregiudizio, Austen visitò la tenuta di Chatsworth, i cui giardini erano stati curati da Brown. Molte persone – compresi i proprietari di Chatsworth – ritenevano che la scrittrice avesse usato la tenuta come modello per la casa di Mr. Darcy di Orgoglio e pregiudizio. Tant’è che, come accennato in precedenza, ha ospitato le scene dell’adattamento cinematografico del 2005.
La descrizione fatta dalla scrittrice quando la protagonista del romanzo, Elizabeth Bennet, arriva per la prima volta a Pemberley, è come il ritratto di un paesaggio di Brown: un approccio pensato per suscitare curiosità e poi rivelare una vista spettacolare.
Austen scrive: “Salirono gradatamente per circa mezzo miglio e si trovarono finalmente in cima a un’altura dove il bosco cessava, e da cui l’occhio spaziava su Pemberley-House, situata sul lato opposto di una valle dove la strada sboccava con una brusca curva. Il grande e bel fabbricato sorgeva su di un terreno rialzato che aveva per sfondo delle alte colline boscose, a cui piedi scorreva un corso d’acqua che andava allargandosi, senza aver tuttavia nessuna apparenza di artificio. Le sue rive non erano né regolari né abbellite di ornamenti leziosi. Elizabeth era entusiasta. Non aveva mai visto un posto così favorito dalla natura o dove la bellezza naturale fosse così poco sciupata dal cattivo gusto”.
Il giardino personale di Austen oggi fa parte della Casa Museo Jane Austen ed è aperto al pubblico. Curato dal giardiniere Celia Simpson, la scelta verte solo su piante e arbusti che sarebbero stati a disposizione di Austen quando abitava qui. Tra queste alcune piante tintorie, come Coreopsis, da cui si ottiene una tinta verde, gialla o color ruggine e la robbia, che produce una tonalità rossa.
In una lettera indirizzata a sua sorella Cassandra, Austen descriveva certi fiori che crescevano nel suo giardino: “Tutti i cespugli ai bordi saranno molto allegri con i Garofani grandi e quelli a mazzetti, in aggiunta alle Aquilegie già in fiore. Stanno spuntando anche i Lillà”.
Nel libro Ricordo di Jane Austen, James Edward Austen-Leigh, ricordava il giardino della zia come “un piacevole e irregolare miscuglio di siepi, sentiero ghiaioso, frutteto ed erba alta da fieno”.
Qui, due bordi erbacei conducono lo sguardo verso una zona conversazione ombreggiata: una sorta di “vista” sotto l’albero che fa da sfondo – un tipico paesaggio alla Capability Brown.
Qui, due bordi erbacei conducono lo sguardo verso una zona conversazione ombreggiata: una sorta di “vista” sotto l’albero che fa da sfondo – un tipico paesaggio alla Capability Brown.
2. Il giardino condominiale degli anni Cinquanta
Quando si pensa al design moderno degli anni Cinquanta, si potrebbe immaginare che un giardino dell’epoca sarebbe stato elegante e minimalista. Ma non è il caso dei giardini condominiali di Templemere, a Weybridge, nel Surrey.
Il complesso residenziale del 1963 (in foto) ospita 65 case. Era uno dei 73 complessi abitativi progettati dal famoso architetto inglese Eric Lyons e costruiti da Span Developments soprattutto nel sud-est dell’Inghilterra. Questi celebri progetti si presentavano come alternativa alle costruzioni suburbane in voga al periodo e del tutto simili tra loro.
Quando si pensa al design moderno degli anni Cinquanta, si potrebbe immaginare che un giardino dell’epoca sarebbe stato elegante e minimalista. Ma non è il caso dei giardini condominiali di Templemere, a Weybridge, nel Surrey.
Il complesso residenziale del 1963 (in foto) ospita 65 case. Era uno dei 73 complessi abitativi progettati dal famoso architetto inglese Eric Lyons e costruiti da Span Developments soprattutto nel sud-est dell’Inghilterra. Questi celebri progetti si presentavano come alternativa alle costruzioni suburbane in voga al periodo e del tutto simili tra loro.
La loro idea era quella di fondere le abitazioni con l’ambiente circostante attraverso grandi finestre. Ogni casa aveva un piccolo giardino, ma maggiore attenzione era posta sui giardini condominiali. Secondo quanto racconta Matthew Baxter – residente, responsabile della manutenzione dei giardini di Templemere e figlio di Warner Baxter (architetto socio di Eric Lyons) – questi hanno molto in comune con i paesaggi di Brown.
Ma Templemere ha un legame ancora più profondo con Brown: è stata costruita sulle fondamenta di un sito di 5 ettari progettato nel XVIII secolo da William Kent, mentore di Brown. Il paesaggio rispetta la sua storia: «I progettisti hanno lavorato su ciò che già esisteva sul posto. Per questo la creazione del giardino è stata più costosa e complessa del solito, rendendo d’altra parte il progetto ancora più entusiasmante», dice Baxter.
Ma Templemere ha un legame ancora più profondo con Brown: è stata costruita sulle fondamenta di un sito di 5 ettari progettato nel XVIII secolo da William Kent, mentore di Brown. Il paesaggio rispetta la sua storia: «I progettisti hanno lavorato su ciò che già esisteva sul posto. Per questo la creazione del giardino è stata più costosa e complessa del solito, rendendo d’altra parte il progetto ancora più entusiasmante», dice Baxter.
«Una delle cose che hanno preso in prestito dai paesaggi di Brown sono le viste progressive. È un dettaglio molto intelligente e classico, qualcosa in cui Kent eccelleva», spiega Baxter e continua: «Quando si attraversano questi giardini, a piedi o in auto, a ogni svolta improvvisamente si scopre una vista diversa. Era tipico di Brown creare una barriera per nascondere una veduta fino al momento giusto per rivelarla. Questo tiene con il fiato sospeso e rende la scena ancora più spettacolare».
«I progettisti hanno anche nascosto i sentieri nel verde, in modo che siano invisibili da lontano». Un esempio in foto: il vialetto sembra scomparire tra le curve; gli arbusti sono stati piantati appositamente per nascondere ulteriormente la vista del percorso dalle case.
Baxter spiega che i giardini di Templemere – dove si celano anche un bosco e un lago – devono rispettare una lista di specie approvate, con l’obiettivo di preservare il più possibile la flora originaria del posto. Tra gli arbusti autorizzati ci sono l’Erba delle Pampas (visibile chiaramente in foto), Phormium, Amelanchier, Hydrangea petiolaris, alloro e rododendro. Agli alberi autoctoni di sequoia, cedro, acero e betulla sono stati aggiunti il sorbo e l’agrifoglio. Tra le piante per il sottobosco convivono edera, lavanda e Bosso. «Non ci sono fiori – dice Baxter – il che è un punto chiave di questa estetica. Credo che i progettisti abbiano immaginato le piante come elementi scultorei, piuttosto che come un insieme di specie. Le hanno usate per creare delle forme e garantire l’effetto sorpresa».
Baxter spiega che i giardini di Templemere – dove si celano anche un bosco e un lago – devono rispettare una lista di specie approvate, con l’obiettivo di preservare il più possibile la flora originaria del posto. Tra gli arbusti autorizzati ci sono l’Erba delle Pampas (visibile chiaramente in foto), Phormium, Amelanchier, Hydrangea petiolaris, alloro e rododendro. Agli alberi autoctoni di sequoia, cedro, acero e betulla sono stati aggiunti il sorbo e l’agrifoglio. Tra le piante per il sottobosco convivono edera, lavanda e Bosso. «Non ci sono fiori – dice Baxter – il che è un punto chiave di questa estetica. Credo che i progettisti abbiano immaginato le piante come elementi scultorei, piuttosto che come un insieme di specie. Le hanno usate per creare delle forme e garantire l’effetto sorpresa».
3. Il giardino contemporaneo
Spettacolare e contemporaneo, il giardino recintato di Scampston Hall – una residenza signorile nel North Yorkshire – è circondato da 32 ettari di parco collinare progettato da Capability Brown intorno al 1782.
In realtà però il giardino recintato è stato creato nel 1999 dal famoso paesaggista olandese Piet Oudolf. A lui si deve la High Line di New York, il County Cork Garden in Irlanda, e il Dream Park a Enköping, in Svezia. È anche noto per essere stato il pioniere del movimento chiamato The Dutch Wave (Il movimento delle nuove perenni).
Spettacolare e contemporaneo, il giardino recintato di Scampston Hall – una residenza signorile nel North Yorkshire – è circondato da 32 ettari di parco collinare progettato da Capability Brown intorno al 1782.
In realtà però il giardino recintato è stato creato nel 1999 dal famoso paesaggista olandese Piet Oudolf. A lui si deve la High Line di New York, il County Cork Garden in Irlanda, e il Dream Park a Enköping, in Svezia. È anche noto per essere stato il pioniere del movimento chiamato The Dutch Wave (Il movimento delle nuove perenni).
Le principali caratteristiche di questo approccio secondo la paesaggista Claudia de Yong sono «l’uso di piante erbacee perenni e graminacee en masse e il desiderio di coltivarle in tutte le stagioni». In quanto tale, il giardino recintato di Scampston comprende grandi cumuli di erba, prato perenne, siepi tortuose e bordure di erbacee, come dimostra questa immagine.
«Non ci sono siepi per definire le varie zone, ma le grandi piantagioni di graminacee sono in grado di creare un effetto simile, fondendosi perfettamente con il paesaggio», dice Claudia de Yong. «Le graminacee aggiungono movimento, mentre le siepi sono statiche. Con il cambiamento delle stagioni si tingono di arancio intenso, rosso fuoco e sabbia. La combinazione delle texture delle erbe risalta sul verde scuro dei prati e sembra quasi un campo di grano o fieno».
«Non ci sono siepi per definire le varie zone, ma le grandi piantagioni di graminacee sono in grado di creare un effetto simile, fondendosi perfettamente con il paesaggio», dice Claudia de Yong. «Le graminacee aggiungono movimento, mentre le siepi sono statiche. Con il cambiamento delle stagioni si tingono di arancio intenso, rosso fuoco e sabbia. La combinazione delle texture delle erbe risalta sul verde scuro dei prati e sembra quasi un campo di grano o fieno».
Come potete immaginare, questo stile funziona a meraviglia nei grandi spazi. Ma anche nei piccoli giardini: «Lo “stile prateria” prolunga la stagione di fioritura in giardino e le erbe ornamentali aggiungono struttura e movimento», spiega Claudia de Yong.
«Anche le siepi formali donano struttura al giardino, e se sono sempreverdi miglioreranno l’aspetto generale durante i mesi invernali», aggiunge. «Mentre le graminacee, che potete lasciare incolte per tutto l’inverno, creano un bell’effetto anche con un leggero strato di brina, magari inserite in aiuole con piante più grandi. L’idea è di combinare la struttura e il movimento fluido, per dare la sensazione di essere circondati dalle piante quando si sta seduti in giardino».
«Anche le siepi formali donano struttura al giardino, e se sono sempreverdi miglioreranno l’aspetto generale durante i mesi invernali», aggiunge. «Mentre le graminacee, che potete lasciare incolte per tutto l’inverno, creano un bell’effetto anche con un leggero strato di brina, magari inserite in aiuole con piante più grandi. L’idea è di combinare la struttura e il movimento fluido, per dare la sensazione di essere circondati dalle piante quando si sta seduti in giardino».
Claudia de Yong spiega anche che «un bacino d’acqua, grande o piccolo che sia, dà una nuova dimensione alle aiuole e guida lo sguardo al centro del giardino. Può essere sufficiente persino un abbeveratoio per gli uccelli posto su un piedistallo. Oppure un piccolo stagno circondato da mattoni. Poi si possono aggiungere alcune graminacee per dare un po’ di movimento».
Ecco una bella vista di erbacee e altre piante, tra cui Phlomis Russel, Geranium, Salvia, Echinacea pallida. «Per ottenere questo effetto, dobbiamo piantare una grande quantità di specie», dice la paesaggista. «Non esitate a combinare più di quindici varietà – e assicuratevi che le sfumature poco a poco svaniscano in lontananza mentre i colori brillanti catturano l’attenzione».
Raccontaci: ti piacerebbe sperimentare i trucchi di Capability Brown nel tuo giardino? Hai un giardino all’inglese o preferisci altri stili? Condividi opinioni ed esperienze nei Commenti.
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Nel 1771 Lancelot Brown fu incaricato di migliorare i giardini di questa proprietà. Era già noto per il suo stile peculiare che diede origine al “giardino all’inglese” differenziandosi dallo stile formale italiano che fino ad allora aveva caratterizzato i giardini di tutta Europa.
Brown iniziò come apprendista del capo giardiniere di Kirkharle, nel Northumberland, vicino a dove era nato. Dopo qualche altra esperienza si spostò a Stowe, nel Buckinghamshire, e lavorò sotto la direzione dell’architetto paesaggista William Kent, che divenne il suo mentore. La reputazione di Brown presto superò quella di Kent, e cominciò a ricevere incarichi di alto profilo.
Lo stile di Brown fu definito in una sola parola: “Capability” (ovvero possibilità, potenziale) che diventò il suo soprannome. Questo perché la sua filosofia progettuale mirava a valorizzare le potenzialità di un luogo, piuttosto che imporre esigenze o concetti astratti. In tanti descrissero la sua eccezionale abilità di rendere ogni paesaggio ancora più bello.
Brown trasformò gli oltre 1.000 acri (circa 405 ettari) del parco di Highclere estendendo i laghi, costruendo delle collinette e spianando le protuberanze esistenti. Uno dei trucchi del paesaggista era quello di creare giardini con viste incredibili. Qui sono stati piantati strategicamente cedri e alberi decidui per attirare l’occhio verso panorami spettacolari.