My Houzz: Il Loft Dedicato alla Convivialità dello Chef Alberto
Cucina e ospitalità caratterizzano questa abitazione a Trastevere, recuperata da una ex carrozzeria
Alberto, gioielliere napoletano con esperienza internazionale, è un grande appassionato di cucina, al punto di essersi reinventato chef, dopo aver studiato da grandi maestri come Gualtiero Marchesi e Angelo Trojani.
Attorno alla passione per la cucina, e al piacere per la convivialità, Alberto ha dato forma al proprio appartamento, un loft in un edificio antico nel cuore di Trastevere, progettato per accogliere al meglio chi vuole imparare i segreti della cucina italiana e passare ore liete viziati dall’ospitalità napoletana.
Attorno alla passione per la cucina, e al piacere per la convivialità, Alberto ha dato forma al proprio appartamento, un loft in un edificio antico nel cuore di Trastevere, progettato per accogliere al meglio chi vuole imparare i segreti della cucina italiana e passare ore liete viziati dall’ospitalità napoletana.
Un loft in stile newyorchese è uno spazio che non ci si aspetta di trovare nel cuore di Trastevere, al pian terreno di un edificio dell’XI secolo, dove prima c’era una carrozzeria e prima ancora un laboratorio di falegnameria.
Ma è quello che voleva Alberto: uno spazio nuovo, accogliente, dedicato alla cucina e al piacere di stare insieme. Uno spazio in cui quindi non doveva mancare un tocco di napoletanità: “adda passà ‘a nuttata”, una frase (scritta sul cartello-lavagna appeso), una filosofia di vita, che invita a non perdere la speranza e ad aspettare con pazienza che passino i tempi bui…magari in cucina!
Ma è quello che voleva Alberto: uno spazio nuovo, accogliente, dedicato alla cucina e al piacere di stare insieme. Uno spazio in cui quindi non doveva mancare un tocco di napoletanità: “adda passà ‘a nuttata”, una frase (scritta sul cartello-lavagna appeso), una filosofia di vita, che invita a non perdere la speranza e ad aspettare con pazienza che passino i tempi bui…magari in cucina!
Tutto gira intorno alla cucina e ai due piani di lavoro, uno attrezzato con le piastre a induzione per le “lezioni di cucina” che accolgono chiunque entri nel loft.
E non poteva essere altrimenti, visto che il progetto è tutto frutto della fantasia di Alberto. Il suo obiettivo è quello di “portare l’arte del gioiello in cucina”, per offrire ai propri ospiti un’esperienza eccezionale, di alto livello e fuori dal comune.
E non poteva essere altrimenti, visto che il progetto è tutto frutto della fantasia di Alberto. Il suo obiettivo è quello di “portare l’arte del gioiello in cucina”, per offrire ai propri ospiti un’esperienza eccezionale, di alto livello e fuori dal comune.
Due sono le tipologie di eventi che Alberto organizza nella sua casa: i Cooking Day, in cui organizza veri e propri corsi di cucina (sulla lavagna si leggono ancora le istruzioni per gli allievi di una recente lezione), e le cene, durante le quali gli ospiti sono chiamati ad apprezzare le capacità culinarie del padrone di casa senza doversi “sporcare le mani”.
La cucina, in cui non manca nulla, dalle padelle sempre a portata di mano, al rubinetto professionale, allo spremiagrumi a mano, al frigorifero a doppio sportello, è sempre in attività, dato che Alberto la usa anche quando deve preparare manicaretti solo per sé e per la sua compagna Rita (in foto accanto ad Alberto).
Elemento eccezionale, tra gli altri, è il piano scorrevole che nasconde i fornelli quando non sono necessari e su cui troneggia la macchina per fare la pasta a mano.
Elemento eccezionale, tra gli altri, è il piano scorrevole che nasconde i fornelli quando non sono necessari e su cui troneggia la macchina per fare la pasta a mano.
Nonostante la nuova vita da chef, la storia del padrone di casa e i rimandi al suo passato non mancano, come testimoniato dal simbolo che Alberto aveva realizzato sfruttando le proprie capacità di gioielliere. Si tratta di due ideogrammi giapponesi uniti da una freccia, che troviamo in varie zone della casa e che hanno un significato ben chiaro: sono due lettere A, come le iniziali delle due figlie di Alberto, Alice e Agnese, unite da una freccia che punta verso l’altro, e che rappresenta appunto il padre.
Il grande tavolo, con piano di marmo e piastre di cottura integrate (fatto su misura, in base alle richieste del padrone di casa) è quello che più attira gli ospiti, non solo durante le lezioni, ma anche quando Alberto apparecchia l’altro tavolo e si dedica alla sua passione da chef.
La curiosità di guardare uno chef all’opera e magari riuscire a carpire qualche segreto nella preparazione dei piatti è sempre fortissima.
Piani cottura: NEFF
La curiosità di guardare uno chef all’opera e magari riuscire a carpire qualche segreto nella preparazione dei piatti è sempre fortissima.
Piani cottura: NEFF
Alle pareti, riportate al loro aspetto originario con i mattoni a vista, i quadri di Enrico Dicò, artista romano famoso a livello internazionale. L’intenzione di Alberto è di usare gli ampi spazi verticali del suo appartamento per esporre opere di artisti locali e non, come in una piccola galleria d’arte. Anche i pavimenti, dove possibile, mantengono i materiali preesistenti e nascondono soluzioni ingegnose per rispettare i limiti imposti dalla ristrutturazione di un edificio antico: nelle grate che un tempo servivano per canalizzare l’acqua, sono nascosti tutti i cavi di casa e il sistema di riscaldamento.
Convivialità come parola d’ordine anche per il resto della zona giorno: ecco il salotto, realizzato ad un livello più basso, caratterizzato da un lungo divano a L.
Così abbassato, pur trattandosi di uno spazio aperto l’ambiente è ben definito e separato dalle altre zone.
Una delle due pareti è interamente coperta da una libreria in ferro, realizzata dal fabbro Gerardo Orri per esporre non libri… ma pacchi di pasta!
Così abbassato, pur trattandosi di uno spazio aperto l’ambiente è ben definito e separato dalle altre zone.
Una delle due pareti è interamente coperta da una libreria in ferro, realizzata dal fabbro Gerardo Orri per esporre non libri… ma pacchi di pasta!
Il piano superiore del loft, da cui si può apprezzare da vicino l’antico soffitto a travi un tempo nascosto da un controsoffitto, ospita la semplice e minimale camera da letto di Alberto, che all’occorrenza viene isolata dal resto di casa attraverso una parete di vetro scorrevole.
In questo modo, anche la terrazza interna, in vetro e ferro, può essere utilizzata durante le cene (spesso ospita musicisti invitati da Alberto), garantendo comunque privacy al padrone di casa.
In questo modo, anche la terrazza interna, in vetro e ferro, può essere utilizzata durante le cene (spesso ospita musicisti invitati da Alberto), garantendo comunque privacy al padrone di casa.
Nella nostra rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare, inviaci alcune foto dell’abitazione insieme a una breve descrizione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare la tua casa, ti contatteremo al più presto.
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Alberto Colamonici, chef
Dove: Roma, zona Trastevere
Superficie: 320 m² distribuiti su due livelli
Anno di costruzione: XI secolo
Anno di ristrutturazione: 2017
Alberto è un gioielliere napoletano che ha viaggiato per il mondo, lavorato per i più grandi marchi (da Bulgari a Cartier) per poi scoprire la passione per la cucina e l’accoglienza, fino a farne una ragione di vita e a costruirsi una casa su misura.