Dispensa Organizzata? Segui i Suggerimenti dei Professionisti
Abbiamo chiesto a cinque architetti come realizzare la dispensa per organizzarla al meglio
Com’è possibile organizzare al meglio una dispensa? Perché chiusa potrebbe essere più funzionale di una scaffalatura aperta? Quanto dovrebbe essere grande per essere pratica? Quanto potrebbe costare? E quali sono i materiali migliori con cui realizzarla? Abbiamo posto queste 5 domande a 5 architetti di Houzz.
Abbiamo capito che non vi sono particolari limitazioni né per quanto riguarda i materiali – l’acciaio è un’interessante soluzione – né per quanto riguarda le dimensioni, che sono funzionali alle esigenze di chi la utilizzerà. Per chi cucina poco anche 10 cm (sufficienti per riporre il barattolo della sala di pomodoro) sono abbastanza. Tra i consigli e i suggerimenti dati per avere una dispensa organizzata, ricordarsi di lasciare dei centimetri di agio per muoversi facilmente tra i ripiani e di non avere spazi troppo profondi, per accumulare cibi che con il tempo rischieremmo di dimenticare.
I consigli professionali di:
Marco Brianzoli, architetto, Milano
Francesco Cazzaniga, architetto di Studio Apeiron, provincia di MB
Chiara Frigerio, architetto di 23Bassi Studio di Architettura, Milano
Paolo Gelso, architetto di duearchitetti, Varese
Nicola Rovere, architetto di Arch+Studio, Monza
Abbiamo capito che non vi sono particolari limitazioni né per quanto riguarda i materiali – l’acciaio è un’interessante soluzione – né per quanto riguarda le dimensioni, che sono funzionali alle esigenze di chi la utilizzerà. Per chi cucina poco anche 10 cm (sufficienti per riporre il barattolo della sala di pomodoro) sono abbastanza. Tra i consigli e i suggerimenti dati per avere una dispensa organizzata, ricordarsi di lasciare dei centimetri di agio per muoversi facilmente tra i ripiani e di non avere spazi troppo profondi, per accumulare cibi che con il tempo rischieremmo di dimenticare.
I consigli professionali di:
Marco Brianzoli, architetto, Milano
Francesco Cazzaniga, architetto di Studio Apeiron, provincia di MB
Chiara Frigerio, architetto di 23Bassi Studio di Architettura, Milano
Paolo Gelso, architetto di duearchitetti, Varese
Nicola Rovere, architetto di Arch+Studio, Monza
Qual è il materiale migliore con cui è possibile realizzarla?
«I materiali possono essere diversi, scelti in armonia a quelli usati nel resto della casa. Nella riuscita di un progetto è importante ritrovare sempre questa continuità anche nelle sue piccole appendici. Sicuramente devono essere superfici lisce facilmente pulibili: il legno nelle sue diverse finiture, l’acciaio, il ferro trattato o il vetro».
Immaginiamo una dispensa dalle misure minime, quanto può costare?
«Per una dispensa sui 4 m², il costo può variare tra i 1.500 e i 3.000 euro a seconda dei materiali utilizzati».
Consigli e suggerimenti
«Gli spazi contenitivi sono utili quanto importanti. Diventa fondamentale per utilizzarli bene organizzarli per settori, cercare di avere tutto ciò che serve nel punto giusto e liberarsi dagli oggetti inutili».
Clicca qui e accedi a Project Match, il servizio gratuito di Houzz che ti mette in contatto con un esperto della progettazione della cucina della tua zona
«I materiali possono essere diversi, scelti in armonia a quelli usati nel resto della casa. Nella riuscita di un progetto è importante ritrovare sempre questa continuità anche nelle sue piccole appendici. Sicuramente devono essere superfici lisce facilmente pulibili: il legno nelle sue diverse finiture, l’acciaio, il ferro trattato o il vetro».
Immaginiamo una dispensa dalle misure minime, quanto può costare?
«Per una dispensa sui 4 m², il costo può variare tra i 1.500 e i 3.000 euro a seconda dei materiali utilizzati».
Consigli e suggerimenti
«Gli spazi contenitivi sono utili quanto importanti. Diventa fondamentale per utilizzarli bene organizzarli per settori, cercare di avere tutto ciò che serve nel punto giusto e liberarsi dagli oggetti inutili».
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2. La dispensa come arredo o ambiente indipendente?
«La dispensa può essere costituita da un mobile (un tempo chiamato anche madia) o, per chi ha spazio a sufficienza, può essere realizzata all’interno di un apposito locale, come fosse una cabina armadio dedicata al cibo. In entrambi i casi, sarebbe preferibile avere scomparti di differenti altezze, dedicando gli spazi più generosi (meglio in basso) per stivare bottiglie o scatole pesanti. È importante pensare a dei cassetti per custodire i prodotti che non vogliamo che siano facile preda dei bambini. Sopra i 90 cm, invece, è possibile organizzare una serie di mensole, posizionate a varie altezze, per custodire i beni di maggior consumo, in modo che siano ordinati e ben visibili», risponde Nicola Rovere, che poi prosegue a descrivere le sue idee progettuali quando si parla di dispensa.
Quanti metri quadrati sono necessari perché sia pratica e funzionale?
«L’ideale sarebbe dedicare una superficie di almeno 4 m² (immaginando di avere abbastanza agio per muoversi tra i contenitori) dalla larghezza minima di 1 m; gli spazi non dovrebbero essere più profondi di 45 cm, soprattutto per sfruttare comodamente quelli più alti. Una scaletta permetterebbe di raggiungere facilmente un’altezza maggiore di 180 cm».
Perché è meglio una dispensa rispetto a una semplice scaffalatura?
«La dispensa, che sia un mobile in cucina o uno spazio dedicato, è certamente meglio di una scaffalatura aperta soprattutto per una questione igienica, prima che estetica. Gli alimenti infatti vengono meglio custoditi, lontani dalla polvere, dai raggi del sole, dagli sbalzi di temperatura, oltre che dagli insetti».
«La dispensa può essere costituita da un mobile (un tempo chiamato anche madia) o, per chi ha spazio a sufficienza, può essere realizzata all’interno di un apposito locale, come fosse una cabina armadio dedicata al cibo. In entrambi i casi, sarebbe preferibile avere scomparti di differenti altezze, dedicando gli spazi più generosi (meglio in basso) per stivare bottiglie o scatole pesanti. È importante pensare a dei cassetti per custodire i prodotti che non vogliamo che siano facile preda dei bambini. Sopra i 90 cm, invece, è possibile organizzare una serie di mensole, posizionate a varie altezze, per custodire i beni di maggior consumo, in modo che siano ordinati e ben visibili», risponde Nicola Rovere, che poi prosegue a descrivere le sue idee progettuali quando si parla di dispensa.
Quanti metri quadrati sono necessari perché sia pratica e funzionale?
«L’ideale sarebbe dedicare una superficie di almeno 4 m² (immaginando di avere abbastanza agio per muoversi tra i contenitori) dalla larghezza minima di 1 m; gli spazi non dovrebbero essere più profondi di 45 cm, soprattutto per sfruttare comodamente quelli più alti. Una scaletta permetterebbe di raggiungere facilmente un’altezza maggiore di 180 cm».
Perché è meglio una dispensa rispetto a una semplice scaffalatura?
«La dispensa, che sia un mobile in cucina o uno spazio dedicato, è certamente meglio di una scaffalatura aperta soprattutto per una questione igienica, prima che estetica. Gli alimenti infatti vengono meglio custoditi, lontani dalla polvere, dai raggi del sole, dagli sbalzi di temperatura, oltre che dagli insetti».
Qual è il materiale migliore con cui è possibile realizzarla?
«La questione è puramente estetica; non ci sono particolari limitazioni, se non quelle di utilizzare un materiale facilmente lavabile e difficilmente attaccabile da fattori esterni. Personalmente amo usare il legno, trattato per uso alimentare e in tutte le sue differenti finiture, è versatile e dialoga bene con i diversi contesti».
Immaginiamo una dispensa dalle misure minime, quanto può costare?
«Molto dipende dai materiali utilizzati, dalle finiture e dettagli scelti e dalla quantità di mensole o cassetti inseriti. Nel caso del legno, possiamo stimare un costo che parte da 200 euro al metro, escluse opere murarie e impianti, mentre per una superficie di 12/14 m² arriviamo a circa 3.000 euro».
Consigli e suggerimenti
«Certamente molto dipende dalla disponibilità di spazio all’interno della casa e dall’utilizzo reale che si fa della propria cucina. In fase di ristrutturazione completa, consiglio sempre di immaginare un ripostiglio più grande, più ordinato e pratico. In questo modo, studiando in maniera adeguata l’arredo, si può riuscire a sfruttare al meglio la superficie a disposizione».
«La questione è puramente estetica; non ci sono particolari limitazioni, se non quelle di utilizzare un materiale facilmente lavabile e difficilmente attaccabile da fattori esterni. Personalmente amo usare il legno, trattato per uso alimentare e in tutte le sue differenti finiture, è versatile e dialoga bene con i diversi contesti».
Immaginiamo una dispensa dalle misure minime, quanto può costare?
«Molto dipende dai materiali utilizzati, dalle finiture e dettagli scelti e dalla quantità di mensole o cassetti inseriti. Nel caso del legno, possiamo stimare un costo che parte da 200 euro al metro, escluse opere murarie e impianti, mentre per una superficie di 12/14 m² arriviamo a circa 3.000 euro».
Consigli e suggerimenti
«Certamente molto dipende dalla disponibilità di spazio all’interno della casa e dall’utilizzo reale che si fa della propria cucina. In fase di ristrutturazione completa, consiglio sempre di immaginare un ripostiglio più grande, più ordinato e pratico. In questo modo, studiando in maniera adeguata l’arredo, si può riuscire a sfruttare al meglio la superficie a disposizione».
3. Funzionalità nella suddivisione
«Credo che un principio di razionale suddivisione sia più che sufficiente: comincia così Marco Brianzoli che continua: «Una scaffalatura a vista, magari anche con cassetti, può essere una buona soluzione. Di aiuto possono sicuramente essere dei contenitori in legno, plastica o alluminio che facilitano la conservazione ed evitano il deposito di polvere. Che sia chiusa o a giorno, tendenzialmente non consiglio una profondità superiore a 45 cm perché se maggiore sarebbe scomoda e di difficile accesso».
Quanti metri quadrati sono necessari perché sia pratica e funzionale?
«Riguardo alla funzionalità, terrei la larghezza intorno ai 140 cm, così da avere spazio sufficiente per una doppia scaffalatura contrapposta (da 30 a 45 cm) e uno spazio a disposizione da 60 cm per muoversi e accedere agli scaffali comodamente. Nel caso non sia possibile avere la doppia scaffalatura contrapposta, lo spazio potrebbe ridursi anche a 110. La lunghezza minima, per avere un capienza sufficiente, può essere attorno ai 140 cm».
Perché è meglio una dispensa che una semplice scaffalatura?
«Nel caso si riesca a delimitare l’ambiente dispensa con una porta, che eviti o limiti l’accesso di polvere, credo che una scaffalatura a vista sia di più facile e veloce gestione. In caso contrario una dispensa chiusa favorisce la conservazione e la pulizia, limitando l’alzarsi delle temperature nella stagione estiva e facilitando la conservazione dei cibi».
Qual è il materiale migliore con cui è possibile realizzarla?
«Consiglio laminati o altri materiali che non assorbano (olio, ad esempio) per la finitura. La struttura interna degli elementi può essere in legno (MDF o stratificato), rivestito sempre in laminato. Spesso viene utilizzato anche l’alluminio, che però ha un prezzo più alto rispetto al legno MDF stratificato».
Immaginiamo una dispensa dalle misure minime, quanto può costare?
«Dipende se viene realizzata su misura. Scegliendo elementi presenti sul mercato, è possibile spendere intorno a 500/600 euro. Nel caso si opti per il su misura, i prezzi sono più alti. Direi che un locale dispensa da 140x140 cm, pienamente sfruttato e attrezzato su misura da falegname, potrebbe arrivare a costare anche 1.500/2.500 euro».
Consigli e suggerimenti
«Nel caso si scegliesse di optare per il massimo risparmio, con realizzazione di scaffalature in legno massello, non trattato, un consiglio è quello di utilizzare teli (magari antiscivolo) in gomma e plastica per coprire e proteggere le superfici di appoggio, così da evitare che il legno si macchi in caso di perdite o rovesciamento di olii».
«Credo che un principio di razionale suddivisione sia più che sufficiente: comincia così Marco Brianzoli che continua: «Una scaffalatura a vista, magari anche con cassetti, può essere una buona soluzione. Di aiuto possono sicuramente essere dei contenitori in legno, plastica o alluminio che facilitano la conservazione ed evitano il deposito di polvere. Che sia chiusa o a giorno, tendenzialmente non consiglio una profondità superiore a 45 cm perché se maggiore sarebbe scomoda e di difficile accesso».
Quanti metri quadrati sono necessari perché sia pratica e funzionale?
«Riguardo alla funzionalità, terrei la larghezza intorno ai 140 cm, così da avere spazio sufficiente per una doppia scaffalatura contrapposta (da 30 a 45 cm) e uno spazio a disposizione da 60 cm per muoversi e accedere agli scaffali comodamente. Nel caso non sia possibile avere la doppia scaffalatura contrapposta, lo spazio potrebbe ridursi anche a 110. La lunghezza minima, per avere un capienza sufficiente, può essere attorno ai 140 cm».
Perché è meglio una dispensa che una semplice scaffalatura?
«Nel caso si riesca a delimitare l’ambiente dispensa con una porta, che eviti o limiti l’accesso di polvere, credo che una scaffalatura a vista sia di più facile e veloce gestione. In caso contrario una dispensa chiusa favorisce la conservazione e la pulizia, limitando l’alzarsi delle temperature nella stagione estiva e facilitando la conservazione dei cibi».
Qual è il materiale migliore con cui è possibile realizzarla?
«Consiglio laminati o altri materiali che non assorbano (olio, ad esempio) per la finitura. La struttura interna degli elementi può essere in legno (MDF o stratificato), rivestito sempre in laminato. Spesso viene utilizzato anche l’alluminio, che però ha un prezzo più alto rispetto al legno MDF stratificato».
Immaginiamo una dispensa dalle misure minime, quanto può costare?
«Dipende se viene realizzata su misura. Scegliendo elementi presenti sul mercato, è possibile spendere intorno a 500/600 euro. Nel caso si opti per il su misura, i prezzi sono più alti. Direi che un locale dispensa da 140x140 cm, pienamente sfruttato e attrezzato su misura da falegname, potrebbe arrivare a costare anche 1.500/2.500 euro».
Consigli e suggerimenti
«Nel caso si scegliesse di optare per il massimo risparmio, con realizzazione di scaffalature in legno massello, non trattato, un consiglio è quello di utilizzare teli (magari antiscivolo) in gomma e plastica per coprire e proteggere le superfici di appoggio, così da evitare che il legno si macchi in caso di perdite o rovesciamento di olii».
4. Suddivisione per tipologia e razionalità nell’organizzazione
«Una dispensa ben organizzata deve essere suddivisa per tipologia così da facilitarne l’utilizzo. I prodotti a lunga scadenza sigillati, per esempio, devono essere separati dai prodotti aperti così come dai deperibili freschi», afferma Francesco Cazzaniga che prosegue: «È consigliabile anche dividere gli oggetti diversi: bevande, utensili, piccoli elettrodomestici, detersivi, la carta da cucina…».
Quanti metri quadrati sono necessari perché sia pratica e funzionale?
«Se si ha a disposizione una piccola stanza, come uno sgabuzzino chiuso che di norma misura 1/1,5 m², potremmo sfruttare l’altezza delle pareti utili predisponendo delle barre metalliche su cui fisseremo dei ripiani. In alternativa, i mobili classici usati per le cucine sono profondi e larghi 60 cm ed è possibile accostarne quanti se ne vuole in modo da raggiungere la dimensione desiderata. Accostando 2 moduli, per esempio, è possibile ottenere uno spazio di 120x60 cm, dimensione ottimale per organizzare un dispensa con tutto quanto si necessita per la cucina di una famiglia composta da 4/6 persone. Grazie ai ripiani mobili, internamente possiamo creare diverse altezze tra un piano e l’altro a seconda delle dimensioni degli oggetti che la dispensa dovrà contenere».
Perché è meglio una dispensa che una semplice scaffalatura?
«Una scaffalatura aperta non protegge alimenti e oggetti dalla polvere e dalla luce che per alcuni cibi comporta un deterioramento più rapido».
Qual è il materiale migliore con cui è possibile realizzarla?
«Sul mercato possiamo scegliere tra diverse opzioni, è però importante che siano materiali facili da pulire, come i laminati che sono lisci».
Immaginiamo una dispensa dalle misure minime, quanto può costare?
«Il modulo minimo di un mobile dispensa è di 60x60 cm di profondità con un’altezza che di solito arriva a 240 cm. Se si acquista da filiera industriale in materiale completamente laminato (ante comprese) il suo costo potrebbe essere compreso tra le 100 e le 200 euro a seconda della qualità della ferramenta utilizzata per le cerniere e per i sostegni dei ripiani o dalla tipologia delle maniglie».
Consigli e suggerimenti
«Nei ripiani bassi della dispensa è bene riporre cibi e oggetti pesanti e usati maggiormente, nei ripiani alti, invece, è opportuno collocare gli oggetti più leggeri e utilizzati con meno frequenza. Consiglio di impilare tutto sugli scaffali in modo da sfruttare l’intera altezza a disposizione. È bene posizionare pasta, riso e sale in contenitori di vetro mentre caffè, biscotti, fette biscottate aperte e zollette di zucchero in barattoli di latta che sanno mantenere il gusto e la consistenza del cibo più a lungo ed evitano il contatto diretto con la luce. Meglio prediligere invece i contenitori di plastica per gli alimenti in pacchi di carta, come quelli per farina e zucchero semolato per evitare così che si rovescino accidentalmente e sporchino gli armadietti e il pavimento. Nella dispensa è opportuno non riporre solo alimenti, bevande e contenitori, ma anche tutti gli strumenti ingombranti».
«Una dispensa ben organizzata deve essere suddivisa per tipologia così da facilitarne l’utilizzo. I prodotti a lunga scadenza sigillati, per esempio, devono essere separati dai prodotti aperti così come dai deperibili freschi», afferma Francesco Cazzaniga che prosegue: «È consigliabile anche dividere gli oggetti diversi: bevande, utensili, piccoli elettrodomestici, detersivi, la carta da cucina…».
Quanti metri quadrati sono necessari perché sia pratica e funzionale?
«Se si ha a disposizione una piccola stanza, come uno sgabuzzino chiuso che di norma misura 1/1,5 m², potremmo sfruttare l’altezza delle pareti utili predisponendo delle barre metalliche su cui fisseremo dei ripiani. In alternativa, i mobili classici usati per le cucine sono profondi e larghi 60 cm ed è possibile accostarne quanti se ne vuole in modo da raggiungere la dimensione desiderata. Accostando 2 moduli, per esempio, è possibile ottenere uno spazio di 120x60 cm, dimensione ottimale per organizzare un dispensa con tutto quanto si necessita per la cucina di una famiglia composta da 4/6 persone. Grazie ai ripiani mobili, internamente possiamo creare diverse altezze tra un piano e l’altro a seconda delle dimensioni degli oggetti che la dispensa dovrà contenere».
Perché è meglio una dispensa che una semplice scaffalatura?
«Una scaffalatura aperta non protegge alimenti e oggetti dalla polvere e dalla luce che per alcuni cibi comporta un deterioramento più rapido».
Qual è il materiale migliore con cui è possibile realizzarla?
«Sul mercato possiamo scegliere tra diverse opzioni, è però importante che siano materiali facili da pulire, come i laminati che sono lisci».
Immaginiamo una dispensa dalle misure minime, quanto può costare?
«Il modulo minimo di un mobile dispensa è di 60x60 cm di profondità con un’altezza che di solito arriva a 240 cm. Se si acquista da filiera industriale in materiale completamente laminato (ante comprese) il suo costo potrebbe essere compreso tra le 100 e le 200 euro a seconda della qualità della ferramenta utilizzata per le cerniere e per i sostegni dei ripiani o dalla tipologia delle maniglie».
Consigli e suggerimenti
«Nei ripiani bassi della dispensa è bene riporre cibi e oggetti pesanti e usati maggiormente, nei ripiani alti, invece, è opportuno collocare gli oggetti più leggeri e utilizzati con meno frequenza. Consiglio di impilare tutto sugli scaffali in modo da sfruttare l’intera altezza a disposizione. È bene posizionare pasta, riso e sale in contenitori di vetro mentre caffè, biscotti, fette biscottate aperte e zollette di zucchero in barattoli di latta che sanno mantenere il gusto e la consistenza del cibo più a lungo ed evitano il contatto diretto con la luce. Meglio prediligere invece i contenitori di plastica per gli alimenti in pacchi di carta, come quelli per farina e zucchero semolato per evitare così che si rovescino accidentalmente e sporchino gli armadietti e il pavimento. Nella dispensa è opportuno non riporre solo alimenti, bevande e contenitori, ma anche tutti gli strumenti ingombranti».
5. Dimensionata in funzione delle abitudini del committente
Chiara Frigerio dà le sue indicazioni in tema di dispensa: «Per avere una dispensa pratica e funzionale, sarebbe opportuno prima pensare alle abitudini di chi la usa. Per esempio, se fosse per un amante della farina e della panificazione, sarebbe necessario ricavare abbastanza spazio per conservare molti barattoli. Se in dispensa poniamo cibi di piccole dimensioni, è bene optare per contenitori nei quali travasare i prodotti per evitare di sporcare. Sempre per igiene e pulizia, è bene evitare di creare piccole insenature».
Quanti metri quadrati sono necessari perché sia pratica e funzionale?
«Mi è capitato di progettare dispense piccole, di soli 10 cm, profonde quanto il barattolo di salsa di pomodoro, pensate per una coppia di single che cucinava poco e stava poco a casa. Per una famiglia di 5 persone, invece, è necessaria una dispensa più grande».
Perché è meglio una dispensa che una semplice scaffalatura?
«Una dispensa chiusa evita la polvere. Consente, inoltre, di posizionarla anche in posti impensabili… Penso ad esempio alle abitazioni piccole, potresti collocarla anche in soggiorno».
Qual è il materiale migliore con cui è possibile realizzarla?
«Consiglio di scegliere un materiale facilmente pulibile, quindi i laminati o, per l’interno, è possibile optare anche per ripiani in acciaio».
Immaginiamo una dispensa dalle misure minime, quanto può costare?
«È difficile definire un costo, una dispensa può essere anche un’anta dell’armadio riconvertita o una stanza dove è stato posizionato anche il frigorifero».
Consigli e suggerimenti
«Rivestire i piani con materiale per cassetti o linoleum per sfoderare gli interni e pulirli, anche con il passare del tempo. Evitare invece ripiani troppo profondi per non rischiare di accumulare cibi che con il tempo rischi di dimenticare».
Tocca a te! Hai altre domande da fare ai Pro? Scrivile nei Commenti qui Sotto!
Altro
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Chiara Frigerio dà le sue indicazioni in tema di dispensa: «Per avere una dispensa pratica e funzionale, sarebbe opportuno prima pensare alle abitudini di chi la usa. Per esempio, se fosse per un amante della farina e della panificazione, sarebbe necessario ricavare abbastanza spazio per conservare molti barattoli. Se in dispensa poniamo cibi di piccole dimensioni, è bene optare per contenitori nei quali travasare i prodotti per evitare di sporcare. Sempre per igiene e pulizia, è bene evitare di creare piccole insenature».
Quanti metri quadrati sono necessari perché sia pratica e funzionale?
«Mi è capitato di progettare dispense piccole, di soli 10 cm, profonde quanto il barattolo di salsa di pomodoro, pensate per una coppia di single che cucinava poco e stava poco a casa. Per una famiglia di 5 persone, invece, è necessaria una dispensa più grande».
Perché è meglio una dispensa che una semplice scaffalatura?
«Una dispensa chiusa evita la polvere. Consente, inoltre, di posizionarla anche in posti impensabili… Penso ad esempio alle abitazioni piccole, potresti collocarla anche in soggiorno».
Qual è il materiale migliore con cui è possibile realizzarla?
«Consiglio di scegliere un materiale facilmente pulibile, quindi i laminati o, per l’interno, è possibile optare anche per ripiani in acciaio».
Immaginiamo una dispensa dalle misure minime, quanto può costare?
«È difficile definire un costo, una dispensa può essere anche un’anta dell’armadio riconvertita o una stanza dove è stato posizionato anche il frigorifero».
Consigli e suggerimenti
«Rivestire i piani con materiale per cassetti o linoleum per sfoderare gli interni e pulirli, anche con il passare del tempo. Evitare invece ripiani troppo profondi per non rischiare di accumulare cibi che con il tempo rischi di dimenticare».
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«La dispensa è parte integrante della casa. Organizzarla al meglio facilita il nostro vivere quotidiano. È importante dedicarle lo spazio necessario, che deve essere studiato in funzione dei movimenti delle persone che la gestiscono. Tutto questo si traduce nel riuscire a mantenere un ordine facile o, meglio, un disordine controllato», risponde Paolo Gelso che continua nelle risposte successive.
Quanti metri quadrati sono necessari perché sia pratica e funzionale?
«I metri quadrati non possono essere standardizzati. Sono legati a diversi fattori: il numero di componenti del nucleo familiare, la grandezza della casa, l’età delle persone, il lavoro, il loro stile di vita e le abitudini… Il disegno anche di una piccola dispensa è parte integrante di un progetto generale rapportato ai modi di vivere della famiglia. Indicativamente, per un nucleo familiare composto da quattro persone, i metri quadrati necessari possono essere compresi tra i 4 e i 6».
Perché è meglio una dispensa rispetto a una semplice scaffalatura?
«La dispensa diventa uno spazio protetto che può essere più facilmente organizzato e gestito nel tempo a seconda delle necessità. La possibilità di tenerla chiusa o aperta è una libertà e diventa una scelta per chi abita lo spazio».