4 Consigli per Chi Ha un Bagno Senza Finestra
Abbiamo intervistato 4 Pro di Houzz per capire come gestire un bagno privo di finestra per aerazione, luce e muffe
Abbiamo chiesto a 4 professionisti di Houzz cosa fare se la nostra abitazione ha un bagno cieco. Con loro abbiamo ricordato cosa dichiara la normativa e abbiamo analizzato tre problematiche: come gestire gli odori di un bagno senza finestra, come illuminarlo per rendere la stanza più accogliente e confortevole, come prevenire macchie e muffe.
I consigli professionali di:
Susanna Tamborini ed Emanuela Baccichetti, architette di ESSEstudioarch, provincia di Varese
Isabella Franco, architetta, Milano
Martina Margaria, architetta di Milano Abita, Milano
Andrea Vertua, architetto, provincia di Brescia
I consigli professionali di:
Susanna Tamborini ed Emanuela Baccichetti, architette di ESSEstudioarch, provincia di Varese
Isabella Franco, architetta, Milano
Martina Margaria, architetta di Milano Abita, Milano
Andrea Vertua, architetto, provincia di Brescia
2. Come gestire gli odori?
È importante predisporre sempre un sistema di fuoriuscita con aspirazione e deumidificazione. «Consigliamo di nascondere l’impianto con un ribassamento, per esempio un controsoffitto, o con una controtrave in cartongesso. È un’ottima idea integrare il sistema di aerazione con il WC, per cui ad ogni scarica del flusso d’acqua si mette in funzione anche il sistema d’aria con diretto risucchio degli odori. Questa soluzione è ideale per evitare la condensa e il vapore acqueo prodotto dalla doccia o dalla vasca», affermano i progettisti di ESSEstudioarch.
L’architetta Margaria di Milano Abita afferma: «Vi sono in commercio molteplici soluzioni: dal classico ventolino con griglia alle proposte più nuove dove la ventola è nascosta da un pannello frontale con presa d’aria lungo i perimetri. Un’altra soluzione interessante è la ventilazione meccanica controllata, VMC, che prevede un impianto strutturato più complesso, con macchine filtranti a riciclo continuo che mirano al mantenimento costante di ingresso d’aria filtrata, per cui pulita, e di corretti livelli di umidità».
Trova un esperto di bagni nella tua zona che ti aiuti nel tuo progetto
È importante predisporre sempre un sistema di fuoriuscita con aspirazione e deumidificazione. «Consigliamo di nascondere l’impianto con un ribassamento, per esempio un controsoffitto, o con una controtrave in cartongesso. È un’ottima idea integrare il sistema di aerazione con il WC, per cui ad ogni scarica del flusso d’acqua si mette in funzione anche il sistema d’aria con diretto risucchio degli odori. Questa soluzione è ideale per evitare la condensa e il vapore acqueo prodotto dalla doccia o dalla vasca», affermano i progettisti di ESSEstudioarch.
L’architetta Margaria di Milano Abita afferma: «Vi sono in commercio molteplici soluzioni: dal classico ventolino con griglia alle proposte più nuove dove la ventola è nascosta da un pannello frontale con presa d’aria lungo i perimetri. Un’altra soluzione interessante è la ventilazione meccanica controllata, VMC, che prevede un impianto strutturato più complesso, con macchine filtranti a riciclo continuo che mirano al mantenimento costante di ingresso d’aria filtrata, per cui pulita, e di corretti livelli di umidità».
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3. Come illuminare un bagno cieco?
«È possibile scegliere faretti nel controsoffitto in cartongesso, applique o una plafoniera, oppure preferire le strisce led – da posizionare sopra il lavandino – o luci puntuali. È possibile giocare anche con l’inserimento di strisce led nel ribassamento in cartongesso o preferire delle velette retroilluminate, che contribuiscono a trasmettere una sensazione di relax. Molto richiesta è la luce in doccia, che sia faretto o strip led», continuano da ESSEstudioarch.
Andrea Vertua sottolinea l’importanza di studiare un preciso progetto d’illuminazione per evitare che l’ambiente risulti poco ospitale e angusto. «È opportuno che vi sia una sufficiente fonte di luce, come se il bagno fosse illuminato a giorno. Consiglio di scegliere diverse fonti di illuminazione con più accensioni così da calibrare la luce in base all’esigenza. Un’ottima soluzione sono le strisce led dimmerabili, la cui intensità varia. È bene scegliere colori chiari e tenui e rivestimenti realizzati con materiali riflettenti o dalla finitura opaca».
L’architetta Isabella Franco aggiunge: «Consiglio di creare degli angoli luminosi in corrispondenza della doccia o della vasca o vicino allo specchio e, se il mobile è sospeso, è possibile studiare anche una luce da posizionare sotto il mobiletto».
«È possibile scegliere faretti nel controsoffitto in cartongesso, applique o una plafoniera, oppure preferire le strisce led – da posizionare sopra il lavandino – o luci puntuali. È possibile giocare anche con l’inserimento di strisce led nel ribassamento in cartongesso o preferire delle velette retroilluminate, che contribuiscono a trasmettere una sensazione di relax. Molto richiesta è la luce in doccia, che sia faretto o strip led», continuano da ESSEstudioarch.
Andrea Vertua sottolinea l’importanza di studiare un preciso progetto d’illuminazione per evitare che l’ambiente risulti poco ospitale e angusto. «È opportuno che vi sia una sufficiente fonte di luce, come se il bagno fosse illuminato a giorno. Consiglio di scegliere diverse fonti di illuminazione con più accensioni così da calibrare la luce in base all’esigenza. Un’ottima soluzione sono le strisce led dimmerabili, la cui intensità varia. È bene scegliere colori chiari e tenui e rivestimenti realizzati con materiali riflettenti o dalla finitura opaca».
L’architetta Isabella Franco aggiunge: «Consiglio di creare degli angoli luminosi in corrispondenza della doccia o della vasca o vicino allo specchio e, se il mobile è sospeso, è possibile studiare anche una luce da posizionare sotto il mobiletto».
«Consiglio, quando possibile, di realizzare un sopraluce lungo una parete. Questa soluzione permette il passaggio di luce naturale dall’ambiente confinante e garantisce la privacy. Vi sono dei sistemi con led a soffitto, coperti da un apposito telo tecnico bianco che diffonde la luce artificiale in maniera omogenea, creando l’effetto di cielo e trasmettendo l’idea di spazio infinito. Questa soluzione aiuta a percepire i piccoli bagni più grandi. Attenzione allo specchio: se posizionato in prossimità della luce principale, ha la possibilità di replicare l’effetto nelle direzioni di rifrazione», spiega Martina Margaria
Guarda altre foto di bagni! Nella sezione Foto puoi scegliere colore, dimensione, luogo e budget dei progetti che vuoi scoprire.
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4. Come prevenire macchie e muffe?
ESSEstudioarch consiglia: «Oltre all’aspirazione, contro muffe e macchie una soluzione è l’installazione di un deumidificatore al centro della stanza, per aumentare il flusso d’aria. Piccoli accorgimenti possono aiutare: per esempio lasciare la porta del bagno aperta almeno per 30 minuti ogni giorno o lasciare aperte le ante del box doccia cosicché l’acqua possa asciugare più facilmente. Altra strategia è applicare una vernice lavabile che resiste alla condensa e alla muffa».
Isabella Franco puntualizza: «Spesso, nel caso di condomini, si è in presenza di una colonna condominiale alla quale è necessario allacciarsi con un dispositivo elettrico di aspirazione. Ne esistono di varie marche, forme e dimensioni, è bene scegliere un modello che non sia troppo vistoso e più minimale possibile. L’accensione per esempio può avvenire con il tasto con cui si accende la luce principale del bagno, anche con un pulsante da remoto da attivare solo in caso di necessità».
E aggiunge: «Un ulteriore accorgimento è creare un controsoffitto con lastre verdi: questo consente un ridotto assorbimento dell’acqua, utile per scongiurare l’eventuale formazione di muffe o macchie. Il controsoffitto in cartongesso permette anche una più facile gestione delle fonti di illuminazione e rende l’ambiente più accogliente».
ESSEstudioarch consiglia: «Oltre all’aspirazione, contro muffe e macchie una soluzione è l’installazione di un deumidificatore al centro della stanza, per aumentare il flusso d’aria. Piccoli accorgimenti possono aiutare: per esempio lasciare la porta del bagno aperta almeno per 30 minuti ogni giorno o lasciare aperte le ante del box doccia cosicché l’acqua possa asciugare più facilmente. Altra strategia è applicare una vernice lavabile che resiste alla condensa e alla muffa».
Isabella Franco puntualizza: «Spesso, nel caso di condomini, si è in presenza di una colonna condominiale alla quale è necessario allacciarsi con un dispositivo elettrico di aspirazione. Ne esistono di varie marche, forme e dimensioni, è bene scegliere un modello che non sia troppo vistoso e più minimale possibile. L’accensione per esempio può avvenire con il tasto con cui si accende la luce principale del bagno, anche con un pulsante da remoto da attivare solo in caso di necessità».
E aggiunge: «Un ulteriore accorgimento è creare un controsoffitto con lastre verdi: questo consente un ridotto assorbimento dell’acqua, utile per scongiurare l’eventuale formazione di muffe o macchie. Il controsoffitto in cartongesso permette anche una più facile gestione delle fonti di illuminazione e rende l’ambiente più accogliente».

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ESSEstudioarch spiega che, se si fa riferimento al decreto ministeriale sanità del 5 luglio 1975, la normativa stabilisce che il primo bagno di un’abitazione può essere cieco soltanto in una casa grande fino a 70 metri quadri con una sola camera da letto. E che nel bagno deve essere presente un sistema di ricambio dell’aria, affinché questa stanza possa essere ritenuta agibile. Vi sono dei regolamenti edilizi che variano da comune a comune e che, sulla base delle leggi nazionali, stabiliscono dei requisiti precisi per quanto riguarda l’aerazione e l’illuminazione.
«Se l’appartamento ha una metratura superiore a 70 metri quadrati, può essere presente un secondo bagno cieco» precisa l’architetta Isabella Franco.
«Diversa è la questione nel caso di bagni esistenti e ciechi, che devono essere messi a norma. Si fa riferimento ai regolamenti comunali di igiene edilizia: in generale affermano che la stanza da bagno principale deve essere dotata di finestra apribile all’esterno per il ricambio dell’aria, pari ad almeno 1/8 del pavimento, mentre nello specifico caso dei bagni ciechi l’aspirazione forzata deve assicurare un coefficiente di ricambio minimo di 6 volumi/ora se in espulsione continua, 12 volumi/ora se in aspirazione forzata, per assicurare almeno 3 ricambi per ogni utilizzo dell’ambiente», puntualizza l’architettoa Martina Margaria di Milano Abita.