Compost Casalingo. Cos’è, Come Prepararlo e Utilizzarlo
Compostaggio domestico, una buona pratica ecologica e intelligente
Produrre compost in casa è un modo semplice e immediato per dare una mano all’ambiente e alla natura. Infatti, utilizzando gli scarti vegetali della cucina e del giardino è possibile ottenere un eccellente ammendante, in grado di aumentare la salubrità del terreno e la salute delle piante. Vediamo come partire con il piede giusto!
Chi ha un orto, o anche solo piante in vaso sul balcone, può utilizzare con profitto i normali scarti di cucina per produrre compost e fornire nuovo nutrimento biologico alle proprie piante. Sostituire un ammendante come il compost con dei concimi chimici è impossibile, perché il modo di interagire con il terreno è del tutto diverso. I fertilizzanti chimici rilasciano immediatamente nel terreno grandi quantità di macroelementi, causando una serie di danni: inquinamento della falda, tramite il dilavamento operato dalla pioggia e dalle irrigazioni; accumulo nei vegetali di sostanze tossiche per il nostro organismo; indebolimento progressivo delle piante, che spinte nello sviluppo in modo anomalo, sono soggette più facilmente a malattie fungine e ad attacchi di parassiti.
Il comportamento del compost nel terreno è completamente diverso: la sostanza organica in esso contenuta si decompone nel terreno in modo graduale, liberando le sostanze nutritive che vengono assorbite dalle piante in maniera del tutto naturale, senza che si verifichino pericolosi accumuli o dispersioni di sostanze nella falda.
Come iniziare, quindi? Il primo passo è organizzare la cucina in modo da rendere veloce e comodo dividere gli scarti compostabili da quelli che non lo sono, integrando perciò i contenitori già predisposti per la raccolta differenziata con una piccola compostiera, che può essere un semplice cestino come il packaging delle verdure – che andrà poi buttato – o un contenitore durevole di qualsiasi tipo, purché sia lavabile ad alte temperature.
Molto funzionali sono le soluzioni multiple da incasso, con tre o più contenitori per gli scarti vegetali, il secco, la carta e la plastica. Se non già previsti nell’allestimento della vostra cucina, si possono trovare presso i grandi negozi di arredamento dei sistemi di misura standard, anche scorrevoli, che possono essere fissati facilmente sui dei binari all’interno degli armadietti della cucina.
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All’interno della compostiera si possono accumulare tutte le sostanze vegetali di scarto della cucina, come bucce, foglie, semi, e altre sostanze organiche come i gusci delle uova. È bene limitare l’introduzione di alcuni scarti come ad esempio le bucce degli agrumi, per il loro contenuto di olii essenziali che potrebbero inibire l’azione dei microrganismi, così come le foglie di castagno e di noce e gli aghi delle conifere; scarti di carne, salumi e latticini, perché attirerebbero animali sgraditi.
Scegliere di usare una compostiera apposita porta dei vantaggi indiscutibili: permette di riciclare comodamente gli scarti della cucina senza dover necessariamente adottare famiglie di moscerini, convivere con odori improbabili o essere costretti a viaggi quotidiani per versare il contenuto nella compostiera esterna, specie in inverno o se piove.
L’importante è che la compostiera domestica sia progettata in modo tale da bloccare la fuoriuscita degli odori, mantenendo al tempo stesso un adeguato ricambio d’aria all’interno del contenitore. Quando la compostiera sarà piena, si trasferirà il contenuto all’esterno, in questo caso basterà farlo solo un paio di volte alla settimana.
L’importante è che la compostiera domestica sia progettata in modo tale da bloccare la fuoriuscita degli odori, mantenendo al tempo stesso un adeguato ricambio d’aria all’interno del contenitore. Quando la compostiera sarà piena, si trasferirà il contenuto all’esterno, in questo caso basterà farlo solo un paio di volte alla settimana.
Quando lo spazio è sufficiente e c’è un orto grande da nutrire, una buona idea è quella di costruire una compostiera esterna a tre scomparti, anche utilizzando vecchi pallet, ottenendo così tre spazi da un metro cubo circa ciascuno.
I tre spazi differiscono nella “fasciatura” esterna: il primo spazio sarà più aperto, quello di mezzo lo sarà un po’ meno e il terzo sarà quasi completamente rivestito. Ogni scomparto della compostiera “ospiterà” gli scarti vegetali e di cucina a stadi di maturazione differenti. Per facilitare l’aerazione meglio porre alla base dei cumuli delle fascine di legna o dei residui di potatura.
Un esempio di ciclo potrebbe essere il seguente: nel primo scomparto andranno messi gli scarti recenti, freschi; quando sarà pieno, si trasferirà il cumulo nel terzo scomparto e gli scarti freschi andranno ancora nel primo; quando il primo scomparto sarà di nuovo pieno si trasferirà il contenuto nello spazio di mezzo. Così facendo avremo tre cumuli di compost a diversi stadi di maturazione: fresco nel primo, medio nel secondo e pronto all’uso nel terzo.
I tre spazi differiscono nella “fasciatura” esterna: il primo spazio sarà più aperto, quello di mezzo lo sarà un po’ meno e il terzo sarà quasi completamente rivestito. Ogni scomparto della compostiera “ospiterà” gli scarti vegetali e di cucina a stadi di maturazione differenti. Per facilitare l’aerazione meglio porre alla base dei cumuli delle fascine di legna o dei residui di potatura.
Un esempio di ciclo potrebbe essere il seguente: nel primo scomparto andranno messi gli scarti recenti, freschi; quando sarà pieno, si trasferirà il cumulo nel terzo scomparto e gli scarti freschi andranno ancora nel primo; quando il primo scomparto sarà di nuovo pieno si trasferirà il contenuto nello spazio di mezzo. Così facendo avremo tre cumuli di compost a diversi stadi di maturazione: fresco nel primo, medio nel secondo e pronto all’uso nel terzo.
Per controllare se il processo di compostaggio sta procedendo correttamente, basta prenderne una manciata e stringerla nella mano. In presenza di fuoriuscita di acqua, come se si stesse stringendo una spugna, il cumulo è troppo bagnato e va inserito materiale assorbente, come ad esempio foglie secche o sfalcio del prato, sempre secco; se invece il materiale si scompone in mano, vuol dire che il cumulo va bagnato con acqua. I cumuli vanno sempre ben arieggiati, muovendoli dal basso verso l’alto e incorporando quanta più aria possibile.
Monitorare periodicamente la compostiera ci permette di cogliere quei segnali che ci fanno capire se qualcosa sta andando storto: ad esempio, la presenza di muffa grigia, che indica che il cumulo si è seccato troppo e che la decomposizione si è interrotta; in questo caso bisogna rimescolare e bagnare o aggiungere del materiale umido. Al contrario, un odore sgradevole o una colorazione verdastra suggeriscono una eccessiva umidità del composto; c’è stata troppa pioggia, oppure sono stati immessi troppi rifiuti verdi e freschi; bisognerà aggiungere foglie ed erba secca, paglia o terra, residui di potatura che asciughino il cumulo.
Un compost ben formato si presenta come un terriccio morbido, dalla struttura fine, leggero, dal colore scuro e con un buon odore terroso, mai sgradevole. Quando il compost è a questo stadio, cioè perfettamente maturo, si può mescolare direttamente al terreno, oppure può essere miscelato a sabbia, materiale ghiaioso, perlite o altro terriccio per essere impiegato in buche d’impianto di nuove piante o alberi, dove farà da concimazione di fondo; oppure semplicemente sparso attorno agli ortaggi e alle piante da fiore, sia in terra che in vaso, dove regalerà alle colture del nutrimento perfettamente bilanciato e naturale.
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