Le Case di Houzz: un Vecchio Laboratorio Diventa un Gioco di Archi
Un unico grande spazio scandito dal ritmo degli archi della struttura portante che definiscono e collegano i diversi ambienti
Una casa al pian terreno ma luminosa, in centro, con un giardino e un posto macchina… Requisiti non proprio scontati in una città come Milano. Eppure, dopo anni di ricerca e grazie a quei colpi di fortuna che capitano a chi ha perseveranza oltre che conoscenza ed esperienza, l’architetto Giuseppe Chigiotti ha finalmente trovato il posto giusto. «Avevo perso ogni speranza quando mi proposero questo spazio situato in una zona – quella fra Porta Genova e i Navigli – ben diversa da come si presenta oggi. Fu una scelta più di istinto che di ragionamento».
Giuseppe Chigiotti si divide tra Grosseto e Milano e nella città meneghina cercava una casa da dove si potessero raggiungere a piedi alcuni luoghi strategici come la Scala, il Duomo, la Triennale. Quando visitò questo spazio lo trovò in stato di degrado e abbandono, ma si accorse subito delle sue potenzialità – e della luminosità – e decise di affrontarne il completo risanamento. «Non vivendo fisso a Milano, si è dimostrata la scelta giusta», racconta orgoglioso.
Divano: Hoff, design Giuseppe Chigiotti, Driade, 2009; tappeto Kilim, Tavolini: Side Table 16”, design Eero Saarinen, Knoll, 1957
Divano: Hoff, design Giuseppe Chigiotti, Driade, 2009; tappeto Kilim, Tavolini: Side Table 16”, design Eero Saarinen, Knoll, 1957
L’edificio sorse a fine ‘800 come magazzino di balle di cotone che giungevano via Naviglio direttamente alla Darsena (l’antico Porto di Milano). Sopra il corpo centrale, oggi occupato dall’abitazione di Chigiotti, si affacciano cinque piani di appartamenti, originariamente bilocali degli operai. In seguito si trasformò in rivendita di carbone per poi ospitare un’azienda di idraulica.
Poltroncine: Campanino, F.lli Levaggi; lampada a sospensione :Glo-ball S1/S2, design Jasper Morrison, Flos, 1998
Poltroncine: Campanino, F.lli Levaggi; lampada a sospensione :Glo-ball S1/S2, design Jasper Morrison, Flos, 1998
Per prima cosa l’architetto ha provveduto a riaprire gli spazi creando un unico grande ambiente. L’avvicendarsi dei locali è scandito dai grandi archi strutturali e dalla uniforme pavimentazione in listoni di rovere trattato. L’unica stanza chiusa è la camera degli ospiti.
Ogni spazio si apre sull’altro: dalla camera allo studio, dallo studio al soggiorno, fino alla cucina. La continuità degli ambienti è sottolineata dal ripetersi del medesimo modello di librerie (Oikos). Un’omogeneità destinata a mettere in evidenza la particolarità dei singoli elementi di arredo.
Lampadario: Zettel’z 6, Ingo Maurer, 1998; Poltrona-pouf: Marumaru design Kazuyo Sejima, Driade
Lampadario: Zettel’z 6, Ingo Maurer, 1998; Poltrona-pouf: Marumaru design Kazuyo Sejima, Driade
Molti degli arredi e delle lampade sono disegnati da Chigiotti stesso, che ha scelto anche qualche pezzo iconico degli anni ‘50, come la poltrona arancione, Bertoia Bird Chair, (design Harry Bertoia, Knoll, 1952) e le poltrone bianche Elettra, (design BBPR, Arflex, 1954, ancora in produzione).
Lampada da terra: Grape II, design Giuseppe Chigiotti, Driade, 2008; Carrello-tavolino: Mak, design Giuseppe Chigiotti, Driade, 2009
Il senso di luce che pervade la casa è accentuato dalle pareti bianche. Uno sfondo sempre ideale per esaltare la forma di mobili e soprammobili.
Lampada a sospensione: Grape I, design Giuseppe Chigiotti, Driade, 2008; candelieri e portafrutta: Serie Matthew Boulton, design Giuseppe Chigiotti, Driade, 2004; poltroncine: Driade
Lampada a sospensione: Grape I, design Giuseppe Chigiotti, Driade, 2008; candelieri e portafrutta: Serie Matthew Boulton, design Giuseppe Chigiotti, Driade, 2004; poltroncine: Driade
Tutto bianco anche in cucina, una sorta di contenitore vetrato che lascia passare la luce e si affaccia direttamente sullo spazio esterno e in continuità con esso; come lo sono tutti gli ambienti della casa.
Se tutti i locali della casa si susseguono in un continuum uniforme e coerente, lo stesso accade nella relazione con la corte esterna. Si tratta di uno spazio di 35 m² con pavimento in listoni di teak, in cui godere di momenti di relax nella bella stagione. E, siccome sulla corte si affacciano i cinque piani sovrastanti, si viene anche a creare una relazione con il vicinato.
Carrello-tavolino: Trick, design Giuseppe Chigiotti, Driade, 2012
Nella nostra rubrica “Le Case di Houzz” proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz. Se vuoi mostrarci il tuo lavoro, carica le foto sul tuo profilo Houzz e invia il link insieme a una breve descrizione del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
Carrello-tavolino: Trick, design Giuseppe Chigiotti, Driade, 2012
Nella nostra rubrica “Le Case di Houzz” proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz. Se vuoi mostrarci il tuo lavoro, carica le foto sul tuo profilo Houzz e invia il link insieme a una breve descrizione del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
Colpo d’occhio
Chi ci abita: l’Arch. Giuseppe Chigiotti e il Dott. Stefano Bucci
Dove: Milano
Anno di ristrutturazione: 2009
Architetto: Giuseppe Chigiotti
Superficie: 250 m² composti da soggiorno, due camere, due bagni, cucina, corte interna
Il particolare interessante: in origine, alla fine dell’Ottocento, era un magazzino di balle di cotone