Le Case di Houzz: Villa Vendicari, Minimalismo Rurale in Sicilia
Architettura organica ed estetica essenziale fanno scomparire la struttura nello scenario naturale circostante
Le colline siciliane, i loro colori, la loro luce, il loro profumo e il loro vento. Gli elementi della casa sono questi: l’inserimento discreto e silenzioso nel contesto paesaggistico era, ed è tutt’ora, il desiderio di committenti e architetto. L’intento di costruire qualcosa di bello ma allo stesso tempo destinato a scomparire nella natura. Il risultato è un progetto ricco di spunti e trovate interessanti per coniugare sostenibilità e design.
La struttura si articola in tre volumi e si sviluppa su un solo piano, l’altezza raggiunge un massimo di 4 metri e mezzo e la fluidità della pianta salta all’occhio. Un rifugio per le vacanze in cui scappare quando i ritmi si fanno frenetici e un punto di partenza ideale per scoprire un territorio che accoglie e sorprende.
La struttura si articola in tre volumi e si sviluppa su un solo piano, l’altezza raggiunge un massimo di 4 metri e mezzo e la fluidità della pianta salta all’occhio. Un rifugio per le vacanze in cui scappare quando i ritmi si fanno frenetici e un punto di partenza ideale per scoprire un territorio che accoglie e sorprende.
L’architetto definisce questa casa “porosa”: la collocazione delle finestre, asimmetrica e apparentemente casuale, svela in realtà l’intento di intercettare i venti dominanti nei mesi più caldi, per creare un circuito di ventilazione naturale e ridurre al minimo il ricorso al condizionamento artificiale. Una trovata furba e poetica al tempo stesso che sottolinea la vocazione di questo progetto: alimentare il dialogo tra interno ed esterno, un dialogo non solo estetico, ma anche funzionale.
La vita scorre nel corpo centrale, fra il dentro e il fuori. Anche qui le finestre giocano un ruolo attivo nello scandire i ritmi della giornata. Il lucernario centrale sembra quasi una nuvola aperta sul cielo e funziona un po’ da meridiana, creando una scia luminosa che si sposta seguendo il sole, mentre la grande porta finestra sull’esterno invita a dirigere lo sguardo verso il mare e verso la tonnara di Vendicari, interessante testimonianza di archeologia industriale siciliana.
Le sedie Panton di Vitra sono una delle poche concessioni al design blasonato. Il resto degli arredi, ridotti comunque all’essenziale, è di recupero o comunque frutto del lavoro artigiano locale. Del resto il disegno degli interni nasce per sottrazione dalla curvature delle pareti. Gli arredi ordinari, pensati per contesti squadrati, sono spesso sostituiti dalla muratura: dalla panca del living all’isola cucina. Il numero delle porte è il minimo indispensabile e il disegno è estremamente lineare: pannelli a tutta altezza, a scorrimento.
Per l’architetto il progetto ha avuto una valenza affettiva oltre che professionale: siciliano trapiantato a Roma dall’università in poi, è rimasto profondamente legato a questi luoghi e ne è un profondo conoscitore. «L’unica difficoltà iniziale che abbiamo avuto – racconta – è stata trasmettere all’impresa del luogo che ha eseguito i lavori un approccio nuovo, organico. Vincere l’abitudine a lavorare su volumi regolari, seguendo i canoni dell’edilizia ordinaria. Ma l’impresa ha risposto molto bene.»
La scelta dei materiali è stata estremamente semplice e ha messo subito d’accordo architetto e proprietari. Cemento industriale, muro a secco e ferro sia per gli esterni che per l’interno. Non ci sono pavimentazioni ulteriori, o rivestimenti murali eppure l’effetto finale è pulito e rifinito. «L’ispirazione – spiega Cutuli – è la vita di campagna, essenziale, vicina alla natura.» Non c’è spazio per sovrastrutture, ma solo per un’estetica organica e sostenibile.
Se il numero di materiali usati è minimo lo stesso vale per i colori. Il cemento industriale è stato lasciato alla sua tinta naturale e gli elementi in ferro sono stati dipinti in un grigio che ricorda la zincatura ma che a volte si ritrova nelle sfumature del cielo di Noto. Il punto di partenza è il colore dell’argilla della campagna circostante ripreso sui muri in cui è presente polvere di pietra locale. A seconda delle ore del giorno la luce intercettata dall’intonaco crea sfumature diverse, che richiamano i toni tipici dei materiali della zona.
La camera da letto padronale è un tributo al minimalismo rurale riletto in chiave contemporanea: un letto, i comodini, la vasca.
Nel corso della realizzazione del progetto, i proprietari si sono resi conto del valore simbolico che stava acquisendo la loro dimora e della eccezionalità della location e hanno deciso di destinarla non solo alle proprie vacanze, ma anche di aprirla all’ospitalità, accogliendo viaggiatori in cerca di un luogo speciale e fuori dai circuiti.
Nel corso della realizzazione del progetto, i proprietari si sono resi conto del valore simbolico che stava acquisendo la loro dimora e della eccezionalità della location e hanno deciso di destinarla non solo alle proprie vacanze, ma anche di aprirla all’ospitalità, accogliendo viaggiatori in cerca di un luogo speciale e fuori dai circuiti.
Perfettamente in linea con la sostenibilità del progetto, sono le tecnologie e i dispositivi bioclimatici per il risparmio energetico.
La sfida è stata integrarli e renderli invisibili: non facile, trattandosi di apparati spesso ingombranti, anche visivamente. Le mura sono spesse per conservare la giusta temperatura. Un impianto fotovoltaico produce l’energia necessaria per riscaldare l’acqua e far funzionare l’impianto di condizionamento. Il termocamino riscalda in inverno e le finestre, intercettando i venti, rinfrescano in estate.
La sfida è stata integrarli e renderli invisibili: non facile, trattandosi di apparati spesso ingombranti, anche visivamente. Le mura sono spesse per conservare la giusta temperatura. Un impianto fotovoltaico produce l’energia necessaria per riscaldare l’acqua e far funzionare l’impianto di condizionamento. Il termocamino riscalda in inverno e le finestre, intercettando i venti, rinfrescano in estate.
ll tetto-terrazzo è il luogo degli aperitivi al tramonto: pensato per essere vissuto, alterna aree semplicemente calpestabili ad aree più vivibili con barbecue, impianto idrico e sedute in muratura. È da qui che ci si rende conto di come la pianta riproponga le curvature e i colori del paesaggio: i monti Iblei hanno un andamento particolare legato ai movimenti geologici che risalgono al Miocene. Nella vista dall’alto non c’è traccia dei motori per il condizionamento, nascosti ad arte per non turbare l’armonia visiva del paesaggio.
In lontananza si intravede il muro a secco esterno, pensato come trait d’union tra l’edificio e la natura circostante.
In lontananza si intravede il muro a secco esterno, pensato come trait d’union tra l’edificio e la natura circostante.
Al parco di quasi due ettari e mezzo è stata restituita l’identità originaria. Sono stati piantati circa duecentocinquanta alberi, di cui molti ulivi accostati ad arbusti. L’dea è far crescere le piante fino a far scomparire la struttura. Un regalo al terreno che a seguito di un’intensa e continuativa attività agricola aveva perso la sua ricchezza costitutiva e rischiava di inaridirsi.
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Guglielmo Parasporo, creatore del portale di affitto case Cities Reference, con sua moglie Elena del Drago, critica d’arte
Dove: Noto, provincia di Siracusa, di fronte all’oasi naturalistica di Vendicari
Anno di costruzione: 2012
Architetto: Mario Cutuli
Superficie: 250 m²
Il particolare interessante
La pianta è una declinazione contemporanea e innovativa dei principi di architettura organica e si ispira alle forme sinuose e dolci dei monti Iblei, che si stagliano sullo sfondo. Si articola in tre volumi, tre poligoni irregolari con angoli stondati e pareti leggermente inclinate.
L’edificio centrale, destinato ai momenti di relazione, ospita cucina e living. La zona notte e i bagni si trovano negli altri due volumi. In uno di essi, destinato all’ospitalità, c’è anche un angolo cottura.