Le Case di Houzz
My Houzz: “Less is More” Fra i Vicoli di Napoli
Ecco la casa di una famiglia speciale, che con la sua particolare filosofia dell’abitare, porta il minimalismo nel caos
Nel cuore del centro storico di Napoli, in un vicolo stretto adiacente al Museo d’arte contemporanea MADRE c’è un appartamento grande e spazioso dove abita la famiglia Scotti. La loro casa ha uno stile minimale, in forte contrasto con la caotica città attorno. Arredata con i colori del bianco e del legno, è molto ariosa e spaziosa, al contrario del vicolo in cui si trova.
Antonello e Gennarina sono entrambi insegnanti di storia dell’arte e per lavoro hanno vissuto molti anni a Dongo, sul lago di Como. Lì sono nati i loro due figli, Eugenia e Filippo, che oggi hanno rispettivamente 25 e 17 anni.
Gennarina insegna alle scuole medie mentre Antonello è prima di tutto un artista e coniugando il suo talento all’amore per l’insegnamento ha creato Aporema Onlus, un’associazione che unisce arte e pedagogia, portando avanti progetti didattici con artisti nelle scuole.
Gennarina insegna alle scuole medie mentre Antonello è prima di tutto un artista e coniugando il suo talento all’amore per l’insegnamento ha creato Aporema Onlus, un’associazione che unisce arte e pedagogia, portando avanti progetti didattici con artisti nelle scuole.
Camminando nel vicolo che porta a casa Scotti si ha la sensazione di essere dentro a un presepe. Già per strada, e poi entrando nel palazzo, si notano delle edicole votive (delle nicchie), usate anticamente come oggetto di culto e al tempo stesso come elemento di arredo urbano. Oggi le edicole sacre, chiamate in gergo “altarini” sono un fenomeno comune sia nella pratica religiosa sia come espressione della creatività dei cittadini.
Questo fenomeno è mutato nel tempo, passando dalla dimensione privata alla rappresentazione della collettività e oltre a essere espressione di riconoscenza a santi e madonne, è culto di idolatrie pagane per calciatori e cantori di quartiere. Diffusi soprattutto all’interno dei palazzi antichi, rappresentano il bisogno che ha il popolo napoletano di una presenza superiore a cui chiedere aiuto e protezione.
Dopo aver attraversato i vicoli di Napoli – pieni di colori, panni stesi e motorini sfreccianti – entrare in questa casa desta davvero grande stupore, per il candore e la calma che regna sovrana.
Dopo aver attraversato i vicoli di Napoli – pieni di colori, panni stesi e motorini sfreccianti – entrare in questa casa desta davvero grande stupore, per il candore e la calma che regna sovrana.
In casa Scotti la cosa che più salta alla vista è il bianco; seduti tutti attorno al tavolo, la famiglia racconta che quando sono venuti ad abitare qui nel 2009, le pareti erano colorate e la prima cosa è stata ridipingere tutta la casa di bianco.
Antonello spiega la scelta di questo arredamento così pulito, come un: «Modo minimo di affrontare lo spazio, in cui il minimal non deriva dall’inglese minimalism, ma dal latino minimus, ovvero spazio ridotto ai minimi termini». Gennarina aggiunge che non sentono il bisogno di possedere molti oggetti, ma solo molti libri che sono conservati sul soppalco.
“Less is more”, come diceva Mies van der Rohe: meno è meglio.
Antonello spiega la scelta di questo arredamento così pulito, come un: «Modo minimo di affrontare lo spazio, in cui il minimal non deriva dall’inglese minimalism, ma dal latino minimus, ovvero spazio ridotto ai minimi termini». Gennarina aggiunge che non sentono il bisogno di possedere molti oggetti, ma solo molti libri che sono conservati sul soppalco.
“Less is more”, come diceva Mies van der Rohe: meno è meglio.
La scala che porta al soppalco – dotato di divano letto per gli ospiti, oltre alla libreria – si trova in soggiorno. Sotto di essa, alcune opere donate dai vari amici artisti di Antonello, con cui ha collaborato.
Sulle mensole ci sono anche dei plastici realizzati dalla figlia Eugenia, studentessa di Ingegneria Edile e Architettura.
Sulle mensole ci sono anche dei plastici realizzati dalla figlia Eugenia, studentessa di Ingegneria Edile e Architettura.
Ciò che colpisce di più è che la scelta dell’arredamento minimale non è solo una dichiarazione di gusto, ma anche una decisione connessa alla vivibilità della casa. Antonello e Gennarina volevano una casa che fosse prima di tutto un luogo di incontro per amici, artisti e intellettuali. Aprendo la casa alle persone, volevano renderla semplice da gestire e ordinata.
«La casa è un infilata di stanze in cui non vengono mai chiuse le porte: è tutto vivibile dall’ingresso alla camera da letto, quindi è necessario che sia semplice da tenere in ordine» spiega Gennarina.
Lampada: Dioscuri, design di Michele De Lucchi per Artemide
«La casa è un infilata di stanze in cui non vengono mai chiuse le porte: è tutto vivibile dall’ingresso alla camera da letto, quindi è necessario che sia semplice da tenere in ordine» spiega Gennarina.
Lampada: Dioscuri, design di Michele De Lucchi per Artemide
Nell’ingresso ci sono due poltrone anni Sessanta, ricevute in dono da una collega di Gennarina, le hanno messe lì, come prima cosa da vedere entrando in casa, per far sentire chi arriva subito accolto; come dice Antonello: «Tu entri e sosti. Et voilà!».
La cucina si trova anch’essa nei pressi dell’ingresso.
La cucina si trova anch’essa nei pressi dell’ingresso.
Antonello mi fa notare che ci sono piccoli dettagli che visivamente aiutano ad aumentare lo spazio, come lo specchio ovale, che riprende l’ovale del rubinetto e gli ovali delle finestre alte della casa. Entrambi amano cucinare, Gennarina impasta le pizze mentre Antonello sperimenta piatti sempre nuovi. Quando organizzano cene in casa con artisti e intellettuali creano un’atmosfera conviviale in cui cibo e arte si mescolano alla perfezione.
Cucina: Ernesto Meda; lampada: Vesoi
Cucina: Ernesto Meda; lampada: Vesoi
«La nostra famiglia è molto unita, non c’è mai stata una distinzione tra mondo adulto e mondo bambino, ma abbiamo sempre basato le relazioni sulla pratica dello stare insieme, c’è un “noi” che è un plurale non-maiestatis. Anche la nostra casa vuole rispecchiare questa condivisione, per questo non ci sono zone di rappresentanza, accogliamo le persone pure in camera da letto, come si faceva un tempo», spiega Antonello.
I due fratelli condividono la stanza da letto che è comunicante con quella dei genitori, vanno d’accordo e si trovano molto a loro agio anche con gli amici di Antonello e Gennarina, partecipando sempre alle cene conviviali organizzate in casa.
Tra le due camere da letto ci sono due bagni: entrando in quello padronale si lascia per un attimo il candore del freddo Nord per tuffarsi nel Mar Mediterraneo: pavimento verde smeraldo, mobili classici in legno scuro, piante…
Poi però si ritorna al bianco che compare molto anche nei quadri di Antonello Scotti. La maggior parte delle opere in casa sono sue, così come i mobili in legno di frassino: il letto, l’armadio in camera dei ragazzi e il tavolo da pranzo, sono infatti stati disegnati da lui su ispirazione nordica e realizzati negli anni Novanta da Flores, un bravissimo falegname di Dongo.
Altre opere di artisti importanti sono nel resto della casa, come il quadro raffigurante l’altalena di Giuseppe Caccavale, le fotografie di Antonio Biasiucci in camera da letto o di Aniello Barone in salotto e le sculture di Walter Mutton e di Daniela Politelli sempre in salotto.
Uscendo di casa, appena varcata la soglia, Napoli si presenta di nuovo in tutto il suo splendore e Antonello mi saluta dicendomi: «Ogni mattina, quando esco, mi trovo davanti l’altare dedicato a Ciro Vinciprova: non so chi sia questa persona ma è uno sprone quotidiano, perché guardandolo prima di immergermi nel caos della città mi ripeto: vediamo se anche oggi passo la prova!».
Guarda tutte le foto di questa casa
Nella rubrica My Houzz proponiamo interessanti e originali abitazioni di proprietari di case e inquilini. Se vuoi partecipare alla rubrica, inviaci alcune foto della tua abitazione insieme a una breve descrizione a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di fotografare in esclusiva la tua casa, ti contatteremo al più presto.
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Colpo d’occhio
Chi ci abita: Antonello e Gennarina Scotti, con i loro due figli Eugenia e Filippo
Dove: Napoli
Superficie: circa 170 m²; ingresso, soggiorno, cucina, soppalco con divano letto per gli ospiti, 2 camere da letto e 2 bagni
Anno di costruzione del palazzo: XVIII secolo
Anno di ristrutturazione dell’appartamento: 2009