E Voi, Cosa Fate di Nascosto Quando Siete Soli a Casa?
Grandi abbuffate di gelato, concerti con chitarre immaginarie e pisolini in ripostiglio… gli utenti di Houzz svelano i loro piccoli segreti
«Chissà, se mi vedesse qualcuno in questo momento…». È ciò che mi ritrovo spesso a pensare quando sono a casa da sola, strascicandomi per le stanze con la mia felpa un po’ trasandata e augurandomi di non dover aprire la porta per il pacco che mi devono consegnare, o ‒ peggio ancora ‒ dopo essermi ingurgitata un’intera confezione di patatine nell’arco di un nanosecondo. Tendiamo tutti a non parlare volentieri delle nostre piccole debolezze segrete, convinti di essere i soli a lasciarsi talvolta andare quando siamo lontani da occhi indiscreti (il resto del mondo, naturalmente, invece, in quei momenti paga le tasse, studia cinese o fa meditazione). «Solo io, al mondo, ho certe bizzarre abitudini, giusto?».
Bè, in effetti, no. Se potessimo entrare come zanzare nelle case della Community di Houzz sparse per il mondo e osservare quello che succede, scopriremmo cose meravigliose… e anche cose singolari (ma non meno meravigliose). Per fortuna, molti sono gli utenti di Houzz che hanno voluto condividere le proprie peculiarità, con il risultato che ora non mi sento più tanto diversa dagli altri. Spero succederà anche a voi!
Bè, in effetti, no. Se potessimo entrare come zanzare nelle case della Community di Houzz sparse per il mondo e osservare quello che succede, scopriremmo cose meravigliose… e anche cose singolari (ma non meno meravigliose). Per fortuna, molti sono gli utenti di Houzz che hanno voluto condividere le proprie peculiarità, con il risultato che ora non mi sento più tanto diversa dagli altri. Spero succederà anche a voi!
2. Al diavolo le buone maniere!
«Io bevo il latte direttamente dal cartone e prendo a morsi la forma del formaggio, invece che tagliarmene una fetta», racconta dalla Russia Arkady Yaparov. Dalla Community di Houzz arriva una certezza: non è il solo. La francese Lucie42 si gusta la Nutella servendosi dal barattolo, mentre per il gelato si tuffa nella vaschetta. Il tutto, senza togliersi il pigiama per l’intero fine settimana.
Negli Stati Uniti, l’utente Cocoanlace in casa adotta un codice di abbigliamento inusuale e non sembra peraltro sentirsi troppo in colpa per una consuetudine particolare in fatto di cibo: «Di solito sto nuda. E per cena mi capita di mangiare tortilla chips con le salsine».
Infine, complimenti all’australiana Barbara che finalmente permette a se stessa di fare tutto ciò che le era proibito quando era piccola. «Non devo aspettare che mio marito si giri per leccare il piatto, perché lo facciamo entrambi! Personalmente, penso che non leccare il piatto sia un vero e proprio insulto al cuoco… o meglio, questo è quello che dico per giustificare un tale comportamento».
«Io bevo il latte direttamente dal cartone e prendo a morsi la forma del formaggio, invece che tagliarmene una fetta», racconta dalla Russia Arkady Yaparov. Dalla Community di Houzz arriva una certezza: non è il solo. La francese Lucie42 si gusta la Nutella servendosi dal barattolo, mentre per il gelato si tuffa nella vaschetta. Il tutto, senza togliersi il pigiama per l’intero fine settimana.
Negli Stati Uniti, l’utente Cocoanlace in casa adotta un codice di abbigliamento inusuale e non sembra peraltro sentirsi troppo in colpa per una consuetudine particolare in fatto di cibo: «Di solito sto nuda. E per cena mi capita di mangiare tortilla chips con le salsine».
Infine, complimenti all’australiana Barbara che finalmente permette a se stessa di fare tutto ciò che le era proibito quando era piccola. «Non devo aspettare che mio marito si giri per leccare il piatto, perché lo facciamo entrambi! Personalmente, penso che non leccare il piatto sia un vero e proprio insulto al cuoco… o meglio, questo è quello che dico per giustificare un tale comportamento».
La questione è: perché mai, in questo nostro mondo così profondamente basato sulle apparenze (che salviamo continuamente quando siamo in pubblico), ci lasciamo così tanto andare non appena siamo soli? «Il fatto che indossiamo vestiti comodi alla fine di una giornata faticosa e che mangiamo come ci pare è assolutamente ragionevole», dice Sandra Schmidt. «Abbiamo bisogno di questi momenti, nei quali possiamo essere semplicemente noi stessi. Specie dopo che, per tutto il giorno, ci siamo comportati nel modo in cui ci si aspetta da noi che ci comportiamo».
La psicologa sottolinea, tra l’altro, che spesso siamo i primi a mettere a noi stessi questo tipo di pressione: con una sorta di obbedienza preventiva, ci assoggettiamo a ciò che “pensiamo” che gli altri si aspettano da noi. Essere capaci di sfuggire a queste aspettative è una sensazione estremamente piacevole.
È bello scoprire che anche i più diligenti e seri tra noi non sono immuni dal problema. «Non riesco mai a spegnere il cervello… Quando sono a casa, leggo, studio, prendo appunti, approfondisco», racconta dall’Italia Erica Bagnasco «E, chiaramente, faccio il tutto rigorosamente… in pigiama!».
La psicologa sottolinea, tra l’altro, che spesso siamo i primi a mettere a noi stessi questo tipo di pressione: con una sorta di obbedienza preventiva, ci assoggettiamo a ciò che “pensiamo” che gli altri si aspettano da noi. Essere capaci di sfuggire a queste aspettative è una sensazione estremamente piacevole.
È bello scoprire che anche i più diligenti e seri tra noi non sono immuni dal problema. «Non riesco mai a spegnere il cervello… Quando sono a casa, leggo, studio, prendo appunti, approfondisco», racconta dall’Italia Erica Bagnasco «E, chiaramente, faccio il tutto rigorosamente… in pigiama!».
3. Peccati di gola
Far sparire un chilo di gelato dalla vaschetta, divorare in stile aspirapolvere un sacchetto di patatine, leccare il piatto: è interessante notare che molte delle nostre abitudini segrete ruotano attorno al cibo. E non stiamo parlando di lussuose golosità da cena con cinque portate. Anzi, di solito desideriamo con più ardore le cose semplici, la gratificazione spontanea. «Io metto in forno della pasta sfoglia», dice nikavt, dagli Stati Uniti. «Non preparo il ripieno, mi limito alla crosta. Una parte la metto in forno senza aggiungerci altro, una parte la faccio grattandoci sopra un po’ di pecorino romano, e una parte la guarnisco con marmellata di lamponi».
Abbiamo tutti queste piccole voglie, a prescindere da quanto salubre sia la nostra dieta. Il mangiare è strettamente correlato al benessere: può far scattare una memoria infantile, così come regalare momenti di pura e semplice gioia (un po’ come succede quando si intingono le dita nel vasetto della marmellata). A volte mettiamo in atto queste condotte anche per rispetto nei confronti di qualcuno. Junko Kawakami, utente di Houzz del Giappone, in gran segreto si ritrova a mangiare un piatto della tradizione del suo paese dall’aspetto forse non molto attraente. «Adoro i natto (semi di soia fermentati), che mio marito, viceversa, non ama. Così me li mangio quando sono a casa da sola», racconta.
Far sparire un chilo di gelato dalla vaschetta, divorare in stile aspirapolvere un sacchetto di patatine, leccare il piatto: è interessante notare che molte delle nostre abitudini segrete ruotano attorno al cibo. E non stiamo parlando di lussuose golosità da cena con cinque portate. Anzi, di solito desideriamo con più ardore le cose semplici, la gratificazione spontanea. «Io metto in forno della pasta sfoglia», dice nikavt, dagli Stati Uniti. «Non preparo il ripieno, mi limito alla crosta. Una parte la metto in forno senza aggiungerci altro, una parte la faccio grattandoci sopra un po’ di pecorino romano, e una parte la guarnisco con marmellata di lamponi».
Abbiamo tutti queste piccole voglie, a prescindere da quanto salubre sia la nostra dieta. Il mangiare è strettamente correlato al benessere: può far scattare una memoria infantile, così come regalare momenti di pura e semplice gioia (un po’ come succede quando si intingono le dita nel vasetto della marmellata). A volte mettiamo in atto queste condotte anche per rispetto nei confronti di qualcuno. Junko Kawakami, utente di Houzz del Giappone, in gran segreto si ritrova a mangiare un piatto della tradizione del suo paese dall’aspetto forse non molto attraente. «Adoro i natto (semi di soia fermentati), che mio marito, viceversa, non ama. Così me li mangio quando sono a casa da sola», racconta.
4. Canti, balli e concerti immaginari con la chitarra
«Quando voglio rilassarmi alla fine di una giornata difficile, ascolto Vivaldi in cucina, facendo finta di essere il primo violino. È una cosa che mi dà una grande serenità», confessa la tedesca Penelope Schles. Forse la nostra utente è vicina a una grande verità. Diversi studi, condotti in varie parti del mondo, hanno messo in relazione musica, salute e benessere. Pare che ascoltare una melodia abbassi i livelli dell’ormone dello stress (in una ricerca condotta da HJ Trappe, dell’Università della Ruhr di Bochum, Bach ha sortito, da questo punto di vista, effetti migliori che non gli ABBA) e alcune indagini hanno addirittura mostrato che cantando si dà una grande sferzata di energia al proprio sistema immunitario.
Tutti, a quanto pare, comprendiamo questa cosa a livello di subconscio, ed è per questo che ci scateniamo e cantiamo a squarciagola nel privato delle mura domestiche, quando siamo lontani da occhi e orecchie di terzi. «Mi spiace un po’ per i miei vicini: quando sono a casa da sola mi immagino di essere Beyoncé», racconta la russa Natalia Shashkova.
Cantare, danzare e fare musica non sono altro che espressioni della più pura gioia di vivere. Senza la musica, l’umanità non sarebbe nulla. Eppure, molti di noi preferiscono farlo di nascosto. Da un lato, la maggior parte delle persone è convinta di non essere capace di cantare, dall’altro, si pensa che esibirsi in pubblico non sia conveniente. Ma, in fondo, non la troviamo una cosa incredibilmente affascinante quando qualcuno lo fa comunque, senza rendersene conto? Rieccoci, dietro c’è sempre lei: l’obbedienza preventiva.
«Quando voglio rilassarmi alla fine di una giornata difficile, ascolto Vivaldi in cucina, facendo finta di essere il primo violino. È una cosa che mi dà una grande serenità», confessa la tedesca Penelope Schles. Forse la nostra utente è vicina a una grande verità. Diversi studi, condotti in varie parti del mondo, hanno messo in relazione musica, salute e benessere. Pare che ascoltare una melodia abbassi i livelli dell’ormone dello stress (in una ricerca condotta da HJ Trappe, dell’Università della Ruhr di Bochum, Bach ha sortito, da questo punto di vista, effetti migliori che non gli ABBA) e alcune indagini hanno addirittura mostrato che cantando si dà una grande sferzata di energia al proprio sistema immunitario.
Tutti, a quanto pare, comprendiamo questa cosa a livello di subconscio, ed è per questo che ci scateniamo e cantiamo a squarciagola nel privato delle mura domestiche, quando siamo lontani da occhi e orecchie di terzi. «Mi spiace un po’ per i miei vicini: quando sono a casa da sola mi immagino di essere Beyoncé», racconta la russa Natalia Shashkova.
Cantare, danzare e fare musica non sono altro che espressioni della più pura gioia di vivere. Senza la musica, l’umanità non sarebbe nulla. Eppure, molti di noi preferiscono farlo di nascosto. Da un lato, la maggior parte delle persone è convinta di non essere capace di cantare, dall’altro, si pensa che esibirsi in pubblico non sia conveniente. Ma, in fondo, non la troviamo una cosa incredibilmente affascinante quando qualcuno lo fa comunque, senza rendersene conto? Rieccoci, dietro c’è sempre lei: l’obbedienza preventiva.
5. Riordinare armadi e cassetti, che passione!
Se è vero che molti di noi trovano molto faticoso tenere la casa pulita e a posto, molti altri, invece, tendono a passare il proprio tempo libero… riordinando ogni sorta di oggetto. Alcuni membri della community di Houzz traggono massimo giovamento dal riclassificare le calze di casa o dalla sistemazione dell’argenteria in file perfette. Non tutti hanno ammesso che si tratta di un’attività solitaria e clandestina, ma alcuni sembrano essere imbarazzati da una tale consuetudine. È curioso che ci si vergogni di qualcosa che in effetti non ha che risvolti positivi.
Sembra che riordinare gli oggetti per categoria sia un’attività che dà soddisfazione e regali momenti di grande calma… un po’ come la meditazione. Dall’Australia, l’utente janetneve3009 prova immenso piacere a rimettere ogni cosa al suo posto, anche se questo significa fare una grande confusione iniziale per poter poi procedere alla riorganizzazione: «Quando ho (raramente) un sabato mattina libero, la cosa che amo di più fare è rovesciare gli scatoloni sul tavolino e rimettere dentro il tutto in bell’ordine! Un’attività di rara noia, eppure io amo occuparmene». Anche la tedesca Amelia Summers ammette di avere toccato, nel campo del riassetto, delle punte di eccellenza: «Se, stendendo la biancheria, per appendere un vestito, ho bisogno di due mollette… queste devono avere lo stesso colore».
La psicologa Sandra Schmidt commenta così le nostre idiosincrasie in materia di riordino: «Con tutto lo stress e il caos cui molti di noi sono sottoposti ogni giorno, ci piace essere in grado di portare effettivamente a termine un compito e archiviarlo mettendoci una spunta: fatto! Tutto questo ci dà la sensazione che, almeno in questa singola area delle nostre vite, abbiamo creato un po’ di ordine».
Se è vero che molti di noi trovano molto faticoso tenere la casa pulita e a posto, molti altri, invece, tendono a passare il proprio tempo libero… riordinando ogni sorta di oggetto. Alcuni membri della community di Houzz traggono massimo giovamento dal riclassificare le calze di casa o dalla sistemazione dell’argenteria in file perfette. Non tutti hanno ammesso che si tratta di un’attività solitaria e clandestina, ma alcuni sembrano essere imbarazzati da una tale consuetudine. È curioso che ci si vergogni di qualcosa che in effetti non ha che risvolti positivi.
Sembra che riordinare gli oggetti per categoria sia un’attività che dà soddisfazione e regali momenti di grande calma… un po’ come la meditazione. Dall’Australia, l’utente janetneve3009 prova immenso piacere a rimettere ogni cosa al suo posto, anche se questo significa fare una grande confusione iniziale per poter poi procedere alla riorganizzazione: «Quando ho (raramente) un sabato mattina libero, la cosa che amo di più fare è rovesciare gli scatoloni sul tavolino e rimettere dentro il tutto in bell’ordine! Un’attività di rara noia, eppure io amo occuparmene». Anche la tedesca Amelia Summers ammette di avere toccato, nel campo del riassetto, delle punte di eccellenza: «Se, stendendo la biancheria, per appendere un vestito, ho bisogno di due mollette… queste devono avere lo stesso colore».
La psicologa Sandra Schmidt commenta così le nostre idiosincrasie in materia di riordino: «Con tutto lo stress e il caos cui molti di noi sono sottoposti ogni giorno, ci piace essere in grado di portare effettivamente a termine un compito e archiviarlo mettendoci una spunta: fatto! Tutto questo ci dà la sensazione che, almeno in questa singola area delle nostre vite, abbiamo creato un po’ di ordine».
L’irresistibile fascino dell’anticonformismo
Concludiamo con alcune condotte veramente peculiari la carrellata dei meravigliosi comportamenti che gli utenti di Houzz ci hanno rivelato mettere in atto nel segreto delle loro case. Da dove arrivino e che cosa significhino queste abitudini è un vero mistero. Meleshko Vasily, dalla Russia, ogni mattina, si strofina l’orecchio con le calze, prima di indossarle. Se alcuni preferiscono fare una capovolta saltata sul letto per raggiungere il balcone, altri, piuttosto, sentono il bisogno di chiudere tutte le porte in casa per sentirsi più al sicuro oppure vanno a farsi di tanto intanto una dormita dentro all’armadio, visto che ha un buon odore.
La questione del perché facciamo queste cose, in fondo, non è così importante, fintantoché le nostre eccentricità non vadano a interferire con la nostra vita quotidiana. A casa, possiamo essere chi vogliamo essere. E questa è l’unica cosa che conta davvero.
Raccontateci: quali segreti comportamenti o abitudini particolari vi concedete quando siete a casa in tutta solitudine? Condividetelo con noi nei Commenti qui sotto.
Concludiamo con alcune condotte veramente peculiari la carrellata dei meravigliosi comportamenti che gli utenti di Houzz ci hanno rivelato mettere in atto nel segreto delle loro case. Da dove arrivino e che cosa significhino queste abitudini è un vero mistero. Meleshko Vasily, dalla Russia, ogni mattina, si strofina l’orecchio con le calze, prima di indossarle. Se alcuni preferiscono fare una capovolta saltata sul letto per raggiungere il balcone, altri, piuttosto, sentono il bisogno di chiudere tutte le porte in casa per sentirsi più al sicuro oppure vanno a farsi di tanto intanto una dormita dentro all’armadio, visto che ha un buon odore.
La questione del perché facciamo queste cose, in fondo, non è così importante, fintantoché le nostre eccentricità non vadano a interferire con la nostra vita quotidiana. A casa, possiamo essere chi vogliamo essere. E questa è l’unica cosa che conta davvero.
Raccontateci: quali segreti comportamenti o abitudini particolari vi concedete quando siete a casa in tutta solitudine? Condividetelo con noi nei Commenti qui sotto.
1. Parlo con animali e piante
Moltissimi sono gli utenti di Houzz che hanno rivelato la propria attitudine a fare lunghe chiacchierate con gli amici a quattro zampe. «Parlo sempre con i miei cani quando sono sola a casa. Certo, loro non rispondono, ma sono fantastici ascoltatori», spiega jwbarone dagli Stati Uniti. E non è la sola a dialogare con questi insoliti conversatori. Tanti, come l’australiana Laura Beaupeurt, ammettono il fatto di parlare spesso tra sé e sé, quando non lo fanno con il proprio animale da compagnia, e alcuni arrivano addirittura a confessare di essersi ritrovati a chiedere consiglio alle piante di casa.
Perché parliamo al cane e al gatto, anche se sappiamo perfettamente che non ci risponderanno? «Molti animali sono creature sociali, esattamente come gli esseri umani», spiega la psicologa berlinese Sandra Schmidt. «Quando raccontiamo i nostri problemi ai nostri amati amici animali, e questi si avvicinano per accoccolarsi vicino a noi, ci sentiamo capiti e accettati».
C’è, però, anche un’altra ragione: ci fa sentire bene. La psicologa spiega che questo tipo di comportamento ci induce a esprimere i nostri ragionamenti ad alta voce: «In questo modo possiamo mettere a fuoco i nostri pensieri più facilmente, come se appartenessero a qualcun altro». Quindi, parlare con noi stessi, con l’amico peloso di casa o con le piante non è altro che un modo per riflettere e avere intuizioni diverse. O per lo meno, questa è la nostra risposta sul tema ‒ con annessa approvazione a persistere nelle vostre lunghe discussioni con il pesciolino rosso.